LETTERA APERTA AL MINISTRO SALVI

SUL SERVIZIO ISPETTIVO DEL MINISTERO DEL LAVORO

 

 

L'art. 119 della legge finanziaria stabilisce l'assunzione da parte del Ministero del Lavoro di 600 nuovi ispettori nel 2001 e di 400 nel 2002 " ... al fine di potenziare l'attività ispettiva nelle materie di competenza con particolare riferimento alle disposizioni concernenti la sicurezza e la salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro".

 

A fronte di dati agghiaccianti: più di 1200 morti all'anno, 14 mila invalidi permanenti di cui oltre 500 minori, un milione di infortuni, decine di migliaia di malattie professionali con un costo sociale di 55 mila miliardi, tale provvedimento appare come una goccia nell'oceano.

 

E' bene ricordare che in Germania gli ispettori del lavoro sono 4.500, in Italia meno della metà e non più di trecento si occupano, su tutto il territorio nazionale, di igiene e sicurezza. Nel 1972 gli ispettori svolgenti tali funzioni erano 686, circa il doppio di quelli oggi in servizio ed è paradossale che un tale decremento sia avvenuto nonostante la riattribuzione all'ispettorato del lavoro delle competenze in materia di vigilanza tecnica in edilizia e nelle aziende considerate ad alto rischio. Accade cosi ad esempio, che in una provincia come quella di Milano ( ricordiamo che la Lombardia ha il triste primato nelle statistiche degli infortuni mortali) si occupano della vigilanza nei cantieri appena otto tecnici ed allo stesso personale però è richiesto di occuparsi anche della vigilanza sulla tutela delle lavoratrici madri, di quella sul lavoro minorile, sui rischi da radiazioni ionizzanti, della vigilanza sulle ferrovie ecc.; nella provincia di Roma gli ispettori tecnici sono solo nove , otto in quella di Napoli ecc

 

Capita, inoltre, come denunciato dalla RSU della Direzione Pro.le del Lavoro di Milano, che il personale ispettivo viene addirittura sottratto dal suo compito istituzionale, in modo delittuoso, per essere adibito alle istruttorie per l'assegnazione delle stelle al merito del lavoro.

 

Non è accettabile che si continuino a gravare gli Uffici di un compito tanto impegnativo, pur consapevoli della situazione disastrosa degli organici.

 

Né si può pensare di risolvere il problema della scarsa vigilanza imponendo al personale ispettivo di limitare gli accessi presso la stessa azienda a discapito dell'efficacia del controllo, come sta avvenendo in tutti gli uffici ispettivi d'Italia per aumentare la produttività e permettere ai dirigenti di prendere premi milionari mistificando di fatto la realtà.

 

Come è stato evidenziato dal sottosegretario Guerrini nel convegno degli ispettori tecnici svoltosi a Roma il 20 e 21 ottobre in occasione della settimana europea per la sicurezza, mille nuovi ispettori riescono a coprire appena le esigenze della Lombardia e della Liguria. Il costo per l'erario relativo a tali assunzioni è stimato intorno a 60 miliardi l'anno. Dieci volte tanto ne occorrerebbero per assumerne diecimila: un costo comunque contenuto se raffrontato ai 55 mila miliardi che lo Stato spende ogni anno per le cure ospedaliere, le riabilitazioni, le indennità e i vitalizi vari. Allora perché non viene adottato un piano straordinario di reclutamento per adeguare finalmente gli organici alle reali necessità della vigilanza e al numero delle aziende?

 

Con il bollettino di guerra rappresentato dai morti sul lavoro e dai feriti, è cinico pensare che mille ispettori sono meglio di niente. E' certo ad esempio che ancora una volta non sarà possibile svolgere l'attività ispettiva su iniziativa ma, come avviene attualmente, essa continuerà ad essere subordinata alle richieste di intervento che consentono di sanare e con notevole ritardo solo le situazioni lavorative illegali denunciate dai lavoratori e dai sindacati, tralasciando quelle spesso di maggiore gravità per le quali non vengono sollecitati interventi.

 

Tuttavia un adeguamento dell'organico non sarebbe la sola misura da adottare per un'efficace azione ispettiva e preventiva.

 

E' necessario che ciò si accompagni ad una revisione del quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro che veda la riattribuzione all'ispettorato del lavoro della pienezza delle competenze in materia di vigilanza tecnica in tutti i settori produttivi, non solo quelli appartenenti ai "grandi rischi".

 

A favore di un rientro a tutto campo dell'ispettorato del lavoro, oltre ai risultati totalmente insoddisfacenti raggiunti dalle Asl le quali impiegano per il servizio ispettivo solo l'1% del loro organico privilegiando il ruolo di consulenza presso le aziende oggetto di controllo, dovrebbe essere elemento decisivo soprattutto la considerazione che la tutela del lavoratore e un unicum ' che non può essere oggetto di scissioni artificiose, come quella che vede la separazione della tutela fisica (come avviene nella vigilanza svolta dalla Asl) da quella riguardante la sfera assicurativo-previdenziale.

 

Questo perché la sicurezza del lavoro non può prescindere dal rapporto di lavoro nel suo complesso. Si pensi alla stretta relazione che intercorre tra "lavoro nero" ed incidenza del fenomeno infortunistico: è risaputo che il datore di lavoro che evade i contributi sociali ed il fisco sia poi difficilmente disposto ad investire capitali in sicurezza.

 

Inoltre occorre una qualificata e permanente formazione del personale ispettivo: quella fatta finora non può ritenersi sufficiente poiché ha soltanto un carattere giuridico e spesso e inquinata da pareri personali dei docenti.

 

E' indispensabile anche dotare il personale di strumenti tecnici di rilevazione adeguati e, non da ultimo, mettere mano ad una seria politica di rivalutazione degli stipendi degli ispettori adeguandoli agli standard europei, tenuto conto delle gravose responsabilità insite nel lavoro svolto e del fatto che gli attuali livelli retributivi sono tra i più bassi d'Europa. Pur nella consapevolezza che tutto ciò in ogni caso non sarebbe sufficiente senza la ripresa del conflitto e senza una netta inversione di tendenza rispetto al liberismo, al precariato, agli attacchi al salario dei lavoratori dipendenti riteniamo però che un governo di centro-sinistra, di fronte all'intollerabile stillicidio di vite umane sacrificate sull'altare della rincorsa al profitto senza regole, avrebbe almeno dovuto porre dei rimedi che non fossero semplici palliativi a cominciare dall'aumento significativo dei controlli. In realtà dalla finanziaria appena approvata emerge che è assolutamente vietato disturbare i manovratori.

 

FEDERAZIONE RdB P.I. COORD. MINISTERO LAVORO