LA RIQUALIFICAZIONE DELLE BEFFE |
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Con la pubblicazione della graduatoria provvisoria per l’attribuzione della posizione economica B3 super si è consumata l’ennesima beffa ai danni dei lavoratori di questa Amministrazione.
Da una rapida
lettura della predetta graduatoria risulta evidente quanti danni abbia causato,
nell’attribuzione dei punteggi, l’applicazione di criteri, quali il cumulo
di innumerevoli corsi di formazione e la differente valorizzazione del titolo di
studio, altamente discriminanti soprattutto nei confronti di quei colleghi che,
da più di un quarto di secolo, col loro lavoro hanno rappresentato in sede
periferica e centrale la spina dorsale del Ministero.
L’attribuzione
dello sviluppo solamente economico, le famigerate posizioni economiche Super, è
bene ricordarlo, ha sempre
visto la contrarietà della nostra Organizzazione Sindacale che le ha
considerate un ingiustificato elemento di ulteriore suddivisione tra lavoratori
che svolgono funzioni analoghe.
In sede di
Contratto Integrativo abbiamo sostenuto come queste, eventualmente, dovessero
essere conferite esclusivamente in base all’anzianità di servizio, una sorta
di retribuzione di anzianità, garanzia oggettiva dell’acquisizione di
professionalità ed esperienza soprattutto in considerazione del pressocchè
totale disconoscimento delle mansioni superiori se non “formalmente
conferite”.
Per quale ragione,
infatti, attribuire punteggi relativi ai titoli professionali che in alcuni casi
superano l’anzianità di servizio stessa di chi li ha acquisiti quando i corsi
di formazione in questa Amministrazione sono stati, da sempre, solo appannaggio
di pochi?
Per quale motivo
dare un notevole peso a titoli di studio quali la laurea e il diploma per
colleghi che illo tempore sono stati assunti in quelle qualifiche con la licenza
media?
Perché penalizzare
quei lavoratori, che da decenni operano in questa Amministrazione, colpevoli
soltanto di appartenere a generazioni in cui la scolarizzazione aveva sì un
basso medio profilo ma era comunque funzionale alle mansioni loro assegnate?
Oppure si è
voluto, semplicemente, escludere coloro i quali, impegnati da sempre, e quindi
indispensabili alla continuità del lavoro quotidiano negli ex Uffici di
Collocamento, DPL o nelle sedi centrali, ignoravano persino l’esistenza dei
corsi di formazione o nel caso in cui ne fossero a conoscenza erano
materialmente impossibilitati a fruirne?
Scorrendo la
graduatoria la sensazione di disagio si tramuta in rabbia allorquando diviene
palese l’ingiustizia determinata dai criteri applicati. Infatti risultano
“provvisoriamente” esclusi molti lavoratori con un’anzianità che varia
dai 25 ai 30 anni di servizio e che per la stragrande maggioranza è priva sia
di titolo di studio superiore (diploma) nonché di punteggi relativi a corsi di
formazione e/o mansioni superiori svolte ma non “formalmente conferite”.
Mentre di contro tra gli 870 risultano “provvisoriamente” inclusi un numero
ben più alto di colleghi, a fronte di anzianità di servizio risibili, ma
muniti di laurea, diplomi vari e un cumulo tale di “titoli professionali” il
cui punteggio in alcuni casi supera o addirittura “doppia” il punteggio
relativo all’anzianità.
Due sono i motivi
di fondo per i quali questa Organizzazione Sindacale, pur vedendo accettate
molte delle proposte fatte nel passato CCNI si era rifiutata di firmare lo
stesso, uno riguardava l’esclusione di troppi lavoratori da processi di
riqualificazione farraginosi ed ingiusti, l’altro era l’applicazione di
criteri altamente discriminanti nel valutare l’ammissione ai corsi dei
lavoratori.
Mentre le
posizioni super, come affermato da qualche collega, rappresentavano un
contentino per i lavoratori esclusi dai percorsi di riqualificazione, che nei
fatti non accontentava nessuno.
Ora,
come si dice, i nodi sono venuti al pettine!!!!
Roma, 17 gennaio 2004
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