Verificato
che anche l’ultimo lavoratore si era recato a votare,
esaurita la recita sulla partecipazione democratica dei
lavoratori, nella stessa serata del 18 novembre, CGIL, CISL e
UIL, col codazzo di sindacati “autonomi” vari, hanno
portato a termine l’ultima truffa a danno dei lavoratori,
sottoscrivendo il vergognoso documento della Commissione
per la riforma dell’ordinamento professionale del
comparto Ministeri.
Si
dimostra ancora una volta l’enorme mistificazione operata
con la campagna per le elezioni delle RSU, divenute ormai un
altro mezzo per turlupinare i lavoratori.
Nessuna
informazione sui lavori della Commissione, nessuna
informazione sul documento conclusivo della Commissione. Un
accordo simile non poteva certo essere dato in pasto ai
lavoratori …
Un
documento che prevede il mantenimento delle tre aree (che
cambiano denominazione e si chiameranno Prima, Seconda e Terza
e non più A, B e C), proponendo:
l’aumento
dei livelli economici
all’interno delle aree ( 3 per la prima, 6 per la seconda e
7 per la terza) ma
con identiche mansioni d’area per ogni posizione economica.
In
concreto: rimane l’anacronistica area A, ma i lavoratori,
pur svolgendo le stesse mansioni saranno suddivisi in 3
differenti posizioni economiche; l’attuale B1, o B2, dovrà
svolgere le mansioni da B3, pur continuando a ricevere uno
stipendio da B1 o B2. Stesso discorso per l’Area C.
Mansionismo legalizzato.
Sulle
altre “perle” contenute nel documento rimandiamo al
comunicato nazionale di comparto.
Nella
mattinata del 19 novembre, la Cgil, in un comunicato stampa,
ci informava, invece, del grande successo ottenuto “insieme
a Cisl e Uil” (divinazione?)
La
Uil, già alle 11, comunicava al mondo la gioia per essere
ancora il primo sindacato negli “uffici di diretta
collaborazione del Ministro”.
Ancora
qualche minuto di pazienza e gli amici della Uil potevano
scoprire i tanti centri, Reggio Calabria, Torino, Pisa,
Crotone, la sede “storica” di Via Flavia, in cui la RdB/CUB
diventava il primo sindacato, oltre alle conferme delle DPL di
Cagliari, Roma e Bologna dove, tra l’altro, aumentiamo in
consensi raggiungendo ormai il 50% dei voti.
Nessuna
gioia per un risultato certamente di rilievo, ma la nostra
viva preoccupazione per il futuro delle migliaia di
lavoratori del Comparto Ministeri, per gli esiti di un
accordo devastante che rischia di sconvolgere la nostra vita
lavorativa.
Alle
elezioni, qualunque esse siano, vincono tutti. Non appena
saremo in possesso dei dati di tutti gli uffici del Ministero
li comunicheremo ai lavoratori.
Sul
documento della commissione per la riforma dell’ordinamento
professionale torneremo nei prossimi giorni.
Roma
19 novembre 2004
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