La nave
che approda ai lidi della riqualificazione ha perso, durante
il suo viaggio, gran parte del carico di aspirazioni,
speranze ma, sopra ogni altra cosa, si è lasciata alle
spalle la certezza del diritto a pretendere, per
tutti i lavoratori di questa amministrazione, il
corretto inquadramento nelle funzioni svolte.
La
traversata, che avrebbe potuto essere un tranquillo viaggio
verso l’acquisizione di quei diritti maturati in anni di
esperienza lavorativa, si è tramutata in una sorta di
avventura dai risvolti tragicomici e, in alcuni casi,
persino dolorosa, un andare verso “l’America”; quel
posto dove tutti aspirano ad andare per migliorare le
proprie condizioni di vita, quell’isola che ogni tanto
compare all’orizzonte, dove qualcuno è riuscito, dopo
incredibili peripezie, ad approdare ma che i più hanno visto
da lontano, nascosta dietro le nebbie cariche di criteri
scelti sulla base di una concezione burocratico/selettiva o
delle famigerate compatibilità economiche.
Alla fine
del viaggio, è la resa dei conti su quanti effettivamente
sono giunti all’approdo:
Personale ispettivo:
Non
abbiamo mai conteggiato, nè intendiamo farlo adesso, i
colleghi Ispettori del Lavoro inquadrati in C2 come
personale riqualificato.
Riteniamo
che tale personale andava inquadrato direttamente in C2, non
con i soldi di tutti, attraverso il FUA, ma attraverso
appositi finanziamenti; perchè così prevedeva il CCNL del
‘98, così abbiamo sostenuto all’ARAN evitando una negativa
interpretazione autentica del contratto che andasse ad
inficiare le vertenze dei colleghi, perchè così sostengono
molti Giudici del Lavoro.
Alla fine
dei conti:
1.812
unità ispettive in C1 e C2,
143
riqualificati in C3, pari al 7,9% del personale
470
“addetti alla vigilanza” in B3,
369
reinquadrati in C1, pari al 78,5% del personale
Alla fine
della traversata, i “percorsi di riqualificazione” hanno,
tra l’altro, condotto ad una perdita di 33 unità
ispettive. I 156 colleghi amministrativi che
verranno inquadrati come accertatori del lavoro non sono
infatti sufficienti a rimpiazzare i 149 ispettori “optanti”
per le funzioni amministrative ed i circa 40 colleghi che
sono stati costretti a rinunciare alle funzioni ispettive
essendo “riqualificati” in C3 ma in funzioni amministrative.
Il
percorso degli “addetti alla vigilanza”, invece, è riuscito
a perdere per strada un centinaio di colleghi che da
decenni svolgono, e dovranno continuare a svolgere, funzioni
ispettive.
A questo
si aggiunge la babele determinata dall’ostinazione con cui
si è evitato di affrontare la “questione ispettiva”:
ispettori
del lavoro inquadrati in C2 al termine del percorso di
pseudo-riqualificazione ed altri inquadrati in C2 dal ‘98 a
seguito di sentenze del Giudice del Lavoro;
addetti
alla vigilanza inquadrati in C1 al termine del percorso di
pseudo-riqualificazione, altri inquadrati in C2 dal ’98 a
seguito di sentenze della Magistratura, altri ancora rimasti
inquadrati in B3 !!!
Personale
amministrativo:
920
unità amministrative in C1 e C2,
631
riqualificati in C2 o C3, pari al 68,6% del personale
1.580
unità amministrative in B3,
281
riqualificati in C1, pari al 17,8% del personale
2.402
unità amministrative in B1 e B2,
1.350
riqualificati in B2 o B3, pari al 56,2% del personale
Il
personale ausiliario in A1 dovrebbe transitare
interamente alla posizione B1.
Dei
7.542 colleghi inizialmente inquadrati nelle posizioni
dalla C2 in giù:
3.132
hanno adesso un diverso inquadramento; pari al 41.5%
del personale (4.410 colleghi esclusi).
Se poi
vogliamo giocare con i numeri e considerare anche i 1.298
ispettori, il personale escluso scende a solo ... 3.112
unità.
A
migliaia quindi, e sottolineiamo migliaia, di lavoratori non
è stato nemmeno concesso di imbarcarsi e partire ritenendo
che, nonostante decenni di onorato servizio, la semplice
mancanza di un titolo di studio (peraltro non richiesto
all’atto dell’assunzione!) o la carenza di corsi di
formazione (la cui fruizione ai più è stata sempre negata)
fosse ragione sufficiente a determinare la loro definitiva
esclusione da qualsiasi possibilità di venire utilizzati e
pagati nel modo più corretto.
Questa
visione de “l’America”, isola che non c’è, è stato il
prezzo che amministrazione e, soprattutto, i sindacati
firmatari degli accordi sulla riqualificazione hanno dovuto
avvalorare per far ingoiare ai lavoratori i bocconi amari
delle aprioristiche esclusioni, delle graduatorie al
cardiopalma, dei corsi pagati a caro prezzo nella “ridente”
cittadina di Fiuggi, dei cachet, sempre a caro prezzo
pagati, con i quali sono stati remunerati i docenti esterni,
degli esami rischiatutto, dove con un paio di domande si
giocava e/o veniva messa in dubbio tutta una intera
esperienza professionale.
In
sostanza si è detto: “Vedete, l’America è qui, dietro
l’angolo, basta arrivarci, attrezzatevi. Attrezzatevi a
mettere in campo la vostra disponibilità, le vostre
aspirazioni, i vostri sogni!” Come se tutto questo fosse
una sorta di premio per quelli che potevano dimostrare di
essere meritevoli all’interno di una gran massa di
lavoratori che meritevole, a loro giudizio, non era, non è.
Ma al di
là di tutto vi è da riconoscere un merito a questi soggetti
sindacali che attraverso gli accordi hanno determinato la
resa dei conti alla fine di questi cinque anni. Il merito
d’essere in parte (solo in parte) riusciti a far credere ne
l’America a molti lavoratori. Le loro incessanti
rassicurazioni su percorsi certi, trasparenti, fruibili a
tutti, hanno condito, ieri ed oggi, le email del Ministero
sottolineando la indiscutibile bontà di quegli accordi che
utilizzando i soldi di tutti avrebbero riqualificato solo
alcuni; sostenendo l’impossibilità di adottare criteri
differenti atti solo ad escludere migliaia di lavoratori
...perchè l’America c’è …ma non per tutti!
Ed ora,
che per molti l’America è lontana, …dall’altra parte
della luna, questi stessi soggetti non avendo saputo dare
risposte a tutti i lavoratori si sentono in dovere di
sostenere tutto e il contrario di tutto mettendo in
discussione quei criteri prima da loro stessi firmati e
fortemente voluti, criticando le modalità con le quali sono
stati assegnati i punteggi, svolti i corsi ed esami
facendo finta d’essere stati per cinque anni in un altrove
dove si sentivano estranei alla determinazione di tutto ciò.
Perché
questo vuoto di memoria, questo imbarazzante oblio dove si
vuol far credere altro da quello che così chiaramente loro
stessi hanno scritto sul contratto integrativo ?
Dal
numero dei posti messi a disposizione, insufficiente a dare
risposte ai lavoratori, a quei criteri discriminanti che
hanno spesso determinato esclusioni clamorose dei colleghi
più anziani e con più esperienza, passando attraverso
vergognosi accordi come quello del diritto di opzione per
gli Ispettori, questi lunghi cinque anni sono stati decorati
da ciliegine che i lavoratori non potranno dimenticare
facilmente.
O forse
sarà perché si sta costruendo un’altra America,
quell’America dove si può dare una pacca sulla spalla
a quelli che sono stati esclusi e fargli credere che tutto è
stato uno spiacevole equivoco a cui si può porre rimedio
…non vi preoccupate porremo rimedio al mancato inquadramento
dei 4000 e passa lavoratori di questa amministrazione
rimasti al palo …vi confezioneremo un'altra bella America in
cui credere da qui ai prossimi quattro anni …ma, sia ben
inteso, alcune bazzecole come l’esclusione di centinaia di
lavoratori che non possiedono il diploma superiore non
potranno essere risolte …lo dice la legge …siatene certi le
compatibilità economiche impongono numeri diversi da quelli
pubblicati dal DPCM sulle piante organiche …perché
l’America, è vero, c’è …ma non per tutti.
E che
l’America non fosse per tutti, da 5 anni lo sta gridando a
squarciagola la RdB, unica sigla non firmataria
dell’integrativo, unica sigla cha ha sostenuto e preteso
sin dal 1999 il diritto, diritto certo, al corretto
inquadramento di tutti lavoratori nelle funzioni svolte.
Diritto
certo al corretto inquadramento, perché questo e questo solo
spetta a lavoratori che per decenni hanno svolto mansioni e
funzioni diverse da quanto previsto dalla loro posizione
economica, acquisendo negli anni quella professionalità che
i percorsi di riqualificazione hanno costantemente messo in
discussione, escludendo a priori e poi giudicando attraverso
un semplice colloquio carriere decennali.
Le
iniziative di lotta (Assemblee nazionali, presidi, scioperi)
messe in campo dalla RdB hanno visto nel tempo crescere le
adesioni al nostro sindacato e la partecipazione dei
lavoratori, tanto da amplificare a dismisura quella che
all’inizio del nostro cammino era e continua ad essere
l’unica voce fuori dal coro di coloro i quali a l’America
vogliono farci credere.
Qualcuno
potrebbe dire che tutto questo è servito a poco, che la
riqualificazione si sta concludendo e che non vi è riparo
per quello che essa ha determinato: noi sosteniamo, invece,
che nel corso di questi anni in molti lavoratori è cresciuta
una coscienza nuova, diversa, più critica e meno propensa
all’accettazione di concetti quali la presunta meritocrazia,
le compatibilità economiche e via discorrendo.
E’ un
processo lungo da percorrere, dove non è più possibile
proporre facili e parziali soluzioni dell’ultim’ora, ma solo
una battaglia unica di tutti e per tutti i lavoratori
basata esclusivamente sul diritto.