ALL’ARROGANZA DELL’AMMINISTRAZIONE ED AL DISEGNO PIU’ GENERALE DELLA RIDUZIONE DEI DIRITTI BISOGNA RISPONDERE CON LA LOTTA E LA MOBILITAZIONE |
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E’
trascorso oltre un mese dall’ultimo incontro con la Dott.ssa Bagalino alla
quale abbiamo ripetuto che non vi erano le condizioni per ripristinare le
relazioni sindacali interrotte per il silenzio dell’Amministrazione sulle
trasformazioni in “ cantiere “ presso il Ministero del Lavoro e per il
disconoscimento, di fatto, del diritto alla carriera avallando le indicazioni
del ministro Frattini in merito ai percorsi di riqualificazione. Lo stesso tempo
è trascorso da quando il Capo di Gabinetto ci ha comunicato che il ministro
Maroni ci avrebbe ricevuto nel mese di settembre.
Ad oggi non c’è pervenuta alcuna convocazione da parte del ministro
Maroni, né
tantomeno l’Amministrazione ha partorito un’elaborazione concreta sui tempi
dei percorsi di riqualificazione, sulle trasformazioni della nostra
Amministrazione, sulle competenze che sono trasferite ad altre amministrazioni,
sull’utilizzazione di uno strumento quale il di lavoro interinale frutto della
più bassa concertazione introdotto nel già dissestato mondo del “mercato
“del lavoro dal governo di centro – sinistra con l’apporto attivo di CGIL, CISL e UIL.
PERCORSI DI RIQUALIFICAZIONE
ad
oggi l’Amministrazione ha soltanto provveduto a costituire alcune commissioni,
da ultimo, giorni addietro, quella relativa agli sviluppi economici super
C3S-B3S-A1S.
In
concreto, significa che non è stata preventivata alcuna data per la definizione
dei percorsi, nemmeno per quelle qualifiche la cui soluzione era prevista dal
CCNL ’98-2001, come nel caso degli addetti alla vigilanza e degli ispettori
del lavoro, per gli addetti alla
vigilanza addirittura non è stato neanche predisposto e pubblicato il bando di
concorso.
Lo stesso vale per tutti quei lavoratori dei livelli inferiori
(IV – V e VI amministrativi) che
da decenni svolgono mansioni superiori. Per tutti questi lavoratori in
prospettiva non s’intravede alcuna possibilità d’avanzamento di carriera
poiché lo stesso nuovo CCNL attualmente in discussione all’ARAN, secondo
l’indirizzo del governo, prevede la riserva del 50% d’assunzioni provenienti
dall’esterno senza risolvere gli annosi problemi di chi già opera nella
Pubblica Amministrazione e senza risolvere, di fatto, il problema occupazionale
perché si tratta essenzialmente d’assunzioni a termine.
Si
veda per esempio l’assunzione (come cita la nota del Dott. Bolaffi) per la
durata di cinque mesi di trecento lavoratori interinali a decorrere dal mese di
settembre per “ far fronte all’emersione e alla regolarizzazione del lavoro
irregolare degli extracomunitari “.
A
parte la doverosa considerazione che, come rilevato ampiamente da tutti gli
operatori ed associazioni che si occupano seriamente di immigrazione,
l’applicazione della legge Bossi-Fini getterà nella clandestinità la massa
dei lavoratori provenienti dai paesi poveri, l’impiego degli interinali verrà
effettuato senza il dovuto riconoscimento professionale dei molti dipendenti di
IV e V livello del ministero che operano da tempo nel settore e che hanno
maturato indiscussa esperienza e capacità di rapportarsi con sensibilità ad
una problematica oggettivamente difficile.
TRASFORMAZIONI IN ATTO
ad
oggi si brancola nel buio, l’unica certezza è che con la riforma
costituzionale e con il nuovo
articolo 117 della Costituzione viene assegnata alle Regioni anche la competenza
legislativa in tema di “ tutela e sicurezza del lavoro”, sia pure nel
rispetto dei principi fondamentali fissati dalla legislazione dello Stato.
Ciò
comporterà l’esistenza di una pluralità di condizioni normative “ di
dettaglio “ da parte delle Regioni che permetterà alle imprese di scegliere
dove investire in relazione al minor costo della manodopera e alla minore
esistenza di tutele e di diritti per i lavoratori anche in termini di sicurezza
degli impianti.
In
questo scenario, da noi appena abbozzato, s’inseriscono le trasformazioni
radicali in atto nel nostro ministero già iniziate con il trasferimento delle
competenze sul collocamento agli Enti Locali
e di oltre seimila lavoratori del nostro ministero che, come da noi
abbondantemente annunciato, oggi dovranno fare i conti con il Patto per
L’Italia, sottoscritto da CISL E UIL, che prevede l’incontro tra domanda e
offerta di lavoro non più affidato solo alle società di lavoro temporaneo e
alle agenzie di collocamento privato ( come già previsto dal “ pacchetto Treu
“ varato dal centro – sinistra)
ma anche ad operatori privati che potranno svolgere tutte le tipologie di
servizio (incontro tra domanda e offerta, selezione, formazione, ricollocazione,
lavoro interinale, ecc.). Ciò comporta lo svuotamento definitivo delle funzioni
del collocamento pubblico e il superamento definitivo della legge 1369/60 che
vietava l’interposizione nelle prestazioni di lavoro.
Noi ci chiediamo e chiediamo al ministro Maroni:
quali prospettive ci sono per l’esercizio della funzione
ispettiva anche a seguito delle
dichiarazioni pubbliche più volte fatte dal Ministro?
Gli ispettori del lavoro che attualmente sono utilizzati sottopagati
rispetto all’inquadramento che gli compete passeranno all’INPS,
all’INAIL o presso qualche altro ente o istituto?
Quali prospettive s’intravedono per la gestione delle vertenze di lavoro
?
La
CONFINDUSTRIA, con l’avallo dei sindacati confederali vuole ridurre al minimo
il rischio di contenzioso e scoraggiare il più possibile il ricorso dei
lavoratori davanti al giudice ordinario, motivando tutto ciò con la lunghezza
dei tempi nelle cause di lavoro sia presso gli attuali collegi di conciliazione
delle Direzioni Provinciali del Lavoro che presso i tribunali.
La
RdB ha sempre sostenuto che gran parte del personale degli ex collocamenti
obbligato a transitare agli Enti Locali, poteva e doveva essere utilizzato nei
tentativi di conciliazione al fine di snellire i tempi di attesa. Questo però
era in evidente contrasto con l’interesse dei sindacati confederali (ormai
fortemente istituzionalizzati ) a gestire direttamente i collegi arbitrali dove
per esempio, in materia di licenziamento, l’arbitro nominato dalle parte
sociali potrà decidere il reintegro del lavoratore sul posto di lavoro, il licenziamento o il risarcimento del danno in deroga
all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori ed il lodo arbitrale, come è
noto, è inappellabile e può essere impugnato solo per vizi procedurali.
SOCIETA’
COOPERATIVE
Che
cosa sarà della vigilanza alle società cooperative e degli ispettori alle
dipendenze del Ministero del Lavoro?
L’incertezza
che regna nel palazzo è ancora più inquietante se si pensa che alla
fine di luglio scorso durante un incontro ci era stato comunicato che il nostro
vertice politico si stava adoperando a ché si riportassero presso il nostro
ministero le competenze della Direzione Generale della Cooperazione.
La
RdB in quella occasione espresse forti dubbi in merito a quella dichiarazione.
Infatti
la Direzione Generale della Cooperazione rimane al Ministero delle Attività
Produttive e per quanto concerne la vigilanza il Consiglio dei Ministri del 2
agosto scorso ha deliberato su proposta del Ministro Marzano un decreto
legislativo che …. “nella logica di un innalzamento quali-quantitativo della
attività di vigilanza” -.. “prevede
di concentrare su un’unica
autorità di vigilanza ( Ministero delle Attività Produttive) i controlli sulla
natura mutualistica di tutti gli enti cooperativi”.
Non
è da escludere che ciò rappresenta il primo passo verso l’assegnazione della
funzione di vigilanza alle associazioni ed
a soggetti privati.
Tutto
ciò arrecherà sicuramente danno agli ispettori di cooperative dipendenti del
ministero del lavoro che si sono visti negare un giusto livello di inquadramento
in considerazione della funzione svolta, considerato che molti sono attualmente
inquadrati nelle posizioni economiche B2.
Come è ben chiaro siamo di fronte ad un quadro devastante, ad un
comportamento arrogante del vertice politico e amministrativo che riduce diritti
(diritto alla carriera), lascia nell’incertezza più assoluta circa diecimila
lavoratori in merito al progetto complessivo del Ministero del Lavoro e,
pertanto, sono indispensabili azioni di lotta incisive su tutto il territorio
nazionale.
E’ necessario tra l’altro
far capire da subito alla nostra Amministrazione che non siamo più disposti a
svolgere mansioni per le quali non siamo retribuiti creando un contenzioso a
livello nazionale richiedendo, pertanto, il riconoscimento giuridico ed
economico delle mansioni effettivamente svolte, senza aver timore di perdere
chissà quale privilegio, la dignità è quasi persa!
Le suddette condizioni
esistono non soltanto per gli ispettori del lavoro e per gli addetti alla
vigilanza per i quali la RdB ha attivato una vertenza nazionale considerato il
fatto che il loro inquadramento era previsto dal Contratto Collettivo Nazionale,
ma anche per gli altri lavoratori che svolgono mansioni superiori.
Ci sono già diverse sentenze di condanna per la nostra Amministrazione
che prevedono il pagamento della differenza economica tra il livello di
inquadramento e la funzione effettivamente svolta.
L’ultima
in ordine di tempo è la sentenza del 26
marzo 2002 del Tribunale di Trieste per la causa promossa da quattro
lavoratori “addetti alla vigilanza” della Direzione Provinciale del Lavoro
di Trieste che condanna il Ministero del
Lavoro a corrispondere ai ricorrenti la differenza economica tra quanto
percepito e quanto avrebbero avuto diritto di percepire in ragione dello
svolgimento di fatto di mansioni di livello immediatamente superiore a quella di
appartenenza.
E’
chiaro che la pratica vertenziale non può e non deve sostituire le azioni di
lotta
che
necessariamente devono essere portate avanti di pari passo.
Nei prossimi giorni sarà convocato il Coordinamento Nazionale RdB P.I.
del Ministero del Lavoro per decidere le azioni da intraprendere e le modalità
di intervento su tutto il territorio nazionale sia per ciò che concerne
le suddette problematiche sia per ciò che riguarda l’attacco più
generale ai diritti dei lavoratori sia in termini economici che
normativi come previsto dalle linee generali di indirizzo del Governo in
merito ai rinnovi contrattuali.
Roma 6 settembre ’02
p.
Federazione RdB P.I./ coord. Lavoro
Cataldo Di Napoli – Stefania Petruzzellis