FA’ LA COSA GIUSTA

Diritti, tutela del lavoro, competenze statali e Regione Emilia Romagna

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Certo non sempre è facile fare la cosa giusta ma ci sembra che certe decisioni rasentino a volte la schizofrenia.

Al termine della scorsa legislatura l’allora maggioranza, di centrosinistra, ha fortissimamente voluto una devastante modifica costituzionale, poi definitivamente approvata con il referendum sul “federalismo” del 7 ottobre 2001 da una “maggioranza” del 22% di cittadini italiani, maggioranza che comprendeva anche qualche capo “carismatico” che allora votò SI, pur preoccupato dell’impatto che ciò avrebbe avuto nel mondo del lavoro e che si asterrà sul prossimo referendum … perché il quesito non interessa i lavoratori. 

La Legge 3/2001 annullava, per via “costituzionale” i diritti uguali per tutti i cittadini, diritti conquistati con decenni di mobilitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici, mettendo in pericolo l’esistenza stessa del contratto unico di categoria, sostituito da contratti territoriali, e permettendo che ogni singola regione adottasse 20 diverse normative su delicatissime materie quali tutela del lavoro o tutela della salute, e 20 difformi sistemi di istruzione o previdenza. 

Recentemente l’attuale maggioranza, di centrodestra, ha approvato l’ipotesi bossiana di devolution, facendo gridare allo scandalo molti esponenti dell’ex maggioranza, preoccupati per il pericolo, appunto, di 20 diversi sistemi sanitari o di istruzione. Apprezziamo lo sdegno ma non ne comprendiamo il merito, visto che il Bossi non ha fatto altro che ricopiare quanto già previsto apponendo in calce la sua personale firma. 

Nel frattempo assistiamo ad una singolare iniziativa della Regione Emilia Romagna che avvia un ricorso per incostituzionalità della Legge 30/2003 di riforma del mercato del lavoro.

Incostituzionale perché non garantisce adeguatamente i pur minimi diritti previsti dalla Costituzione? Perché si inserisce nell’ormai lungo processo di smantellamento di diritti e garanzie? No, perché spetta alle regioni legiferare ed occuparsi del lavoro, dalla vigilanza alla conciliazione delle controversie. 

Appunto: 20 difformi e divergenti normative sul lavoro, mentre l’attuale maggioranza approva un ddl di ri-modifica costituzionale che riporta sotto l’esclusiva competenza statale molte delicatissime materie tra le quali la tutela del lavoro. 

Noi proviamo a fare la cosa giusta continuando le mobilitazioni e le iniziative degli ultimi anni per l’estensione dei diritti, ed affinché tali diritti siano validi per tutti, su tutto il territorio nazionale, in tutte le aziende, al di là delle maggioranze in carica.

Il 15 giugno andremo a votare e voteremo SI’ al referendum popolare per l’estensione dell’art. 18 a tutti i lavoratori e le lavoratrici, per la loro tutela dal licenziamento senza giustificato motivo.

·  perché i diritti non hanno confini

·  perché il lavoratore non è una merce

·  perché la dignità non ha prezzo

·  perché la legge è uguale per tutti