UN INCREDIBILE ACCORDO ( A proposito del cosiddetto “diritto d’opzione”) |
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Il cosiddetto “ diritto d’opzione”, cioè la
possibilità per i colleghi che hanno superato il corso-concorso per Ispettore
del Lavoro di optare per il profilo di funzionario amministrativo e
funzionario socio-statistico-economico, non è un diritto ma per alcuni è un
privilegio e per molti un’ingiustizia.
Per questo abbiamo più volte parlato di accordo
truffaldino e ci dispiace che la Cgil, ancora una volta, anche su una
questione così importante e delicata, si sia accodata alla Cisl e alla Uil.
Questione importante perché in Italia non stiamo nella condizione di avere quattro o cinquemila Ispettori del lavoro, come ad esempio avviene in Germania, ed il numero assolutamente esiguo di ispettori non è sufficiente a fare fronte a fenomeni dilaganti ed in costante crescita come gli infortuni e il lavoro nero.
Il Ministro Maroni, a suo tempo, ha sferrato sulla
stampa un durissimo attacco agli ispettori del nostro Ministero ritenuti
incapaci di rilevare il lavoro sommerso.
Attacco
da noi definito insensato ed ipocrita poiché il Ministro sa bene che è
impossibile svolgere al meglio l’attività di vigilanza e quindi ottenere
risultati apprezzabili, senza dotarsi di personale proporzionato al numero
delle aziende e di strumenti adeguati. Inoltre
il Ministro sa bene che i mille nuovi Ispettori previsti dalla legge
Finanziaria di tre anni fa, non sono stati mai assunti.
E
in definitiva, perché mai infastidire i datori di lavoro con controlli che li
costringono poi a rispettare i diritti elementari dei lavoratori, regolarmente
negati?
I
profitti delle aziende e la loro competitività sul mercato non si basano,
forse, sulla riduzione del costo del lavoro, vale a dire sullo sfruttamento
generalizzato dei lavoratori e sul mancato rispetto delle norme sulla sicurezza?
In questo contesto sottrarre anche un numero modesto di unità all’attività di vigilanza, con l’accordo sottoscritto il 18 marzo scorso, suona- quanto meno- come una insostenibile leggerezza.
Inoltre il cosiddetto “diritto d’opzione” è
una vera e propria beffa per molti
colleghi.
Per svariati motivi.
Intanto questa tipologia d’opzione non sta né in
cielo né in terra ed è illegittima.
Infatti il diritto di scelta, per essere davvero
tale, avrebbe dovuto essere esercitato nella compresenza e contestualità della
definizione di graduatorie utili per l’ammissione ai corsi di riqualificazione
scegliendo l’ammissione ad un corso piuttosto che ad un altro attraverso la
semplice valutazione della posizione più favorevole in graduatoria da parte
dell’interessato. Così non è
stato.
Al
contrario, i colleghi che, in virtù dell’art.1 dell’accordo del 18 marzo, a
conclusione della procedura prevista dal Decreto Direttoriale saranno inquadrati
nella posizione economica C2 e nel profilo professionale di Ispettore del Lavoro
e che risulteranno ammessi a partecipare ai corsi di riqualificazione per
l’accesso ai profili professionali di Funzionario Amministrativo e Funzionario
Socio-Statistico-Economico, hanno facoltà (ai sensi dell’art.2 dello stesso
accordo), di richiedere l’inquadramento nel profilo professionale di
funzionario amministrativo o socio-statistico- economico.
Tutto ciò è fortemente discriminatorio nei
confronti dei molti colleghi amministrativi che, in modo serio e responsabile,
non hanno presentato la domanda di partecipazione al bando di Ispettore del
Lavoro poiché sapevano di non potersi impegnare, successivamente,
nell’esercizio della funzione ispettiva.
Del resto l’articolo 10 del Contratto Integrativo
non lascia adito ad interpretazioni di alcun tipo. Al punto A1 infatti esso
recita: “….. Ai fini dell’accesso al profilo professionale di Ispettore
del Lavoro e di Ispettore tecnico, il personale appartenete alla posizione
C1….sarà inserito, a domanda, specificando nella stessa la immediata
disponibilità a svolgere EFFETTIVAMENTE l’attività ispettiva qualora non
esercitata… in una graduatoria Unica Nazionale.”
Ora, giustamente, in molti si sentono presi per i fondelli e oltretutto sono bollati da qualcuno come dei semplici sprovveduti.
La RdB ha attivato il proprio studio legale ed ha intenzione di andare fino in fondo in difesa dei lavoratori corretti e responsabili invitandoli a prendere contatto quanto prima con la nostra O.S. Nell’immediato ha inviato una Diffida al Direttore Generale a dare corso all’Accordo in questione.
L’effetto più grave di questo incredibile accordo rimane comunque quello di sottrarre personale ispettivo all’attività di vigilanza in una situazione altamente drammatica ed appare quanto mai ipocrita sostenere, come fanno i soggetti firmatari, che poi, chissà quando, i posti di ispettore del lavoro “spariti” saranno rimpiazzati a seguito di un eventuale ( e improbabile) concorso.
IN CONCLUSIONE
Forse non saremo dei
professionisti del sindacato ( ovvero burocrati e mestieranti) ma capiamo bene
quando gli accordi tra l’Amministrazione e le altre OO.SS. sono dei
“BIDONI”, per giunta generalmente accompagnati dalla trita e ritrita
giaculatoria di rito: “ …era il
massimo che potevamo ottenere per il bene dei lavoratori invece quelli delle RdB
dicono sempre di NO!..”
Peccato che, di norma, si sorvola sul fatto che la RdB nei tavoli di trattativa (dal Contratto Integrativo a F.U.A. e così via), si spende con determinazione e caparbietà a favore dei lavoratori proponendo soluzioni concrete alle varie problematiche senza, purtroppo, trovare quasi mai una sponda in nessuna sigla, inclusa la Cgil.
Anzi, la Cgil che spesso ci attacca stizzosamente durante gli incontri con la Direzione, ci definisce nei comunicati degli “apprendisti stregoni” e questa definizione, che nel corso degli anni, a turno, è stata appioppata ai singoli attivisti e delegati RdB, soprattutto allorquando ottenevano (ed ottengono!) simpatie e consensi tra i colleghi, oggi non ci fa sorridere ma ci dispiace.
Ci dispiace perché il 15 e il 16 giugno c’è una scadenza referendaria importantissima: quella sull’estensione a tutti i lavoratori dell’art.18 della legge 300/70 ( lo Statuto dei lavoratori) ed il nostro Ministero, proprio per il valore simbolico intrinseco che assume in questa fase, dovrebbe avere costituito da un pezzo il Comitato per il Sì.
La RdB la scorsa primavera ha raccolto centinaia e centinaia di firme per promuovere i referendum con banchetti davanti alle varie Sedi centrali e periferiche del Ministero del Lavoro ( via Flavia,via Fornivo, via Veneto, vicolo D’Aste) ed ha iniziato la campagna referendaria sull’art.18 con volantini, manifesti ecc., il giorno dopo il pronunciamento di ammissibilità da parte della Corte Costituzionale.
Ci piacerebbe che, ad un mese dal 15 giugno, i delegati /e della Cgil si attivassero tra i nostri colleghi per il raggiungimento dell’obiettivo comune: ottenere il quorum e la vittoria del Sì.
Speriamo di non restare,
ancora una volta, da soli!
Roma 12/ 5/2003
RdB – Coord. Regionale Ministero Lavoro
LAZIO