GRAVISSIMA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO
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Con
una recente sentenza (15 settembre 2003 n. 5144), la V sezione del Consiglio di
Stato
è intervenuta sul tema degli incarichi di collaborazione presso un Ente
Locale, facendo alcune osservazioni estremamente importanti anche alla luce del
fatto che il nuovo D.L.vo sul mercato del lavoro, attuativo della Legge 30/2003
consente agli Enti Pubblici di continuare ad operare tale schema contrattuale.
Per il Consiglio di Stato le co.co.co sono compatibili anche con la presenza di
alcuni elementi riconducibili al rapporto di lavoro subordinato quali: il
rispetto di un orario di lavoro e la firma del foglio di presenza.
Ciò
che conta ai fini della qualificazione del rapporto, per il Consiglio di Stato,
sono altri elementi come:
a)
autonomia delle prestazioni richieste e della mancanza di un effettivo vincolo
gerarchico;
b)
mancanza di uno stabile inserimento nell'organizzazione dell'ente Pubblico ed
assenza di figure analoghe;
c)
incarico professionale congruente con l'attività di tipo intellettuale
richiesta.
Questa
decisione, di fatto, è un attacco a quanti lavorando negli enti pubblici, in
forma diretta o in appalto, stanno resistendo alle richieste di superlavoro e di
straordinari informali e non pagati. Ora si impongono dei vincoli da lavoratore
dipendente tenendo ben lontani i diritti.
In
tanti singolarmente o in gruppo avevano scelto la non firma di fogli ore anche
come forma di “disobbedienza” ad una situazione di accentuato sfruttamento,
anche a costo di non veder rinnovati i contratti di collaborazione.
Già
il decreto attuativo della Legge Biagi aggrava la precarietà dei co.co.co nelle
imprese private cambiandogli il nome in lavoratori a “progetto” (Co.Pro.) ed
allargando la legittimità del loro utilizzo al posto di regolari contratti di
lavoro dipendente, ma ora anche negli enti pubblici (esonerati dalla riforma) si
lascia ulteriormente mano libera ai dirigenti per sfruttare a loro piacimento i
lavoratori precari con contratto co.co.co..
Diventa
sempre più urgente la necessità di una mobilitazione nazionale dei lavoratori
co.co.co., atipici e precari che rimetta all’ordine del giorno i loro diritti
sul lavoro e ad un reddito garantito. Lo sciopero
generale
indetto dalla CUB sarà una tappa importante di questa mobilitazione.