giù
LE MANI DALLA
RIQUALIFICAZIONE Roma, 17 marzo 2003 |
|
I
passaggi di livello a seguito della riqualificazione sono adesso realmente in
pericolo a causa degli sforzi di alcuni attori del panorama sindacale, che prima
siglano gli accordi, poi ritirano la firma ed infine danno sostegno ad azioni
legali e ricorsi che producono sentenze “contrarie”.
D’altro
canto l’Amministrazione non ha realizzato compiutamente gli impegni assunti
nel CCNI (sostenuto dai lavoratori con un referendum), né ha difeso in modo
adeguato le iniziative, seppur parziali, della riqualificazione, già
conclusa in PCM per tutti nel
luglio 2002, dilatando a dismisura i tempi di applicazione (per aspettare
cosa?).
A
questo punto seri provvedimenti politici, sicuramente alla portata di
questa Amministrazione, devono
essere adottati, al fine di riaffermare con certezza il
riconoscimento dei diritti acquisiti dai lavoratori della PCM.
Se
così non fosse l’Amministrazione
darebbe vera dimostrazione di inaffidabilità.
Ricordiamo,
ancora una volta, che il Contratto Integrativo (che è un accordo tra le
parti di natura privatistica) ha avuto il consenso da parte degli organi
competenti e forse anche il parere di numerosi e ben pagati esperti giuridici in
forza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
I
dipendenti, oltre al danno economico, derivante dal mancato inquadramento nelle
nuove posizioni, rischiano anche la beffa di veder posti nel nulla i percorsi di
riqualificazione, comunque sostenuti con serietà e sacrificio, vanificandosi
inoltre le aspettative di chi non è stato ancora riqualificato. Per non
parlare dello spreco di denaro dei cittadini che si avrebbe in caso di reale
annullamento.
Molti
decreti di inquadramento sono già stati notificati (circa 250 area B -
S.T.N., Protez.Civ. e Comm. Governo). Una riqualificazione a metà, o peggio
un “ritocco” sui passaggi di livello acquisiti,
rappresenterebbero causa di vera e propria mortificazione per
il personale di questa Amministrazione.
Le
esternazioni del Segretario Generale assumono allora sempre di più un sapore
propagandistico, poiché la continua ostentazione dell’incremento di
produttività del 50% contrasta con la realtà, che evidenzia la politica
della Amministrazione la quale, da un lato costringe (di fatto) i lavoratori
ad una mera ulteriore permanenza in ufficio e dall’altro si
disinteressa, ancora oggi come da sempre, della
riqualificazione professionale.
Colleghe
e colleghi, chi vuole rimandare al
prossimo “contratto di comparto PCM” mirabolanti conquiste,
senza fare ogni sforzo per consolidare ciò che è già acquisito, o è
davvero miope oppure ha altri scopi! (pochi
i soldi, nessuna certezza in tutto il pubblico impiego).
Ognuno
faccia ora la propria parte con chiarezza, pretendendo quanto di diritto e
ricordando che solo la
disponibilità e il sacrificio dei dipendenti hanno permesso alla PCM di
sopravvivere in questi anni.
La
RdB invita i colleghi a partecipare all’assemblea che si terrà venerdì
21 marzo p.v. alle ore 10.30 presso la sala Moneta in
via Theodoli, per decidere le iniziative da intraprendere.