CONTRATTI e CAROVITA

IN TRE ANNI STIPENDI A –13,3%

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A 21 mesi dalla loro scadenza gran parte dei contratti pubblici non sono stati ancora rinnovati.

Intanto sta per scadere il termine (30 settembre) per la presentare le piattaforme relative al rinnovo del contratto per i dipendenti per il secondo biennio.

Nel frattempo il Corriere della Sera ci informa che la perdita del potere d’acquisto degli impiegati da gennaio 2000 ad agosto 2003 è stata del 13,3%, mentre l’Istat – bontà sua – ammette un incremento ridicolo dell’inflazione ufficiale, dal 2,8% al 2,9%.

Avremmo preferito una smentita ma arriva una clamorosa conferma delle tesi che stiamo sostenendo proprio da tre anni a questa parte.

Che l’introduzione dell’Euro avrebbe comportato questi effetti e che le statistiche dell’Istat sono sballate e non era poi così strampalata la parola d’ordine dei SALARI EUROPEI che stiamo agitando da tre anni, né era strampalata o demagogica e velleitaria la richiesta di 300 Euro al mese inserita nelle nostre piattaforme contrattuali perché corrispondono esattamente alla perdita del potere d’acquisto rilevata dal Corriere della Sera.

Invece, anche con la complicità di Cgil, Cisl e Uil, continuano a pagarci come se ci fosse ancora la Lira mentre le spese le dobbiamo fare in Euro.

Ancora ci si attarda a contrattare sulla base del 5,6% con l’obiettivo di strappare qualche centesimo in più.

La RdB ritiene invece che vadano fatte scelte nette e dirompenti rispetto alle politiche salariali che hanno prevalso finora. Come ?

·        Chiusura immediata di tutti i contratti

·        Preparazione delle piattaforme per il secondo Biennio che prevedano incrementi veri delle retribuzioni e il recupero dei temi non affrontati o rinviati finora quali l’ordinamento professionale, le privatizzazioni, i buoni pasto, le politiche occupazionali, la trasformazione dei contratti precari, la 14^ mensilità, ecc.

  • Campagna per il ripristino di un meccanismo di indicizzazione dei salari, stipendi e pensioni decisa dalla CUB.

Su questo terreno si devono impegnare tutte le nostre strutture di lavoro, gli iscritti, i semplici lavoratori.

In questo senso un appello forte lo rivolgiamo a TUTTI gli eletti RSU perché contribuiscano in maniera determinante nel definire le piattaforme contrattuali e nell’agevolare raggiungimento di questi obiettivi.