FINANZIARIA 2004:

ULTERIORE AGGRESSIONE ALLA 
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

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E' questa la sostanza della Legge Finanziaria 2004 che il Governo ha approvato ieri pomeriggio.

·        Tagli dei trasferimenti agli Enti locali di 1800 milioni di euro che concretamente comporterà l'impossibilità per questi enti di assicurare i loro compiti di istituto: servizi , assistenza, istruzione, infrastrutture, compresa la costruzione di strade e scuole, imponendo di fatto l'aumento delle tasse locali;

·        Privatizzazione della Cassa Depositi e Prestiti, fino ad oggi strumento di finanziamento per gli Enti Locali attraverso mutui agevolati; con la trasformazione in S.p.A., la Cassa diviene strumento di sostegno alle imprese private che operano nel settore pubblico;

·        Inasprimento del Patto di stabilità interno per gli enti locali, cioè l'inasprimento delle penalizzazioni per gli enti che non rispettano i tetti di spesa programmati;

·        Costituzione di società miste tra Agenzia del Demanio ed Enti locali per la commercializzazione del patrimonio immobiliare pubblico, in concreto vendita di palazzi storici , parchi e dei beni archeologici e culturali del nostro paese;

·        Definizione di un tetto per le spese degli Atenei, sebbene dotati di propria autonomia finanziaria, che concretamente comporterà riduzione ulteriore dei servizi agli studenti e ulteriori penalizzazioni ai dipendenti delle università a fronte di corpose entrate nelle casse degli atenei attraverso le tasse di iscrizione e i finanziamenti dei privati .

·        Ridicoli stanziamenti per il rinnovo biennali dei contratti pubblici, la metà di quanto il Governo ha portato nei rinnovi ancora in corso, conferma per il 2004 dell'inflazione programmata all'1,7% in presenza di un'inflazione ufficiale al 2,9% (dati Istat) e di un carovita ormai alle stelle;

·        Militarizzazione del Paese attraverso specifiche risorse per i corpi di polizia e forze armate oltre ad uno stanziamento di un miliardo di euro per le cosiddette "missioni di pace" cioè la partecipazione di soldati italiani alle guerre in Afganistan e Iraq;

·        Proroga del blocco totale delle assunzioni a tempo indeterminato in tutti i settori del pubblico impiego che di conseguenza comporterà la chiusura di ogni prospettiva per i precari che da anni prestano servizio nella P.A. e l'aumento esponenziale dell'utilizzo di ogni forma di lavoro precario;

·        Ulteriore riduzione dell'1% del personale pubblico già fortemente ridotto non solo per le disposizioni di legge degli anni precedenti ma anche per il blocco delle assunzioni ormai decennale con conseguente aumento dei carichi di lavoro e l'abbassamento della qualità dei servizi.

DI FRONTE AD UN TALE SCEMPIO E' NECESSARIA, URGENTE E NON PIU' RINVIABILE LA MOBILITAZIONE DI TUTTI I LAVORATORI PUBBLICI E PRIVATI PER LA COSTRUZIONE DI UNA RISPOSTA FORTE

 7 NOVEMBRE 2003 SCIOPERO GENERALE

PER L'INTERA GIORNATA