Pretestuosa
l’ennesima uscita del ministro per la Funzione Pubblica Mazzella sulla
mobilità degli statali e sul rinnovo dei contratti pubblici.
Il trasferimento del personale, per effetto delle leggi Bassanini, non ha
trovato difficoltà solo per la resistenza dei dipendenti alla
"deportazione" ma anche, e soprattutto, per la carenza cronica
di personale delle amministrazioni statali dopo 15 anni di blocco delle
assunzioni che non consente la cessione di ulteriore personale pena la
chiusura dei servizi forniti.
Sugli aumenti contrattuali il ministro è lontanissimo non solo dalle
posizioni della RdB P.I., che chiede aumenti di 300 euro, ma dalla realtà
del Paese.
Questi sono pretesti belli e buoni che il governo trova per rinviare sine
die il rinnovo dei contratti pubblici, scaduti da 9 mesi, e fare cassa.
Con
questi presupposti nessuno si meravigli di un autunno all’insegna del
conflitto.
La
RdB P.I., anche in previsione della nuova fase che si è aperta, ha già
convocato a Roma per il 17 settembre una assemblea nazionale a cui
parteciperanno 1000 delegati.
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