Nei
primi giorni di questa settimana, l’Università
di Siena e CGIL, CISL e UIL hanno legalizzato il lavoro nero
nascosto dietro le collaborazioni coordinate e continuative,
siglando il “contratto tipo”. In questo modo l’Università
si assicura lavoro sottopagato per i propri laboratori, per la
propria amministrazione, per il proprio policlinico. Una
massa di lavoratori appartenenti a tutte le categorie sono così
condannati a rimanere sfruttati e ricattati, senza alcuna
certezza nel domani.
Infatti questi lavoratori perdono, grazie ai sindacati
concertativi, qualsiasi possibilità di rivendicare i loro
diritti, perché di fatto con il contratto tipo accettano,
regolamentandola, la loro condizione e non acquistano nessuna
tutela, anzi durante malattia e maternità perderanno anche i
loro magri salari!
cgil
cisl e uil accettano in questo modo che esistano nello stesso
posto di lavoro due diversi tipi di contratto, affermando
quindi, senza
remore, che ci sono lavoratori di serie a e di serie b!
Ai
lavoratori precari non si da l’unica risposta possibile:
LAVORO STABILE E GARANTITO!
Il
“contratto tipo” già pienamente fallimentare nel privato
(si veda l’accordo ATESIA) viene riproposto per “lavare
coscienze” e lasciare il lavoro a basso costo nello Stato,
che diviene, attraverso gestori incompetenti e sindacati
consenzienti, padrone e sfruttatore.
Il
CGIL NIdiL afferma che l’esperienza dell’università di
Siena “…può diventare laboratorio nazionale… un
messaggio per tutte le altre università e per tutta la
Pubblica Amministrazione!
In
realtà si sta tentando di anticipare l’applicazione della
Legge 30 nel Pubblico Impiego
In questi
anni l’RdB Pubblico Impiego ha organizzato è diventata
riferimento concreto per
centinaia di lavoratori precari e le lotte vinte hanno
dimostrato che i palliativi che consentono alle
amministrazioni di agire illegalmente, con accordi come quello
sottoscritto a Siena.
NON
PORTANO VANTAGGI AI LAVORATORI, ANZI LEGITTIMANO SFRUTTAMENTO
ED EMARGINAZIONE.
Una
sola parola d’ordine: ASSUNZIONE
IN RUOLO!!!
Invitiamo
i lavoratori precari a rigettare l’accordo, aderendo a RdB
Pubblico Impiego e a conquistare attraverso il conflitto la
propria dignità, i propri diritti, un salario decente.
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