Il
vergognoso comportamento del governo nei confronti dei
dipendenti e della Pubblica Amministrazione ha raggiunto la
sua più becera espressione nella gestione del rinnovo dei
contratti del Pubblico Impiego. Considerare il Pubblico
Impiego come terreno di rapina, a cui sottrarre fondi e
risorse per ripianare i buchi di bilancio di una gestione
fallimentare, ha portato ad un ritardo, ad oggi di un anno e
mezzo, del rinnovo dei contratti con una proposta economica
inaccettabile.
A
questo fa eco la Confindustria che, dopo aver incassato con il
decreto sulla competitività ingenti finanziamenti dallo
Stato, si erge a paladina della moralizzazione della spesa
pubblica intimando al governo di non concedere ulteriori
aumenti ai lavoratori pubblici.
Indecente,
ma prevedibile, l’atteggiamento di Cgil, Cisl e Uil che dopo
aver richiesto aumenti dell’8% pari a 160 euro mette in
scena una pantomima per ottenere 4-5 euro in più di quanto il
governo sia disposto a concedere minacciando sfaceli e
scioperi generali per raggiungere questo grandioso obiettivo. Quale
sia la reale tempra di questi sindacalisti lo dimostra
l’odierna gestione del rapporto con i lavoratori del Comune
di Bologna da parte dell’ex segretario generale Cgil
Cofferati che riduce i salari dei propri dipendenti.
La
situazione odierna è il frutto avvelenato della moderazione
salariale sancita dalla concertazione coltivata per anni da
questi sindacati e ora, a mezza bocca, criticata dagli stessi
leader di Cgil, Cisl e Uil.
Una
condizione che si caratterizza con il carovita che avanza
incontrastato falcidiando le buste paga dei lavoratori, i
tagli operati ai servizi pubblici che stanno riducendo le
garanzie sociali ai cittadini, l’immissione massiccia di
lavoratori precari nella pubblica amministrazione per tappare
le falle provocate dai tagli al personale, fino ad arrivare
all’incertezza per la vecchiaia con il tentativo di
smantellare la previdenza pubblica e scippare il TFR ai
lavoratori.
La
RdB/CUB P.I. ha sollevato e praticato con coerenza e in tempi
non sospetti la questione salariale, che oggi è diventata
terreno generale di discussione, indicando nella propria
piattaforma contrattuale la cifra di £ 500.000 prima e di 300
euro con l’entrata in vigore della nuova moneta, cifra
sufficiente appena a recuperare quanto perso in potere
d’acquisto negli ultimi anni.
Questa
tornata contrattuale deve rappresentare un momento di forte
visibilità di questa rivendicazione che, insieme alla
richiesta di maggiori investimenti nella Pubblica
Amministrazione e l’assunzione in ruolo di tutti i
lavoratori precari in servizio negli uffici pubblici,
rappresenta la piattaforma generale da rivendicare anche oltre
la tornata contrattuale in corso.
Non
ci accontenteremo né siamo disponibili a chiedere ai
lavoratori di lottare per qualche spicciolo in più della
miseria offerta dal governo ma daremo battaglia per
AUMENTI
SALARIALI VERI
L’ASSUNZIONE
DI TUTTI I PRECARI
INVESTIMENTI
PER IL RILANCIO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
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