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PROTOCOLLO SUL PUBBLICO IMPIEGO:
RdB/CUB LANCIA IL REFERENDUM E LE LOTTE

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L'accordo sottoscritto questa notte tra il Governo dei miliardari e tutte le confederazioni rappresentative nel pubblico impiego, con l'unica eccezione della RdB/CUB che non ha accettato di sottoscrivere l'accordo, rappresenta un ulteriore passo avanti nel definitivo smantellamento della pubblica amministrazione che deve necessariamente passare per l'attacco a chi ci lavora
Davvero un pessimo accordo, una purga a lento rilascio, i cui effetti si avranno nei prossimi mesi quando si apriranno i tavoli negoziali di settore e quando il Governo deciderà di presentare il conto dei 3 euro graziosamente concessi chiedendo di modificare sostanzialmente, peggiorandoli, gli assetti attuali della pubblica amministrazione.

Come in tutti i protocolli che negli anni si sono succeduti, anche in questo caso, le cose non scritte e sottintese sono ben più pesanti di quelle scritte.
Le risorse stanziate per il rinnovo di un contratto scaduto ormai da oltre 17 mesi, sono non solo irrisorie rispetto alla perdita reale del potere di acquisto dei salari - quantificata da autorevoli centri studi in un 15% in due anni - ma soprattutto allo stato attuale non ci sono e saranno stanziate con la prossima finanziaria ed erogate presumibilmente a 2006 inoltrato. Questo con buona certezza significa che il rinnovo quadriennale in scadenza il prossimo 31 dicembre subirà, se ci sarà, uno slittamento analogo: in buona sostanza è saltato nei fatti almeno un anno di rinnovo contrattuale.
Se a ciò si aggiunge la disponibilità delle Confederazioni concertative ed autonome a mettere mano alle attuali modalità di contrattazione, accogliendo l'esigenza di governo e confindustria di allungare la vigenza normativa ed economica, facendo sparire il biennio economico, lo scippo del contratto diventa certezza. Questo aspetto, che è forse il più grave sul piano generale, apre la strada all'attacco al contratto nazionale di categoria e e alla contrattazione integrativa non solo nel pubblico impiego ma in tutte le categorie, puntando anche ad impedire che sul piano aziendale vengano stravolti e migliorati gli accordi nazionali attraverso il protagonismo diretto e le lotte dei lavoratori e riducendo ulteriormente il ruolo delle RSU.
Il Protocollo punta inoltre a mettere un definitiva pietra tombale sulla richiesta che ormai sale fortissima di assunzione degli ormai 350.000 precari presenti nella pubblica amministrazione; è ovvio che se l'intenzione reale è quella di operare un ulteriore drastico ridimensionamento del numero dei dipendenti pubblici a tempo indeterminato, almeno 110.000 posti di lavoro stabili in meno, ai precari si vuole negare qualsiasi possibilità di assunzione stabile. La mobilità, falso problema se si considera che ad esempio la Lombardia ha 412.000 dipendenti pubblici ed è la seconda regione dopo il Lazio che ne ha solo 1.000 in più, non sarà quindi finalizzata a riempire buchi di organico strutturali, ma a coprire quelli che si produrranno per il blocco del turn over che ha ormai caratteristiche strutturali e che viene reiterato con l'unico obbiettivo di fare cassa.

Riappare, sotto la veste di incrementi di produttività, la valutazione meritocratica che negli anni scorsi, a fronte di aumenti di produttività veri e pesantissimi già realizzati proprio a causa delle forti scoperture di organico, ha consentito ai dirigenti di assumere potere assoluto sulla erogazione clientelare del salario accessorio.

La RdB/CUB, CHE HA RIFIUTATO LA SOTTOSCRIZIONE DEL PROTOCOLLO, LANCIA IL REFERENDUM TRA TUTTI I LAVORATORI PUBBLICI CON L'OBBIETTIVO DI RACCOGLIERE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI NO ALL'ACCORDO, DECIDE UNA GIORNATA DI MOBILITAZIONE STRAORDINARIA IN TUTTO IL PAESE E IN TUTTI GLI UFFICI PUBBLICI E DI PROPORRE ALLA CUB E TUTTI QUEI SOGGETTI CHE IN QUESTI ANNI HANNO PRATICATO IL CONFLITTO SOCIALE UNO SCIOPERO GENERALE CON MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL DPEF E DELLA LEGGE FINANZIARIA 2006, CONSAPEVOLI CHE L'ATTACCO IN CORSO NON E' RIVOLTO SOLO AL PUBBLICO IMPIEGO MA RIGUARDA TUTTO IL MONDO DEL LAVORO.  

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