Roma, 5
settembre 2005
Ben sapendo che non sono
nella disponibilità del tavolo negoziale neanche le
insufficienti risorse concordate con l’accordo "bidone" del 27
maggio tra Governo e Sindacati, l’Aran (pressato a destra e a
manca) convoca i sindacati per l’apertura di un contratto che
scadrà il 31 dicembre 2005.
La piena disponibilità delle
risorse, e quindi la concreta possibilità di firmare il
contratto, sarà possibile solo con l’entrata in vigore della
Finanziaria 2006 (1° gennaio) che "dovrebbe" stanziare le
risorse mancanti a quelle già stanziate dal governo.
La previsione, quindi, è
quella di avere nelle buste paga aumenti irrisori (circa 50
euro netti) non prima della primavera 2006, guarda caso
proprio a ridosso delle elezioni politiche del prossimo anno.
E non per tutti. Infatti
ancora è in ballo la questione della copertura economica dei
comparti non statali (enti locali e sanità) per i quali non è
ancora prevista alcuna convocazione all’Aran.
Con la benzina a 1,30 euro,
con aumenti incontrollati di tariffe e prezzi che hanno
prodotto un carovita che negli ultimi anni ha ridotto il
tenore di vita di chi campa con lo stipendio, con manovre
finanziarie fatte pagare soltanto ai lavoratori sia in termini
di costi che di tagli ai servizi sociali, si chiede ai
dipendenti pubblici di pazientare ulteriormente per avere
(quando sarà possibile) aumenti contrattuali risibili e già
abbondantemente erosi dall’inflazione.
La RdB/CUB Pubblico Impiego
non ci sta!
Unica sigla sindacale a non
aver firmato l’accordo truffa di maggio, protesterà mercoledì
7 settembre alle ore 15 sotto la sede dell’Aran per chiedere
la definizione dei contratti per tutti i
comparti pubblici che portino nelle buste paga aumenti
salariali veri per un reale riallineamento delle buste paga al
carovita. |