Appena si entra nel vivo, troviamo sempre più
conferme dei motivi che, a maggio, ci hanno indotto a non
sottoscrivere, in solitudine, l’Accordo di Palazzo Chigi.
Accordo sul quale, attraverso un referendum, abbiamo già
raccolto il dissenso di migliaia di dipendenti pubblici.
Il 5,01% di incremento, previsto in quell’accordo,
e subordinato a taglio di posti e mobilità del personale,
oltre che essere
ASSOLUTAMENTE INSUFFICIENTE,
nella proposta che ieri è stata presentata verbalmente dall’ARAN,
ha trovato anche ostacoli tecnici e contabili che lo hanno
messo in discussione sia nelle effettive disponibilità che
nelle decorrenze.
E così troviamo conferma che il 5,01 si divide
in tre tranches… 1,9% dal 1 gennaio 2004, 2,23% dal 1 gennaio
2005 e 0,88% dal 1 gennaio 2006… con una quota di quest’ultima
parte, lo 0,7%, non contrattabile se non dopo l’approvazione
della finanziaria 2006… sembra confuso ed incomprensibile? Lo
è!!!
E così secondo l’ARAN, per percepire questa
miseria, dopo quasi due anni dalla scadenza,
sarebbe addirittura necessario spezzare il
contratto in due contratti…
uno
per la quota già disponibile… l’altro per quella che la
prossima legge Finanziaria “dovrebbe” stanziare…
una cosa mai vista.
Abbiamo reiterato le nostre richieste, sia in
merito ad una 14^ mensilità, definibile con le parti fisse e
continuative dei fondi unici di amministrazione, così come
accaduto alle Agenzie Fiscali, sia in merito all’incremento
del valore dei buoni pasto, fermo da ormai dieci anni, e sulla
indennità di amministrazione, fortemente sperequata anche
all’interno degli stessi ministeri, e taglieggiata, sulla
pensionabilità, sulla malattia e per l’inserimento nella
tredicesima mensilità…
Anche se al momento non sembrano intravedersi
spiragli, la partita non è ancora chiusa… noi continueremo a
organizzare nei posti di lavoro il referendum contro l’accordo
di maggio e altre iniziative di protesta.
Rilanceremo con uno Sciopero Generale, nel
prossimo autunno,
perché, comunque vada questa trattativa, trattative per altri
contratti (due su tutti, Sanità ed Enti Locali) non sono
neppure cominciate e perché
questo
contratto scadrà nuovamente a fine 2005…
e, ad oggi, la prossima legge finanziaria non contiene alcun
stanziamento per i nuovi rinnovi contrattuali.
Bisogna lottare perché la prossima legge
finanziaria contenga le risposte che i dipendenti pubblici
attendono e meritano…
SALARI,
DIRITTI E DIGNITA’.
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