3.11.05, Il governo,
alle prese con la Finanziaria 2006, ha trovato il modo per
contenere il deficit di bilancio per l’anno 2005: basta non
pagare per questo anno i contratti (e i relativi arretrati) ai
propri dipendenti ottenendo immediatamente la riduzione del
deficit di uno 0,3%.
Già con l’accordo del 27 maggio tra governo e tutti i
sindacati (tranne RdB) si era cercato di contenere la "spesa
pubblica" con aumenti inadeguati al carovita.
Da una parte si bloccano le intese già raggiunte all’Aran per
Scuola, Ministeri e Aziende, che interessano circa 1.300.000
lavoratori, non avviando, da parte della Ragioneria Generale,
l’iter che porta alla sottoscrizione definitiva (e quindi al
pagamento degli aumenti e di due anni di arretrati),
dall’altra si bloccano le trattative all’Aran per gli altri
comparti pubblici (oltre 1.500.000 dipendenti) e il gioco è
fatto.
Gli ispettori americani del Fondo Monetario Internazionale,
che in questi giorni sono in missione alla Ragioneria
Generale, forse avranno contribuito anche a questa soluzione
in perfetta coerenza con la politica economica FMI in tema di
privatizzazioni e di tagli alla spesa sociale e garanzie per i
cittadini.
I lavoratori pubblici si ritrovano così alla scadenza del
contratto senza alcun incremento e con un carovita che li
spinge verso le fasce meno abbienti della società in barba ai
proclami dei sindacati concertativi che all’indomani del Patto
di maggio avevano prospettato un radioso futuro per le tasche
dei lavoratori.
La RdB/CUB Pubblico Impiego rilancia invece la battaglia per
aumenti contrattuali veri per il riallineamento dei salari ai
livelli europei e per il ripristino di un meccanismo
automatico di adeguamento delle retribuzione all’inflazione. |