Premesse
Il
bilancio del precedente Contratto Integrativo del M.I.U.R. è
risultato fallimentare.
Il
processo di Riqualificazione assicurato solo ad una parte dei
lavoratori ma finanziato con i soldi di tutti, il ricorso
costante all’utilizzo della flessibilità, la pessima
organizzazione del lavoro, la totale disapplicazione di
Accordi stipulati a livello Centrale su importanti istituti
contrattuali ( citasi mobilità e formazione), l’assoluta
mancanza di regole, l’incertezza imperante sui posti di
lavoro, la sistematica regressione e la costante negazione dei
più elementari diritti costituzionalmente garantiti,
il continuo svilimento della propria dignità
professionale, l’assurda
disparità di trattamento tra lavoratori di uno stesso
Ministero ( con particolare riguardo all’indennità di
amministrazione), sono soltanto alcuni degli aspetti deteriori
di un sistema, qual è quello oggi vigente, molto più
interessato a rafforzare i centri di maggior potere (Ministero
prima, Regionali poi) e molto meno attento invece
ad amministrare il proprio personale con oculato senso
di giustizia e di imparzialità.
Ma,
a ben vedere, il fenomeno regressivo a cui assistiamo nel
nostro Ministero va valutato nell’ambito di una
più ampia e complessa manovra di smantellamento dello
stato sociale e costituisce
fisiologicamente la deleteria, naturale
conseguenza di una scellerata politica chiamata privatizzazione,
che affonda le sue radici dal lontano 93 ma di cui
solo oggi si cominciano a percepire gli effetti infausti.
l’
imbroglio dell’anno
La
stessa legge finanziaria 2005, da poco approvata
dal Parlamento, è la conferma chiara e tangibile di una
strategia volta a sferrare un duro colpo a tutta la Pubblica
Amministrazione, con il preciso disegno di accelerarne il
processo disgregazione; tra i tanti, ne sono aspetti
significativi:
l’imbroglio
delle aliquote fiscali:
dopo una martellante propaganda mistificatoria, finalmente
abbiamo toccato con mano qual sia la reale consistenza di quei
“macroscopici” aumenti concessi in busta paga da
Berlusconi: da 0,61 centesimi di euro per la B1 ai circa 25
euro per la C3, laddove oltre 3500 euro saranno invece
destinati ai redditi alti, e non certamente per i dipendenti
pubblici;
contestuale
crescita della tassazione indiretta:
per recuperare poi (con gli interessi) le elemosine
elargite, cresceranno in dismisura ( cosi come lo sono già
stati e lo saranno ancora) le tariffe e i costi dei servizi (
benzina, bolli, luce, gas, addizionali Regionali e Comunali e
quant’altro); insomma una sorta di giochino delle tre carte
all’insegna del prendi 1 e paghi 10;
ridicoli
stanziamenti per il rinnovi contrattuali:
un piatto di lenticchie a fronte di una perdita del potere di
acquisto del salario pari al 20% secondo il centro studi Eurispes;
blocco
totale del turn over:
nessuna amministrazione potrà procedere ad assunzioni a tempo
indeterminato, con conseguente cancellazione di 75000 posti di
lavoro;
taglio
di beni e servizi
nella P.A.: previsti 600 milioni di euro per il 2005 ed
il doppio per il 2006, a tutto discapito dei dipendenti ma
anche dei cittadini che si vedranno ancor più ridurre servizi
e diritti;
la
truffa del secolo
Ed
ancora
... Il 29
luglio scorso il governo ha approvato la legge sulle pensioni
e il TFR
Aumenta
l’età pensionabile: anzianità a 60 – 61 – 62 anni (
dal 2008 –2010- 2014) e 35 anni di contributi, oppure almeno
40 anni di contributi.Pensione di vecchiaia a 65 anni ( 60 per
le donne);
E
chi riuscirà a sopravvivere, otterrà una trattamento di
quiescenza di fame;
Per
avere una pensione minimamente dignitosa i lavoratori saranno
costretti a versare tutta la liquidazione nei fondi pensione!
I
lavoratori che non comunicheranno al datore di lavoro la loro
contrarietà saranno privati del TFR
In
estrema sintesi, di qui a breve, i soldi finiranno nei “bidoni”
dei fondi pensione privati, gestiti da finanziarie, sindacati
concertativi e speculatori di ogni genere.
E
tutto questo con l’avallo di CGIL-CISL e UIL la cui blanda
“protesta” si traduce unicamente nella pretesa di voler
ottenere in esclusiva la gestione dei fondi di
categoria, sottraendola quindi al mercato “concorrenziale”delle
finanziarie o delle assicurazioni.
Insomma,
si è perpetrato un vero e proprio scippo ai
lavoratori, di cui il “ silenzio – assenso” sarà
solo il primo passo.
Ma
poiché, come si suole dire, il veleno va somministrato a
piccole dosi per renderlo meno amaro, è facile prevedere che
di qui a non molto tempo, il silenzio-assenso
sarà sostituito
dall’obbligo all’adempimento
Ebbene,
l’incombente, miserrimo scenario destinato ad impoverire
ancora di più le tasche già vuote dei lavoratori ci inducono
a riflettere sulla primaria necessità di un recupero
salariale che, quantomeno in sede di rinnovo
dell’integrativo, non può che passare attraverso la
stabilizzazione dei compensi accessori.
Le
iniziative intraprese dalle RdB negli ultimi anni per il
riconoscimento della 14 mensilità, la tenacia dimostrata nel
contrastare qualsiasi forma di sfruttamento sui posti di
lavoro, l’avversione per surrettizi progetti e progettini,
la denuncia sistematica di qualsiasi forma di distribuzione
clientelare del F.U.A., sono solo alcune delle lotte che hanno
visto la RdB MIUR sempre in prima fila, contribuendo a far
crescere nei lavoratori la fiducia e la consapevolezza che esiste
un altro modo di fare sindacato.
Oggi,
il nostro obiettivo è quello di recuperare quanto
progressivamente è andato perduto negli ultimi anni a cagione
di una politica sindacale capestro denominata “
concertazione”, tanto cara alle sigle confederali.
Ma
per raggiungere questi obiettivi è assolutamente necessario
lottare tutti insieme per la comune causa, ben consci tuttavia
che, in un sistema in cui i diritti dei lavoratori vengono
sistematicamente banditi dal vivere quotidiano, non basta
chiedere per ottenere, ma occorre un sostegno forte,
compatto e partecipe di tutto il Personale che
incoraggi ad andare avanti per la strada tracciata.
Ed
è proprio da queste riflessioni che vogliamo partire per
ragionare su un nuovo contratto integrativo che si ispiri nel
suo complesso a tre semplici principi: equità, diritti,
dignità
.
la
riconquista di una identità
Il
nuovo assetto strutturale e funzionale degli Uffici centrali e
periferici del M.I.U.R., cosi come partorito dalla Riforma,
richiede un’analisi approfondita ed attenta sul ruolo
specifico che il personale del nostro Ministero dovrà
ricoprire al cospetto del coacervo delle nuove competenze
assegnate all’area dell’autonomia scolastica.
In
tale ottica, questa Organizzazione sindacale rileva
l’imprescindibile esigenza che, nel nuovo contesto
organizzativo che si va delineando, venga concretamente
riconosciuta la funzione
primaria
del personale ministeriale, onde evitare che nel tempo
l’attività di “supporto”alle scuole si traduca poi alla prova dei fatti nello
svolgimento di compiti meramente strumentali e sussidiari alla
scuola, con la consequenziale “svendita” delle
professionalità acquisite
dal nostro Personale dopo tanti anni di carriera.
Timori,
questi, tanto più giustificati, ove si consideri che in
numerosi Uffici Scolastici Provinciali, nei quali pur si
riscontra in pianta organica una
situazione di esubero, si assiste in misura sempre più
crescente al flusso migratorio di unità di personale
ATA distaccato, le quali vengono “dirottate” in
settori nevralgici di ampia
rilevanza esterna e di elevata complessità, con il
conseguente progressivo ridimensionamento degli spazi di
autonomia e di responsabilità del Personale dell’Ufficio.
Tale
tendenza di utilizzo di personale esterno a questa
Amministrazione, se per un verso integra di fatto una vera e
propria “espropriazione” dei già ristretti margini
di competenza residuati dopo il sistema di approccio
all’area dell’autonomia scolastica, per l’altro, paventa
l’ipotesi, tutt’altro che remota, di un disegno “politico”
mirato a rendere stabile e definitivo lo status
di detto personale attraverso un processo di mobilità
intercompartimentale, il che, se cosi dovesse essere,
porterebbe a coprire de plano gran parte dei posti
ancora vacanti nella pianta organica di questo Ministero,
sottraendoli cosi alla disponibilità per i passaggi interni.
Quindi,
è proprio in
funzione della riaffermazione della “centralità”
del ruolo del personale ministeriale che si ritiene di dover
essenzialmente operare in fase di accordo collettivo
integrativo, al fine di definire, nei contenuti ed in armonia
con il processo di riordino dell’intero sistema dell’
Istruzione, le linee guida dei percorsi formativi legati ai nuovi
profili professionali, nonché i criteri obiettivi sulle
procedure per i passaggi interni ed esterni alle aree, la
valorizzazione e la retribuzione della qualità dei servizi
erogati e quant’altro incida sulla sfera giuridica e
patrimoniale del lavoratore.
Tutto
ciò si impone, non prima di aver preliminarmente puntato
l’attenzione sulla necessità
di salvaguardare, ponendoli alla base del globale programma di
lavoro, alcuni principi
ispiratori che ne devono contrassegnare l’azione
Tali
sono, ad avviso delle RdB:
1.
il riconoscimento, nell’ambito della dialettica e di
un rapporto libero e democratico, della posizione paritaria di
tutte le componenti di parte sindacale abilitate alle
trattative, senza pregiudiziali o riserva alcuna;
2.
Individuazione di regole giuste ed oggettive che
garantiscano, con estrema chiarezza, uniformità di
applicazione dei vari istituti contrattuali nelle varie realtà
periferiche, tali da ridurre notevolmente gli smisurati
margini di discrezionalità e le odiose discriminazioni
esistenti
Passando
brevemente in rassegna i vari istituti oggetto degli accordi
integrativi, le RdB sottolineano l’importanza che rivestono
le tematiche qui
di seguito rappresentate.
Ordinamento
professionale
Non
a tutti è noto (e i confederali si sono ben guardati dal
darne notizia) che il 18 novembre scorso CGIL-CISL e UIL e
sigle autonome associate hanno sottoscritto l’ignominioso
documento di Riforma sul nuovo Ordinamento professionale.
Tale
documento, intriso di spunti che inneggiano in più parti alla
massima flessibilità, propone in estrema sintesi :
o
il
mantenimento delle 3 Aree ( che cambiano denominazione e si
chiameranno prima, seconda e terza, e non più A –B – C);
o
l’incremento
dei livelli economici nell’ambito di ciascuna Area ( 3 per
la prima, 6 per la seconda e 7 per la terza);
o
all’interno
di ciascuna Area, i vari livelli si differenzieranno
unicamente sotto il profilo economico e non anche giuridico,
per cui le mansioni del personale inquadrato in un determinato
livello economico saranno le stesse mansioni previste
per l’intera Area;
o
in
sostanza, i lavoratori della B1 e B2, pur continuando a
ricevere gli stessi stipendi, saranno costretti a svolgere le
mansioni del livello apicale B3 e viceversa; idem per l’Area
C ( realtà romanzesca!!!)
o
i
passaggi all’interno dell’Area resteranno a carico del
F.U.A., il che sta a significare che una volta prosciugato il
Fondo ( e per il MIUR è già raschiato), i processi di
riqualificazione non sarebbero più possibili;
o
si
glissa, invece, sui passaggi tra le Aree ( i cui Fondi sono a
totale carico dell’Amministrazione)
La
RdB, al contrario di tutte le altre organizzazioni sindacali,
non ha firmato tale documento giacché esso annulla con
un sol colpo tutte le faticose conquiste del Sindacato degli
ultimi decenni; svilisce le professionalità acquisite;
condanna i lavoratori a permanere a vita negli attuali
livelli e
senza alcuna prospettiva di avanzamento ( men che meno
di natura economica); legalizza lo sfruttamento del
Personale in mansioni superiori; amplifica il divario
già notevole tra ministeri ricchi e poveri ( come il Miur); discrimina
e crea nuove divisioni tra i lavoratori; impoverisce chi
era già povero e rimpingua invece le tasche di altri
(si sottraggono i soldi di tutti per far passare di
livello i pochi)
Cosa
fare?
Rompere
il muro dell’ingiustizia:
per
decenni ( dalla famosa legge 312/80) hanno ingabbiato la
nostra carriera e ci hanno obbligato a fare sempre di più e
sempre meglio ….ma si sono ben guardati dal riconoscere il
lavoro compiuto anche in situazioni di estrema emergenza
(citasi graduatorie permanenti) e neppure ci hanno
ringraziato.
Poi,
per gratificare solo una parte del Personale, ci hanno
costretto a metterci contro chi ha gli stessi diritti.
Ora
ti dicono che non sanno più che farsene della nostra
professionalità, che la carriera è definitivamente chiusa, e
che dobbiamo arrangiarci a svolgere anche mansioni inferiori o
superiori con uguale trattamento economico.
Ø
Progressione
economica per tutti e subito e poi meccanismi automatici e
certi di riconoscimento delle professionalità,
è
questa la nostra proposta; la RdB continuerà a battersi
chiamando a raccolta tutti i lavoratori affinché
questa scellerata proposta dei sindacati concertativi
non venga poi tradotta in Accordo
con l’ARAN.
Di
rimando, rilanciamo con maggiore forza ed insistenza la
richiesta che si proceda immediatamente ad una seconda
tornata della Riqualificazione ( come peraltro sta
avvenendo in altri Ministeri) su tutti i posti vacanti e
disponibili in pianta organica, garantendo:
Ø
l’accesso
a tutti
coloro a cui è stata ingiustamente inibita la possibilità di
parteciparvi nella precedente fase;
Ø
il
divieto del doppio salto per
la posizione C3, in mancanza del prescritto titolo di accesso
( Laurea)
Ø
l’inclusione
dei predetti in apposita graduatoria provinciale,
al fine di consentirne la copertura dei posti ogni qual volta
si crei la vacanza nella stessa sede di servizio;
Ø
l’efficacia
e durata permanente
delle nuove graduatorie, sino al totale e progressivo
assorbimento dei concorrenti
Ø
precedenza
assoluta
della seconda Riqualificazione rispetto ai processi di mobilità
compartimentale ed intercompartimentale, nel senso che non si
dovranno coprire i posti disponibili in pianta organica con
personale esterno se non aver prima proceduto alla
copertura degli stessi con personale riqualificato
appartenente a questa Amministrazione.
Mobilità
In
attesa di un Accordo a livello Centrale tuttora mancante che
disciplini la mobilità del personale, occorre che siano
definite positivamente le tante situazioni pendenti nelle
quali si trovano dipendenti di questa Amministrazione i quali,
pur rientrando legittimamente nelle ipotesi disciplinate dal
vecchio accordo 20002,
non
sono stati trasferiti sulle sedi richieste a cagione
dell’arbitrario veto opposto dai rispettivi
Uffici Regionali; la perdurante inerzia
(o latitanza) del Ministero a ripristinare una
situazione di piena legittimità è tanto più sconcertante
ove si consideri che con altrettanta indecifrabile
disinvoltura lo stesso Miur autorizza poi la copertura di
quegli stessi posti con personale della scuola: sarà nostro
punto fermo quello di porre freno al dilagante fenomeno
migratorio di personale esterno a questa Amministrazione con
la soppressione dei distacchi, dei comandi o di qualsivoglia
utilizzo illegittimo ed ingiustificato di tale Personale
Analoga
tempestiva definizione deve essere riservata anche a quanti,
pur avendo in illo tempore presentato istanza di riammissione
in servizio, pur tuttavia non hanno ricevuto dal Ministero
il benché minimo riscontro.
Per
quanto poi concerne la mobilità esterna, compartimentale ed
intercompartimentale, la
RdB, anche al fine di evitare che possa verificarsi una
gestione clientelare dei trasferimenti, ritiene indispensabile
che il Ministero si attivi per stipulare con altre
Amministrazioni ed Enti pubblici appositi accordi che rendano
concretamente possibili e trasparenti i passaggi in entrata ed
in uscita; e ciò, sulla base dell’acquisizione dei seguenti
elementi conoscitivi:
·
posti
messi a disposizione
dalle Amministrazioni riceventi
·
posizioni
e profili professionali
richiesti
·
requisiti culturali e professionali
·
eventuali situazioni
di soprannumero presso l’Amministrazione cedente
·
requisiti
di partecipazione al bando sulla mobilità
Nel
frattempo, perché vigano anche in questo Ministero principi e
regole uguali per tutti ed affinché quindi non si realizzi il
tentativo di poter gestire questa delicata fase dei passaggi
in forma unilaterale, occulta, arbitraria e clientelare, è
indispensabile vigilare; perciò invitiamo il Personale a
segnalarci eventuali situazioni abnormi che dovessero
verificarsi negli Uffici.
L’emergenza
sede di lavoro
A
seguito della notevole diminuzione della sfera di competenze
decretata dalla legge sulla riforma dell’ordinamento
scolastico e tenuto anche conto dell’accentramento delle
funzioni oggi operante in numerosissimi Direzioni Regionali,
è incombente il rischio che anche la consistenza organica dei
C.S.A. possa di qui a breve ridursi proporzionalmente, il che
potrebbe determinare per buona parte del Personale il
sacrificio di dover abbandonare la propria sede di lavoro per
approdare coattamente ad altri lidi, Regionali inclusi.
Per
scongiurare che questo si verifichi, riteniamo che bisogna
ridefinire un nuovo assetto organizzativo che si raccordi al
nuovo sistema di funzioni, di competenze e di profili
professionali delineati dal nuovo organigramma del Miur e che
pur ha dato luogo ai recenti processi di Riqualificazione.
In
altri termini, è assolutamente necessario che nelle singole
realtà territoriali, regionali e provinciali, siano
immediatamente costituiti Uffici che siano rispondenti alle 4
macro Aree catalogate nel vigente sistema di
classificazione dell’ordinamento professionale ( contenzioso,
comunicazione, formazione, informatica) e, di conseguenza,
ricollocare in ciascuna di esse le unità di Personale sulla
base della consistenza dei posti determinati nella pianta
organica, cosi come peraltro prefigurata dai bandi
concorsuali.
Questa
operazione quindi non potrà non
passare che attraverso il riconoscimento reale del
diritto alla più elevate funzioni e gradi di responsabilità
conseguite dai colleghi in virtù dei recenti provvedimenti di
inquadramento nelle posizioni superiori B1 – B3 – C2 –
C3.
Sta
di fatto che ancora ad oggi i Dirigenti di questa
Amministrazione, pur di lasciare inalterati i sottili
equilibri creati in tanti anni della loro egida, preferiscono
fare orecchie da mercante, cosi
garantendo a pochi posizioni di privilegio all’interno del
loro ufficio: emblematica
e paradossale è la situazione dei riqualificati C3 per
l’Area dell’Informatica, i quali, pur non essendo forniti
di diploma di laurea, continuano ancora ad oggi, in barba a
tutto a tutto ed a tutti ( ed in particolare agli stessi
laureati C1 e C2 che hanno invece “optato”a suo
tempo per altri profili ), a svolgere
funzioni e compiti di più elevata posizione di status
affatto corrispondenti ai nuovi e diversi profili
professionali per i quali hanno concorso.
Contro
questo maldestro tentativo, la RdB darà corso, ove
necessario, ad azioni forti mirate a tutelare anche nelle sedi
competenti i più elementari diritti conseguiti dai lavoratori
nell’arco dell’ultimo decennio di democrazia sindacale;
pertanto invitiamo i colleghi a segnalarci abnormi situazioni
di tal tipo, onde intraprendere efficaci iniziative comuni
anche stragiudiziali ( tentativo di conciliazione)
.
Fondo
Unico di Amministrazione
Le
RdB ritengono fondamentale che siano individuati criteri
oggettivi che rendano possibile nelle varie strutture
territoriali una gestione ponderata e razionale dei compensi
accessori
In
tale ottica, questa Organizzazione sindacale che da sempre
manifesta la sua avversione contro ogni forma di distribuzione
ingiusta arbitraria e discriminatoria dei soldi di tutti i
lavoratori, intende:
·
garantire
in busta paga a tutto il personale,
in misura
fissa, una quota parte dell’intero cespite di cui poter disporre ( una
sorta di 14^ mensilità); se è vero come è
vero che in altre Amministrazioni
quali le Agenzie
fiscali questo risultato è stato già realizzato ( l’80%
dell’intero cespite finanziato), non si vede perché non si
possa o debba pervenire alla medesima definizione negoziale
presso il nostro Ministero;
·
proposizione
delle posizioni economiche super
per quanti non ne beneficiano;
·
soppressione
dell’
istituto dei compensi riferito alle cosiddette posizioni
organizzative che
rievocano istituti contrattuali di non
lontana reminiscenza (“fondino”), gestiti in maniera
scandalosamente discrezionale;
·
eliminazione del fenomeno dell’attribuzione
sovrapposta di compensi a categorie elette di
lavoratori, con particolare riguardo agli Uffici di diretta
collaborazione del Ministro
·
conclusione delle trattative entro e non
oltre il mese di febbraio dell’anno di riferimento,
al fine di acquisire, preventivamente e comunque in tempi ragionevoli,
certezze di situazioni
·
Individuazione in maniera chiara e certa delle tipologie
delle attività da retribuire ( sino ad oggi, vaghe ed
indeterminate
·
programmazione
sin
dall’inizio dell’anno
delle attività e dei settori abbisognevoli di prestazioni di
lavoro straordinario
per l’intero arco annuale, onde evitare che, superandosi
il monte ore assegnato
a ciascun ufficio, si vada ad incidere
sconvenientemente in dismisura sulle risorse del Fondo (come
soventemente accade).
Formazione
·
I corsi di formazione devono riguardare tutto il
personale, con precedenza assoluta per gli odierni non
riqualificati, cosi come peraltro stabilito con
l’Accordo Integrativo del 2003, a cui non è stata ancora
data applicazione;
·
la qualità della formazione deve essere oggetto di
monitoraggio da parte di apposite commissioni le quali
dovranno svolgere anche la funzione di verifica circa la
corretta applicazione in Periferia degli Accordi raggiunti in
sede Centrale;
·
I corsi verranno tenuti negli orari di lavoro e
possibilmente nelle sedi di appartenenza
·
Obiettivo prefissato è quello di aggiornare i
lavoratori in maniera continua e costante e di accompagnarli
nel percorso di progressione di carriera all’interno delle
aree e tra le stesse
Buoni
Pasto
Il
recupero salariale dovrà passare anche attraverso l’aumento
del valore del buono pasto, fermo oramai da anni a meno di 5
euro:
Se
aggiungiamo che è diventato sempre più difficile se non
impossibile spenderlo, comprendiamo bene che esso sia
diventato BUONO A NULLA
Chiediamo
quindi che il valore minimo sia fissato ad almeno 10 euro
indicizzato e che sia monetizzato in busta paga sin dal
prossimo rinnovo contrattuale.
A
livello di amministrazione va altresì chiarito che il
lavoratore che, a qualsiasi titolo, supera le sei ore
lavorative ha diritto al buono pasto anche in assenza di
pausa, seguendo il principio applicato in altre
amministrazione ( Magistrati, per Grazia e Giustizia)
.
Vertenze
Come
è noto, la classe politico-governativa (Moratti e Fini in
prima linea) non ha mantenuto fede
(ma ciò non ci meraviglia affatto) agli impegni e alle
tante promesse fatte in piena campagna elettorale per porre
fine all’assurda discriminazione retributiva tuttora
esistente tra dipendenti appartenenti ad uno stesso Ministero
relativa alla indennità
di amministrazione
Quindi,
nessun provvedimento legislativo è stato o sarà adottato (
salvo improbabili colpi di scena), e neppure, se non solo
surrettiziamente, traspare da parte di CGIL –CISL e UIL una
volontà di sanare in sede di rinnovo contrattuale ciò che
altrimenti non sarebbe mai sanabile
In
questo oscuro scenario, riteniamo che, al momento, non ci sia
altro da fare che aprire apposita vertenza, di cui la RdB si
è fatta a suo tempo promotrice,
rifuggendo da qualsivoglia intento speculativo.
Su
tale questione, dando seguito ai numerosi atti di diffida
segnatamente presentati dal Personale, il Miur con nota del 15
novembre, ha rigettato ( era scontato) le istanze mirate, sia
al riconoscimento della perequazione dell’indennità di
amministrazione, sia al riconoscimento della più favorevole decorrenza
degli inquadramenti
( 1.10.2001), consequenziale ai passaggi all’interno delle
Aree
E’
nostra intenzione mantenere fede agli impegni assunti ,
attivando su ambedue le controversie appositi Ricorsi
straordinari al Capo dello Stato ( con relativa pronuncia
del Consiglio di Stato) i quali dovranno essere
necessariamente notificati e depositati al Miur non più tardi
della metà del mese di marzo.
Nel
precisare che detti gravami sono gratuiti
per
gli iscritti, i candidati RSU e per quanti ci hanno sostenuto
presentando nei posti di lavoro una lista per conto delle RdB,
vi informeremo di qui a breve sulle modalità di
partecipazione
Nel
contempo informiamo che la stessa RdB ha già presentato
identici Ricorsi amministrativi avverso l’espresso rifiuto
di alcuni Dirigenti dei CSA di pagamento degli interessi
legali
sui crediti maturati in applicazione della legge 312/80. Chi
avesse ancora interesse, potrà contattarci agli indirizzi e
numeri telefonici o e-mail indicati in intestazione.
Diritti
sindacali
Quantunque
ripetutamente richiesto, ancor ad oggi la RdB non usufruisce
all’interno del Ministero di un locale ove poter svolgere la
propria attività, locale
questo, di cui attualmente
beneficiano, ciascuna per suo conto, altre
organizzazioni pur appartenendo ad una stessa
Confederazione( Snadas – Sulpi –Snals - Ugl).
Sarà
quindi nostra premura, oltre che interesse, rivendicare il
nostro diritto ad una sede nell’Amministrazione Centrale.
In
ultima analisi, la RdB chiede che le trattative non comportino
decurtazioni del monte ore di permessi a disposizione delle
OO.SS. e delle R.S.U. dovendosi considerare tale attività
lavorativa a tutti gli effetti.
Coordinamento
Nazionale RdB settore MIUR
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