RdB Pubblico Impiego - MIUR

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... Democrazia sindacale...
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Roma, 3 aprile 2005                                                         

Il fatto è recente, all’indomani dello sciopero generale del pubblico impiego indetto dalla Triplice il 18 marzo u. s, e subito dopo la grande Assemblea Nazionale dei 1000 delegati RSU eletti nelle liste RdB/CUB tenutasi a Roma, ove la stessa Assemblea, nel respingere recisamente e ad unisono ogni ipotesi di rinnovo contrattuale al ribasso, aveva nel contempo ravvisato l’indifferibile necessità di rilanciare una politica salariale in grado di contrastare un’inflazione oramai galoppante, di riaffermare la democrazia sui posti di lavoro, di combattere qualsiasi forma di precariato, di salvaguardare i diritti inviolabili di ciascun lavoratore contro lo scippo del TFR, di respingere il tentativo di smantellamento del sistema pubblico.

Ebbene, questi temi di scottante attualità, riproposti con senso critico all’opinione pubblica  (“La Cronaca di Piacenza”) dal delegato regionale RdB del M.I.U.R., hanno suscitato le “ire funeste” degli esponenti territoriali della C.G.I.L. i quali, come morsi dalla tarantola, non hanno risparmiato “bacchettate” nei confronti del redattore del giornale e neppure bordate di accuse per “ lesa maestà” verso chi, democraticamente, aveva “osato” dare dello sciopero del 18 marzo scorso un’interpretazione del tutto diversa da quella resa dai Confederali.

Ne riportiamo integralmente i testi in successione cronologica:

articolo del 19 marzo su “ La Cronaca di Piacenza

“…Sciopero? No, farsa”

“ Questo non è uno sciopero ma una vera e propria farsa”... Un attacco frontale ai confederali quello lanciato dal sindacato autonomo RdB – CUB proprio in occasione della mobilitazione di tutto il pubblico impiego. La voce fuori dal coro è quella di Carmelo Sciascia, delegato regionale RdB per il Miur che, di ritorno da Roma, ha volutodare una sua “versione dei fatti”. Una versione che non risparmia dure critiche a Cgil, Cisl e Uil, colpevoli, a suo avviso, di aver indetto uno sciopero “inutile e fasullo”. Ed è una versione, quella di Sciascia, che stona anche nei numeri rispetto a quella “ufficiale”. Tanto per cominciare – spiega il delegato RdB – questo sciopero non ha raccolto la massiccia adesione che si vuole far credere: qui al CSA( di Piacenza) hanno incrociato le braccia solo 2 dipendenti su 27 mentre, nelle scuole, soltanto il 28 per cento del personale.

Quando il Governo si è presentato con la proposta del 4,31 per cento ( una cifra già considerata troppo misera da tutte le sigle sindacali) Cgil, Cisl, e Uil non avrebbero dovuto aprire nessuna trattativa ma dichiararla assolutamente irricevibile.

A questo punto – conclude Carmelo Sciascia – sospettiamo di essere davanti ad una sceneggiata volta a nascondere la gestione di un accordo al ribasso già confezionato che chiuderà la questione a quota 5,8: in questo caso la chiamata allo sciopero è solo un imbroglio immorale, altrimenti si tratta comunque di un’iniziativa irragionevole, non adeguata e contraddittoria. Soprattutto se si considera che c’è anche l’intenzione di introdurre la previdenza complementare anche nel Pubblico Impiego e ricordiamo che, chi è sceso in piazza oggi lo ha fatto anche a favore di questo”.

articolo del 23 marzo su “ La Cronaca” di Piacenza

“La Cgil contro Sciascia (RdB) e chi lo ospita…le voci fuori dal coro disturbano…”

“Abbiamo letto con incredulità l’articolo di sabato 19 su la Cronaca,” uno sciopero inutile, c’era già l’intesa” ed in modo ancor più stupefacente ed assolutamente inaccettabile, anche sul versante deontologico-professionale, abbiamo visto le locandine nelle edicole della nostra città riportanti a carattere cubitale “ Pubblico Impiego: sciopero farsa”.

Queste affermazioni gravissime e prive di ogni verità non meriterebbero nessuna risposta di merito; quello che va invece chiarito subito è che la Cronaca ha dato mezza pagina di intervista ad un certo signor Sciascia, che al di fuori del suo ambiente non conosce nessuno, che rappresenta qualche decina di lavoratori, e non ha sentito il dovere di raccogliere anche il parere dei segretari di Cgil, Cisl, e Uil della Scuola e del Pubblico Impiego( sic!!!) che rappresentano bene o male oltre cinquemila dipendenti pubblici della nostra provincia. Il sig Carmelo Sciascia (RdB) ha fatto delle dichiarazioni che sono un vero e proprio insulto per i lavoratori del pubblico impiego e della Scuola che hanno aderito spontaneamente a questo sciopero che si può tranquillamente definire riuscito, pagando di tasca propria nel rinunciare ad una giornata di retribuzione; inoltre dette dichiarazioni rappresentano una vera e propria provocazione per gli oltre duecentomila lavoratori degli Enti locali, della Sanità, dei Ministeri, delle Agenzie Fiscali ecc. che con sacrificio, ma anche con grande passione e fiducia nella lotta che il sindacato sta portando avanti con questa difficile vertenza, hanno partecipato alla più grande manifestazione del Pubblico Impiego della storia di questo paese. Sulla grande partecipazione a questa manifestazione, che ha visto la partecipazione anche di oltre cento lavoratori piacentini, non dovrebbero esserci discussioni, visto che è stata riconosciuta subito anche dai Tg filo –governativi, ameno che il sig. Sciascia e La Cronaca non vogliano essere più berlusconiani di Emilio Fede (  sic!!!).

Se il problema del sig. Sciascia è quello di crearsi qualche spazio effimero di consenso, a noi non interessa; vorremmo semplicemente evidenziare che le tanto denigrate Organizzazioni sindacali confederali del Pubblico Impiego e della Scuola, per questo rinnovo contrattuale, hanno già organizzato tre scioperi generali più altre iniziative di mobilitazione a tutti i livelli, non solo contro il governo, ma anche nei confronti delle Associazioni dei Comuni e delle Province, a sostegno della Piattaforma sindacale che chiede l’8 per cento di aumento stipendiale, risorse per la contrattazione integrativa decentrata, una diversa politica del personale che ponga freno alle esternalizzazioni selvagge ed ad un utilizzo incontrollato del lavoro atipico nel Pubblico Impiego. Infine, vogliamo ricordare che tra le richieste condivise dalla stragrande maggioranza dei lavoratori presentate per questa tornata di rinnovi contrattuali, c’è certamente quella di un impegno concreto e reale finalizzato ad istituire, anche nel settore del Pubblico Impiego( nella Scuola è stato istituito recentemente), i Fondi relativi alla previdenza integrativa. Non c’è proprio niente da vergognarsi in tal senso, anzi, siamo proprio convinti che vada rivendicato con forza il diritto di tutti i lavoratori di avere la possibilità di accedere alla previdenza complementare di natura contrattuale e veramente integrativa, non sostitutiva, della previdenza pubblica ( sic!!!). Questo è un diritto cha ormai è riconosciuto a tutti i lavoratori dei settori privati e che non si capisce perché non debba essere attuato, in modo assolutamente volontario, anche nel pubblico impiego, per dare modo a tutti e, in particolare, ai più giovani ai quali viene applicato il sistema contributivo, di avere una pensione dignitosa.

Queste rivendicazioni, che sono complessive, c’è a dire che vengono portate in modo finora coerente ed unitario dal sindacato, ma è altrettanto vero che posizioni, come quelle espresse dal sig. Sciascia, che esprimono una conflittualità radicale ma tutta interna al sindacato, senza tirare mai in causa le responsabilità, che sono grandissime, del governo e delle controparti, non sono certamente di aiuto ad arrivare ad una positiva conclusione di questa vertenza che, prima o poi, si dovrà concludere, non con la resa del sindacato come sembra auspicare il sig. Sciascia (???), ma con un accordo positivo, equo e dignitoso per i lavoratori, che dovranno poter esprimere con il voto il loro giudizio sull’eventuale ipotesi di accordo (???). Se questo non sarà possibile ci saranno altre lotte, alle quali vorremmo vedere la partecipazione anche del sig. Sciascia e di tutti quelli che la pensano come lui, perché siamo anche convinti che c’è bisogno della partecipazione di tutti per riuscire a far cambiare le logiche dominanti di questi tempi, che si esprimono con un accanimento senza precedenti nei confronti del lavoro e contro tutto ciò che è pubblico in questo paese, dalla scuola, al welfare, dal funzionamento della giustizia al riconoscimento dei lavoratori pubblici come risorsa e non come costo”

f.to Segretari Generali Cgil-  FLC e FP

 Replica alla CGIL de “La Cronaca” di Piacenza

Cari sindacalisti,

siccome non sono mai venuto in casa vostra a dare lezioni a voialtri di come meglio si difendono gli interessi dei lavoratori, usatemi la cortesia di non insegnare a me come si fa informazione. Ad ognuno il proprio mestiere: Siete liberissimi – ci mancherebbe altro – di esprimere il vostro dissenso da un’opinione di un vostro collega, ma non c’è nulla di “inaccettabile” nel dare spazio ad una presa di posizione se questo è ritenuta – a discrezione del giornale – di interesse per i lettori. E la bontà di un’opinione non si misura – come fate voi dimostrando di essere democratici a modo vostro – dal numero di iscritti che si rappresenta ( a parte il fatto che il sig. Sciascia ha riferito la posizione della RdB uscita dall’assemblea nazionale del 16 marzo scorso).

Sarà un nostro difetto, ma a noi piace immensamente dare voce alle voci fuori dal coro. Crediamo che in questo modo il pluralismo dell’informazione ne abbia giovamento. So che in questa città l’avere un’informazione libera e pluralista disturba i sonni di qualcuno, ma non sono problemi miei: I Sindacati si riempiono spesso la bocca con parole quali democrazia, partecipazione e via elencando. Salvo poi rimanere increduli se qualcuno la pensa diversamente e cercare di sminuire la portata delle dichiarazioni rilasciate al giornale con argomenti poco eleganti e che non fanno certo onore a due segretari di categoria della Cgil.

Per quel che si riferisce “ al non aver sentito il dovere di raccogliere il parere dei segretari di categoria…”, faccio presente che nella stessa pagina dell’intervista a Carmelo Sciascia, è riportato il pensiero del vostro Segretario Generale.

Se non vi sentite rappresentati dalle parole del vostro Segretario, non so che farci.

Da parte nostra continueremo a fare informazione e se qualcuno vuole perdere tempo ad indignarsi, faccia pure”

f.to

giornalista de “ La Cronaca”

 

 Le “riflessioni” di Carmelo Sciascia

“….Lettera aperta al segretario generale CGIL - Segretario FLC - Segretario FP"

 Alcune riflessioni è doveroso farle sugli eventi che spesso ci circondano, ci interessano, ci toccano personalmente. Per fare delle riflessioni abbiamo spesso bisogno di pungoli interiori od esterni, a volte voluti, a volte casuali. L’occasione di uno sciopero può essere un pretesto per esternare un’opinione, un pensiero, per fare comunque delle riflessioni.

Questo è quello che è stato fatto da me in occasione dello sciopero del pubblico impiego del 18 c.m, mi riferisco nel caso particolare ad un’intervista avuta con la giornalista Susanna Pasquali della Cronaca di Piacenza.

In quell’intervista esprimevo il profondo disagio di una categoria di lavoratori, il pubblico impiego di cui faccio parte, che ha da 15 mesi il contratto di lavoro scaduto. Ho parlato di una proposta del governo, contenuta in finanziaria, del 4,31%, una cifra considerata misera da tutte le sigle sindacali e di una posizione confederale che invece di considerarla una provocazione ed interrompere subito le trattative, è stata di apprezzamento dell’apertura del tavolo negoziale e di assenso a nuovi incontri addirittura nella giornata del 18 ( per bocca di Pezzotta).

Ecco allora scattare il dubbio di un accordo al ribasso già confezionato, per cui la chiamata allo sciopero era un imbroglio morale, inadeguata e contraddittoria.

Ad aggravare questo quadro si aggiunge anche l’intenzione di introdurre la previdenza complementare anche nel pubblico impiego (un incontro era stato previsto per il 23 c. m.), e volevo ricordarlo: lo sciopero era a sostegno anche di questa richiesta!

Questa era tra l’altro la posizione del mio sindacato – RdB-CUB – scaturita dall’assemblea nazionale degli eletti RSU e delegati che si era tenuta all’EUR a Roma, il 16 marzo. Dove si è tra l’altro presa in considerazione la possibilità di adottare forme di lotta durature che vadano oltre le pastoie delle regolamentazioni (limitazioni) del diritto di sciopero, che creino nelle singole amministrazioni ed al governo quel disagio necessario a dare efficacia alla richiesta di salari, diritti ,dignità.

Io personalmente ho creduto e credo fortemente nella funzione dei sindacati, e se devo essere sincero in primis nella CGIL, dove sono stato iscritto (molti anni) ed ho dato il mio contributo oltre che politico (delegato del Personale Viaggiante FS) anche culturale, qualcuno ricorderà le iniziative per il centenario della fondazione della Camera del Lavoro di Piacenza, Torino e Milano: pubblicazione di un libretto a cura della FILT e di una mostra nel salone di via XXIV Maggio.

Il problema è un altro, ed è politico. In Italia abbiamo avuto una concezione della politica e quindi anche del sindacato che si può, a grandi linee, far risalire a due grandi e storiche scuole di pensiero che hanno come punto di riferimento il Guicciardini ed il Macchiavelli. Il primo famoso per il "particulare" il secondo per il "principe". Non voglio stancare con questi riferimenti storici, ed ho gli strumenti per farlo, ma servono per dimostrare come spesso i partiti e nel nostro caso i sindacati, a seconda del momento storico, adottino ora l’una ora l’altra posizione a seconda dell’interesse particolare.

Gloriose le lotte sindacali dal primo novecento al dopoguerra che vanno dalla lotta al latifondo (ricordiamo i fasci siciliani), alle lotte operaie delle grandi concentrazioni industriali degli anni 60 al nord, ( a Piacenza, è di questi mesi l’iniziativa a ricordo dell’esperienza dell’Arbos), che nulla comunque hanno a che fare con posizioni di mero opportunismo filo od anti- governativo dei giorni nostri.

Mi spiego meglio: la posizione del sindacato confederale CGIL-CISL-Uil, è stata molto, ma molto ondivaga a seconda dei governi, per lo stesso argomento infatti si era a favore o contrari, si invitava alla lotta dura o a capire le esigenze economiche della finanza pubblica.

Vedasi al riguardo la posizione di questi sindacati sul problema della riforma delle pensioni: durante i governi di centro sinistra Prodi, Dalema, in un colpo solo hanno tolto 20 anni (Vedi riforma – DINI, AMATO), i sindati confederali ed i partiti, allora facenti parte di quel governo dicevano che bisognava capire le esigenze dell’economia nazionale ed europea (sì l’Europa c’entra quando c’è da togliere qualcosa ai lavoratori, mai quando si parla di adeguare la politica salariale).

Unica eccezione è stato un partito "minore" Rifondazione, cui va il merito di essersi sempre opposto allo smantellamento dello stato sociale (il termine welfare non mi piace, nasconde delle insidie per i molteplici significati dei termini inglesi). Vi fu, ricordo, allora una grande manifestazione a Milano indetta da molti comitati spontanei di base, cui partecipai.

Oggi, con il governo Berlusconi si eleva di un anno ed è per gli stessi sindacati "scandalo".

Lo stesso dicasi per la precarietà dei posti di lavoro.

Oggi un numero enorme, senza precedenti, sono oltre 350 mila i lavoratori precari della pubblica amministrazione, i contratti vanno da quelli a tempo determinato, a quelli interinali, ai co. co.co., ai Lsu, formazione e lavoro, lavoro flessibile ecc. questa situazione è ritenuta esplosiva, lesiva dei diritti dei lavoratori e della dignità stessa, questo oggi!

Questa situazione comunque è stata introdotta dai governi di centro sinistra con la condiscendenza dei sindacati confederali. Mi spiace dirlo: il concetto di cinghia di trasmissione c’era e purtroppo c’è ancora, tra sindacati e partito, alla faccia di qualsiasi forma di autonomia e di capacità propositiva! E cosa ancora più vistosa, mi spiace dirlo, nella CGIL.

Potrei portare ancora tantissimi esempi, come la scuola, adesso con la Moratti non va bene nulla, prima con Berlinguer andava tutto bene: il drammatico taglio agli organici, l’accorpamento delle scuole, il numero di alunni per classe, la dirigenza all’interno della scuola, l’eliminazione dei Provveditorati agli Studi, andava tutto bene!!!

Penso quanto detto chiarisca bene il concetto accennato all’inizio sul particulare del Guicciardini.

E penso si capisca anche il mio intervento che non è a fini polemici quanto a considerazioni di politica sindacale: è su questi temi che vorrei essere smentito!

Un Fantozzi di impiegato qualsiasi penso faccia di tanto in tanto delle riflessioni sulle indicazioni di qualche sindacato, e sarà forse per questa capacità riflessiva se, e mi spiace ancora una volta dirlo, il più grande sindacati italiano è tale perché rappresenta più i pensionati che la parte attiva dei lavoratori? E la capacità di esprimere delle "verità" è dato solo dal numero di tesserati? O di consensi? Era verità la dottrina fascista in Italia, nazista in Germania o comunista nell’URSS stalinista che avevano una maggioranza unanime? Oppure bisogna dire no o si, solo in base al governo del momento? Il sindacato deve rappresentare la parte attiva e produttiva del paese e quindi gli interessi dei lavoratori o essere il "sindacato del cittadino"? Praticamente una specie di ente parastatale? Sono questi i temi su cui bisogna confrontarsi oggi, cosa e come deve essere un sindacato, su questi argomenti vorrei ci fosse dibattito sindacale, sull’Essere e l’Esserci, non in senso metafisico (Heideggard), ma su tutta la pesantezza dell’essere politico!

Per tornare all’attuale: hanno i sindacati maggiormente rappresentativi fatto un qualsiasi referendum fra i lavoratori per sapere se condividono le proposte dei Fondi relativi alla previdenza integrativa? Non mi risulta. La conflittualità radicale, mia e del sindacato che, piaccia o non piaccio rappresento, non è critica tutta interna al sindacato, anche perché sono ben note" le responsabilità del governo e delle controparti", ma aggiusterei un pò il tiro volgendo la frase al plurale, sono gravissime le responsabilità di questo, come dei governi che lo hanno preceduto! Questa è la differenza di fondo tra il mio sindacato e le altre OO. SS.!

Noi diciamo le stesse cose anche se cambiano i governi, gli altri …Guicciardini!

Lo smantellamento dello stato sociale è purtroppo iniziato in momenti e con governi diversi dall’attuale, alcuni esempi: La trasformazione delle F.S. in SPA (personale dimezzato, sicurezza dimezzata, costo dei biglietti raddoppiato), la riforma della pubblica amministrazione e dei rapporti di lavoro, Bassanini e co., la deregulation è stata l’ultima legge fatta in fretta e furia del centro sinistra, il sistema pensionistico: il passaggio dal retributivo al contributivo ecc… ecc….Troppo lunga sarebbe la lista.

Adesso cosa bolle in pentola? Con l’approvazione definitiva di fine luglio del Parlamento, il governo Berlusconi ha varato, dopo quelle precedenti del centro sinistra, l’ennesima controriforma delle pensioni. Per ultimo, con la clausola vessatoria del silenzio-assenso, viene aggredito il TFR per traghettarlo alla speculazione finanziaria attraverso il suo conferimento ai Fondi Pensione.

Questo aspetto, come altri, per diventare operativo è affidato all’emanazione dei decreti attuativi da parte del Governo, cosa che si appresta a fare ma che non è ancora avvenuta.

Noi su questi temi abbiamo aperto una campagna di sensibilizzazione e diciamo ai lavoratori di manifestare fin da subito al Governo e a CGIL,CISL,UIL che bramano dalla voglia di sedersi nei consigli di amministrazione dei Fondi per gestire la somma non indifferente di 14 Mld di euro l’anno. Vi è il pericolo reale che il tfr di ogni lavoratore dipendente finirà nei fondi pensione, cioè a finanziare, attraverso il mercato azionario, le grandi aziende private o privatizzate.

Le stime parlano chiaro: i Fondi, hanno un rendimento inferiore alla attuale rivalutazione degli accantonamenti per la liquidazione. Il problema quindi è la difesa del sistema previdenziale pubblico, pesantemente attaccato nell’ultimo decennio, il ripristino del calcolo retributivo per tutti e la garanzia di una rendita pensionistica dignitosa per tutti i lavoratori.

Potrei ancora dire dell’altro su tantissimi temi che stanno sul tappeto oggi e che riguardano tutti i cittadini, ma finirei per stancare, l’arma dell’ironia che hanno creduto di usare dei segretari generali del più grande sindacato, è spuntata, è spuntata perché in ritardo di molti lustri, l’ultima volta che è stata usata era il 77 ed è finita male!

Io sono come voi convinto "che c’è bisogno della partecipazione di tutti per riuscire a far cambiare le logiche dominanti di questi tempi", ma sono anche convinto che questa partecipazione deve iniziare con un atto di profonda e sincera onestà, onestà intellettiva e morale, e che ognuno deve cercare di fare onestamente il proprio mestiere, rimettendoci a volte di tasca propria come fa chi sciopera, a proposito i sindacalisti distaccati, visto che non hanno trattenuta sulla busta paga il giorno dello sciopero, perché non devolvono l’equivalente a fini di solidarietà e di volontariato? Questo sarebbe già un bel gesto di onestà!

Non me ne vogliate, vostro affezionatissimo delegato regionale per il MIUR di Rdb-CUB

Carmelo Sciascia

Un breve commento  del Coordinamento

Nell’attuale contesto sociale e politico, ove tutti i principi ed valori subiscono nel vivere quotidiano una progressiva e profonda metamorfosi finendo per perdere l’originario significato e la loro intrinseca essenza; ove improba ed affannosa diventa la ricerca di una linea di demarcazione tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, tra il vero e il suo contrario, anche il senso proprio di democrazia e la sua negazione ( demagogia) assumono molto spesso nel linguaggio comune margini indefiniti e confusi, in quanto utilizzati a seconda della convenienza e degli scopi prefissati.

Per noi –  lo diciamo con estrema franchezza ed onestà – democrazia non è quella di ritenersi depositari di apodittiche verità;

per noi democrazia non significa porsi al cospetto dell’interlocutore con toni arroganti e rifuggire il confronto all’interno di un corretto rapporto dialettico;

per noi democrazia non significa denigrare l’avversario ed offendere chi non la pensa allo stesso modo;

Nulla di tutto questo.

Per noi democrazia significa essenzialmente rispettate l’opinione altrui ed accettarne le critiche, giuste o sbagliate che siano; significa porsi costantemente in discussione; significa  riconoscere  i diritti anche delle “minoranze”; significa sottoporsi al giudizio imparziale della gente…. ed è quello che ci proponiamo di fare con il presente scritto………soprattutto questa è democrazia.

E ci scusi la  C.G.I.L. se è poco!

Coordinamento Nazionale RdB settore MIUR

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