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Perequazione...
come l'Araba Fenice

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A volerne proporre simbolicamente un accostamento, la vicenda indennità rievoca, su sfondi grotteschi tipici di una realtà romanzesca, la raffigurazione del mitico uccello dalle piume dorate che aveva ricevuto il dono di poter risorgere dalle proprie ceneri.

“…Tutti giurano che esiste…..ma nessuno sa dire dove si trova……”

Infatti, la perequazione non la si ritrova negli Accordi stipulati dinanzi all’Aran, se è vero come è vero, che i Confederali, che pur oggi assurgono, ma solo a parole, al livello di paladini delle giuste cause dei lavoratori, si sono solo preoccupati di porne il veto in sede negoziale ( vedasi dichiarazione congiunta n. 5 del C.C.N.L. 2002 – 2005); 

Neppure la si trova sui solenni banchi del Parlamento, se è vero come è altrettanto vero che il tentativo, peraltro blando e marcatamente surrettizio, di far passare un emendamento legislativo che doveva attribuire 7 milioni di euro a parziale ristoro dei diritti del Personale del Miur, si è inesorabilmente infranto dinanzi al muro dell’ingiustizia eretto da chi ci governa;

E nemmeno la si trova nelle aule dei Tribunali, se pure è vero che i giudici aditi, pur dichiarando sicuramente fondate le ragioni fatte valere dai ricorrenti, hanno tuttavia dovuto affermare di non potersi sostituire alla sovranità dei soggetti contraenti nel riconoscere  diritti che attengono alla sfera del rapporto di lavoro.                    

Insomma, è un po’ come il cane che si morde la coda……..  i Confederali cercano per vie traverse ed accomodanti  (provvedimento legislativo) quello che è normale e fisiologico che invece si consegua in forma diretta ed immediata dinanzi all’Aran 

E cosi, mentre oggi assistiamo alla ridicola messa in scena dei massimi vertici della Triplice che minacciano sfaceli e scioperi generali pur di ottenere l’elemosina di 4 o 5 euro in più di rinnovo contrattuale ( sic!), nel contempo, sul Transatlantico di via Trastevere, i delegati della CGIL, CISL, UIL, UNSA - dopo aver deciso di prendere le distanze dalla RdB in quanto poco incline ad utilizzare il linguaggio  criptico del “sindacalese” – si impegnano a far sentire da Giove tonanti i rulli dei tamburi e gli echi dei loro tromboni pur di dare un qualche segnale di non ben illuminanti proclami di guerra.

Inoltre, come folgorati sulla via di Damasco, si accorgono di colpo di essere stati turlupinati dalle promesse del Ministro (ma non c’era certo bisogno di consultare l’oracolo, per predirne le conclusioni); quindi, proclamandosi salvatori della patria, chiamano a raccolta tutto il popolo del Miur, esortandolo ad erigere  trincee sui posti di lavoro per promuovere una crociata contro la Moratti, additata quale unica colpevole di cotanta insensibilità ( ….ma non furono proprio  i Confederali gli accaniti sostenitori dell’infausta Riforma di smantellamento di questo Ministero ?).

 Ma quale il metodo di lotta, quali gli strumenti, quali le strategie da essi proposte?

Non si sa!!!

Loro, attraverso l’abituale, laconico e vago  formulario parlano di “mobilitazione”….”di stati di agitazioni” “di iniziative”…. ma si guardano bene dal dire come, quando e dove colpire, quali i punti vulnerabili, quali le occasioni da cogliere.

Ed hanno ben donde a non sbilanciarsi oltre il lecito, se non altro perché per chi svolge professionalmente il mestiere di sindacalista, il linguaggio da usare è proprio questo……quello del dire e non dire, del fare e non fare; ed è il linguaggio vincente - già sperimentato da lustri - di chi è costretto per forza di cose a barcamenarsi tra due contrapposte necessità, quella di dover ripagare i propri iscritti del mandato di fiducia e quella di  non poco conto di cercare di non urtare più di tanto la suscettibilità del politico del Palazzo, che alla prima occasione saprà rendergli il servigio di compiacenza appagando il desiderio di approdare alle più elevate cariche della scala burocratica (storia docet….eclatante è il caso di un rappresentante sindacale nazionale della Corte dei Conti cui è stato assegnato l’incarico di dirigente di II fascia,  per di più senza neppure essere fornito di laurea.).

Fuori dalle ambiguità

CGIL – CISL – UIL – UNSA, dicano con franchezza e senza veli al Personale di questo Ministero cosa bisogna fare concretamente per riappropriarsi della dignità e dei propri diritti.

Noi, nel nostro piccolo,  abbiamo già indicato a caratteri cubitali quale sia la strada da percorrere… e la percorreremo con coerenza e fino ai limiti delle nostre possibilità insieme a quanti vorranno seguirla…….. con o senza la Triplice…….

Facciano lo stesso i Confederali e le sigle sindacali associate…..ma lo facciano senza usare il linguaggio della Sibilla Cumana

 I fatti contano…….il resto è solo chiacchiera …..

 

Il Coordinamento Nazionale RdB – settore M.I.U.R.

 

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