Mercoledì 20 Marzo 2002 si è tenuta a Roma un’Assemblea Nazionale dei lavoratori del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per discutere e decidere come affrontare la grave situazione venutasi a determinare con la chiusura dei Provveditorati agli Studi e l’istituzione, dal 01.01.2002 dei Centri per i Servizi Amministrativi, per ora, nelle stesse sedi e con lo stesso personale dei soppressi Uffici Scolastici Provinciali.

Erano presenti delegazioni dei C.S.A. provenienti da tutta Italia (Bari, Pescara, Chieti, Torino, Novara, Salerno, Vibo Valentia, Pistoia, Prato etc…) ed una rappresentanza del MIUR di Roma.

I delegati a fine assemblea, hanno approvato la seguente mozione:

 …Si estende sempre più, tra noi lavoratori degli ex-Provveditorati agli Studi un senso di profonda preoccupazione, inquietudine ma anche di crescente frustrazione e rabbia per un presente estremamente confuso ed un futuro prossimo ancora più nebuloso ed incerto.

  A ciò si aggiunga l’insostenibile e inaudita pressione che il Ministro Moratti sta esercitando su un personale sempre meno numeroso e sempre più stanco e demotivato cui viene richiesto di concludere le operazioni connesse a graduatorie, movimenti, organici, pensionamenti etc… con largo anticipo sulle consuete scadenze degli anni passati (!).

 Il peso delle contraddizioni aperte dal cosiddetto “processo di riordino” si sta scaricando soprattutto sul personale indotto ormai ad un quotidiano interminabile e logorante tour de force tra moltitudini di precari esasperati, segreterie scolastiche disorientate in preda al panico ed un gigantesco interminabile contenzioso.

 Tutto in assenza di direttive chiare e coerenti, mentre siamo chiamati per l’ennesima volta a far fede solo ed unicamente sul nostro infinito spirito di abnegazione e sacrificio…

Ma è lecito chiedersi perché mai dobbiamo (posto che ci riusciamo…) sacrificare sempre e comunque tutto per garantire il funzionamento di una Scuola sempre meno pubblica e nella misura in cui stiamo subendo tutte le nefaste conseguenze di un maldestro passaggio dal vecchio ordinamento ad un caos organizzativo ed istituzionale senza precedenti nella storia scolastica repubblicana, proprio mentre vengono a mancarci condizioni minime di serenità e stabilità lavorativa e professionale?  

Dopo un lungo periodo di letargo dovuto tanto alle capziose rassicurazioni delle maggiori OO.SS. quanto alle illusioni sulla qualificazione e riqualificazione, che avevano spento la mobilitazione culminata nel grande sciopero del 7 aprile 2000 è ora di rialzare la testa, prima che sia troppo tardi.

Purtroppo i fatti stanno dimostrando che non esiste nessun progetto credibile che riguardi i C.S.A.

I nuovi “Uffici Scolastici Territoriali” appaiono, infatti, ogni giorno di più come aree di parcheggio temporaneo per noi lavoratori degli ex Provveditorati, ritenuti, forse, ormai, in esubero e di assai problematico ricollocamento a causa della nostra non trascurabile età media e del tipo di professionalità che ci caratterizza, probabilmente ritenuta da più parti “obsoleta”.

Tutto pare spingerci in direzione di una mobilità più o meno forzata verso altri lidi con pochissime garanzie di mantenimento della sede geografica e senza un adeguato riconoscimento delle professionalità acquisite o, peggio ancora, in Cassa Integrazione (due anni fermi a stipendio ridotto e in attesa di una ricollocazione quanto mai incerta…)  

  Peraltro, l’attività di qualificazione e riqualificazione in corso di definizione, prevede il riciclo solo di una minima parte del personale mentre per il resto dei lavoratori non ci sono prospettive se non quella di migrare verso altre amministrazioni. 

  Ciò avverrebbe all’interno di una preoccupante situazione generale in rapido mutamento, in cui sono sempre più evidenti i segni della politica di smantellamento della P.A. e dei servizi pubblici (Scuola, Sanità, etc…) mascherata dal cosiddetto “Federalismo” e del processo di precarizzazione e de-regolazione del rapporto di lavoro anche nel Pubblico Impiego mediante il ricorso alle ”esternalizzazioni”, all’”outsourcing”, cioè, a rapporti di lavoro temporaneo e a termine affidati a Società o Cooperative esterne come previsto, fra l’altro, dallo sciagurato accordo firmato da CGIL, CISL e UIL e dal governo la notte del 4 febbraio 2002..

  Alcuni fatti gravissimi, poi, sono accaduti, recentemente, all’interno della nostra Amministrazione e testimoniano dello stato di avanzante degrado e degenerazione cui siamo giunti:

Ø      i trasferimenti per mobilità intercompartimentale di personale dalla Scuola verso le strutture del MIUR al di fuori di qualsiasi criterio o accordo;

Ø      la sottrazione di 4 miliardi dal F.U.A. in favore dei dirigenti (!)

Ø      i numerosi provvedimenti unilaterali di “ utilizzazione interna” in barba a qualsiasi contratto di comparto o integrativo

Ø      la persistente sperequazione retributiva tra dipendenti dello stesso MIUR

  E’ tempo di rompere gli indugi ed andare ad una VERTENZA che sgomberi il campo dalle illusioni e dalle manovre tese a distrarre il personale dalla realtà chiedendo da subito conto delle seguenti ed urgenti questioni aperte:

§         Immediata definizione degli Organici regionali e provinciali dei C.S.A. e delle Direzioni Regionali (numero dei posti messi a concorso e loro dislocazione sul territorio)

§         Trasparenza e tempestiva informazione a tutto il personale e a tutte le organizzazioni sindacali in merito ad eventuali trattative o contatti, in atto o in previsione, tra Ministero da una parte e Regioni, Enti locali ed altre Amministrazioni Statali e para-Statali dall’altra, aventi per oggetto   ipotesi di mobilità verso questi Enti di personale del MIUR e – in ogni caso – su tutti i trasferimenti interni ed esterni in corso o già effettuati.  

Su questi temi il Coordinamento Nazionale RdB-CUB dei lavoratori del MIUR chiederà il sostegno di tutte le R.S.U. dell’Amministrazione centrale e periferica nonché di tutte le forze e le realtà disponibili, comprese quelle della Scuola, e organizzerà ASSEMBLEE in tutti i CSA, nelle sedi delle Direzioni Regionali ed anche nelle città in forma pubblica al fine di informare la collettività sulla grave situazione venutasi a determinare negli Uffici dell’Amministrazione Scolastica e - in mancanza di risposte chiare e rapide su tali irrinunciabili punti - chiederanno a tutti i lavoratori del MIUR di adottare forme di lotta adeguate alla gravità della situazione cominciando dallo sciopero bianco e dall’applicazione del mansionario fino alla convocazione di uno SCIOPERO NAZIONALE di tutta la Categoria con MANIFESTAZIONE a Roma presso il MIUR da tenersi entro il mese di Maggio 2002.

Roma, 20 marzo 2002”    

 Coordinamento Nazionale Rappresentanze Sindacali di Base

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca