A
TUTTO IL PERSONALE DEI CENTRI SERVIZI AMMINISTRATIVI (CSA)
PUBBLICATE
LE GRADUATORIE DEI
CORSI DI RIQUALIFICAZIONE DEL PERSONALE MIUR
Siamo
quasi arrivati al capolinea…
PREPARATEVI
A SCENDERE E ...
SENZA
BAGAGLIO!
Sono
state pubblicate le graduatorie provvisorie delle procedure di selezione per i
passaggi di qualifica nel quadro dell’attività di qualificazione e
riqualificazione ai sensi del CCNL.
Emerge
dalla lettura dei risultati un esito
che non rispecchia la realtà degli uffici dal momento che molti, troppi
colleghi (specie di V livello) hanno avuto la diretta gestione di uffici
operativi senza avere avuto a tutt’oggi alcun riconoscimento per il lavoro
svolto e che paradossalmente si ritrovano nelle ultime posizioni della
graduatoria medesima, vedendosi esclusi dalla riqualificazione solo in virtù di
un meccanismo perverso di valutazione meramente formale e non sostanziale.
Ricordiamo
a tutti che gli obiettivi dichiarati prima che partissero i processi di
qualificazione e riqualificazione e propagandati all’interno dei corsi di
qualificazione stessi dai vari relatori erano: “ efficienza”, “
razionalizzazione”, “ riordino”, in funzione della riforma
dell’ex-Ministero dell’ex-Pubblica Istruzione con al centro “ la
valorizzazione della professionalità in una dimensione di aggiornamento e
formazione continui...”
E
la maggioranza dei colleghi ha creduto davvero che l’attività di
qualificazione e ri-qualificazione avrebbe portato finalmente e dopo tanti anni
di vane promesse, attese deluse e colpi di spugna vari, al tanto agognato
riconoscimento professionale ed allo sblocco della progressione di carriera.
In
verità corsi, corsetti e quiz vari sono stati la cortina fumogena dietro la
quale è andato inesorabilmente avanti il processo di smantellamento del
Ministero della Pubblica Istruzione che è giunto, ormai, al punto di non
ritorno con la chiusura dei Provveditorati agli Studi intervenuta il 31.12.2001.
Infatti,
l’avvio dell’ ”attività di qualificazione e riqualificazione” ha
coinciso con la caduta in stato di coma profondo di tutta la categoria che, fino
al grande sciopero del 7 aprile 2000, aveva, invece, dato tanto inattesi quanto
vigorosi segni di grande vivacità e lucidità espressa in un incessante tam-tam
di iniziative, comunicati, assemblee che se fossero andate avanti avrebbero
portato a ben altri esiti, di certo molto lontani dallo sconfortante e dilagante
sfascio in atto. Ma come siamo
arrivati a questo punto?
Va
ribadito e senza mezzi termini che - come avevamo a suo tempo e a più riprese
denunciato - il bando che venne approntato e reso pubblico a mezzo
intranet e concertato con tutte le maggiori organizzazioni sindacali
aveva già in sé le premesse che avrebbero condotto all’attuale fallimento.
La
griglia di criteri indicati in quel bando dava una rilevanza decisiva
all’anzianità di servizio re-introducendo, di fatto, un automatismo
che è stata un’esca formidabile per la stragrande maggioranza del
personale che ha preso servizio quasi trent’anni fa...
Un automatismo che nulla aveva a che vedere con
“efficienza”, “qualità”, “razionalizzazione” etc.. e con il tanto
atteso riconoscimento di quanto già ampiamente dimostrato sul campo da una
moltitudine di colleghi che hanno svolto per tanti anni mansioni superiori
sopperendo con competenza, serietà, senso di responsabilità e tanta, tanta
fatica ai vuoti d’organico ma anche alle tante, troppe incongruenze di una
Pubblica Amministrazione in cui una dirigenza fatta di arrampicatori lottizzati
occupati a tempo pieno nell’esercizio del potere lontani anni luce da
qualsivoglia idea di “ management” e la co-gestione “concertativa” e
clientelare hanno ostruito qualsiasi possibilità di riorganizzazione della
Pubblica Amministrazione con gaudio enorme di chi invece mirava a
ridimensionarne il peso e importanza.
Al valore decisivo attribuito all’anzianità di servizio ha fatto da
contorno, poi, il proliferare vorticoso di quanto mai improbabili “
incarichi” e “ docenze”, che hanno dato al tutto il sapore della beffa
resa ancora più amara dalla “correzione” relativa alla valutazione del
servizio pregresso del personale della Scuola transitato nei ruoli
dell’Amministrazione.
COME
SEMPRE, ANCHE QUESTA VOLTA, IL LAVORO VIVO E CONCRETO E’ STATO MORTIFICATO
SULL’ALTARE DEI VECCHI E NUOVI GIOCHI DI POTERE DI CUI I SINDACATI MAGGIORI
SONO STATI ATTORI CO-PROTAGONISTI.
All’ombra
di questo sistema di “ relazioni sindacali “ si è consumata, parafrasando
un vecchio romanzo di G.G. Marquez, “ una morte annunciata”. La morte delle
speranze di chi ha garantito, negli ultimi decenni, il funzionamento della P.A.
mentre altri si occupavano decisamente d’altro. E, non a caso, ciò avviene in
sinistra concomitanza con l’altra “ morte annunciata”, quella dei
Provveditorati agli Studi.
Dopo
di loro non vediamo nulla di serio e le famose “ articolazioni regionali”,
per ora, sono solo nelle bozze che ritualmente vengono consegnate a cadenza
periodica alle OO.SS..
L’istituzione delle Direzioni Regionali appare sempre più un flop
politico-istituzionale e non si sa ancora quali siano davvero competenze,
organici e funzioni e dei fantomatici C.S.A.. Anzi, l’unico documento che
fornisca una qualche prova dell’esistenza dei C.S.A. ad oggi è un breve
comunicato dell’Ufficio Stampa del Ministero trasmesso a mezzo Intranet che
recita testualmente: “ Nulla è variato nella struttura e nelle competenze dei
Centri di Servizi Amministrativi (C.S.A.) che sono subentrati ai Provveditorati
agli Studi con funzioni diverse e più limitate (?!?).... I Provveditorati sono
soppressi dal 1 gennaio 2002......”. Insomma, come dire “ Ancora poche
fermate e....”
Le
bugie sono finite: la Riforma del Ministero è fallita e all’orizzonte
si affaccia, sempre più, lo spettro della mobilità verso cosa e dove
non è dato ancora sapere.
Eppure
mentre si consuma una “Caporetto” annunciata, ai lavoratori che ancora sono
al servizio di un Ministero sempre più lontano e sempre più vacuo, si richiede
ancora una volta - l’ultima probabilmente - di far fronte alle scadenze
istituzionali, cioè, di aggiornare le graduatorie permanenti, di definire
organici, di gestire trasferimenti, di affrontare torme inferocite di precari,
senza direttive e istruzioni adeguate, in Uffici in preda ormai allo sbando più
totale e – soprattutto – di arrangiarsi.
Allora
succede che in alcuni Uffici ci si cominci a svegliare dalla favoletta della
“riqualificazione” e si guardi in faccia la realtà. E succede anche che
alcuni colleghi decidano di non sopperire più al dissesto organizzativo ed al
sotto-organico col MANSIONISMO (leggi: faccio tutto dal 3° livello fino al 9°
e passa) e che si attengano rigidamente alle mansioni del proprio profilo
professionale stanchi di essere fagocitati, sfruttati, sotto-pagati ed anche
presi in giro. Qualcuno lo chiama SCIOPERO BIANCO. E’ quello che produce il massimo risultato con il
massimo relax per chi lo mette in atto. E’ quello che si merita
un’Amministrazione come la nostra.
Roma,
12 aprile 2002
RdB-CUB
- Coordinamento Nazionale Pubblica Istruzione
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