Attendevamo la risposta dell’Avvocatura Generale dello Stato al quesito posto dal M.I.U.R. circa la legittimità delle procedure per i passaggi all’interno delle Aree.

L’attendevamo con ansia, non fosse altro perché, certi che le risultanze non potevano che essere confermative di quelle precedentemente espresse sulle Finanze, il nostro Ministero finalmente si determinasse, anche se ob torto collo, per l’arresto definitivo del procedimento concorsuale tuttora in corso in numerosi ambiti regionali.

Così non è stato.

Oggi, 7 novembre, il Capo di Gabinetto, nel rendere di dominio pubblico i contenuti della nota dell’Avvocatura (che ha alla lettera recepito i termini della recente sentenza della Corte Costituzionale), ha tenuto a precisare che detto “parere non è per nulla vincolante” per l’Amministrazione, per poi laconicamente “ assicurare” le Organizzazioni sindacali che la vexata questio troverà sicuramente adeguata e positiva soluzione in sede politica.

Insomma, in sintesi, le procedure concorsuali proseguiranno fino alla loro conclusione, nell’attesa - a dire del Ministero – di una sanatoria meramente ipotetica ed inverosimile da parte dell’organo governativo.

C’è da chiedersi, allora, a cosa sia servito formulare un secondo quesito, se poi era stato già deciso di operare comunque in senso diametralmente opposto all’avviso espresso.

Ci si chiede inoltre perché mai non sia stata interpellata direttamente la Funzione Pubblica, quale organo di Governo deputato a fornire quelle presunte “garanzie” di certezza che oggi si vorrebbero postulare.

Sarà lecito chiedersi, infine, a chi dovranno imputarsi le responsabilità e su chi ricadrà l’onere di dover rifondere le casse dell’Erario per il danno cagionato, qualora, a seguito del moltiplicarsi delle impugnative delle graduatorie in sedi regionali, l’intero meccanismo delle selezioni dovesse essere invalidato dal Magistrato.

Al momento, non rimane altro da fare che registrare la volontà dell’Autorità amministrativa e seguire l’evoluzione degli avvenimenti: le somme ( ed i conti) saranno tirati alla fine.

 Roma, 8 novembre 2002

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