| Quello
                  che è accaduto oggi è del tutto inconcepibile e
                  intollerabile. 
                  
                   Dopo
                  che si era, faticosamente, riusciti a riunire i tavoli di
                  trattativa ecco d’improvviso rispuntare i tavoli separati.
                  Per meglio comprendere, è come se in parlamento alcuni
                  partiti chiedessero di separare la camera o il senato da altri
                  partiti che magari non fanno parte della stessa coalizione.
                  Allo stesso modo le organizzazioni sindacali che partecipano
                  alle trattative sono maggiormente rappresentative e i delegati
                  sono espressione dei lavoratori (stabiliti dai contratti e
                  dalle norme di legge). Quindi, indipendentemente dalla
                  effettiva rappresentanza, dovrebbero avere pari dignità. E
                  invece no; non è così. O perlomeno qualche sindacato ritiene
                  che non sia così. 
                  
                   Le
                  riunioni con unico tavolo erano iniziate da oltre un mese. E senza
                  alcun motivo CISL, UIL e CGIL chiedono il tavolo separato
                  con la RdB. A questo punto la RdB, rifiutando tale
                  imposizione, comunicava alla Amministrazione di non
                  riconoscere la convocazione separata e si presentava alla
                  riunione di oggi (5 aprile). Tra l’altro la stessa
                  Amministrazione si dichiarava contrariata da tale richiesta
                  anche in considerazione della perdita di tempo che questa crea
                  (doppie riunioni, doppi verbali). Si dichiarava disponibile ad
                  aprire la riunione considerata l’importanza degli argomenti
                  all’ordine del giorno. Nonostante tutto la CISL e la UIL,
                  senza sentire ragione, si alzavano e uscivano dalla sala
                  dichiarando che la presenza della RdB era illegittima. 
                  
                   Di
                  conseguenza, nonostante l’invito da parte
                  dell’Amministrazione di rimanere e nonostante l’invito del
                  collega della CGIL ad un chiarimento tra sigle, immediatamente
                  accolto dai delegati RdB, CISL e UIL hanno abbandonato il
                  tavolo impedendo la trattativa e, aggiungiamo, creando un
                  danno ai dipendenti. Vorremmo ricordare che con i tavoli
                  separati si sono chiusi gli accordi relativi al FUA e art. 7
                  con anni di ritardo. 
                  
                   Delle
                  due l’una; o temono il confronto e il dibattito democratico,
                  oppure ritengono la RdB uno “scomodo testimone” alle
                  riuinioni. 
                  
                   Colleghi,
                  tutto ciò provoca un vero e proprio disgusto. E’ evidente
                  che questi sindacati si preoccupano più di mantenere le
                  tessere che risolvere i moltissimi problemi dei lavoratori. Se
                  a questo aggiungiamo la situazione gravissima in cui versa il
                  Pubblico Impiego, grazie alla politica sindacale di questi
                  anni,  con un
                  contratto scaduto da 15 mesi e con prospettive di miseri
                  aumenti (5-5,5 %), tagli agli organici e una riforma della
                  previdenza che ci toglierà il TFS (liquidazione) capiamo il
                  nervosismo mostrato. Oltretutto hanno di che preoccuparsi 
                  vista la continua crescita di consensi che riscuote il
                  sindacato alternativo e di base come la RdB/CUB.
                  
                   Vi
                  informiamo, inoltre, che la RdB invierà una lettera di
                  protesta al Ministro per aver consentito a due sindacati di
                  interrompere le trattative.
                  
                  
                  
                   Roma,
                  06.04.2005
                  
                   RdB
                  Pubblico Impiego
                  
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