BUONI PASTO DEI DIPENDENTI PUBBLICI

Ascom Bologna: non li accettiamo

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Le denunce della RdB Pubblico Impiego, rispetto ai gravi disagi dei dipendenti pubblici nell’utilizzazione dei buoni pasto emessi dalle nuove società vincitrici dell’appalto, trovano ulteriori riscontri nella comunicazione inviata il 13 giugno scorso dall’Ascom Bologna ai titolari di pubblici esercizi:

 ATTENZIONE !!! 

Sta per invadere il mercato dei Pubblici Esercizi (bar, ristoranti, trattorie, pizzerie e osterie) una valanga di buoni pasto riservati ai dipendenti della Pubblica Amministrazione (Carabinieri, Polizia, Prefettura, Agenzia delle Entrate, Uffici Finanziari, Enti Locali, ASL) per un valore di 200 milioni di Euro pari a 40 milioni di buoni pasto.

Nella nostra Regione ed in quelle del Nord-Est tali buoni sono emessi da “BUON CHEF CLUB”. Questa società sta iniziando a contattare il nostro settore inviando una elegante vetrofania ed un volantino accattivante che promette tanto, ma che si guarda bene dal dire che l’adesione al Club con ogni probabilità costerà agli esercenti convenzionati una commissione dell’8 – 9%, in quanto la Buon Chef Club ha vinto l’appalto con la Pubblica Amministrazione offrendo uno sconto del 17% (in tal modo un buono del valore delle vecchie 10.000 lire viene venduto a 8.300 lire).

Su chi la Buon Chef Club ha pensato di rifarsi di questo sconto insostenibile?

Su noi esercenti convenzionati chiedendoci una commissione da capogiro.

Stando così le cose

INVITIAMO 

I colleghi a non sottoscrivere la nuova convenzione per evitare danni immediati ed a breve/medio termine (in quanto è chiaro che presto anche le altre società di Buoni Pasto proporrebbero ulteriori aumenti). Per coloro che nel frattempo lo avessero malauguratamente già fatto, FIPE ha pronta una formale comunicazione di disdetta.

La nostra Associazione è infatti a stretto contatto con FIPE Roma che ha messo in atto iniziative dirette a far saltare la gara, peraltro già impugnata dalla FIPE stessa di fronte al TAR del Lazio, impedendo all’azienda aggiudicataria di rispettare una clausola fondamentale del bando che impone un limite minimo di esercizi convenzionati.

Questa iniziativa sarà portata avanti in tutta Italia e per tutto il mese di giugno, ma naturalmente sono allo studio ulteriori e più forti azioni di protesta che FIPE verificherà in tutte le regioni e che Vi comunicheremo tempestivamente.

Con i migliori saluti

Il tono del comunicato, e le conseguenze per i dipendenti pubblici, sono evidenti. 

Avevamo in passato espresso forti dubbi e perplessità sull’operato della CONSIP (la Spa del Tesoro nata per centralizzare e gestire le gare d’appalto per l’acquisizione di beni e servizi della P.A.).

Oggi è la stessa Autorità Antitrust a denunciare in Parlamento l’accertata esistenza di un cartello d’imprese relativo alla gara per la fornitura di buoni pasto alla p.a. 

La CONSIP ha quindi indetto una gara d’appalto al massimo ribasso suddivisa in 5 lotti, che ha portato le ditte emettitrici a spartirsi il mercato ed a offrire sconti del 17% sul valore dei buoni pasto. 

I dipendenti a questo punto si ritrovano con un buono del valore “virtuale” di 4.65 euro, ma con un valore “reale” di 3.85 euro. Le ditte aggiudicatici dell’appalto intendono far ricadere sugli esercenti la differenza di valore dei buoni. 

La FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, non intende ovviamente sottostare ai “giochini” del triangolo costituito dal fantasioso (Tremonti), dalla CONSIP e dal Trust di imprese, adottando una strategia a tutto campo: 

I BUONI PASTO DEL SETTORE PUBBLICO

La scelta della Pubblica Amministrazione in base alla Legge Finanziaria 2003 di indire gare d’appalto al massimo ribasso ha portato le Società emettitrici di buoni pasto ad offrire sconti fuori mercato per aggiudicarsi le gare e, conseguentemente, a riversare sui nostri esercizi il costo delle riduzioni concesse con commissioni che raggiungono livelli insostenibili per i bilanci delle imprese.

Le recenti gare d’appalto per il servizio sostitutivo di mensa a favore di dipendenti di tutte le pubbliche amministrazioni (ministeri, enti locali, ASL, ecc.) sono state aggiudicate con sconti prossimi al 17% al valore nominale del buono.

FIPE ha fatto presente che è un errore gravissimo basare tutto sulla riduzione dei margini di chi presta effettivamente il servizio (che non è certo la società di emissione che ha partecipato alla gara) a scapito della qualità del servizio erogato, costringendo l’esercente ad agire a sua volta sulla leva del prezzo per poter continuare ad accettare i buoni pasto, con conseguenze facilmente immaginabili sul livello di inflazione e sul rapporto con i consumatori.

La FIPE nazionale sta agendo in tutte le sedi per risolvere questa criticità ma in attesa di risultati, come prima iniziativa, invitiamo gli esercenti a rifiutare di sottoscrivere convenzioni che prevedano sconti superiori a quelli attualmente riconosciuti agli emettitori di buoni pasto.

E’ inoltre importante che i dipendenti pubblici sappiano che il valore dei buoni consegnatigli è molto inferiore (circa il 17%) a quello contrattato sindacalmente.

Seguiranno altre iniziative di cui informeremo in dettaglio tutti gli Associati.

 

Il comunicato Nazionale della FIPE non lascia dubbi: o facciamo saltare la gara o aumentiamo i prezzi.

Se vi fossero dei dubbi sulla strategia FIPE o sul come far aumentare i prezzi ci viene in aiuto la news “In Trentino scoppia la grana dei buoni pasto”, pubblicata il 23 maggio sul sito www.confcommercio.it, che riportiamo in parte: 

Non potendo tuttavia rinunciare ai buoni pasto, l’unica alternativa per i ristoratori è aumentare i prezzi di una percentuale sufficiente a coprire i maggiori costi gravanti, a causa della convenzione, sul bilancio dell’esercizio. Il problema è far capire ai consumatori che la causa dei rincari è il criterio del massimo sconto sancito dalla Consip. In caso di aumento gli operatori dovranno inoltre evitare irregolarità formali rispetto alla normativa sulla pubblicizzazione dei prezzi, includendo nei listini un’ulteriore colonna che evidenzi gli aggravi, denominata “buoni pasto dipendenti pubblici convenzione Consip”, facendo attenzione ad effettuare gli arrotondamenti per difetto. Per le associazioni dei ristoratori e dei pubblici esercizi del Trentino “in questo gioco al massacro dev’essere comunque chiara la responsabilità della pubblica amministrazione, che facendo l’interesse delle ditte emettitrici penalizza sia le aziende del settore sia i consumatori”.

 

Ancora qualche dubbio? Sul sito della FIPE è attivo un apposito “Forum buoni pasto”. Così risponde l’ufficio legislativo FIPE ad un esercente che chiede informazioni sui comportamenti da tenere:

La Federazione, oltre ad aver impugnato al TAR la gara, ha diramato indicazioni alle associazioni territoriali, quindi anche a ROMA, invitandole a far in modo che l'aggravio di commissioni non ricada sugli esercenti, ma sia trasferito su chi si presenta con tali buoni. Contatti CONFCOMMERCIO ROMA ed avrà le necessarie indicazioni operative.           
 

Ora la FIPE annuncia che nei prossimi giorni  i pubblici esercizi si renderanno protagonisti di iniziative clamorose in tutta Italia per denunciare il problema ai tanti lavoratori - soprattutto dipendenti pubblici - che ogni giorno consumano il loro pasto in bar e ristoranti.” 

L’operazione messa in piedi, a questo punto, avvantaggia certamente qualcuno: 

Il trust d’imprese che hanno vinto l’appalto riceveranno comunque i soldi corrispondenti ai buoni distribuiti, anche se questi non potranno essere utilizzati. 

La CONSIP mantiene il ruolo di gestore degli acquisti della PA con gare al ribasso e senza garanzia alcuna sulla fruibilità del servizio offerto.

Il fantasioso (Tremonti) ha trovato un’altra toppa con cui sanare i suoi buchi, facendo la cresta sulla retribuzione dei dipendenti pubblici (ed il buono pasto è parte della retribuzione) 

… a discapito di qualcun altro: 

I dipendenti dei Ministeri non solo percepiscono un buono pasto assolutamente insufficiente (4.65 € come fissato nel 1996!!), ma con un valore reale ridotto in nome della privatizzazione e delle leggi del libero mercato e che rischia di trasformarsi in inservibile carta straccia.

Senza dimenticare che, anche senza le ultime “innovazioni”, lo Stato risparmia già la metà di quanto stanziato per i buoni pasto, il cui valore potrebbe, quindi, essere tranquillamente raddoppiato e poi legato all’inflazione.

Compito della RdB Pubblico Impiego è farsi promotrice di tutte le iniziative (anche legali) per ripristinare i diritti dei lavoratori e per adeguare il valore dei buoni pasto a livelli dignitosi.

 Compito dei lavoratori dovrebbe essere quello di … inbufalirsi e dare forza alle nostre rivendicazioni !!!

Bologna, 20 giugno 2003 

A cura della RdB Pubblico impiego Bologna - Viale Silvani, 12 - 40122 Bologna – Tel. 051523822 Fax 051 523280. www.bologna.rdbcub.it