COMMISSIONE PARITETICA PER L’ORDINAMENTO NEI MINISTERI

LAVORATORI ATTENTI IL BIDONE E’ IN AGGUATO

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Dopo una “pausa di riflessione” durata circa un mese, l’Aran ha di nuovo convocato la Commissione Paritetica per il nuovo ordinamento del comparto ministeri.

La relazione dell’Aran è stata una sorta di riepilogo degli argomenti discussi nelle cinque riunioni precedenti con il preciso scopo di pervenire all’elaborazione di un documento più o meno condiviso e su cui concentrare la discussione finale per la definitiva approvazione della proposta della Commissione.

La relazione è partita da un unico principio che è poi il criterio cui si deve ispirare la proposta in sintesi maggiore flessibilità nell’utilizzo del personale e delle carriere.

Pertanto lo schema ipotizzato è il seguente:

1.       Le tre aree attuali  rimangono con possibilità di ridurre l’ accesso dall’esterno;

2.       accorpamento dei profili giuridici in un unico profilo all’interno dell’area così pure le mansioni saranno definite per area

3.       i livelli interni all’area si trasformano da giuridici in economici con ipotesi di aumento degli stessi

4.       in ogni caso lo sviluppo economico rimane vincolato alle disponibilità del FUA;

5.       le dotazioni organiche saranno determinate non più per profilo o livello economico ma per area il tutto però a spesa invariata;

6.       è prevista la possibilità di istituire una area, parallela, della vice dirigenza e delle alte professionalità.

Questo schema, seppur meritevole di approfondimenti, risponde in pieno al criterio della massima flessibilità di utilizzo dei lavoratori ma non altrettanto alle aspettative di carriera degli stessi.

In questo modo si istituzionalizza, in maniera definitiva, l’utilizzo selvaggio del personale in mansioni superiori; la progressione di carriera resta un sogno per tutti in quanto il passaggio tra le aree diventa una barriera invalicabile; si perpetua lo sfruttamento dei lavoratori anche attraverso la possibile introduzione della vice dirigenza da attribuire al personale dei livelli alti cui delegare compiti e funzioni dirigenziali ma con diversa retribuzione.

La consistenza del FUA determinerà il numero di persone che avrà diritto alla progressione economica all’interno dell’area, ciò amplificherà il divario già esistente tra ministeri ricchi e poveri e contribuirà a discriminare ulteriormente i lavoratori. A questo punto anche la sola progressione economica avrà tempi biblici (con buona pace di chi da oltre venti anni è in attesa di fare carriera) e bisognerà attendere il pensionamento di qualche collega (SIC!!!!)

Questa proposta di ordinamento, in quanto ad effetti, è una pessima copia di quello esistente. Infatti determina un ulteriore impoverimento dei lavoratori (si sottraggono i soldi di tutti per far passare di livello i pochi), crea ulteriori divisioni tra i lavoratori (sia all’interno dello stesso ministero che tra ministeri), non riconosce economicamente le maggiori professionalità acquisite con l’esperienza, non sana l’esistente, perpetua lo sfruttamento dei lavoratori retribuendo i lavoratori dei livelli più bassi, allo stesso modo, pur sapendo che svolgono mansioni superiori, non riduce le aree né tantomeno abolisce l’anacronistica area “A”.

La ricaduta più pesante si avrà su quei lavoratori la cui figura professionale è inquadrata su più aree (cancellieri, ispettori del lavoro e delle politiche agricole, ufficiali giudiziari, educatori, ecc.) i quali si vedranno risucchiati dal profilo dell’area inferiore.

La RdB chiede:

·         l’immediata cancellazione dell’area “A” per un progressivo avvicinamento all’area unica di inquadramento,

·          il finanziamento dei passaggi di livello a carico dell’amministrazione,

·         l’istituzione di un capitolo di spesa dove far confluire le somme, attualmente incamerate dal Tesoro, relative ai risparmi di gestione corrispondenti alle vacanze di organico e da utilizzare per i passaggi di livello.

 

Roma, 16 giugno 2004                                         RdB Pubblico Impiego – Settore Statali

RdB Pubblico Impiego – Settore Statali


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