POSTA ELETTRONICA: il fai da te !!!!!! |
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Roma, 16 ottobre 2003 |
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Dal
14 ottobre scorso, mediante una e mail di “migrazione2000@tesoro.it”, molti
colleghi sono stati informati della “migrazione” della propria mailbox sulla
nuova infrastruttura di posta Exchange 2000.
A
seguito di questo processo, si è reso necessario, in dipendenza della tipologia
di client posta utilizzato, apportare alcune variazioni alla configurazione
sulla propria postazione di lavoro.
Le
variazioni della propria postazione di lavoro, secondo le direttive emanate (da
chi non si sa e, peraltro, in maniera molto casereccia!) prevedono la verifica e
l’eventuale riconfigurazione del proprio client con un semplice fai da te.
Come
era possibile prevedere, considerata la mancata pianificazione e informazione
sulle operazioni da compiere oltre il 90% delle caselle di posta elettronica si
sono bloccate.
Anzi,
gli operatori e le operatrici del call-center (ai quali va la nostra piena
solidarietà per la loro condizione di precariato e sfruttamento), hanno dovuto
più volte cambiare “versione” sulle istruzioni da seguire, nella oramai
totale confusione che si era generata.
Alla
luce dei contratti con cui la Consip e le ditte subappaltatrici prevedono “l’assistenza
e l’installazione fino al posto di lavoro” e che la quasi totalità dei
personal computer sono raggiungibili da remoto con l’applicazione “tivoli”,
ci sorge spontanea una domanda (anzi più di una):
a)
l’amministrazione era al corrente e aveva approvato quest’operazione?
b)
l’amministrazione intende provvedere a quantificare ed addebitare il
disservizio creato ai responsabili della procedura?
c)
l’amministrazione intende verificare se ricorrono gli estremi “di
interruzione di pubblico servizio” in quanto la posta elettronica è, oramai,
utilizzata come un indispensabile strumento di lavoro?
d)
quali benefici ne trae l’amministrazione con una gestione dei servizi
di posta elettronica, appaltati ad un gestore esterno, quando poi sono gli
stessi lavoratori che debbono provvedere a configurare le proprie postazioni di
lavoro sottraendo, altresì, risorse e tempo alle normali attività di istituto?
e)
l’amministrazione non si è mai domandata se la qualità offerta dal
gestore rientra negli standard previsti alla luce, per esempio, degli
innumerevoli problemi generati negli ultimi due anni da virus informatici
penetrati così facilmente nella rete del MEF ?
Ancora
una volta si è dimostrato il vero volto della politica di privatizzazione
selvaggia messa in atto dall’amministrazione, clandestina nella
quantificazione dei costi in rapporto ai “benefici” ottenuti. Non contenti
del disastro provocato lo scorso anno nei Dipartimenti Centrali e Provinciali (SPT
stipendi, SVILDEP Cassa Depositi, Buoni Pasto, SICOGE, Consegnatario etc. etc.),
con le gravissime ripercussioni sulla professionalità dei lavoratori e danni
ingenti all’utenza, si continua a far finta di niente…..anzi, si propone il
fai da te !!!
Roma
16.10.2003