IL DIVORZIO |
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L’amministrazione
ha emanato, il 17 febbraio 2003, la direttiva interdipartimentale per
l’applicazione dell’art. 1, comma 8, del D.L. 6.9.2002 n. 194, convertito
con modificazione nella legge 31.10.2002 n. 246.
L’emanazione
della direttiva (scaricabile
cliccando qui), concertata tra il Capo del IV dipartimento e il Ragioniere
Generale, ha come scopo, secondo chi l’ha elaborata, “quello di dare
univocità di indirizzo operativo, nel quadro di un rapporto di piena
cooperazione e collaborazione degli Uffici, finalizzato alla migliore efficienza
dei Servizi”.
Di
fatto, come più volte da noi sostenuto, è l’ufficialità
della fine dei dipartimenti provinciali.
Non
ci soffermiamo molto sulla correttezza dell’intera procedura che ha
accompagnato l’emissione del decreto legge. Da tempo, abbiamo sottolineato la
gravissima situazione in cui versano le relazioni sindacali. Ormai, per i
responsabili politici e i loro referenti, il “sentite le OO.SS.” è divenuto
solo un puro atto formale. Persino durante la riunione dello scorso 14 febbraio
2003, dove si è discusso, oltre che delle procedure di riqualificazione,
proprio del prossimo decreto di riassetto organizzativo del dicastero, il quale
non è altro che la naturale conseguenza del D.L. 194, sia la parte politica sia
i suoi referenti si sono ben guardati da menzionare la direttiva, certamente già
collezionata.
Il
divorzio, di sicuro non consensuale, non è altro che il risultato di nuovi
equilibri di potere tra apparati che da tempo si stanno dando battaglia. Tutto,
sulle spalle dei lavoratori.
Non
possiamo che essere preoccupati. I lavoratori pagheranno un costo altissimo per
le forti discriminazioni, sia giuridiche sia salariali, oltre che ai riflessi
negativi che subirà l’intera organizzazione periferica degli uffici.
Roma
19.2.2003