Missione di Pace !!!

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Roma, 18 novembre 2003


 

Il tragico evento di Nassiriya ha scatenato un carosello vergognoso di ipocrisie e menzogne che rilevano ancora una volta la natura di “regime” del sistema politico in atto.

Tutti insieme, governo, maggioranza, ulivo, mass media, impegnati in un’opera di sciacallaggio politico per avallare la tesi della missione di pace delle truppe italiane e dell’origine terrorista dell’attentato che è costato la vita a tanti nostri connazionali.

E’ necessario ribadire e contrastare, con la massima fermezza, le falsità che in questo momento sono vomitate in maniera impressionante per difendere scelte di interventismo militare di completa e totale responsabilità del governo e della maggioranza che lo sostiene.

I soldati italiani NON sono andati in Iraq in missione di pace, sono andati in un paese tuttora in guerra come componente dell’esercito invasore che sta occupando il paese.

L’infamia di chi oggi piange i nostri soldati è ancora più vergognosa di fronte ad affermazioni di dolore e stupefazione e imprevedibilità di chi ha inviato i nostri soldati in missione di guerra, senza appoggio ONU, contro il parere della maggioranza delle nazioni mondiali e di circa l’80% degli italiani e di gran parte dell’opinione pubblica mondiale.

Idee come “guerra preventiva”, “guerra umanitaria”, “portatori di libertà”, sono stati, come sempre, spazzati dall’orrore della guerra che ha dimostrato ancora una volta, che guerra vuol dire sangue e morte, che occupazione vuol dire rivolta.

Il nostro paese è in guerra, una guerra coloniale al solo scopo di difendere gli interessi strategici ed economici statunitensi in Iraq. Se la storia ha un senso, la scelta della guerra non porta popolazioni festanti ad accoglierti ma attentati, guerriglia, dolore e sopraffazione fino a quando l’occupante non si ritira e libera il paese della propria presenza.

        Tutto ciò che sentiamo in questi giorni è troppo, troppo simile ai proclami di qualsiasi paese che giustifica l’invasione di un altro. Invitiamo tutti a rileggere cosa diceva la propaganda fascista durante l’invasione dei paesi africani, di quella nazista nell’occupazione dei paesi europei e anche durante l’occupazione dell’Italia.

 

Parole come portatori di civiltà, di pace, di aiuto sono tra le più gettonate nella propaganda di regimi passati e presenti.


I nostri soldati sono stati uccisi in un paese in guerra.

 

Il nostro cordoglio alle vittime italiane e ai civili irakeni non ci impedisce di sostenere che se vogliamo evitare, come la gran parte del popolo italiano ha tentato già prima della guerra, altre morti ingiuste e inutili è nostro dovere imporre al governo Berlusconi, unico e solo responsabile di questa tragedia, di ritirare immediatamente i nostri soldati dall’Iraq, chiedendo in concomitanza l'intervento dell'ONU per sostituire l'autorità militare statunitense e preparare, nel più breve tempo possibile, le elezioni e la convocazione di un'Assemblea Costituente nel paese.

 

Roma 18.11.2003