Lo sviluppo del Mezzogiorno è una delle tre
priorità individuate per il rilancio del governo Berlusconi bis.
Per dare corso e concretezza a questa priorità,
il Presidente del Consiglio incaricato ha deciso di istituire un
ministero ad hoc.
Il Ministero dello Sviluppo e Coesione
Territoriale alla cui guida è stato nominato l'ex sottosegretario
Gianfranco Miccichè.
La denominazione del nuovo ministero
coincide, chiaramente, con il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e
Coesione.
Ma non è solo una questione di mera dicitura.
Le competenze e il decreto emanato nella
prima riunione del Consiglio dei Ministri del 23 aprile 2005, con il quale è
stato sottratto al nostro ministero il ruolo di coordinamento delle politiche
per il Sud, sono evidenti è preoccupanti.
Non ci soffermiamo sulla ricaduta politica di
questa scelta che, certamente, non risolverà il degrado economico e
occupazionale del Mezzogiorno prodotto dalle politiche neoliberiste fino ad
ora attuate.
Nella Finanziaria 2005 la "questione
meridionale" è stata semplicemente rimossa, cancellata.
Il sud è stato abbandonato a se stesso e
punito sia per la propensione ideologica leghista, sia perché le sue comunità
si sono ribellate ad un ruolo di colonia, di terreno di precarizzazione del
mercato del lavoro e dell'erogazione stessa della forza lavoro, di
proliferazione di basi militari, di megadiscarica e megaincenerimento di
rifiuti, tossici e nocivi.
La nostra preoccupazione è rivolta sullo
sfaldamento del nostro dicastero.
Si tratterà di vedere quanti e quali pezzi
dell'attuale III Dipartimento passeranno nella nuova struttura.
E' certo, però, che questo atto preme
sull'acceleratore della controriforma del mistero partita con il decreto legge 194
e convertito con la legge 246 del 2002.
Il fantomatico decreto di riorganizzazione degli
uffici, che dovrebbe prendere corpo nel prossimo mese di giugno, dopo circa 3
anni di lotte interne e, sulle quali, i lavoratori stanno pagando un prezzo
altissimo, dovrebbe completarne l'opera.
Un vero e proprio terremoto.
Il
provvedimento prevederebbe un forte ridimensionamento, di fatto, del
dipartimento dell'amministrazione generale.
La
direzione di marcia, quindi, è per una nuova distribuzione di competenze,
una moltiplicazione di posti dirigenziali.
Insomma, il
ritorno ad una autonomia da parte di alcuni dipartimenti in vigore prima
dell'accorpamento nel ministero dell'Economia.
E, di
tutto questo, i lavoratori continueranno a pagarne le conseguenze.
DOCUMENTI
IN EVIDENZA
sul nostro sito:
-
Legge
5.2.1992 n. 104 - precisazioni dell'incidenza sulla 13ma mensilità
- Legge
31.3.2005 n. 43 - art. 5 - interventi per la mobilità dei dipendenti delle
pubbliche amministrazioni
-
AMIANTO:
la circolare INPS n. 58 del 15.4.2005
-
Testo
unico sulla SICUREZZA: la bozza presentata dal Governo
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