PIATTAFORMA DI CONTRATTO INTEGRATIVO 1999 DEL
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Il nuovo assetto strutturale e funzionale degli Uffici centrali e periferici del Ministero della Pubblica Istruzione, siccome prefigurato dal legislatore della Riforma, richiede un’analisi approfondita ed attenta sul ruolo specifico che di qui a breve il personale amministrativo dovrà ricoprire al cospetto del diverso ambito di competenze assegnate nell’area dell’autonomia scolastica.
In tale ottica, questa Organizzazione sindacale ravvisa l’indefettibile esigenza che, nel nuovo contesto organizzativo che si va delineando, venga individuata e concretamente riconosciuta dall’Amministrazione la "centralità" della funzione del personale ministeriale, onde evitare che l’attività di "supporto", oggi di criptica significazione, si traduca poi di fatto nello svolgimento di compiti pedissequamente strumentali ed in posizioni di "status" meramente subalterni a quelli della scuola, con conseguente delegittimazione della professionalità acquisita dopo tanti anni di carriera.
Timori, questi, tanto più forti ove si consideri che in Uffici Scolastici Provinciali, nei quali pur si riscontra in pianta organica una paventata situazione di soprannumero, si assiste in misura sempre più crescente al flusso migratorio di unità di personale ATA, attraverso distacchi poco giustificabili in taluni uffici del sud, che vengono incardinate in settori chiave di ampia rilevanza esterna e di elevata complessità, con conseguente progressivo ridimensionamento degli spazi di autonomia e di responsabilità del personale di appartenenza.
Aggiungasi, a riprova, che in relazione alla costituzione delle Commissioni per l’avvio delle imminenti procedure concorsuali, alcuni Provveditori hanno già stabilito che il "segretario" venga prescelto tra il personale ATA della scuola. Tale inversione di tendenza, se per un verso integra una vera e propria "espropriazione" di quelle poche prerogative che erano fatte salve sino ad oggi al personale amministrativo, dall’altro, è chiaramente emblematica di una scarsa considerazione del personale ed assoluto disconoscimento dell’enorme mole di lavoro da esso svolto nella fase preparatoria ed organizzativa, tuttora in corso in situazione di estrema emergenza.
Ciò induce le RdB a rappresentare a codesto Ministero l’opportunità di intervenire per restituire al personale degli UU.SS.PP. quanto si vorrebbe, ora, ingiustamente togliere.
Quindi, è proprio in funzione della riaffermazione della "centralità" del ruolo del personale ministeriale che si ritiene di dover essenzialmente operare in fase di accordo collettivo integrativo, al fine di definire nei contenuti ed in armonia con il processo di riordino dell’intero sistema della Pubblica Istruzione le linee guida dei percorsi formativi legati alle diverse professionalità, i criteri in ordine alle procedure selettive nei passaggi interni ed esterni nelle aree, la valorizzazione e la retribuzione della qualità dei servizi erogati e quant’altro incida nella sfera giuridica e patrimoniale del lavoratore.
Tutto ciò si impone, non prima di aver preliminarmente convenuto, in sede di confronto tra tutte le parti negoziali, sulla inderogabile necessità di salvaguardare, ponendoli alla base del globale programma di lavoro, alcuni principi ispiratori che ne devono contrassegnare l’azione
Tali sono, ad avviso delle RdB:
- il riconoscimento, nell’ambito della dialettica del rapporto, di una posizione paritaria tra tutte le componenti di parte sindacale deputate alle trattative, senza pregiudiziali o riserva alcuna;
- individuazione di criteri oggettivi che consentano, con estrema chiarezza, uniformità di applicazione dei vari istituti contrattuali nelle varie realtà periferiche, tali da ridurre notevolmente gli attuali
- smisurati margini di discrezionalità nell’attribuzione di premi, incentivi, incarichi o posizioni di maggior favore, a dispetto di impiegati (e sono la stragrande maggioranza) che invocano legittimamente parità di diritti .
- tenuto poi conto che discriminanti atteggiamenti possono rappresentare nell’immediato futuro facili pretesti per consacrare surrettiziamente nel nuovo sistema di classificazione posizioni di stato ed economiche di gran lunga più vantaggiose ( artt. 17- 18- 24- 32 del vigente c.c.n.l. ), si ritiene opportuno promuovere interventi mirati a coinvolgere tutto il personale nelle attività istituzionali, interne ed esterne, ( nuclei di supporto all’autonomia scolastica, Commissioni ricorsi, Commissioni concorsi, Commissioni di Conciliazione etc.) secondo un principio di turnazione.
- eliminazione del fenomeno della sovrapposizione di compensi legati allo svolgimento di una pluralità di attività( progetti), il più delle volte concorrenti e concomitanti.
La proposizione di tale intervento, da un lato fungerà da deterrente nella scelta dei virtuali destinatari-beneficiari, dall’altro ne consentirà l’allargamento ad un maggior numero di impiegati che, altrimenti, rischiano di vedersi irragionevolmente estromessi.
Passando brevemente in rassegna i vari istituti oggetto degli accordi integrativi, le RdB sottolineano l’importanza che rivestono le tematiche qui di seguito rappresentate
ORDINAMENTO PROFESSIONALE
riconoscimento giuridico ed economico della professionalità acquisita dal personale;
ridefinizione di nuovi profili professionali sulla base delle diverse competenze assegnate alle strutture periferiche in regime di autonomia scolastica
criteri per la collocazione del personale nei profili professionali così rideterminati;
ricollocazione dei nuovi profili professionali nelle aree e nei livelli economici corrispondenti;
criteri di progressione di carriera per l’immediato futuro.
In merito a quanto sopra, rileviamo che l’introduzione di nuove tecnologie e di nuove modalità di lavoro ha reso necessario sempre di più l’utilizzo flessibile di personale cui viene richiesta un grado sempre maggiore di professionalità, fino a rendere di fatti obsolete figure professionali della qualifiche più basse, all’interno delle quali è inquadrato il 70% di tutto il personale ( 3^, 4^, 5^, 6^ q. f. ).
A questo mutamento di mansioni non ha corrisposto né un adeguamento delle piante organiche, né un riconoscimento (men che meno di carattere economico) della professionalità acquisita.
Intendiamo quindi realizzare, in questa prima fase di applicazione dell’ordinamento professionale, le seguenti operazioni:
- sancire il superamento di profili professionali legati allo svolgimento di mansioni meramente esecutive e manuali e contestuale introduzione di nuovi profili coevi al nuovo processo tecnologico, che prevede l’utilizzo di apparecchiature, strumenti e macchinari di uso complesso e specializzato, ed al nuovo sistema di interazione dei rapporti con il mondo della scuola, che richiede specifiche professionalità nell’ambito dell’attività di sostegno all’autonomia scolastica.
- consequenzialmente, definire i criteri con cui inquadrare i dipendenti attualmente in servizio nei nuovi profili professionali e nelle posizioni economiche rispondenti, assumendo a fondamento l’esperienza professionale acquisita e l’anzianità di servizio
CORSI DI RIQUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
Non può non sottolinearsi che la procedura di avvio ha segnato il passo, quantunque già due anni or sono sia stata assicurata dall’Amministrazione la sua concreta realizzazione e sia stata a suo tempo formulata una bozza di decreto legislativo che ne disciplinava i contenuti ed il modo di operare.
Nel rimarcare l’esigenza di portare a compimento l’operazione di cui trattasi in tempi stretti e senza ulteriori indugi, si ripropongono alcuni aspetti essenziali su cui dovrebbero far perno, a parere della scrivente Organizzazione sindacale, le relative procedure:
- Copertura del 100% dei posti vacanti nella dotazione organica dei singoli profili, ivi inclusi quelli della ex IX qualifica funzionale (oggi accorpata in un’unica area "C" direttiva insieme alla VII ed all’VIII);
- Opportunità di accesso a tutti i lavoratori ai corsi di riqualificazione, anziché ricorrere alla " lotteria" dei test, e prove finalizzate ad accertare le competenze e le capacità professionali, tenendo in debito conto gli eventuali titoli di studio posseduti per l’accesso alla qualifica superiore.
- Inserimento dei dipendenti che abbiano superato le prove in apposita graduatoria provinciale, tale da garantire prioritariamente agli impiegati utilmente collocati di poter ricoprire i posti vacanti nella stessa sede in cui attualmente prestano servizio. Solo nell’ipotesi di mancanza di copertura dei posti messi a concorso in ambito provinciale, si attingerebbe da graduatorie regionali o nazionale.
- Efficacia permanente delle graduatorie, fino al totale assorbimento dei concorrenti.
Ciò consentirà ai dipendenti risultati idonei di poter accedere ai posti di qualifica superiore, ogni qual volta si creano nella stessa sede, in prosieguo di tempo, ulteriori vacanze di posti.
- Propedeuticità dei corsi di riqualificazione rispetto ai corsi di formazione. E’ di tutta evidenza, infatti, che in previsione del passaggio da una qualifica inferiore ad una superiore, sarebbe anacronistico procedere alla fase di aggiornamento del personale sulla base di una situazione contingente che, di qui a breve, potrebbe risultare superata per buona parte del personale in occasione dei nuovi inquadramenti
FORMAZIONE
- I corsi di formazione devono riguardare tutto il personale e devono essere continui
- La qualità della formazione deve essere oggetto di verifica da parte di apposite commissioni paritetiche delle quali farà parte anche un rappresentante del Comitato di pari opportunità
- I corsi verranno tenuti negli orari di lavoro e possibilmente nelle sedi di appartenenza
- Obiettivo prefissato è quello di aggiornare i lavoratori e di accompagnarli nel percorso di progressione di carriera all’interno delle aree e tra le stesse
FONDO UNICO DI AMMINISTRAZIONE
Le RdB ritengono fondamentale che siano individuati criteri oggettivi che rendano possibile in sede periferica una gestione razionale dei compensi e refrattari a forme di arbitrio che possano dar luogo a discriminazioni tra il personale.
In tale ottica:
- la contrattazione integrativa a livello di Ministero va conclusa entro e non oltre il mese di febbraio dell’anno di riferimento, al fine di acquisire preventivamente e comunque in tempi ragionevoli certezze di situazioni
- vanno ricercate con il massimo rigore le aree di intervento destinatarie dei compensi
- nell’ambito di queste, vanno espressamente definite la varie tipologie ( vaghe ed indeterminate) indicate nell’art. 32 del contratto collettivo
- più specificamente, si chiede di eliminare l’istituto dei compensi riferito alla cosiddetta produttività collettiva ed individuale di lontana reminiscenza ( ex artt. 36 e 37 del precedente contratto) che tanti contrasti e discordie hanno generato sui posti di lavoro
- assicurare a tutto il personale, in misura fissa, una quota parte dell’intero cespite di cui può disporre il Ministero della P.I., ( una sorta di 14^ mensilità), quale riconoscimento per l’alto grado di efficienza raggiunta pur in presenza di condizioni funzionali e strutturali deteriori ( aumento dei carichi di lavoro, assenza totale di formazione, ambienti fatiscenti etc.)
- Tanto più ragionevole ed opportuna è tale operazione estensiva per l’anno 1999, ove si consideri che l’estremo ritardo delle trattative non consente di determinare, se non a "posteriori", i criteri di assegnazione.
- programmare sin dall’inizio dell’anno le attività ed i settori abbisognevoli di prestazioni di lavoro straordinario per l’intero arco annuale onde evitare che, superandosi il monte ore assegnato a ciascun ufficio, si vada ad incidere in dismisura sulle risorse del Fondo.
MOBILITA’ VOLONTARIA COMPARTIMENTALE e INTERCOMPARTIMENTALE
Le RdB chiedono che i criteri per la mobilità volontaria siano definiti con le OO.SS. e che sia data immediata esecuzione in sintonia con quanto previsto dal vigente contratto collettivo e ancor prima contemplati dal decreto legislativo n.80/98.
A tal fine, si reputa indispensabile che il Ministero della P.I. si attivi per stipulare con altre Amministrazioni ed Enti pubblici appositi accordi che rendano concretamente possibili tali passaggi e dai quali traspaiano i seguenti elementi conoscitivi:
- posti messi a disposizione dalle Amministrazioni riceventi
- posizioni e profili professionali richiesti
- requisiti culturali e professionali
- eventuali situazioni di soprannumero presso l’Amministrazione cedente
- requisiti di partecipazione al bando di mobilità
QUESTIONI SPECIFICHE
Si ritiene di dover porre all’attenzione alcune problematiche rimaste insolute e precisamente:
- liquidazione a favore di tutto il personale delle Amministrazioni Periferiche degli interessi legali e della rivalutazione monetaria derivanti dal tardivo pagamento degli emolumenti per effetto di inquadramento ex art. 4- comma 8 – della legge 312/80, già oggetto di esplicita richiesta da parte della scrivente Organizzazione sindacale qui allegata.
- Esecuzione globale dell’accordo integrativo a suo tempo stipulato a livello Centrale in materia di trasferimenti di unità di personale ministeriale attualmente comandato presso gli IRRSAE- CEDE-BDP.
- Invero, a tale accordo è stata data sino ad oggi monca applicazione nel senso che sono stati disposti trasferimenti soltanto a favore di dipendenti comandati presso altre amministrazioni pubbliche, lasciando del tutto insoddisfatte le aspettative di quanti prestano servizio allo stesso titolo presso i predetti IRRSAE. Le RdB, che pur hanno sottoscritto tale accordo, ne chiedono l’immediata integrale applicazione nei modi e termini convenuti
- Sede sindacale presso il Ministero della P.I.. Quantunque richiesto in forma reiterata, ancor ad oggi le RdB non usufruiscono all’interno di codesta Amministrazione di un locale ove poter svolgere la propria attività con particolare riguardo a quella delle R.S.U., locali questi, di cui attualmente beneficiano altre organizzazioni appartenenti ad una stessa Confederazione( Snadas e Sulpi). Nel rammentare che la RdB è Organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa nel comparto Ministeri ed è firmataria di contratto collettivo, va da sé che essa ha pieno titolo a fruire di prerogative sul posto di lavoro e, segnatamente, alla sala sindacale della quale con il presente scritto si rivendica ancora una volta l’assegnazione.
- Permessi sindacali: si chiede che le trattative non comportino decurtazioni del monte ore di permessi a disposizione delle OO.SS. e delle R.S.U. dovendosi considerare tale attività lavorativa a tutti gli effetti.
Roma, 3 novembre 1999
RdB Statali – Coordinamento Pubblica Istruzione