Ipotesi di piattaforma contrattuale
2002-2005
RdB-Pubblico Impiego - Comparto
Ministeri
12
novembre 2001
INTRODUZIONE
I prossimi rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego sono un’occasione che dobbiamo cogliere non solo per rivendicare aumenti salariali, diritti e democrazia nei luoghi di lavoro, ma per rilanciare con forza l’iniziativa contro i processi di trasformazione in atto tesi allo smantellamento della Pubblica Amministrazione.
Gli ultimi due rinnovi contrattuali, frutto della normativa contenuta all’interno del Decreto legislativo 29/1993, hanno accompagnato e favorito questi processi di “riforma” attraverso lo smantellamento di diritti e tutele, il peggioramento delle condizioni di lavoro e di salario compromettendo la dignità e lo status sociale dei lavoratori.
Nel comparto Ministeri questo degrado è ancora più accentuato in quanto i processi di trasformazione sono ad uno stadio molto avanzato. L’accorpamento di Ministeri, la creazione di Agenzie, la divisione dei lavoratori in tre comparti (Ministeri, Agenzie Fiscali e Presidenza del Consiglio) operata dal precedente governo di centro sinistra e proseguita in perfetta coerenza dalla nuova compagine governativa di centro destra, altro non significa che una volontà politica condivisa di operare un vero e proprio smantellamento della Pubblica Amministrazione non per favorire una maggiore efficienza ed efficacia (come la propaganda di regime dichiarava e dichiara) ma per favorire le scelte iper-liberiste del nuovo Dio Mercato finalizzate alla “protezione” dei profitti a tutto discapito dei servizi resi ai cittadini e dei lavoratori che quei servizi producono.
La RdB Pubblico Impiego, in continuità e sviluppo con quanto espresso in questi anni, ritiene che l’iniziativa contrattuale debba essere caratterizzata su due obiettivi principali:
1. una nuova e diversa politica salariale che, rompendo definitivamente con la politica dei redditi, segni la fine dei contratti “a perdere” degli ultimi dieci anni per rivendicare una nuova e diversa redistribuzione della ricchezza;
2. una vera riforma della Pubblica Amministrazione che veda nei lavoratori pubblici, partecipi e coscienti, il vero protagonista del cambiamento e che sviluppi e rafforzi la natura sociale del servizio all’utenza ponendo come obiettivo centrale gli interessi dei cittadini e non il processo di finanziarizzazione dell’economia.
Vogliamo quindi con questa proposta contrattuale rimettere al centro la riconquista di una dignità compromessa e restituire ai dipendenti pubblici l’orgoglio della propria appartenenza ad una Pubblica Amministrazione moderna ed efficiente al servizio dei cittadini.
Va difesa inoltre l’unicità contrattuale e l’omogeneizzazione di tutti i contratti di ministero che non devono avere funzione sostitutiva di quello nazionale ma quella integrativa, aggiuntiva sul piano economico e che tenga conto delle esigenze legate alle particolarità delle funzioni di ministero, rispettando le scadenze contrattuali per evitare che lo slittamento sia usato, come lo è stato finora, momento di ulteriori decurtazioni salariali e di disparità di trattamento tra i dipendenti.
Richiesta
aumento di 260 euro (500.000 lire)
con decorrenza 1 gennaio 2002. Prima, parziale, risposta alla crisi retributiva
dell’ultimo decennio in cui - periodo
1993-2000, ISTAT - la perdita del potere d’acquisto media del dipendente
ministeriale è stata di 8.037.000 lire annue (4150,121 euro).
Richiesta
reintroduzione meccanismi automatici, a indicizzazione mensile, di
riallineamento dei salari all’inflazione reale.
Si
impone un’adeguata trasformazione di parte del FUA, o appositi
stanziamenti, per costituire un ulteriore stipendio, anche questo indicizzato, da distribuire a tutti entro il mese di giugno.
L’anzianità
deve essere riconsiderata come elemento di professionalità. Per questo
richiediamo il reinserimento di scatti salariali di anzianità.
Va
perseguita l’assoluta perequazione delle diverse indennità di
Amministrazione, elemento di discriminazione oggi evidenziato maggiormente
dagli accorpamenti dei ministeri a seguito della riforma degli stessi.
Va
sottolineata la caratteristica di generalità, la natura fissa e
ricorrente di tale indennità. In modo che possa essere indicizzata ed
inserita a pieno titolo tra le voci stipendiali, sia ai fini del calcolo
pensionistico, nonché per eliminare il meccanismo di detrazione in caso
di malattia inferiore a 15 giorni lavorativi.
1.F)
Fondo Unico di Amministrazione
Oltre
al, già ricordato, utilizzo, di parte del Fondo per la costituzione della 14^ mensilità, sarà necessario eliminare il concetto di produttività
individuale, nonché le indennità di posizione organizzative che creano, con
fondi contrattuali, sacche di privilegio, sperequazioni e malessere
tra il personale, e danno ampia discrezionalità alla dirigenza. Se un
meccanismo di attribuzione del FUA va ricercato - fatto salvo quanto
specificato al punto 1.C) e al seguente punto 1.G) – questi non può essere
che quello della produttività collettiva, con obiettivi generali al cui raggiungimento
contribuiscono, evidentemente, tutti e al raggiungimento dei quali tutti devono
poter accedere a quote equivalenti del salario accessorio.
Le
indennità (sportelli, disagiate, rappresentanze esterne, verifiche etc.),
vanno sottratte alla contrattazione annuale, che le moltiplica e le
frammenta, rendendole incerte nell’entità e nei tempi di corresponsione.
Il sistema delle indennità va semplificato, anche sulla base
dell’attuale polifunzionalità dei dipendenti. Le quote di indennità,
attribuite alle figure professionali individuate in contrattazione
nazionale preventiva, vanno sottratte dal FUA e devono diventare voce
fissa stipendiale, pagato mese per mese e a prescindere dalle giornate
di presenza.
L'attuale
importo dei buoni pasto, inadeguato, contrasta con la ratio dell'istituto
della pausa pranzo, che deve consentire l'adeguato recupero psicofisico
del lavoratore. E’ quindi necessario un adeguamento del loro valore ad
almeno circa 15.000 nette (7,5 euro).
Si
chiede il mantenimento dell’Indennità di Buonuscita. L’eventuale
trasformazione in TFR comporta immediate perdite notevoli sul piano
economico, oltre a essere passaggio propedeutico per l’introduzione di Fondi
Pensione, particolarmente pericolosi. La loro forte componente di
titoli azionari, non garantisce ne rendimento certo ne esigibile.
Si
richiede la possibilità per i dipendenti di richiedere anticipo
dell’Indennità di Buonuscita (o, comunque, del TFR, in caso di completamento
del processo di trasformazione).
1.L)
Fondi Previdenziali
Nel caso di esistenza di fondi
previdenziali specifici se ne richiede la permanenza con l’attuale forma o,
in caso di trasformazione,
è necessario ottenere e garantire una liquidazione immediata della
quota maturata a tutti coloro che facciano richiesta.
Previsto
dalla vigente normativa e da numerose sentenze della Corte di Cassazione. Va
chiarito, inoltre, che tale diritto spetta anche a coloro che sviluppano
il proprio orario di lavoro su cinque giornate, in caso di coincidenza delle
festività anche con il sabato.
1.N)
Servizi per i dipendenti
Vanno
garantite dalle Amministrazioni coperture assicurative per le tutte le
attività lavorative svolte, mutui e prestiti, servizio trasporti ed Asili
nido, questi ultimi anche per garantire le reali Pari Opportunità.
TITOLO II
Ordinamento
professionale
PREMESSA
L’attuale
ordinamento, suddiviso su 11 livelli retributivi, non corrisponde alla reale
organizzazione degli Uffici, in cui il lavoro si sviluppa per processi
richiedendo prestazioni polifunzionali, sempre più qualificate e livelli
di responsabilità sempre meno definiti. La sempre maggiore professionalità,
la crescente scolarizzazione, inoltre, impongono una radicale revisione
del sistema di inquadramento professionale.
E’
necessario ridurre da 11 a 4 i livelli retributivi del personale.
I
quattro livelli retributivi vanno come di seguito indicato, inseriti in due
Aree, ognuna delle quali a sua volta suddivisa in due sub-Aree.
L’Area del Procedimento
suddivisa in Procedimento Semplice
– con retribuzione equivalente all’attuale B2 e comprendente
attività di mero supporto al processo lavorativo - e Procedimento
complesso – con retribuzione equivalente all’attuale B3S e
comprendente attività con conoscenza specialistica e responsabilità di
gruppo e che producano atti con rilevanza per la formazione degli atti
dell’area del Provvedimento.
L’Area del Provvedimento,
suddivisa, analogamente, in Provvedimento
Semplice – con retribuzione equivalente all’attuale C2 e
comprendente la produzione di atti che impegnano l'Amministrazione nei
confronti di terzi (di minore entità) nonché la direzione di più unità
in una sezione o reparto - di una sezione o reparto – e Provvedimento
Complesso – con retribuzione equivalente all’attuale C3S e comprendente
la produzione di atti che impegnano l'Amministrazione nei confronti di
terzi (di maggiore entità) nonché la Direzione di più sezioni o reparti
e/o la sostituzione del
dirigente in sua assenza.
Il
personale attualmente in servizio, va ricollocato nel nuovo sistema semplicemente
in base al lavoro effettivamente svolto e alla sua affinità con le quattro
sub Aree individuate. Si otterranno inquadramento e retribuzione per tutti
più confacente alle reali prestazioni operative; un riconoscimento
dell’effettiva crescita professionale collettiva che nel concreto,
rispetto alla situazione attuale vedrà un livellamento, sia giuridico che
economico, verso l’alto, di tutto il personale.
2.B)
Diritto individuale alla carriera
E’
necessario prevedere sviluppi di carriera che siano diritto soggettivo maturabile attraverso anzianità di servizio e
la partecipazione a corsi di formazione. Il diritto alla carriera si sviluppa
attraverso il passaggio, maturati i requisiti necessari, al livello
giuridico e retributivo superiore, sia esso della stessa area che di area
superiore. I tempi di sviluppo di carriera devo essere certi
e vanno calibrati sulla base del sistema ordinamentale definitivo, in modo
che tutti, nell’arco della vita professionale, abbiano la possibilità di
accedere alle qualifiche professionali apicali.
L’automatismo
delle procedure proposte, ne consente una gestione semplice ed oggettiva
che fa si che possano essere sviluppate con periodicità annuale.
Va
prevista, infine, per coloro che giungono nell’area apicale (Provvedimento
Complesso nella nostra proposta) una cospicua riserva di posti in caso
di concorsi per Dirigenti.
2.C)
Mansioni superiori
Va
richiesta l’applicazione dell’art.2103 c.c., che prevede l’acquisizione
del diritto all’inquadramento al livello superiore nel caso di prestazione
reiterata di tali funzioni.
2.D)
La formazione del personale
La
formazione del personale, deve divenire diritto soggettivo dei lavoratori
e non essere considerata merce di
scambio per ottenere i passaggi di livello. Può essere distinta in due
filoni: aggiornamento professionale e sviluppo formativo.
Il primo, incentivato economicamente, è rivolto a mettere i dipendenti
in condizione di assorbire le innovazioni tecnologiche, procedurali
e legislative che si presentano nel tempo. Il secondo è invece finalizzato
all’adozione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro ed alla
conseguente progressione di carriera. Va garantita la pari opportunità,
deve essere pretesa per tutti e
svolgersi durante l’orario di lavoro.
Diritti individuali e collettivi
3.A)
Orario di lavoro
La
riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore settimanali, a parità di salario
si colloca nell’ottica di favorire, sia l’aumento dell'occupazione sia
una migliore qualità della vita.
Va specificato che il singolo posto di lavoro è unico titolare della contrattazione sull’orario di lavoro e su tutte le questioni (orario di servizio, orario al pubblico) che direttamente o indirettamente lo condizionano.
In
caso di missione, le ore in viaggio, da e per la sede di servizio, vanno
considerate orario di lavoro e in caso di eccedenza al normale orario di
lavoro, devono divenire riposo compensativo.
3.B)
Straordinario
Abolizione
dello straordinario o, quanto meno, sua rigida regolamentazione, sia
nell’entità complessiva, che nella sua suddivisione individuale, con
l’introduzione dell’obbligo di assunzione di personale nei casi di
utilizzo di tale istituto in maniera strutturale.
Recupero
dei fondi risparmiati al FUA con utilizzo degli stessi nei modi previsti nel
TITOLO I.
Va
garantito il ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS),
che deve essere eletto dai lavoratori. La sicurezza e la salute non devono
essere materia di confronto ma applicazione di regole certe.
3.D)
Mantenimento ed incremento livelli occupazionali
Riduzione
dell’orario di lavoro, abolizione dello straordinario, costante rilevazione
dei fabbisogni delle P.A. per un costante miglioramento del servizio al
pubblico, sono elementi base per la garanzia del mantenimento ed
incremento dei livelli occupazionali, soprattutto in aree economicamente
disagiate del paese.
3.E)
Lavoratori a contratto atipico
Stabilizzazione
dei lavoratori "atipici" (Lsu, trimestrali, interinali, a tempo
determinato, ecc.) utilizzati nelle varie Amministrazioni del comparto
attraverso l'allargamento delle piante organiche che risponda alle reali
esigenze lavorative fin qui risolte con aumento dei carichi di lavoro e
ricorso, appunto, a queste nuove forme di rapporto senza diritti e senza
tutele.
Va
affermato, pertanto, il diritto di tali al contratto di lavoro a tempo
indeterminato e a tempo pieno, fissando regole precise per la maturazione di
tale diritto. Nello specifico, nell’arco della vigenza del presente
contratto le Amministrazioni vanno varati concorsi pubblici riservati per
soli titoli (cfr art.2 lettera t, legge 421/92) per sanare la situazione dei
lavoratori socialmente utili e personale a tempo determinato. Sono abrogate
tutte le norme (art.19 CCNL Ministeri del 17/5/2001) che consentono
l'utilizzo di tali contratti alle Amministrazioni.
3.F)
Mobilità forzata (decentramento, esternalizzazione, privatizzazione)
I
processi di riforma stanno generando processi di mobilità tra Amministrazioni
del comparto e tra comparti, è necessario quindi fissare delle regole certe
che garantiscano i lavoratori
a.
mantenimento del trattamento economico tabellare (senza riassorbimenti in
future contrattazioni)
b.
gestione oggettiva della mobilità che da detti processi dovesse scaturire,
nonché di adeguamento salariale per i lavoratori coinvolti
c.
riconoscimento delle professionalità acquisite - corsi di formazione e
riqualificazione mirati ad un corretto inserimento professionale nel sistema
dì destinazione
d.
mantenimento livelli occupazionali.
3.G)
Mobilità volontaria
Va
superata l’attuale discrezionalità dei dirigenti e le clientele. Anzianità
e carichi di famiglia potrebbero essere elementi base di un sistema che
preveda una mobilità volontaria costante del personale, aiutata anche
dall’utilizzo delle nuove tecnologie (telelavoro).
3.H)
Permessi retribuiti
Partecipazione
a concorsi o esami: riconosciuti permessi retribuiti per i giorni di
svolgimento delle prove e per il periodo necessario al raggiungimento della
sede.
Congedi
parentali. Incrementata e semplificata (autocertificazione) la fruizione
di tali permessi, sia per gravi motivi personali (10 gg/anno) che per nascita
figli (3 gg/evento) che per l’assistenza ai figli (10 gg/anno fino al
decimo, cumulabili)…
3.I)
Permessi brevi
Concessi
al dipendente che ne faccia richiesta, da recuperare entro il mese
successivo, senza altro limite che quello di non superare la metà
dell’orario giornaliero effettuato.
3.L)
Assenze per malattia
Elevazione
a 24 mesi, su tre anni, per il diritto alla conservazione del posto. Garanzie
ulteriori in caso di malattie particolarmente gravi.
In
caso di malattia breve (fino a tre giorni) non è obbligatoria la presentazione
del certificato medico sostituibile da autocertificazione del dipendente.
La
presentazione del certificato può essere effettuata al rientro in ufficio.
Al
fine della certificazione del periodo di malattia è sufficiente
l'attestazione rilasciata dal medico fiscale.
3.M)
Ferie
I
lavoratori neoassunti hanno diritto allo stesso trattamento previsto per la
generalità dei dipendenti.
Esigenze
organizzative non possono in nessun caso essere causa ostativa alla
concessione delle ferie.
3.N)
Aspettativa
Aumento
aspettativa non retribuita a 18 mesi ogni 4 anni. Semplificazione delle
procedure di accesso a tale istituto.
4.A)
Soggetti sindacali
Bisogna
prevedere due livelli di trattativa:
1.
Nazionale a cui partecipano: a) il Coordinamento Nazionale delle RSU -
eletto sulla base di regolamento da approvarsi entro 90 giorni; b)
organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano
nazionale.
2.
Locale (ufficio periferico individuato come sede di RSU nelle elezioni più recenti)
a cui partecipano: a) le R.S.U.; b) le organizzazioni sindacali di
categoria territoriali maggiormente rappresentative sul piano nazionale o
nell’ambito locale di contrattazione.
Va
affermata l’illegittimità di ulteriori livelli intermedi di discussione
(es. regionale) prevedendo, comunque, in caso di loro permanenza, adeguata
rappresentanza delle RSU locali. Eventuali contrasti tra RSU e O.S. devono
essere sanati attraverso lo strumento democratico del confronto con i
lavoratori interessati, con assemblea o referendum, ove possibile.
4.B)
Forme e materie di relazioni sindacali
Il
sistema delle relazioni sindacali si deve basare sull’informazione, che
deve essere completa e puntuale, e la contrattazione a cui vanno riportate
tutte le materie oggi afferenti ad altre modalità di confronto.
Non
deve essere possibile alcun tentativo di discriminazione di alcuno dei
soggetti sindacali attraverso informazioni fornite in maniera
disomogenea, obbligo alla sottoscrizione di accordi pena il mancato
diritto di accesso alle contrattazioni successive, tavoli di trattativa separati
o altre pratiche similari.
Le
contrattazioni nazionali e locali sono obbligatorie (almeno) per le materie
che attengono all’applicazione dei contratti nazionali, la gestione del
personale, l'organizzazione del lavoro, le scelte gestionali delle
Amministrazioni che comportino, comunque, effetti sulle condizioni
di lavoro e sul trattamento economico e normativo dei dipendenti. In nessun
livello di contrattazione sarà possibile modificare “in peggio”
quanto stabilito dalla Contrattazione Collettiva Nazionale di Lavoro.
4.C
Referendum sugli accordi e confronti con il personale
E’
fatto carico alle OO.SS. e/o alle RSU di sentire obbligatoriamente i
lavoratori, all’esito di ogni accordo, attraverso un referendum. E’
fatto carico alle Amministrazioni di mettere a disposizione tutti i mezzi logistici
necessari. In caso di mancato consenso della maggioranza semplice dei
votanti, le trattative dovranno riprendere sulla base dei risultati
della consultazione.
L’assemblea può essere indetta da un qualsiasi membro delle RSU, o da un’organizzazione sindacale rappresentativa a livello nazionale, o nell’ambito di riferimento.