Ministero Finanze - 7 marzo 2000
Call center:
"spezzatino" di Centri di Servizio
CHIUSO
L'ACCORDO SUI CALL CENTER SENZA L'ASSENSO DELLE RdB
Nonostante impegni precisi in tal
senso, l'amministrazione continua a non fornire precise indicazioni su quello
che sarà il futuro dei lavoratori dei Centri di Servizio. La situazione
comincia a farsi "incandescente" con l'avvicinarsi della data del 30
settembre 2000, in cui le liquidazioni dovrebbero essere terminate.
La tattica dell'Amministrazione ci pare chiara
LASCIARE NELL'INCERTEZZA I
LAVORATORI LI SPINGE AD ACCETTARE QUALSIASI COSA PUR DI DARSI UN MINIMO DI
TRANQUILLITA'
E' così che probabilmente ai lavoratori
dei Centri di Servizio - ma non solo a loro -
verranno proposte occupazioni future nelle quali saranno sfruttati senza
alcun riconoscimento se non quelli "volatili" dati dal salario
accessorio.
In quest'ottica si colloca
perfettamente il progetto Call Center con il quale il ministero (e
quindi il governo) intende acquisire fette di consensi in vista, sia delle
prossime elezioni regionali che (soprattutto) di quelle nazionali del 2001.
Per fare questo, come abbiamo visto -
l'accordo del 6 marzo scorso è presente sul nostro sito internet (www.rdbcub.it - sezione Statali - Notizie dal
Ministero delle Finanze) - vengono
varate procedure di tipo paraconcorsuale per individuare gli
"eletti" che, con estrema flessibilità nell'orario e con
responsabilità non ancora chiaramente definite, potranno stare a rispondere
alle domande dei cittadini…
SI SELEZIONANO (TITOLI ED ESAME FINALE)
E SI FORMANO (CORSO) NUOVE FIGURE PROFESSIONALI CON LAVORATORI INQUADRATI IN
QUALIFICHE DIVERSE E CHE FARANNO QUASI TUTTI LO STESSO LAVORO CON RETRIBUZIONI
DIFFERENTI ED ACCOMUNATE DA UN'INDENNITA' CHE RICORDA MOLTO DA VICINO QUELLA
ATTRIBUITA NEL 1998 AI LAVORATORI IMPEGNATI NELLA LETTURA OTTICA…
Le Rappresentanze sindacali di base,
ovviamente, non hanno sottoscritto questo accordo che svende i lavoratori
accettando lo spauracchio della mobilità (o peggio) se non si accettano le
costrizioni…
DENUNCIAMO QUESTO FATTO E
LASCIAMO CHE I LAVORATORI
DECIDANO SE SOTTOSTARE O MENO A QUESTO RICATTO