10 marzo 2000: SCIOPERO DEI TERZI LIVELLI

IL MINISTERO DELLE FINANZE IN DIFFICOLTA’

 

Lo sciopero dei lavoratori di terzo livello del ministero delle Finanze con il presidio sotto la sede mini­steriale di viale Europa del 10 marzo 2000 ha messo a nudo le difficoltà e le responsabilità politiche dell’Amministrazione che a fronte di riforme e trasformazioni epocali (solo di facciata) lascia inalterato il suo assetto operativo.

 

La vicenda dei terzi livelli è emblematica!

 

La graduatoria del concorso a titoli del 1992, ancorché firmata dal ministro VISCO, è a tutt’oggi bloc­cata; i corsi-concorsi del 1996 escludono per legge (Finanziaria) i terzi livelli da qualsiasi percorso di carriera; il contratto nazionale di comparto ha relegato i terzi livelli nell’area professionale più bassa penalizzandoli più degli altri negli sbocchi di carriera; in tutti gli uffici da anni svolgono mansioni alta­mente qualificate senza alcun riconoscimento; dal 1998 molti di loro sono stati adibiti nei Centri di Ser­vizio alle lavorazioni di lettura ottica con la promessa del direttore generale ROMANO (mai mantenuta) di riqualificazione…

 

In occasione dello sciopero, ne Visco, ne Romano, ne alcuno dei “nuovi” uomini dell'apparato politico-burocratico hanno avuto il coraggio di affrontare i lavoratori per spiegargli le loro vere intenzioni.

 

La buona adesione allo sciopero e la “latitanza” degli organismi dirigenti del Ministero dimo­strano che non si possono fare i conti senza i lavoratori…

 

L'Amministrazione proprio a ridosso dello sciopero, nel vano e maldestro tentativo di mischiare per l'ennesima volta le carte aveva annunciato che la prossima settimana (mercoledì 15 marzo) si riunirà la Commissione paritetica per decidere i criteri dei passaggi nelle e tra le aree.

 

Li aspettiamo al varco

 

Intanto i lavoratori in sciopero e quelli in presidio hanno ribadito che il ministero deve assumersi la re­sponsabilità politica di superare le vecchie piante organiche riferite a uffici, profili e mansioni non più rispondenti alla realtà.

 

Solo un nuovo contratto, che potremmo ottenere con il varo immediato del Comparto Agenzie, può superare questi vincoli e ricollocare, giuridicamente ed economicamente, il personale in nuovi profili professionali basati sul fabbisogno operativo reale e non su fantomatici calcoli astratti.

 

LA MOBILITAZIONE DEVE QUINDI CONTINUARE

 

INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI A INTRAPRENDERE TUTTE LE INIZIATIVE ANCHE IN SEDE LOCALE (FORMULAZIONE DI DOCUMENTI - MANIFESTAZIONI - PRESIDI - COIN­VOLGIMENTO DEI PARLAMENTARI ELETTI NELLE SINGOLE REGIONI) AFFINCHE' IL PROBLEMA SIA AFFRONTATO E RISOLTO NELLA MANIERA PIU' RAPIDA E COR­RETTA