IL SACCO BUCATO N. 4 – 21/7/2000
 
I TRE MILIONI (PARTE IV)

Si avvicina il pagamento (?), si capisce la fregatura

 

Ci siamo sbagliati? Avevamo detto che l’Amministrazione non sarebbe riuscita a distribuire i soldi della truffa, sembrerebbe invece che, arrampi­candosi sugli specchi, la questione sia in dirittura d’arrivo. Ma leggendo le circolari che il Diparti­mento delle Entrate e quello del Ter­ritorio hanno inviato alle Direzioni Re­gionali e Compartimentali si chiari­sce, pur­troppo nel senso da noi da subito evidenziato, la natura dei tre milioni balneari con cui qualcuno ha pen­sato di poter comprare il silenzio dei lavoratori.

Scrivono sia le Entrate che il Territo­rio: “Resta inteso che detta anticipa­zione comprende tutte le competenze per trattamenti accessori spettanti al personale previste nell’ambito del Fondo Unico per l’anno 1999,  inclusi i compensi eventualmente attribuibili per partecipazione alle realizzazioni di piani operativi afferenti lo stesso anno e finanziati con il fondo stesso.”  Il Territorio aggiunge: “Appare oppor­tuno precisare che, ove siano stati raggiunti con le OO.SS. accordi defi­nitivi sulla distribuzione del predetto Fondo Unico, potrà procedersi alla li­quidazione definitiva senza far luogo ad acconti.”

 

Risulta quindi chiaro che i tre mi­lioni (che nella realtà dovreb­bero essere circa 2 netti) sono su­bordi­nati all’effettiva matu­razione de­gli stessi nell’ambito delle attribuzioni legate al Fondo Unico (posizioni su­per, pro­dutti­vità, progetti finaliz­zati, particolari posizioni di lavoro). Se il singolo dipendente non dovesse aver maturato, in tale ambito e relati­va­mente al 1999, una cifra superiore al cosid­detto ac­conto sarà tenuto a resti­tuire la differenza, se possibile nelle spet­tanze del Fondo Unico rela­tive all’anno 2000, altrimenti dallo sti­pen­dio o dalla pensione. Quest’ultimo passaggio è emerso chiaramente nel dibattito tenutosi il 19 luglio scorso presso la Direzione Generale del Per­sonale. Nel dibattito il Dott.Onori della Direzione Generale del Personale, ha chia­rito che eventuali recu­peri effet­tuati nell’ambito del Fondo Unico 2000 potrebbero rien­trare nella co­stituzione del Fondo Unico com­ples­sivo e quindi ridistribuiti al perso­nale, mentre i recuperi su sti­pendio e/o pensioni diventerebbero econo­mia di bilancio e quindi sareb­bero in­came­rati dall’Amministrazione.

La situa­zione è talmente paradossale che il Territorio sente la necessità di speci­ficare che ove gli accordi sulle attri­buzioni avessero già definito la ci­fra di spettanza solo questa deve es­sere attribuita. Alle Dogane il para­dosso è all’apice, infatti in questo Di­parti­mento il saldo della produttività è già effettuato per cui diventerebbe ne­cessario bloccare l’attribuzione dell’acconto oppure quella della pro­duttività. Questo è il risultato di un ac­cordo nato male e gestito peggio, questo è quello di cui i lavoratori non hanno certo bisogno per avere soldi loro.

I lavoratori hanno diritto alla 14^ mensilità, la questione dei tre mi­lioni dimostra che i soldi ci sono, ora devono darceli…

 

 

TUTTI I SOLDI PROMESSI

 

Ricordiamo ai distratti che per il giorno 23 giugno scorso era previsto uno sciopero di CGIL-CISL-UIL e SALFi che è stato revocato perché tra l’altro era stato promesso:

a)     Entro il mese di luglio sarà corri­sposta  a tutti i lavoratori  la  somma  di £. 3.000.000 (tre mi­lioni) quale acconto relativo al salario 1999;

b)     Entro luglio 2000 saldo delle spettanze relative al 2% 1997 (Dipartimento delle Entrate);

c)     Entro luglio 2000 saldo delle spettanze relative alla “indennità di professionalità e risultato” rela­tiva al 1998;

d)     Entro agosto 2000 saldo relativo alla perequazione 1996;

e)      Entro settembre 2000 acconto del 2% (Dip.to Entrate e Territo­rio) relativo al 1998 e saldo entro il primo trimestre 2001.

L’analisi dell’acconto sul salario del 1999 è già stata effettuata nell’articolo precedente. Vogliamo qui sottolineare ancora una volta che è paradossale usare il termine ac­conto per spettanze dello scorso anno.

Per quanto riguarda il secondo punto, siamo in attesa, anche se siamo a conoscenza di diversi uffici che non hanno ricevuto neppure l’acconto dei queste spettanze.. altro che saldo.

Per quanto riguarda terzo e quarto punto, aspettiamo fine mese ed il mese prossimo, per quanto riguarda l’ultimo punto, il 19 luglio la trattativa sull’argomento si è interrotta sulla questione IVA Intracomunitaria che coinvolge Entrate e Dogane.

 

Dietro queste questioni vediamo però un grosso rischio, in caso di ritardi, chi ha più da perdere, oggi, non sem­bra tanto l’Amministrazione, quanto i sindacati che hanno firmato l’accordo, che sulla questione dei soldi hanno battuto la grancassa, e continuano a farlo.

 

Il timore quindi è che pur di rispet­tare i tempi finiranno con accettare proposte dell’amministrazione che sembrano sempre di più scatole cinesi.

 

Un esempio. Per quanto riguarda il 2% del 1998, le Entrate avrebbero di­sponibili non più di 45 miliardi sui 99 dovuti e vorrebbero dividerli così:

 

Uffici

82,55%

Dir.Regionali

11,65%

Centrali

2,75%

Dirigenti

3,05%

 

Per gli uffici il 72,38% agli Uffici del Dipartimento e 19,67 % ai Centri di Servizio.

 

All’interno degli Uffici poi la suddivi­sione proposta è 50% a tutti, 37% agli addetti diretti, 10% alla contrattazione d’ufficio e 3% ai dirigenti.

 

Insomma, si conferma che per di­stribuire ai lavoratori quote che hanno lavorato due anni fa e che sono, come importo, appena suffi­cienti a ricoprire lo scarto di inflazione maturato negli ultimi 8 anni, ci vor­ranno estenuanti trattative in cui le differenze tra i lavoratori verranno sublimate e spesso artificiosa­mente rilevate proprio per garantire al sistema meritocratico una so­pravvivenza anche al di là di qualsiasi ragionevole ragione di essere.

 

AGENZIA delle ENTRATE e “RISORSE UMANE”

Convegno a Venezia
 
La Direzione Regionale delle Entrate del Veneto ha organizzato il giorno 10 luglio scorso un convegno dal ti­tolo “Agenzia delle Entrate”. Al con­vegno era presente l’Ing.Fenu, Di­rettore Centrale Servizi Generali Per­sonale e Organizzazione. Una nostra delegazione, composta da lavoratori della ADL-Cobas, federata alla RdB ha parte­cipato all’incontro ricavan­done le se­guenti indicazioni:

“L’ing. Fenu ha affermato che non ci saranno deportazioni di massa, né diminuzioni degli organici, anche se la trasformazione giuridica da Mini­stero ad Agenzia, è attuata per otte­nere una maggiore “flessibilità-agilità” nella gestione del personale.

La distri­buzione del geografica dei di­pendenti delle Entrate sul territorio nazionale, dovrà corrispondere al criterio del gettito per l’erario: nel ricco Nord-Est sarà necessario più personale ri­spetto ad una regione del Sud. Per quanto attiene ai criteri di valutazione del personale, sia in me­rito ad attri­buzione posizioni super che, in pro­spettiva, a possibili pas­saggi di livello, l’Ing.Fenu ha invitato i dirigenti pre­senti di affidarsi alla pro­pria valuta­zione.”

 

Risulta evidente che, al di là delle rassicurazioni di rito, molte contraddi­zioni emergono da quanto affermato da Fenu. Come è possibile conci­liare assenza di mobilità, manteni­mento del personale attuale e maggior numero di personale in alcune zone del paese rispetto ad altre? E’ un quesito che da tempo ci poniamo.

 

 

AGENZIA DEL TERRITORIO

Passaggio agli Enti Locali?

 

L’ANCI, richiede entro il 31/12/2000, il DPCM per il passaggio delle Com­petenze dal Territorio agli Enti Locali. Questo causa un’impennata nella questione Catasti. Secondo il D.Lvo 112/98, art. 66, queste sono le com­petenze che devono passare agli enti locali:

  a) conservazione, utilizzazione e aggiornamento degli atti del catasto terreni e del catasto edilizio urbano, nonché alla revisione degli  estimi  e  del  classamento, fermo  restando  quanto  previsto dall'articolo 65, let­tera h);
  b)  delimitazione  di  zone agra­rie  interessate  ad  eventi calamitosi;
  c)  rilevazione  dei  consorzi  di bo­nifica  e  degli  oneri consortili gra­vanti sugli immobili.
  2. Nelle zone montane le funzioni  di cui al comma 1 possono essere eser­citate dalle comunità montane d'in­tesa con i comuni componenti.
 
Abbiamo già detto in altre occasioni, ma non ci stancheremo mai di ripe­tere, che l’accordo tra Funzione Pub­blica e Conferenza Stato-Regioni, ri­guardo al passaggio di queste com­petenze parla di trasferimento di ri­sorse, e non, almeno ad oggi, di pas­saggio di personale. 
 
Se il personale segue le funzioni che garanzie ci sono? se non le segue, che fine farà?

 

 

MANSIONI SUPERIORI

La DRE delle MARCHE TRACCIA UN PERCORSO PREOCCUPANTE

 

Con l’avvicinarsi delle Agenzie, l’atteggiamento dell’Amministrazione finanziaria diviene sempre più preoc­cupante. Riportiamo uno stralcio di una lettera inviata dal Direttore Re­gionale delle Marche, Dr.Orlando De Mutiis ai Direttori degli Uffici:

“Si raccomanda di: affidare, di norma, al personale le mansioni del proprio profilo profes­sionale e consentire, ove stretta­mente necessario, lo svol­gimento di mansioni superiori ma solo in modo non prevalente sotto il profilo qualita­tivo, quantitativo e temporale”.

In sostanza, si scrive che sarebbe meglio far fare le mansioni spettanti al personale, ma che in caso di ne­cessità, quotidiana, visto che gli uffici sono “imbottiti” di personale di Area B che svolgono mansioni di area C, i di­rettori devono guardarsi bene dal creare le condizioni per qualsiasi ri­vendicazione da parte dei lavora­tori.

Si tratta dell’ennesimo segnale che l’Amministrazione non ha nessuna voglia di riconoscere nulla ai lavora­tori.

 

 

ANCORA

CARTELLE PAZZE

 

Dal 1998, anno del primo “scandalo” cartelle pazze, così vengono definite le cartelle emesse dall’Amministrazione Finanziaria che vengono inviate a contribuenti senza che questi effettivamente fossero in difetto. Gli errori sono vari, a partire dall’omesso versamento - ma riguar­dante le ritenute d’acconto sulle buste paga o sulle pensioni, a suo tempo regolarmente trattenute dai datori di lavoro o dagli enti previdenziali -  fino a giungere a la detrazione prima casa - non riconosciuta anche se nel ’98 l’indirizzo della resi­denza andava ri­portato sulla dichia­razione soltanto se era variato. Su questo “Il Messag­gero” ha fondato un’ennesima cam­pagna contro il di­pendente del Mini­stero delle Finanze, arrivando a scri­vere ”A questo punto, viene sponta­nea qualche considera­zione. Può an­che darsi che il "cer­vellone" del fisco talvolta non funzioni bene, ma evi­dentemente funziona male anche il personale”.

Un attacco in piena regola che non tiene conto :

a)     dell’impossibilità dei dipendenti di controllare oltre l’80% delle car­telle emesse, che sono gestite automaticamente dal sistema in­formatico;

b)     dell’impossibilità di garantire la qualità delle restanti lavorazioni che, per obiettivi politici dell’Amministrazione, sono state accelerate al punto di liquidare 4 annualità in un solo anno.

Abbiamo chiesto all’Amministrazione di intervenire per spiegare alla stampa come stavano le cose.

Finalmente il Ministro Del Turco ha sottolineato che la respon­sabilità di questo pastrocchio va ri­cercata in poste e banche che non avrebbero segnalato tempestiva­mente i versa­menti e nel sistema in­formatico che, come dicevamo pre­cedentemente, non consente un con­trollo da parte dei dipendenti.

“Eppure, - scrive a questo punto il Messaggero - dopo la figuraccia del 1998, il ministro delle Finanze dell’epoca, Vincenzo Visco, istituì una commissione d’indagine, i cui risultati arrivarono in Parlamento. Venivano messe a fuoco, tra l’altro, "incertezze in fase di regia e di definizione delle strategie" mentre "i ruoli e le compe­tenze non risultavano delimitati in modo incisivo e idoneo". Quanto alle procedure informatiche, esse erano state giudicate dagli uffici intervistati "non congrue e comportanti una diffi­cile e onerosa fase di lavorazione".

 

Quello che il Ministro – ovviamente - non ha sottolineato e che i servizi di ri­scossione e liquidazione, oggi all’esterno erano appannaggio del Ministero delle Finanze e che se que­sto è l’esempio che fornisce l’esternalizzazione sarebbe bene non privatizzare nulla ma riportare queste funzioni all’interno del Mini­stero in cui trovare e rafforzare le professionalità necessarie, altro che Agenzie.

 

Per quanto riguarda l’informatica, il Ministero aveva varato una selezione per gli informatici che si perde ormai nella notte dei tempi.

Un concorso effettuato e con gra­duatoria finale la­sciato cadere nel vuoto per garantire alla SOGEI il ruolo di predominanza. Qualcuno vuole fare l’interrogazione via ter­minale per scoprire chi si cela die­tro SOGEI ?

 

 

CENTRI DI SERVIZIO

Cambiano gli obiettivi ma non il destino

(sempre incerto)

 

Come volevasi dimostrare, il Piano di recupero dell’Arretrato varato l’estate scorsa dall’Amministrazione Finanzia­ria e su cui molti titoloni erano stati scritti è alle corde.

 

Solo il Centro di Servizio di Palermo sembrerebbe in grado di raggiungere gli obiettivi posti.

 

Questo, salvo ac­cordo correttivo, che a questo punto ci auspichiamo, signi­ficherebbe l’addio ai fondi del pro­getto collegato alle Liquidazioni.

 

Per quanto riguarda i Lettori Ottici ai quali l’Amministrazione in pratica, di­chiara di cercare di garantire per il 1999 una posizione super, il raggiun­gimento dell’obiettivo è risultato im­possibile fin dall’inizio.

 

Queste notizie si inseriscono nell’enorme incertezza che avvolge le lavorazioni dei Centri di Servizio. Ad oggi, infatti, esclusa la soluzione Call-Center, che però coinvolge par­zial­mente solo alcuni Centri di Servi­zio, nulla trapela su cosa intende fare l’Amministrazione del perso­nale che attualmente vi lavora.

 

 

RIQUALIFICAZIONE

In attesa della circolare…

 

La questione prove di riqualificazione dovrebbe essere stata definita alla fine della scorsa settimana (15 lu­glio). L’Amministrazione dovrebbe, e usiamo il condizionale, perché su questa materia è quanto mai neces­sario, ema­nare a breve una circolare in cui do­vrebbero es­sere presenti le linee guida per le commissioni esa­minatrici. La circolare dovrebbe con­fermare che le prove (VI e VIII q.f.)  si ter­ranno a partire dal 25 settembre e che dovrebbe trattarsi di una prova scritta concernente in risposte scritta in forma sintetica ad alcuni quesiti predetermi­nati e suc­cessivo col­loquio ba­sato princi­palmente sul contenuto delle risposte fornite. 

 

Per i corsi per la VII^ q.f., su cui ave­vamo chiuso il numero precedente, sembra che, contrariamente a quanto l’Amministrazione ci aveva detto, gli stessi cominceranno a settembre (e non a luglio), questo se fa slittare la conclusione del processo, è atto do­vuto nei confronti di chi ha diritto alle ferie.

 

Ancora una volta vorremmo effet­tuare alcune considerazioni sul pro­cesso di riqualificazione che tra tagli di posti e concorsi estenuanti, con in­contri –ob­bligatori? – fuori dall’orario di lavoro e prove non ancora definite chiara­mente, stanno a dimostrare quanto sia bassa la considerazione che l’Amministrazione ha del suo perso­nale.

 

Si tratta infatti di personale che ha, per anni, “tirato la carretta” e verso il quale il riconoscimento di un livello era il minimo auspicabile, senza la necessità di ricorrere a buffonate di vario genere.

 

Aver scelto la strada concorsuale, piuttosto che quella di rivendica­zione di nuovo inquadramento confacente alle reali professiona­lità espresse, ha avuto come con­seguenza tutto quello che ab­biamo visto.

 

Ricordiamo infine che, proprio per la sua forma concorsuale, sul processo di riqualificazione pende il ri­corso presentato dalla Dirstat, che ci risulta, sarà discusso dal TAR il 18 ottobre.