Si avvicina il pagamento (?), si capisce la fregatura
Scrivono sia le Entrate che il Territorio:
“Resta inteso che detta anticipazione comprende tutte le competenze
per trattamenti accessori spettanti al personale previste nell’ambito del Fondo
Unico per l’anno 1999, inclusi i
compensi eventualmente attribuibili per partecipazione alle realizzazioni di
piani operativi afferenti lo stesso anno e finanziati con il fondo stesso.” Il Territorio aggiunge: “Appare opportuno
precisare che, ove siano stati raggiunti con le OO.SS. accordi definitivi
sulla distribuzione del predetto Fondo Unico, potrà procedersi alla liquidazione
definitiva senza far luogo ad acconti.”
Risulta quindi chiaro che i tre milioni (che nella
realtà dovrebbero essere circa 2 netti) sono subordinati all’effettiva maturazione
degli stessi nell’ambito delle attribuzioni legate al Fondo Unico (posizioni
super, produttività, progetti finalizzati, particolari posizioni di
lavoro).
Se il singolo dipendente non dovesse aver maturato, in tale ambito e relativamente
al 1999, una cifra superiore al cosiddetto acconto sarà tenuto
a restituire la differenza, se possibile nelle spettanze del Fondo
Unico relative all’anno 2000, altrimenti dallo stipendio o dalla pensione.
Quest’ultimo passaggio è emerso chiaramente nel dibattito tenutosi il 19 luglio
scorso presso la Direzione Generale del Personale. Nel dibattito il Dott.Onori
della Direzione Generale del Personale, ha chiarito che eventuali recuperi
effettuati nell’ambito del Fondo Unico 2000 potrebbero rientrare nella costituzione
del Fondo Unico complessivo e quindi ridistribuiti al personale, mentre i recuperi
su stipendio e/o pensioni diventerebbero economia di bilancio e quindi sarebbero
incamerati dall’Amministrazione.
La situazione è talmente paradossale che il
Territorio sente la necessità di specificare che ove gli accordi sulle attribuzioni
avessero già definito la cifra di spettanza solo questa deve essere
attribuita. Alle Dogane il paradosso è all’apice, infatti in questo Dipartimento
il saldo della produttività è già effettuato per cui diventerebbe necessario
bloccare l’attribuzione dell’acconto oppure quella della produttività. Questo
è il risultato di un accordo nato male e gestito peggio, questo è quello di
cui i lavoratori non hanno certo bisogno per avere soldi loro.
I lavoratori hanno diritto alla 14^ mensilità, la
questione dei tre milioni dimostra che i soldi ci sono, ora devono darceli…
TUTTI I SOLDI PROMESSI
Ricordiamo ai distratti
che per il giorno 23 giugno scorso era previsto uno sciopero di CGIL-CISL-UIL e
SALFi che è stato revocato perché tra l’altro era stato promesso:
a)
Entro
il mese di luglio sarà corrisposta a
tutti i lavoratori la somma
di £. 3.000.000 (tre milioni) quale acconto relativo al salario
1999;
b)
Entro
luglio 2000 saldo delle spettanze relative al 2% 1997 (Dipartimento delle
Entrate);
c)
Entro
luglio 2000 saldo delle spettanze relative alla “indennità di professionalità e
risultato” relativa al 1998;
d)
Entro
agosto 2000 saldo relativo alla perequazione 1996;
e) Entro settembre 2000 acconto del 2% (Dip.to Entrate e Territorio) relativo al 1998 e saldo entro il primo trimestre 2001.
L’analisi dell’acconto sul salario del 1999 è già
stata effettuata nell’articolo precedente. Vogliamo qui sottolineare ancora una
volta che è paradossale usare il termine acconto per spettanze dello scorso
anno.
Per quanto riguarda il secondo punto, siamo in
attesa, anche se siamo a conoscenza di diversi uffici che non hanno ricevuto
neppure l’acconto dei queste spettanze.. altro che saldo.
Per quanto riguarda terzo e quarto punto, aspettiamo fine mese ed il mese prossimo, per quanto riguarda l’ultimo punto, il 19 luglio la trattativa sull’argomento si è interrotta sulla questione IVA Intracomunitaria che coinvolge Entrate e Dogane.
Dietro queste questioni vediamo però un grosso rischio, in caso di ritardi, chi ha più da perdere, oggi, non sembra tanto l’Amministrazione, quanto i sindacati che hanno firmato l’accordo, che sulla questione dei soldi hanno battuto la grancassa, e continuano a farlo.
Il timore quindi è che pur di rispettare i tempi
finiranno con accettare proposte dell’amministrazione che sembrano sempre di
più scatole cinesi.
Un esempio. Per quanto riguarda il 2% del 1998, le Entrate avrebbero disponibili non più di 45 miliardi sui 99 dovuti e vorrebbero dividerli così:
Uffici |
82,55% |
Dir.Regionali |
11,65% |
Centrali |
2,75% |
Dirigenti |
3,05% |
Per gli uffici il 72,38% agli Uffici del Dipartimento e 19,67 % ai Centri di Servizio.
All’interno degli Uffici poi la suddivisione proposta è 50% a tutti, 37% agli addetti diretti, 10% alla contrattazione d’ufficio e 3% ai dirigenti.
Insomma, si conferma che per distribuire ai lavoratori quote che hanno lavorato due anni fa e che sono, come importo, appena sufficienti a ricoprire lo scarto di inflazione maturato negli ultimi 8 anni, ci vorranno estenuanti trattative in cui le differenze tra i lavoratori verranno sublimate e spesso artificiosamente rilevate proprio per garantire al sistema meritocratico una sopravvivenza anche al di là di qualsiasi ragionevole ragione di essere.
AGENZIA delle ENTRATE e “RISORSE UMANE”
“L’ing. Fenu ha affermato che non ci saranno deportazioni di massa, né diminuzioni degli organici, anche se la trasformazione giuridica da Ministero ad Agenzia, è attuata per ottenere una maggiore “flessibilità-agilità” nella gestione del personale.
La distribuzione del geografica dei dipendenti delle Entrate sul territorio nazionale, dovrà corrispondere al criterio del gettito per l’erario: nel ricco Nord-Est sarà necessario più personale rispetto ad una regione del Sud. Per quanto attiene ai criteri di valutazione del personale, sia in merito ad attribuzione posizioni super che, in prospettiva, a possibili passaggi di livello, l’Ing.Fenu ha invitato i dirigenti presenti di affidarsi alla propria valutazione.”
Risulta evidente che, al di là delle rassicurazioni di rito, molte contraddizioni emergono da quanto affermato da Fenu. Come è possibile conciliare assenza di mobilità, mantenimento del personale attuale e maggior numero di personale in alcune zone del paese rispetto ad altre? E’ un quesito che da tempo ci poniamo.
AGENZIA DEL TERRITORIO
Passaggio agli Enti Locali?
L’ANCI, richiede entro il 31/12/2000, il DPCM per
il passaggio delle Competenze dal Territorio agli Enti Locali. Questo causa
un’impennata nella questione Catasti. Secondo il D.Lvo 112/98, art. 66, queste
sono le competenze che devono passare agli enti locali:
a) conservazione, utilizzazione e aggiornamento degli atti del catasto terreni e del catasto edilizio urbano, nonché alla revisione degli estimi e del classamento, fermo restando quanto previsto dall'articolo 65, lettera h);
b) delimitazione di zone agrarie interessate ad eventi calamitosi;
c) rilevazione dei consorzi di bonifica e degli oneri consortili gravanti sugli immobili.
2. Nelle zone montane le funzioni di cui al comma 1 possono essere esercitate dalle comunità montane d'intesa con i comuni componenti.
Abbiamo già detto in altre occasioni, ma non ci stancheremo mai di ripetere, che l’accordo tra Funzione Pubblica e Conferenza Stato-Regioni, riguardo al passaggio di queste competenze parla di trasferimento di risorse, e non, almeno ad oggi, di passaggio di personale.
Se il personale segue le funzioni che garanzie ci sono? se non le segue, che fine farà?
MANSIONI SUPERIORI
Con l’avvicinarsi delle
Agenzie, l’atteggiamento dell’Amministrazione finanziaria diviene sempre più
preoccupante. Riportiamo uno stralcio di una lettera inviata dal Direttore Regionale
delle Marche, Dr.Orlando De Mutiis ai Direttori degli Uffici:
“Si raccomanda di:
affidare, di norma, al personale le mansioni del proprio profilo professionale
e consentire, ove strettamente necessario, lo svolgimento di mansioni superiori
ma solo in modo non prevalente sotto il profilo qualitativo, quantitativo e
temporale”.
In sostanza, si scrive che
sarebbe meglio far fare le mansioni spettanti al personale, ma che in caso di
necessità, quotidiana, visto che gli uffici sono “imbottiti” di personale di
Area B che svolgono mansioni di area C, i direttori devono guardarsi bene
dal creare le condizioni per qualsiasi rivendicazione da parte dei lavoratori.
Si tratta dell’ennesimo
segnale che l’Amministrazione non ha nessuna voglia di riconoscere nulla ai
lavoratori.
ANCORA
CARTELLE PAZZE
Dal
1998, anno del primo “scandalo” cartelle pazze, così vengono definite le
cartelle emesse dall’Amministrazione Finanziaria che vengono inviate a
contribuenti senza che questi effettivamente fossero in difetto. Gli errori
sono vari, a partire dall’omesso versamento - ma riguardante le ritenute
d’acconto sulle buste paga o sulle pensioni, a suo tempo regolarmente
trattenute dai datori di lavoro o dagli enti previdenziali - fino a giungere a la detrazione prima casa -
non riconosciuta anche se nel ’98 l’indirizzo della residenza andava riportato
sulla dichiarazione soltanto se era variato. Su questo “Il Messaggero” ha
fondato un’ennesima campagna contro il dipendente del Ministero delle
Finanze, arrivando a scrivere ”A questo punto, viene spontanea qualche
considerazione. Può anche darsi che il "cervellone" del fisco
talvolta non funzioni bene, ma evidentemente funziona male anche il personale”.
Un attacco in piena regola che non tiene conto :
a) dell’impossibilità dei dipendenti di controllare oltre l’80% delle cartelle emesse, che sono gestite automaticamente dal sistema informatico;
b) dell’impossibilità di garantire la qualità delle restanti lavorazioni che, per obiettivi politici dell’Amministrazione, sono state accelerate al punto di liquidare 4 annualità in un solo anno.
Abbiamo chiesto all’Amministrazione di intervenire per spiegare alla stampa come stavano le cose.
Finalmente il Ministro Del Turco ha sottolineato che la responsabilità di questo pastrocchio va ricercata in poste e banche che non avrebbero segnalato tempestivamente i versamenti e nel sistema informatico che, come dicevamo precedentemente, non consente un controllo da parte dei dipendenti.
“Eppure, - scrive a questo punto il Messaggero - dopo la figuraccia del 1998, il ministro delle Finanze dell’epoca, Vincenzo Visco, istituì una commissione d’indagine, i cui risultati arrivarono in Parlamento. Venivano messe a fuoco, tra l’altro, "incertezze in fase di regia e di definizione delle strategie" mentre "i ruoli e le competenze non risultavano delimitati in modo incisivo e idoneo". Quanto alle procedure informatiche, esse erano state giudicate dagli uffici intervistati "non congrue e comportanti una difficile e onerosa fase di lavorazione".
Quello che il Ministro – ovviamente - non ha sottolineato e che i servizi di riscossione e liquidazione, oggi all’esterno erano appannaggio del Ministero delle Finanze e che se questo è l’esempio che fornisce l’esternalizzazione sarebbe bene non privatizzare nulla ma riportare queste funzioni all’interno del Ministero in cui trovare e rafforzare le professionalità necessarie, altro che Agenzie.
Per quanto riguarda l’informatica, il Ministero aveva varato una selezione per gli informatici che si perde ormai nella notte dei tempi.
Un concorso effettuato e con graduatoria finale lasciato cadere nel vuoto per garantire alla SOGEI il ruolo di predominanza. Qualcuno vuole fare l’interrogazione via terminale per scoprire chi si cela dietro SOGEI ?
CENTRI DI SERVIZIO
Cambiano gli obiettivi
ma non il destino
(sempre incerto)
Come volevasi dimostrare, il Piano di recupero dell’Arretrato varato l’estate scorsa dall’Amministrazione Finanziaria e su cui molti titoloni erano stati scritti è alle corde.
Solo il Centro di Servizio di Palermo sembrerebbe in grado di raggiungere gli obiettivi posti.
Questo, salvo accordo correttivo, che a questo punto ci auspichiamo, significherebbe l’addio ai fondi del progetto collegato alle Liquidazioni.
Per quanto riguarda i Lettori Ottici ai quali l’Amministrazione in pratica, dichiara di cercare di garantire per il 1999 una posizione super, il raggiungimento dell’obiettivo è risultato impossibile fin dall’inizio.
Queste
notizie si inseriscono nell’enorme incertezza che avvolge le lavorazioni dei
Centri di Servizio. Ad oggi, infatti, esclusa la soluzione Call-Center,
che però coinvolge parzialmente solo alcuni Centri di Servizio, nulla
trapela su cosa intende fare l’Amministrazione del personale che
attualmente vi lavora.
RIQUALIFICAZIONE
In
attesa della circolare…
La questione prove di riqualificazione
dovrebbe essere stata definita alla fine della scorsa settimana (15 luglio). L’Amministrazione
dovrebbe, e usiamo il condizionale, perché su questa materia è quanto mai necessario,
emanare a breve una circolare in cui dovrebbero essere presenti le linee
guida per le commissioni esaminatrici. La circolare dovrebbe confermare che
le prove (VI e VIII q.f.) si terranno
a partire dal 25 settembre e che dovrebbe trattarsi di una prova scritta
concernente in risposte scritta in forma sintetica ad alcuni quesiti predeterminati
e successivo colloquio basato principalmente sul contenuto delle risposte
fornite.
Per i corsi per la VII^
q.f., su cui avevamo chiuso il numero precedente, sembra che, contrariamente a
quanto l’Amministrazione ci aveva detto, gli stessi cominceranno a settembre (e
non a luglio), questo se fa slittare la conclusione del processo, è atto dovuto
nei confronti di chi ha diritto alle ferie.
Ancora una volta vorremmo
effettuare alcune considerazioni sul processo di riqualificazione che tra
tagli di posti e concorsi estenuanti, con incontri –obbligatori? – fuori
dall’orario di lavoro e prove non ancora definite chiaramente, stanno a
dimostrare quanto sia bassa la considerazione che l’Amministrazione ha del
suo personale.
Si tratta infatti di
personale che ha, per anni, “tirato la carretta” e verso il quale il
riconoscimento di un livello era il minimo auspicabile, senza la necessità di
ricorrere a buffonate di vario genere.
Aver scelto la strada concorsuale,
piuttosto che quella di rivendicazione di nuovo inquadramento confacente alle
reali professionalità espresse, ha avuto come conseguenza tutto quello che abbiamo
visto.
Ricordiamo infine che, proprio per la sua forma concorsuale, sul processo di riqualificazione pende il ricorso presentato dalla Dirstat, che ci risulta, sarà discusso dal TAR il 18 ottobre.