CATASTI: ANNO 1998
– PROGETTO CLASSAMENTO U.I.U.
Diversi Uffici del Territorio ci hanno contattato riguardo alla questione "Classamento UIU" da noi sollevata nel n.6 de "il sacco bucato".
Sull'argomento stiamo interessando il nostro studio legale nazionale. Temiamo
però che la fregatura sia veramente completa.
Cosa intendiamo? Che l'accordo del marzo 1998, in materia, definiva, in
maniera molto ambigua, una quota indicativa a pezzo prodotto e comunque
lasciava la strada aperta ad una verifica successiva.
Sul piano formale, quindi i lavoratori, che legalmente sono
rappresentati dai sindacati che hanno firmato quell'accordo era come se
avessero in prima persona accettato di effettuare un lavoro incerto. Gli stessi
sindacati, sempre rappresentanti sul piano legale, dei lavoratori, hanno poi
accettato, come da loro stesso previsto, una revisione degli importi.
Impossibile? Facciamo un altro esempio. Nei famosi accordi di
"luglio 1993", CGIL-CISL e UIL avevano concordato che tre mesi dopo
la scadenza dei contratti sarebbe scattata l'indenità di vacanza
contrattuale, una percentuale dell'inflazione programmata, che dovrebbe essere
corrisposta fino al rinnovo del contratto. IL nostro contratto (parte
economica) è scaduto dal 31.12.1999 e anche in questo caso gli stessi firmatari
dell'accordo si sono rimessi d’accordo in maniera tale che l'indennità non venga
corrisposta.
In parole povere, la legge dice che i sindacati sono legittimati a fare accordi validi su tutti (e a seguito del D.Lvo 29/1993 questi accordi assumono valore di legge) se hanno un determinato numero di iscritti (il 51% dei sindacalizzati).
E' quindi evidente che dal loro numero di iscritti
questi sindacati traggano linfa vitale per poter, indisturbati, fare queste
nefandezze.
Ma c'è di peggio. Siccome la normativa parla del 51% dei sindacalizzati.
Non basta cancellarsi da CGIL-CISL-UIL (e
SALFI che ultimamente segue a ruota).
Perchè la normativa gli garantisce il potere di decidere su tutti anche
se, paradossalmente nel comparto ministeri non ci fossero altro che un iscritto
e fosse dei loro (avrebbero in tal caso il 100% dei sindacalizzati!).
Come detto all'inizio pur riservandoci di
approfondire la questione, temiamo che oggi l'unica strada sia rendere pubblico
il "furto" affinché ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
Oggi, la via d’uscita passa
attraverso l’indebolimento dei sindacati di cui non ci fidiamo e la costruzione
di una forte alternativa.
Questo
è il ragionamento che abbiamo fatto quando abbiamo costituito le RdB. Questo è
il ragionamento che fanno coloro che si iscrivono alle Rappresentanze sindacali
di base.
VI ASPETTIAMO