IL SACCO BUCATO N. 7 – 27/9/2000

 

 

Documento conclusivo riunione Coordinamento Nazionale RdB-P.I. – Ministero delle Finanze – 20 settembre 2000

Il Coordinamento Nazionale RdB/PI – Ministero Finanze, riunitosi in data 20 settembre 2000 ha analizzato la situazione attuale del Ministero delle Finanze con particolare attenzione agli effetti che la riforma dello stesso stano avendo e potranno avere sul personale, sull’organizzazione del lavoro e sul servizio pubblico.
Il Coordinamento ritiene essenziale un forte ruolo pubblico in materia fiscale, nella quale, sia un forte decentramento che – e soprattutto – una tendenza alla privatizzazione, oltre a creare squilibri tra il personale, potrebbero far venir meno quell’importante ruolo di equilibrio che lo Stato deve garantire attraverso la leva fiscale.
Per questo motivo il Coordinamento conferma la propria contrarietà a riforme che non garantiscano questo ruolo.
Il Coordinamento stigmatizza l’atteggiamento dell’Amministrazione che, in tutte le questioni riguardanti sia direttamente che indirettamente il personale – riqualificazione, costituzione degli Uffici Unici, demilitarizzazione della Guardia di Finanza, decentramento del Dipartimento del Territorio, contratto integrativo, passaggi di livello, individuazione dei parametri per l’assegnazione del salario di risultato, ruolo, organico e destino delle Commissioni Tributarie, mobilità volontaria del personale, applicazione della legge 104, passaggio alle Agenzie …  – dimostra forte ambiguità  negli atteggiamenti favorendo, non l’efficienza del servizio, bensì un ripiegamento dello stesso con personale demotivato e in taluni casi spaventato – pensiamo nello specifico a personale a cui si dice che da qui a breve il Ministero non gestirà più le funzioni finora svolte (Cen­tri di Servizio, Uffici del Catasto…).
Il Coordinamento ritiene che una riforma che si rispetti debba necessariamente partire dal personale. Ogni atteggiamento opposto sco­pre la matrice ideologica – spesso elaborata in stretta collaborazione con CGIL-CISL-UIL, a cui nell’ultimo periodo si sono allineati anche i falsi autonomi del SALFi - di riforme approntate solo per abdicare ad un ruolo essenziale dell’impiego pubblico.
Il Coordinamento quindi, ritiene di continuare, e di perfezionare, l’opera fin qui intrapresa di denuncia di questo atteggiamento ideologico e sollecita tutte le strutture a utilizzare tutti gli strumenti idonei al diffondere l’informazione relativa ai processi di smantellamento del servi­zio pubblico al fine di mobilitare il personale contro ogni decisione che lo penalizzerebbe.
Si impegna a un intervento, in tutte le questioni sopra elencate – e alle altre che dovessero emergere – nell’ottica sopra esposta di una tutela del personale attraverso la tutela del suo ruolo, senza compromessi con le ideologie liberiste che questo ruolo, abbiamo visto, vorrebbero ri­gettare.
A seguito di queste considerazioni, il Coordinamento Nazionale ritiene che le strutture RdB-PI Finanze e le lavoratrici e i lavoratori del nostro Ministero, possono trovare un primo momento di rivendicazione forte dell’importanza del loro ruolo nello Sciopero Generale di Pubblico Impiego proclamato dalla Federazione Nazionale RdB Pubblico Impiego per il giorno 13 ottobre.
Ottenere rinnovi contrattuali seri, che vadano al recupero, su paga base, dell’inflazione perduta negli ultimi dieci anni, è simbolicamente riven­dicazione di quel ruolo importante che il dipendente pubblico deve ricoprire – e di cui parlavamo prima – ma nello specifico, per i dipendenti del Ministero delle Finanze è una garanzia maggiore prima di un passaggio ad Agenzie che per molti versi è ancora un ”salto nel buio”. Si solleci­tano quindi le lavoratrici ed i lavoratori a partecipare numerosi all’iniziativa di protesta del 13 ottobre p.v.

Infine, ma non certo per ordine di importanza, si rileva la necessità di proseguire una forte campagna di tesseramenti, questo, sia per garan­tire gli strumenti con cui poter concretizzare il programma sopra esposto, sia per dare allo Stato dimostrazione che in questi ragionamenti le lavoratrici e i lavoratori si riconoscono, rafforzando così il peso delle nostre rivendicazioni e le possibilità che le stesse si trasformino in ri­sultati concreti.

 

In questo numero:
Prepensionamenti: le voci che circolano
 
Commissioni Tributarie: chiediamo ampliamento posti e passaggio al Ministero della Giustizia
 
Entrate: piano recupero arretrato
 
Liguria: ridotta la forbice dell’indennità di risultato
 
Progetto n.10 – Il personale e le Agenzie (parte I)
 
Mobilità volontaria: incatenati !
 
Passaggi tra le aree: il contratto che non c’è
 
Corsi di Riqualificazione: atto finale
 

Prepensionamenti: le voci che circo­lano

Da diverso tempo negli uffici sta circolando la voce di possibili slittamenti verso la pen­sione del personale del Ministero delle Fi­nanze. Cosa c’è di vero? Al momento la que­stione non è stata ancora approfondita. Ri­portiamo però quanto abbiamo recepito in una ”chiacchierata informale” a latere di un incontro, con l’attuale (e futuro) dirigente delle Entrate, il dott. Massimo Romano. Ri­portiamo questi ragionamenti perché li rite­niamo significativi delle scelte comples­sive del Ministero. Sembrerebbe infatti che le future Agenzie dovranno essere dimensio­nate territorialmente sulla base del tessuto industriale delle singole realtà e che do­vranno privilegiare il loro intervento nelle aziende medio grandi in cui, in sostanza i funzionari delle Entrate, diventeranno una sorta di “tutor” – ter­mine che ci è triste­mente noto - che af­fian­cherà e con­trollerà le singole aziende. Non vogliamo entrare in discussione sulla giustezza o meno di queste scelte, di cui qui ci interessano solo le rica­dute sul personale, ricadute che lo stesso dott.Romano ha concretizzato nella neces­sità di avere una forte differenza di orga­nici tra le regioni, con prevalenza delle re­gioni del Nord, rispetto a quelle del Sud che andrebbero fortemente sfoltite, e nella ne­cessità  di professionalità ad oggi, secondo l’Amministrazioni, non presenti e non ricava­bili dal personale in servizio – e questo con­fermerebbe un ragionamento che circa un anno fa ci era stato fatto da un altro diri­gente, il Dott.Guaiana. L’obiettivo delle fu­ture Agenzie, per quanto riguarda il perso­nale dovrebbe essere quindi quello di favo­rirne l’esodo,  nonché la mobilità verso il Nord e l’acquisizione di nuovo personale, più qualificato e a costi più bassi, nelle regioni del Nord. In quest’ottica acquista fonda­mento la voce dei prepensionamenti. Ma, si chiederanno in molti, come ripensa di far passare sul piano politico, in una fase di ri­forme continue al sistema pensionistico, un eventuale prepensionamento al Ministero delle Finanze (Agenzie Fiscali). La risposta è semplice. Basta dire all’opinione pubblica che il passaggio si fa a costo zero per la colletti­vità. Come? Ricordate, nel primo numero avevamo paventato il rischio di un appro­priamento, con il bene placet dei sindacati, del nostro fondo di previdenza. Oggi si tratta di qualcosa più di un sospetto. Al Mi­nistero, da qualche tempo, circola un docu­mento, sulla cui autenticità non ci sentiamo di giurare ma, che per sensibilizzare il per­sonale sulla questione riteniamo opportuno pubblicizzare.  Insomma, pur nella incer­tezza della fonte, data la gravità della que­stione riteniamo necessario mettere le mani avanti.

Si tratterebbe, e qui il condizionale è più che d’obbligo, di una bozza, di cui CGIL-CISL-UIL e SALFi dovrebbero essere al corrente, per un accordo istitutivo di un Fondo di Solidarietà, alimentato con i soldi del Fondo di Previdenza. Il Fondo, secondo il documento, dovrebbe essere utilizzato come segue:

“sessanta per cento – finanziamento di asse­gni straordinari di sostegno al reddito, sino a concorrenza dell’importo necessario (…) in favore dei lavoratori finanziari che abbiano maturato alla data del 31-12-1999 un’anzianità di servizio inferiore per non più di settantadue mesi a quella minima richiesta dalle disposizioni vigenti in materia di collo­camento a riposo, che avanzino apposita istanza;”

“venti per cento – finanziamento di contratti di formazione e lavoro, salari di ingresso, borse di studio e lavori socialmente utili, al fine di consentire nuove assunzioni presso le Agenzie fiscali nelle aree territoriali mag­giormente carenti, con precedenza per per­sonale professionalmente qualificato;”

“dieci per cento – finanziamento di incenti­vazioni economiche in favore di lavoratori fi­nanziari che optino per  il regime di orario a tempo parziale nella misura del cinquanta per cento dell’orario, o inferiore, a mezzo di in­tegrazione della retribuzione per un‘aliquota pari al trenta per cento in più rispetto a quanto di spettanza, per la durata di un biennio dalla data di trasformazione del rap­porto;”

“ultimo dieci per cento – finanziamento in­centivazioni economiche in favore dei lavora­tori eccedentari ammessi a mobilità volonta­ria presso sedi di servizio carenti, ubicate in altra regione, con precedenza per i dipen­denti che scelgano regioni più lontane da quella di appartenenza”.

E’ uno scherzo? Si parlerebbe di appro­priarsi dei soldi versati da tutti i lavoratori per favorire processi di prepensionamento, precarizzazione del lavoro e mobilità inter­regionale.

Ricordiamo che le Rappresentanze sinda­cali di base stanno, da tempo chiedendo la liquidazione del Fondo a coloro che lo hanno alimentato. Un eventuale appropria­zione di questi fondi per favorire  la ristrut­turazione organizzativa dell’Amministrazione, seppur nulla abbiamo contro eventuali prepensionamenti, sarebbe atto molto grave. Invitiamo quindi tutti i colleghi a d aprire gli occhi sulla questione.

Dal canto nostro cercheremo di tenervi in­formati.

 

Commissioni Tributarie: chiediamo ampliamento posti e passaggio al Mi­nistero della Giustizia

La questione delle Commissioni Tributarie è un nodo che va assolutamente sciolto prima di passare alle Agenzie. Secondo la riforma del Ministero infatti, le Agenzie non assor­birebbero le Commissioni Tributarie. La ri­forma infatti le assimila come ruolo a quello del Ministero della Giustizia, ruolo che, bontà loro, ritengono che non possa essere privatizzato. Secondo questa logica, anche grazie ad una forte rivendicazione delle RdB che ricordiamo, qualche anno fa hanno orga­nizzato diversi scioperi delle Commissioni Tributarie, in uno, in pratica tutte le Com­missioni della Sicilia avevano chiuso, al per­sonale delle Commissioni Tributarie viene ricono­sciuta l’indennità di Amministra­zione del Mini­stero della Giustizia. Ma, su questo per­sonale, ad oggi, pende ancora l’indeterminatezza dei ruoli delle Commis­sioni Tributarie. Non sono stati fissate le piante organiche che riteniamo vadano im­mediatamente formalizzate con un aumento del personale, nonché una sua immediata riqualificazione. Inoltre chiederemo, e vo­gliamo in ciò coinvolgere il personale delle Commissioni, un’emendamento a quanto de­terminato dal D.Lvo 300/1999 – quello dell’istituzione delle Agenzie – in modo tale che il personale delle Commissioni Tributarie possa essere accorpato, a riforma comple­tata, a quello della Giustizia.

 

Entrate: piano recupero arretrato

E’ attualmente in svolgimento il piano di re­cupero dell’arretrato nel Dipartimento delle Entrate. Si tratta di un progetto che l’Amministrazione vuole condurre in porto prima del passaggio alle Agenzie, proprio perché le stesse possano partire con minori strascichi possibili rispetto al “vecchio” mi­nistero. Non vogliamo qui dilungarci su valu­tazioni di merito riguardo al nostro dissenso riguardo ai progetti – di varia natura ed en­tità. Anche in questo caso riteniamo che le accelerazioni inopinate delle lavorazioni ab­biamo come frutto un abbassamento della qualità delle stesse e quindi, in sostanza un doppio lavoro dei dipendenti, o ancora peg­gio, una ricaduto verso altri dipendenti, ma­gari non coinvolti nel progetto di questa peg­giore qualità – come la questione delle “car­telle pazze” insegna. Riguardo al progetto in oggetto ci siamo però trovati nella condi­zione di ottenere ciò che chiediamo da tempo: l’allargamento a molti uffici, un altis­sima percentuale, del coinvolgimento nel progetto, e soprattutto la possibilità di ge­stire con la contrattazione locale, i fondi di spettanza dei singoli uffici. Piccolo risul­tato? Può darsi, ma, spostare dal livello na­zionale a quello locale la determinazione dei parametri di attribuzione dei premi po­trebbe innescare meccanismi di livellamento del reddito. Insomma, riteniamo che l’accordo nazionale che abbiamo sotto­scritto, seppure con riserva, consenta, ove esista la volontà, di recuperare al salario ac­cessorio professionalità e soggetti che al­trimenti ne sarebbero metodicamente esclusi. Date le condizioni al tavolo di trat­tativa nazionale, in cui la meritocrazia, sem­bra essere la parola d’ordine, abbiamo rite­nuto che questo fosse il miglior risultato ot­tenibile. La palla passa ai singoli uffici.

 

Liguria: ridotta la forbice dell’indennità di risultato

In linea con quanto dicevamo pocanzi è l’accordo sottoscritto – e fortemente voluto – dalla nostra delegazione presso la Dire­zione Regionale per le Entrate della Liguria. Le contraddizioni del sistema imposto dall’Amministrazione, ed approvato dalle al­tre organizzazioni sindacali sono talmente forti che sul piano del ragionamento, in re­altà dove il numero degli iscritti, rafforza le nostre posizioni, è facile fare breccia. Il ra­gionamento è stato semplice. Se si parla di “indennità di risultato” questa è legata al la­voro svolto, il lavoro, come quantità di pezzi lavorati non può giustificare differenziazioni molto forti tra lavoratori. A questo si deve aggiungere che il personale degli uffici svolge, quasi dappertutto, mansioni superiori senza le quali gli uffici non solo non raggiun­gerebbero obiettivi accettabili, ma tanto­meno potrebbero svolgere il loro ruolo isti­tuzionale. Per questi motivi una forte di­scriminazione tra i livelli sulla distribuzione del salario che “loro” hanno voluto legare al risultato ottenuto, non è, secondo noi, accet­tabile. Quindi, pur riconoscendo le diverse responsabilità che possono essere attribuite ai diversi inquadramenti professionali rite­niamo che questi compensi vadano il più pos­sibile omogeneizzati. Quindi a fronte di pro­poste che creavano scaglioni di differenza tra tutti i livelli, Abbiamo ottenuto una di­stribuzione per Aree alzando così i livelli più bassi – nonchè i settimi livelli, che spesso garantiscono il funzionamento dell’area C. Questo, a stralcio, il testo dell’accordo:

“ Fra le parti si concorda che l’indenità di ri­sultato verrà ripartita fra le aree come se­gue sulla base dei seguenti coefficienti: Area A: 120, Area B: 150, Area C: 180.”

 

Progetto n.10 – Il personale e le Agenzie (parte I)

Cosa è il Progetto n.10? E’: “Elaborazione del piano transitorio del personale e stesura delle linee guida per la gestione delle risorse umane”. Leggere insieme alcuni stralci della presentazione del Progetto, che nella sua interezza non ha ancora avuto luce ci potrà aiu­tare a fare alcune considerazioni su come l’Amministrazione in­tenderà USARE il personale. Si tratta di affermazioni piuttosto caute, che vanno però messe in relazione con i dati che l’amministrazione fornisce sull’attuale allo­cazione del per­sonale e che vede le regioni del Nord carenti e quelle del Cen­tro–Sud in esubero e su quello che afferma rispetto agli obiet­tivi di intervento futuri (accer­tamenti concentrati su grosse aziende, telematizzazione dei servizi, ecc…)

 

“il piano di riallocazione (del personale ndr) parte da (…) una rilevazione (…) articolata e complessa, soggetta , com’è naturale in una struttura di tali dimensioni, a conti­nue modi­fiche che vanno, in questa fase di transi­zione, accuratamente monitorate (…) la re­gola fondamentale che interessa la massima parte dei dipendenti, se­condo la quale tutto il perso­nale è distribuito fra il mini­stero e le singole agenzie secondo le funzioni e nell’esercizio delle mansioni attualmente svolte.

E’ per questo possibile delimitare il campo degli interventi da adattare ai seguenti pro­fili:

spostamenti di funzioni e uffici (…) sulla base degli as­setti funzionali dei nuovi Enti e del ministero snello;

soppressione di funzioni o ridimensiona­mento delle attività svolta dalle strutture at­tuali, con la conseguente necessità di rial­lo­care il personale in base alle funzioni e alle mansioni svolte secondo criteri che ga­ranti­scano il miglior utilizzo del patrimonio profes­sionale esistente;

carenze di personale per lo svolgimento di attività di funzioni nuove o potenziate;

fabbisogni immediati di formazione e riqua­li­ficazione per lo svolgimento di attività nuove o potenziate o comunque si­gnificati­vamente modificate rispetto all’attuale.

(…) gli sviluppi successivi sono demandati alle iniziative che verranno concordate al ta­volo di coordinamento isti­tuito fra i respon­sabili della progettazione e quelli dei cen­tri operativi di ministero, dei dipartimenti e delle agenzie.

Nella fase di rilevazione dei fabbisogni e delle criticità di ciascun settore (ministero e agenzie), occorrerà pro­cedere per ap­prossimazioni successive e attraverso una continua valutazione delle esigenze emerse al fine di rendere com­patibili le soluzioni nel quadro generale di al­locazione in coerenza con i principi del dettato normativo.

La definizione degli assetti complessivi con i quali i nuovi enti avvieranno le loro attività e l’individuazione dei flussi di mobilità e del personale interessato, avverrà quindi sulla base delle rilevazioni effettuate (…)

(…) il modello di gestione delle risorse umane (è) sostan­zialmente innovato rispetto all’attuale. (…) Gli istituiti da pren­dere in considerazione per l’evidenziazione dei vin­coli e delle opportunità sono, fondamental­mente, quelli che caratteriz­zano il modello di gestione e sviluppo del personale (reclu­tamento, mobilità interna al sistema fi­scale, sviluppo pro­fessionale, sistema retributivo e incen­tivante, ecc.).” Tratto da Piano generale per l’attuazione della riforma a cura del Mi­nistero delle Finanze.

 

Quindi sembrerebbe che:

in una prima fase il personale seguirà le sue funzioni, qualora queste sopravvivano, senza mobilità se non citta­dina e/o provinciale;

in una fase successiva le singole Agenzie tenderanno a riallocare il personale princi­palmente attraverso strumenti per fa­vorire lo svuotamento degli uffici in cui il nuovo as­setto organizzativo avrà fatto emergere esuberi (nati dalle funzioni sop­presse). E se questo si mette in rapporto con quanto ab­biamo detto sopra riguardo al Fondo di Pre­videnza…

Su “Il sole 24 ore” del 26 settembre scorso c’è un “illuminante” articolo che parla per il mInistero Centrale di 860 dipendenti. E gli altri 4.000 che vedranno soppresse le loro funzioni? (Continua)

 

Mobilità volontaria: incatenati !

Come a partire dalla prima incontro della trattativa sul contratto integrativo (circa un anno fa) stiamo continuamente denunciando. L’Amministrazione ha congelato tutte le si­tuazioni in attesa che le stesse vengano affron­tate dalle Agenzie. Per quanto riguarda la mobilità volontaria, già il vecchio accordo, quello relativo alla mobilità del 1999 aveva mostrato, nella sua applica­zione, l’intenzione dell’Amministrazione a li­mitare al massimo le vere mobilità. Il gioco incrociato dei posti in entrata e dei posti in uscita, delle aree amministrative e di quelle tecniche aveva fatto si che, a fronte di un numero teorico di 1.300 unità trasferibili, i reali trasferiti fossero meno del 20% (vedi “Il sacco bucato”n.3). Per quanto riguarda durante la relativa trattativa emerge che l’Amministrazione non vuole siano più presen­tate domande, rimettendo a concorso i posti non assegnati a cui ne aggiungerebbe per il Centro-Sud meno di 100 (una goccia) e per il Territorio 8 (!!!). La mobilità resta pertanto chiusa a quelli che avevano già presentato domanda e, comunque, con modalità che, ab­biamo già visto creeranno enormi disparità tra i posti teorici e quelli assegnati.

 

Passaggi tra le aree: il contratto che non c’è

Anche in questo caso la trattativa è in corso, per cui saremo più precisi nel prossimo nu­mero, ma basti oggi constatare che oggi emerge tutta la truffa sul Contratto inte­grativo che le rappresentanze sindacali di Base si sono rifiutate di sottoscrivere.

Stano infatti emergendo i posti disponibili per i passaggi tra le Aree. Quelli per i quali, ad esempio, CGIL-CISL-UIL hanno “boicot­tato” l’iniziativa di protesta degli Addetti alla lettura ottica nei Centri di Servizio.

Avevano affermato che la soluzione non era quella proposta da RdB – ricordiamo che, come per i Call Center , abbiamo chiesto la definizione di un profilo apposito per quel tipo di lavorazione, profilo che dovesse es­sere collocato almeno al IV livello, accre­scendone le carenze e di conseguenza ri­chiedendo l’inquadramento del personale ad­detto nel nuovo profilo.

Avevano affermato che la soluzione era solo contrattuale e che “loro” avevano ottenuto che il 100% delle carenze di organico di IV livello venissero coperte con passaggi in­terni. Quante sono queste carenze? Prati­camente nessuna.

Ma non è finita qui. Dall’Area B all’ Area C i posti da mettere te­oricamente a concorso non sono più di 200. Infine usiamo il termine “teoricamente” per­ché la Presidenza del Consiglio ha ribadito quello che avevamo contestato nello scorso autunno (e su cui avevamo anche scioperato). La Finanziaria affermava che i passaggi di li­vello tra le Aree non potevano essere effet­tuati con i soldi del Fondo Unico di Ammini­strazione ma contestualmente non fissava alcun stanziamento per essi, lasciando alle singole Amministrazione gli oneri di paga­mento degli stessi. Come era prevedibile, senza essere dei veggenti, il Ministero delle Finanze dichiara di non avere una lira per questi passaggi che quindi resterebbero vir­tuali… Quando gli altri sindacati avevano firmato il Contratto Integrativo avevamo parlato di “Bluff dell’Ordinamento”… ora il bluff è scoperto.

 

Corsi di Riqualificazione: atto finale

La questione riqualificazione del personale è, per noi, molto importante. Ricordiamo a chi ci conoscesse da poco tempo che già nel 1996 (a febbraio) avevamo scioperato per richiedere una riqualificazione del personale che riconoscesse il diritto ad essere retri­buiti sulla base del lavoro effettivamente svolto. Da sempre infatti denunciamo il fe­nomeno dello sfruttamento di lavoratrici e lavoratori con le mansioni superiori che, sempre di più, vista la completa inadegua­tezza dei profili professionali esistenti, è divenuta la regola. Forse, seppur criticabile, quanto emerso nella Finanziaria di quell’anno – la riqualificazione nel Ministero delle Fi­nanze -  era anche originato della nostra protesta. Ma la gestione del processo è stata poi depauperata di tutti i significati originari. Anziché gestire il processo come, ad esempio è accaduto all’INPS, dove la pre­senza delle RdB, più forte che nel Ministero delle Finanze, ha garantito riconoscimenti di carriera a tutti i dipendenti, è stato deciso di gestirlo in maniera concorsuale. Abbiamo ricordato a tutti, nel flash n.3 arrivato negli uffici nei giorni scorsi cosa ha significato questo… E cosa sta ancora significando. Buon ultima arriva l’affermazione della Direzione Generale del Personale che probabilmente gli inquadramenti saranno effettuati dalle co­stituende Agenzie. E allora, la logica del per­sonale che segue le funzioni, garanzia, al­meno in un primo momento di non essere coinvolti in processi di mobilità, che fine fa?

 

 

 


 

Nel prossimo numero
Pro­getto n.10 – Il personale e le Agenzie (parte II)
(tra l’altro)
Il 2% del 1998 e le altre promesse da marinaio
 
La bozza del “Regolamento per l’indipendenza e l’autonomia tecnica del personale delle Agenzie”
 
Commissione paritetica per la revisione dei profili professionali: quale futuro?

 

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