IL SACCO BUCATO N. 7 –
27/9/2000
Documento conclusivo riunione Coordinamento
Nazionale RdB-P.I. – Ministero delle Finanze – 20 settembre 2000
Infine, ma non certo per ordine di importanza, si rileva la necessità di proseguire una forte campagna di tesseramenti, questo, sia per garantire gli strumenti con cui poter concretizzare il programma sopra esposto, sia per dare allo Stato dimostrazione che in questi ragionamenti le lavoratrici e i lavoratori si riconoscono, rafforzando così il peso delle nostre rivendicazioni e le possibilità che le stesse si trasformino in risultati concreti.
In questo
numero:
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Prepensionamenti:
le voci che circolano
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Commissioni
Tributarie: chiediamo ampliamento posti e passaggio al Ministero della
Giustizia
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Entrate: piano
recupero arretrato
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Liguria:
ridotta la forbice dell’indennità di risultato
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Progetto n.10 –
Il personale e le Agenzie (parte I)
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Mobilità
volontaria: incatenati !
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Passaggi tra le
aree: il contratto che non c’è
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Corsi di
Riqualificazione: atto finale
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Prepensionamenti: le voci che circolano
Da diverso tempo negli uffici sta circolando la
voce di possibili slittamenti verso la pensione del personale del Ministero
delle Finanze. Cosa c’è di vero? Al momento la questione non è stata ancora
approfondita. Riportiamo però quanto abbiamo recepito in una ”chiacchierata
informale” a latere di un incontro, con l’attuale (e futuro) dirigente delle
Entrate, il dott. Massimo Romano. Riportiamo questi ragionamenti perché li
riteniamo significativi delle scelte complessive del Ministero. Sembrerebbe
infatti che le future Agenzie dovranno essere dimensionate territorialmente
sulla base del tessuto industriale delle singole realtà e che dovranno
privilegiare il loro intervento nelle aziende medio grandi in cui, in sostanza
i funzionari delle Entrate, diventeranno una sorta di “tutor” – termine che ci
è tristemente noto - che affiancherà e controllerà le singole aziende. Non
vogliamo entrare in discussione sulla giustezza o meno di queste scelte, di cui
qui ci interessano solo le ricadute sul personale, ricadute che lo stesso
dott.Romano ha concretizzato nella necessità di avere una forte differenza di
organici tra le regioni, con prevalenza delle regioni del Nord, rispetto a
quelle del Sud che andrebbero fortemente sfoltite, e nella necessità di professionalità ad oggi, secondo
l’Amministrazioni, non presenti e non ricavabili dal personale in servizio – e
questo confermerebbe un ragionamento che circa un anno fa ci era stato fatto
da un altro dirigente, il Dott.Guaiana. L’obiettivo delle future Agenzie, per
quanto riguarda il personale dovrebbe essere quindi quello di favorirne
l’esodo, nonché la mobilità verso il
Nord e l’acquisizione di nuovo personale, più qualificato e a costi più bassi,
nelle regioni del Nord. In quest’ottica acquista fondamento la voce dei
prepensionamenti. Ma, si chiederanno in molti, come ripensa di far passare sul
piano politico, in una fase di riforme continue al sistema pensionistico, un
eventuale prepensionamento al Ministero delle Finanze (Agenzie Fiscali). La
risposta è semplice. Basta dire all’opinione pubblica che il passaggio si fa a
costo zero per la collettività. Come? Ricordate, nel primo numero avevamo
paventato il rischio di un appropriamento, con il bene placet dei sindacati,
del nostro fondo di previdenza. Oggi si tratta di qualcosa più di un sospetto.
Al Ministero, da qualche tempo, circola un documento, sulla cui autenticità
non ci sentiamo di giurare ma, che per sensibilizzare il personale sulla questione
riteniamo opportuno pubblicizzare.
Insomma, pur nella incertezza della fonte, data la gravità della questione
riteniamo necessario mettere le mani avanti.
Si tratterebbe, e qui il condizionale è più che
d’obbligo, di una bozza, di cui CGIL-CISL-UIL e SALFi dovrebbero essere al
corrente, per un accordo istitutivo di un Fondo di Solidarietà, alimentato con
i soldi del Fondo di Previdenza. Il Fondo, secondo il documento, dovrebbe
essere utilizzato come segue:
“sessanta per cento – finanziamento di assegni
straordinari di sostegno al reddito, sino a concorrenza dell’importo necessario
(…) in favore dei lavoratori finanziari che abbiano maturato alla data del
31-12-1999 un’anzianità di servizio inferiore per non più di settantadue mesi a
quella minima richiesta dalle disposizioni vigenti in materia di collocamento
a riposo, che avanzino apposita istanza;”
“venti per cento – finanziamento di contratti di
formazione e lavoro, salari di ingresso, borse di studio e lavori socialmente
utili, al fine di consentire nuove assunzioni presso le Agenzie fiscali nelle
aree territoriali maggiormente carenti, con precedenza per personale
professionalmente qualificato;”
“dieci per cento – finanziamento di incentivazioni
economiche in favore di lavoratori finanziari che optino per il regime di orario a tempo parziale nella
misura del cinquanta per cento dell’orario, o inferiore, a mezzo di integrazione
della retribuzione per un‘aliquota pari al trenta per cento in più rispetto a
quanto di spettanza, per la durata di un biennio dalla data di trasformazione
del rapporto;”
“ultimo dieci per cento – finanziamento incentivazioni
economiche in favore dei lavoratori eccedentari ammessi a mobilità volontaria
presso sedi di servizio carenti, ubicate in altra regione, con precedenza per i
dipendenti che scelgano regioni più lontane da quella di appartenenza”.
E’ uno scherzo? Si parlerebbe di appropriarsi dei
soldi versati da tutti i lavoratori per favorire processi di prepensionamento,
precarizzazione del lavoro e mobilità interregionale.
Ricordiamo che le Rappresentanze sindacali di
base stanno, da tempo chiedendo la liquidazione del Fondo a coloro che lo hanno
alimentato. Un
eventuale appropriazione di questi fondi per favorire la ristrutturazione organizzativa dell’Amministrazione,
seppur nulla abbiamo contro eventuali prepensionamenti, sarebbe atto molto
grave. Invitiamo quindi tutti i colleghi a d aprire gli occhi sulla questione.
Dal canto nostro cercheremo di tenervi informati.
Commissioni Tributarie: chiediamo ampliamento
posti e passaggio al Ministero della Giustizia
La questione delle Commissioni Tributarie è un
nodo che va assolutamente sciolto prima di passare alle Agenzie. Secondo la
riforma del Ministero infatti, le Agenzie non assorbirebbero le Commissioni
Tributarie. La riforma infatti le assimila come ruolo a quello del Ministero
della Giustizia, ruolo che, bontà loro, ritengono che non possa essere
privatizzato. Secondo questa logica, anche grazie ad una forte rivendicazione
delle RdB che ricordiamo, qualche anno fa hanno organizzato diversi scioperi
delle Commissioni Tributarie, in uno, in pratica tutte le Commissioni della
Sicilia avevano chiuso, al personale delle Commissioni Tributarie viene riconosciuta
l’indennità di Amministrazione del Ministero della Giustizia. Ma, su questo
personale, ad oggi, pende ancora l’indeterminatezza dei ruoli delle Commissioni
Tributarie. Non sono stati fissate le piante organiche che riteniamo vadano immediatamente
formalizzate con un aumento del personale, nonché una sua immediata
riqualificazione. Inoltre chiederemo, e vogliamo in ciò coinvolgere il
personale delle Commissioni, un’emendamento a quanto determinato dal D.Lvo
300/1999 – quello dell’istituzione delle Agenzie – in modo tale che il personale
delle Commissioni Tributarie possa essere accorpato, a riforma completata, a
quello della Giustizia.
Entrate: piano recupero arretrato
E’ attualmente in svolgimento il piano di recupero
dell’arretrato nel Dipartimento delle Entrate. Si tratta di un progetto che
l’Amministrazione vuole condurre in porto prima del passaggio alle Agenzie,
proprio perché le stesse possano partire con minori strascichi possibili
rispetto al “vecchio” ministero. Non vogliamo qui dilungarci su valutazioni
di merito riguardo al nostro dissenso riguardo ai progetti – di varia natura ed
entità. Anche in questo caso riteniamo che le accelerazioni inopinate delle
lavorazioni abbiamo come frutto un abbassamento della qualità delle stesse e
quindi, in sostanza un doppio lavoro dei dipendenti, o ancora peggio, una
ricaduto verso altri dipendenti, magari non coinvolti nel progetto di questa
peggiore qualità – come la questione delle “cartelle pazze” insegna. Riguardo
al progetto in oggetto ci siamo però trovati nella condizione di ottenere ciò
che chiediamo da tempo: l’allargamento a molti uffici, un altissima
percentuale, del coinvolgimento nel progetto, e soprattutto la possibilità di
gestire con la contrattazione locale, i fondi di spettanza dei singoli uffici.
Piccolo risultato? Può darsi, ma, spostare dal livello nazionale a quello
locale la determinazione dei parametri di attribuzione dei premi potrebbe
innescare meccanismi di livellamento del reddito. Insomma, riteniamo che
l’accordo nazionale che abbiamo sottoscritto, seppure con riserva, consenta,
ove esista la volontà, di recuperare al salario accessorio professionalità e
soggetti che altrimenti ne sarebbero metodicamente esclusi. Date le condizioni
al tavolo di trattativa nazionale, in cui la meritocrazia, sembra essere la
parola d’ordine, abbiamo ritenuto che questo fosse il miglior risultato ottenibile.
La palla passa ai singoli uffici.
Liguria: ridotta la forbice dell’indennità di
risultato
In linea con quanto dicevamo pocanzi è l’accordo
sottoscritto – e fortemente voluto – dalla nostra delegazione presso la Direzione
Regionale per le Entrate della Liguria. Le contraddizioni del sistema imposto
dall’Amministrazione, ed approvato dalle altre organizzazioni sindacali sono
talmente forti che sul piano del ragionamento, in realtà dove il numero degli
iscritti, rafforza le nostre posizioni, è facile fare breccia. Il ragionamento
è stato semplice. Se si parla di “indennità di risultato” questa è legata al lavoro
svolto, il lavoro, come quantità di pezzi lavorati non può giustificare
differenziazioni molto forti tra lavoratori. A questo si deve aggiungere che il
personale degli uffici svolge, quasi dappertutto, mansioni superiori senza le
quali gli uffici non solo non raggiungerebbero obiettivi accettabili, ma tantomeno
potrebbero svolgere il loro ruolo istituzionale. Per questi motivi una forte
discriminazione tra i livelli sulla distribuzione del salario che “loro” hanno
voluto legare al risultato ottenuto, non è, secondo noi, accettabile. Quindi,
pur riconoscendo le diverse responsabilità che possono essere attribuite ai
diversi inquadramenti professionali riteniamo che questi compensi vadano il
più possibile omogeneizzati. Quindi a fronte di proposte che creavano
scaglioni di differenza tra tutti i livelli, Abbiamo ottenuto una distribuzione
per Aree alzando così i livelli più bassi – nonchè i settimi livelli, che
spesso garantiscono il funzionamento dell’area C. Questo, a stralcio, il testo
dell’accordo:
“ Fra le parti si concorda che l’indenità di risultato
verrà ripartita fra le aree come segue sulla base dei seguenti coefficienti:
Area A: 120, Area B: 150, Area C: 180.”
Progetto n.10 – Il personale e le Agenzie (parte
I)
Cosa
è il Progetto n.10? E’: “Elaborazione del piano transitorio del personale e
stesura delle linee guida per la gestione delle risorse umane”. Leggere insieme
alcuni stralci della presentazione del Progetto, che nella sua interezza non ha
ancora avuto luce ci potrà aiutare a fare alcune considerazioni su come
l’Amministrazione intenderà USARE il personale. Si tratta di
affermazioni piuttosto caute, che vanno però messe in relazione con i dati che
l’amministrazione fornisce sull’attuale allocazione del personale e che vede
le regioni del Nord carenti e quelle del Centro–Sud in esubero e su quello che
afferma rispetto agli obiettivi di intervento futuri (accertamenti
concentrati su grosse aziende, telematizzazione dei servizi, ecc…)
“il
piano di riallocazione (del personale ndr) parte da (…) una rilevazione (…)
articolata e complessa, soggetta , com’è naturale in una struttura di tali
dimensioni, a continue modifiche che vanno, in questa fase di transizione,
accuratamente monitorate (…) la regola fondamentale che interessa la
massima parte dei dipendenti, secondo la quale tutto il personale è
distribuito fra il ministero e le singole agenzie secondo le funzioni e
nell’esercizio delle mansioni attualmente svolte.
E’
per questo possibile delimitare il campo degli interventi da adattare ai
seguenti profili:
spostamenti
di funzioni e uffici
(…) sulla base degli assetti funzionali dei nuovi Enti e del ministero snello;
soppressione
di funzioni
o ridimensionamento delle attività svolta dalle strutture attuali, con la
conseguente necessità di riallocare il personale in base alle funzioni
e alle mansioni svolte secondo criteri che garantiscano il miglior utilizzo
del patrimonio professionale esistente;
carenze
di personale
per lo svolgimento di attività di funzioni nuove o potenziate;
fabbisogni
immediati di formazione e riqualificazione per lo svolgimento di
attività nuove o potenziate o comunque significativamente modificate rispetto
all’attuale.
(…)
gli sviluppi successivi sono demandati alle iniziative che verranno
concordate al tavolo di coordinamento istituito fra i responsabili della
progettazione e quelli dei centri operativi di ministero, dei dipartimenti e
delle agenzie.
Nella
fase di rilevazione dei fabbisogni e delle criticità di ciascun
settore (ministero e agenzie), occorrerà procedere per approssimazioni
successive e attraverso una continua valutazione delle esigenze emerse al
fine di rendere compatibili le soluzioni nel quadro generale di allocazione
in coerenza con i principi del dettato normativo.
La
definizione degli assetti complessivi con i quali i nuovi enti avvieranno le
loro attività e l’individuazione dei flussi di mobilità e del personale
interessato, avverrà quindi sulla base delle rilevazioni effettuate (…)
(…)
il modello di gestione delle risorse umane (è) sostanzialmente innovato
rispetto all’attuale. (…) Gli istituiti da prendere in considerazione per
l’evidenziazione dei vincoli e delle opportunità sono, fondamentalmente,
quelli che caratterizzano il modello di gestione e sviluppo del personale
(reclutamento, mobilità interna al sistema fiscale, sviluppo professionale,
sistema retributivo e incentivante, ecc.).” Tratto da Piano generale per
l’attuazione della riforma a cura del Ministero delle Finanze.
Quindi sembrerebbe che:
in una prima fase il personale seguirà le sue
funzioni, qualora queste sopravvivano, senza mobilità se non cittadina
e/o provinciale;
in una fase successiva le singole Agenzie
tenderanno a riallocare il personale principalmente attraverso
strumenti per favorire lo svuotamento degli uffici in cui il nuovo assetto
organizzativo avrà fatto emergere esuberi (nati dalle funzioni soppresse). E
se questo si mette in rapporto con quanto abbiamo detto sopra riguardo al
Fondo di Previdenza…
Su “Il sole 24 ore” del 26 settembre scorso c’è un
“illuminante” articolo che parla per il mInistero Centrale di 860 dipendenti. E
gli altri 4.000 che vedranno soppresse le loro funzioni? (Continua)
Mobilità volontaria: incatenati !
Come a partire dalla prima incontro della
trattativa sul contratto integrativo (circa un anno fa) stiamo continuamente
denunciando. L’Amministrazione ha congelato tutte le situazioni in attesa che
le stesse vengano affrontate dalle Agenzie. Per quanto riguarda la mobilità
volontaria, già il vecchio accordo, quello relativo alla mobilità del 1999
aveva mostrato, nella sua applicazione, l’intenzione dell’Amministrazione a limitare
al massimo le vere mobilità. Il gioco incrociato dei posti in entrata e dei
posti in uscita, delle aree amministrative e di quelle tecniche aveva fatto si
che, a fronte di un numero teorico di 1.300 unità trasferibili, i reali
trasferiti fossero meno del 20% (vedi “Il sacco bucato”n.3). Per quanto
riguarda durante la relativa trattativa emerge che l’Amministrazione non vuole
siano più presentate domande, rimettendo a concorso i posti non assegnati a
cui ne aggiungerebbe per il Centro-Sud meno di 100 (una goccia) e per il
Territorio 8 (!!!). La mobilità resta pertanto chiusa a quelli che avevano già
presentato domanda e, comunque, con modalità che, abbiamo già visto creeranno
enormi disparità tra i posti teorici e quelli assegnati.
Passaggi tra le aree: il contratto che non c’è
Anche in questo caso la trattativa è in corso, per
cui saremo più precisi nel prossimo numero, ma basti oggi constatare che oggi
emerge tutta la truffa sul Contratto integrativo che le rappresentanze
sindacali di Base si sono rifiutate di sottoscrivere.
Stano infatti emergendo i posti disponibili per i
passaggi tra le Aree. Quelli per i quali, ad esempio, CGIL-CISL-UIL hanno
“boicottato” l’iniziativa di protesta degli Addetti alla lettura ottica nei
Centri di Servizio.
Avevano affermato che la soluzione non era quella
proposta da RdB – ricordiamo che, come per i Call Center , abbiamo chiesto la
definizione di un profilo apposito per quel tipo di lavorazione, profilo che
dovesse essere collocato almeno al IV livello, accrescendone le carenze e di
conseguenza richiedendo l’inquadramento del personale addetto nel nuovo
profilo.
Avevano affermato che la soluzione era solo
contrattuale e che “loro” avevano ottenuto che il 100% delle carenze di
organico di IV livello venissero coperte con passaggi interni. Quante sono
queste carenze? Praticamente nessuna.
Ma non è finita qui. Dall’Area B all’ Area C i
posti da mettere teoricamente a concorso non sono più di 200. Infine usiamo il
termine “teoricamente” perché la Presidenza del Consiglio ha ribadito quello
che avevamo contestato nello scorso autunno (e su cui avevamo anche
scioperato). La Finanziaria affermava che i passaggi di livello tra le Aree
non potevano essere effettuati con i soldi del Fondo Unico di Amministrazione
ma contestualmente non fissava alcun stanziamento per essi, lasciando alle
singole Amministrazione gli oneri di pagamento degli stessi. Come era
prevedibile, senza essere dei veggenti, il Ministero delle Finanze dichiara di
non avere una lira per questi passaggi che quindi resterebbero virtuali…
Quando gli altri sindacati avevano firmato il Contratto Integrativo avevamo parlato
di “Bluff dell’Ordinamento”… ora il bluff è scoperto.
Corsi di Riqualificazione: atto finale
La questione riqualificazione del personale è, per
noi, molto importante. Ricordiamo a chi ci conoscesse da poco tempo che già nel
1996 (a febbraio) avevamo scioperato per richiedere una riqualificazione del
personale che riconoscesse il diritto ad essere retribuiti sulla base del
lavoro effettivamente svolto. Da sempre infatti denunciamo il fenomeno dello
sfruttamento di lavoratrici e lavoratori con le mansioni superiori che, sempre
di più, vista la completa inadeguatezza dei profili professionali esistenti, è
divenuta la regola. Forse, seppur criticabile, quanto emerso nella Finanziaria
di quell’anno – la riqualificazione nel Ministero delle Finanze - era anche originato della nostra protesta.
Ma la gestione del processo è stata poi depauperata di tutti i significati
originari. Anziché gestire il processo come, ad esempio è accaduto all’INPS,
dove la presenza delle RdB, più forte che nel Ministero delle Finanze, ha
garantito riconoscimenti di carriera a tutti i dipendenti, è stato deciso di
gestirlo in maniera concorsuale. Abbiamo ricordato a tutti, nel flash n.3
arrivato negli uffici nei giorni scorsi cosa ha significato questo… E cosa sta
ancora significando. Buon ultima arriva l’affermazione della Direzione Generale
del Personale che probabilmente gli inquadramenti saranno effettuati dalle costituende
Agenzie. E allora, la logica del personale che segue le funzioni, garanzia, almeno
in un primo momento di non essere coinvolti in processi di mobilità, che fine
fa?
Nel prossimo numero
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Progetto n.10
– Il personale e le Agenzie (parte II)
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(tra l’altro)
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Il 2% del 1998
e le altre promesse da marinaio
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La bozza del
“Regolamento per l’indipendenza e l’autonomia tecnica del personale delle
Agenzie”
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Commissione
paritetica per la revisione dei profili professionali: quale futuro?
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Aiutaci a scrivere Il sacco bucato: aspettiamo suggerimenti, richieste e notizie al numero di fax 06 233 200 763 e/o in posta elettronica all’indirizzo ilsaccobucato@libero.it al quale potrai anche chiedere l’invio telematico al tuo indirizzo e-mail