In questo
numero:
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RIQUALIFICAZIONE – Il ricorso Dirstat
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La fantasia al potere. Con il varo delle Agenzie possiamo stare
tranquilli?
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Con lo sciopero lo abbiamo detto: i nostri diritti non si toccano
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Centri di Servizio: ORA VOGLIAMO UNA RISPOSTA
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Prepensionamenti ed altro (il documento “fantasma” - parte I)
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Demanio: L’agenzia misteriosa…
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MAGGIORAZIONE RIA: diciamola tutta
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Riqualificazione:
il ricorso Dirstat
Il Collegio Giudicante
del TAR, riunito il 18 ottobre, si è riservato di emettere la sentenza in
tempi non precisati. Non ci sono, al momento, indiscrezioni sulla posizione
che in questa sentenza dovrebbe essere espressa. Quindi i concorsi
proseguono, e probabilmente le bocciature si intensificheranno proprio per
dimostrare al TAR che di vero concorso si tratta.
Quest’ultimo atto è
l’ennesima dimostrazione che sottoporre i dipendenti del ministro delle
finanze a queste procedure paraconcorsuali anziché riconoscere a tutti il
diritto alla carriera attraverso uno scatto di inquadramento automatico, è
stata una scelta sbagliata.
Una scelta che ha
umiliato colleghi, anche anziani, che per anni hanno svolto mansioni superiori
che sono stati rimandati sui “banchi di scuola”…
Riteniamo che la
sentenza della Corte sarà a questo punto condizionata dalla trattativa
sotterranea che Dirstat e Amministrazione sicuramente staranno conducendo. Sappiamo
che la Dirstat richiede la pur legittima apertura delle carriere per i
dirigenti. Se a fronte di questo dovesse ritirare il ricorso e quindi
riaprire la strada a coloro che hanno superato tutte le “prove ad ostacoli”
sarebbe importante anche se, come dicevamo prima, comunque restrittivo. Staremo
a vedere.
La fantasia al
potere. Con il varo delle Agenzie possiamo stare tranquilli?
L’accusa che ci viene spesso mossa è quella di
essere troppo fantasiosi e spesso catastrofici. Viene creata così, artificiosamente,
una contrapposizione tra chi lavora di fantasia e tra chi dichiara
“pragmatismi” che porterebbero al controllo della realtà.
Purtroppo però, spesso la realtà supera la
fantasia. Pensiamo al tentativo di trafugare il diritto alla Maggiorazione RIA
presente sulla bozza di finanziaria; alla mai corrisposta perequazione con le
Dogane – che con le Agenzie è definitivamente perduta; alle modalità di sviluppo
della riqualificazione, dei concorsi a titoli e della mobilità volontaria; agli
enormi ritardi sulla corresponsione del salario accessorio; alle enormi
discriminazioni dello stesso; al fatto che si discute di Agenzie senza che
nei posti di lavoro giunga una voce chiara di quanto accade; che lavoratrici e
lavoratori dei Centri di Servizio devono apprendere dalla stampa che il loro
ufficio sta per essere ceduto ad altre amministrazioni; potremmo continuare a
lungo…
Riguardo alle Agenzie
a chi lavora è più utile la fantasia o il “pragmatismo”?
Recentemente la CISL,
dichiarandosi non fantasiosa, ha ricordato, con una certa ironia, riguardo alla
destinazione del personale delle finanze, che l’articolo 74 del decreto
300/1999 afferma che
“..tutto
il personale del ministero è incluso in ruolo speciale e distaccato presso i
nuovi uffici del ministero o presso le agenzie fiscali….”
Tutto vero. Solo che si sono dimenticati di citare
il titolo dell’art.74 :
“Disposizioni
transitorie sul personale”
e che lo stesso
articolo, al comma 5 stabilisce che :
“L’inquadramento
definitivo del restante personale (tutti meno i dirigenti NDR) nelle dotazioni organiche del ministero e delle
agenzie fiscali è disciplinato dal regolamento di cui all’articolo 58, comma 3
e dai regolamenti di cui all’articolo 71, comma 2 del presente decreto
legislativo, ferma in ogni caso l’applicazione delle disposizioni previste
dalla legislazione vigente e dai contratti collettivi a garanzia del personale
dipendente dai ministeri.”
Vediamo assieme gli
articoli citati.
Art 58, comma 2
“L'organizzazione,
la disciplina degli uffici e le dotazioni organiche del ministero sono stabilite
con regolamento ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto
1988, n. 400.”
Art.71 comma 2:
“Al
fine di garantire l’imparzialità e il buon andamento nell’esercizio della
funzione pubblica assegnata alle agenzie fiscali, con regolamento da emanare
entro sei mesi dall’entrata in vigore del presente decreto legislativo, ai
sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono
emanate disposizioni idonee a garantire l’indipendenza e l’autonomia tecnica
del personale”. (la
cui bozza è stata pubblicata sullo scorso numero NDR)
Un gioco di scatole cinesi in fondo alle quali
potremmo teoricamente trovarci qualsiasi cosa… A chi serve chiudere le stalle
dopo che i buoi sono scappati, magari denunciando, solo ora, le discriminazioni
che stanno dietro le modalità di attribuzione del salario accessorio (2% del
1998). E farlo dopo aver condiviso e firmato Contratti Nazionali, Contratti
Integrativi e Accordi di tutti i livelli volti a costituire le condizioni su
cui quelle discriminazioni poggiano.
In questo quadro è certo più utile qualcuno che,
facendo sfoggio di fantasia, e magari talvolta sbagliando, tenti di prevedere
e prevenire eventuali scorrettezze nei confronti di lavoratrici e lavoratori.
Saggezza popolare: a pensar male non si fa
peccato.
Con
lo sciopero lo abbiamo detto: i nostri diritti non si toccano
Il 13 ottobre, venerdì, molti uffici del Ministero
delle finanze hanno chiuso i battenti, significativa la situazione di Padova,
praticamente paralizzata. Ma anche in molti altri uffici, e ricordarli tutti sarebbe
troppo lungo, i disagi creati sono stati notevoli. Si sono create situazioni
limite come all’ex Conservatoria di Perugina dove il dirigente, in assenza dei
dipendenti in sciopero, ha consentito l’accesso degli utenti autonomamente
alla documentazione dell’ufficio… Fatto questo grave sia nei confronti del
diritto di sciopero che nei confronti del diritto alla riservatezza sui dati
dei cittadini.
Molte lavoratrici e lavoratori di cui molti non
iscritti alle Rappresentanze sindacali di base o iscritti ad altri sindacati
hanno scioperato dicendo NO ad un sistema nel quale regna l’incertezza
per le loro condizioni – a partire dalle “voci” sulle Agenzie. NO a
scelte che riducono sempre più i diritti. NO ad un meccanismo di
aumenti che, anno dopo anno, riducono fortemente il valore d’acquisto degli
stipendi. NO a condizioni di lavoro sempre più difficili con carichi di
lavoro che aumentano senza alcun legame con la realtà organizzativa degli
uffici. NO allo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori attraverso
sempre minori garanzie sul posto di lavoro.
L’adesione allo sciopero è stata, dicevamo, molto
elevata e ciò nonostante il fatto che rinunciare ad una giornata di stipendio
costi non poco, date le attuali condizioni, in cui altri ci hanno
infilato.
E’ un segnale chiaro della volontà di lavoratrici
e lavoratori di costruire un alternativa. E’ un segnale forte e chiaro
all’Amministrazione e ai sindacati realisti (spesso più del re). E’ un segnale
che è stato inviato anche a quei dirigenti più integralisti nelle pratiche
manageriali e vessatorie.
Il segnale è che lavoratrici e lavoratori non ci
stanno a essere considerati come oggetti. Il segnale è che lavoratrici e lavoratori
non sono stati anestetizzati dalle pratiche concertative e che non accettano
più discorsi di “compatibilità” fatti – spesso in sindacalese - da chi continua a togliere a loro per dare
alle grosse imprese.
Un segnale che rafforza le proposte delle
Rappresentanze sindacali di base. Un segnale che rafforza la posizione di
lavoratrici e lavoratori. Un inizio. L’inizio di una nuova fase in cui,
a fronte di effimeri successi individuali, ottenuti tramite raccomandazioni e
clientele, emerge la coscienza che più duraturi successi che si possono
ottenere solo attraverso lo sviluppo dell’azione collettiva. Con questo
sciopero l’opposizione al sistema vessatorio ha fatto un grosso passo avanti.
Non dobbiamo perdere il terreno guadagnato, oggi è necessario “cristallizzare”
questa posizione, rafforzarla e poi fare un ulteriore balzo in avanti. Per
fare questo riteniamo necessario iscriversi alle RdB. Contattateci per farlo.
Centri
di Servizio: ORA VOGLIAMO UNA RISPOSTA
Nello scorso numero abbiamo formulato una proposta
chiara rispetto al futuro di lavoratrici e lavoratori dei Centri di Servizio.
La proposta sta passando al vaglio dei dipendenti dei Centri di Servizio. Da
questa consultazione – già completata in diversi uffici - scaturirà la
posizione delle RdB.
Ieri (19 ottobre) c’è stata l’ennesima riunione
dell’Osservatorio su Piano di recupero dell’arretrato – in cui, si diceva, si
sarebbe dovuto fare un salto di livello e parlare del futuro dei Centri di
Servizio.
Così non è stato. Noi, forti dell’appoggio di
lavoratrici e lavoratori, abbiamo puntato i piedi e ottenuto un incontro
specifico sull’argomento che si terrà la prossima settimana (in data da
precisarsi). Ci è stato inoltre detto che, prima di quella riunione, i singoli
Direttori Regionali non potranno assumere ulteriori iniziative. Sollecitiamo quindi le
strutture che non avessero ancora proceduto alla consultazione del personale
a farlo immediatamente. Una raccolta di firme sotto la nostra proposta sarà
chiaro segnale per Amministrazione e qualche (eventuale) sindacato recalcitrante
di cosa i dipendenti dei Centri di Servizio vogliono veramente.
Vogliamo qui spendere un paio di parole anche a
fronte di chi, dopo aver tranquillizzato per anni i lavoratori oggi scopre
che sotto le ceneri delle Agenzie si potrebbero nascondere altre verità.
La posizione che, spesso in perfetta solitudine,
abbiamo espresso per anni è che in queste forti fasi di cambiamento la mancanza
di chiarezza è sempre interpretabile come tentativo di nascondere qualcosa.
E’ un atteggiamento che sindacati responsabili, come noi cerchiamo di essere,
sono tenuti a denunciare da subito, senza aspettare l’ultimo momento, quando
spesso i giochi sono fatti.
Per questo motivo, non giudichiamo responsabile
la posizione di chi ha buttato per lungo tempo l’acqua sul fuoco salvo poi
alimentarlo quando l’incendio non sembrerebbe più controllabile. Sembra un
tentativo, anche becero, su cui lavoratrici e lavoratori, non stupidi, sapranno
sicuramente trarre le proprie conclusioni.
Detto questo, pure se in condizioni di
boicottaggio complessivo, quello che le Rappresentanze sindacali hanno scelto
di fare è non attendere passivamente la VERITA’ dell’Amministrazione, ma cercare
di condizionarla e crearla. Arroganza? Forse. Ma riteniamo che oggi questa sia l’unica
tattica percorribile per chi voglia tutelare e rilanciare i diritti di chi
lavora. E quindi, non ci limitiamo ad un’attesa passiva della VERITA’
dell’Amministrazione ma formuliamo PROPOSTE CHIARE in cui lavoratrici e
lavoratori possano riconoscersi e con cui l’Amministrazione debba confrontarsi.
La nostra VERITA’ è diversa da quella
dell’Amministrazione fatta di economicità, tagli alle spese, produttività etc.
La nostra VERITA’ è quella che tutti gli
attuali dipendenti dei Centri di Servizio devono essere destinati all’ufficio
che loro sceglieranno sulla base delle proprie esigenze personali.
Non siamo di fronte a calciatori che possono
essere indiscriminatamente spostati dove più sono utili all’Amministrazione.
L’Amministrazione che deve calibrare la sua “verità” sulle nostre esigenze. Se
tutti assieme chiederemo questo non ci sarà Amministrazione ne sindacati che
terranno, dovranno darci questo.
Vogliamo portare tutti allo scoperto perché con
chiarezza dicano se hanno un’altra proposta e quale. Basta con i giochi di
parole.
Prepensionamenti
ed altro: il documento “fantasma” (parte I)
Nel giro di assemblee di preparazione per lo
sciopero, uno degli argomenti che è stato rilanciato è stato quello relativo ai
prepensionamenti. Su questo argomento si sono pronunciate anche fonti
sindacali “autorevoli” – seppur non fantasiose - che confermando la nostra considerazione di fondo, si sono chieste:
in un momento in cui si parla di revisione, al ribasso, del sistema
pensionistico, come è possibile parlare di prepensionamenti per il ministero
delle Finanze?
Ma – vedi il primo articolo – siccome noi siamo
abituati a pensar male, proprio per prevenire eventuali problemi futuri
e per evitare di stare ad aspettare “mazzate” che possano privare chi lavora
dei propri diritti, abbiamo paventato una possibilità, che ci auguriamo non si
concretizzi, basata su un documento citato nel numero 7 del nostro
bollettino. Il documento, sulla cui autenticità, dicevamo allora, e ripetiamo
ora, non siamo certi, si intitolerebbe “ACCORDO ISTITUTIVO DI UN FONDO
SPECIALE BILATERALE DI SOLIDARIETA’ PER IL SOSTEGNO DEL REDDITO
DELL’OCCUPAZIONE E DELLA RICONVERSIONE PROFESSIONALE DEL PERSONALE FINANZIARIO
- Tra il Ministero delle Finanze e le
Organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori finanziari: CGIL-FP,
CISL-FP, UIL Statali, CONFSAL-UNSA-SALFI”.
Il documento ipotizzerebbe l’utilizzo di parte del
Fondo di Previdenza per favorire i presunti prepensionamenti anche se, in
effetti, è improprio chiamarli in questo modo. Non si tratterebbe infatti
di far andare in pensione preventivamente il personale in esubero, dato questo
ovviamente improbabile sotto l’aspetto politico, Si tratterebbe di
metterlo a riposo con un assegno a sostegno del reddito – alimentato da
quello che è l’attuale Fondo di Previdenza - fino all’età pensionabile. Dalla
lettura del documento si tratterebbe, quindi, di un istituto più vicino alla Cassa
Integrazione che al prepensionamento.
Ipotesi che rigettiamo e che consentirebbe
all’Amministrazione di liberarsi del personale nelle cosiddette “aree eccedentarie”
giustificandosi rispetto all’opinione pubblica perché effettuerebbe
l’operazione a costo zero per la collettività – a carico completo di lavoratrici
e lavoratori del Ministero/Agenzie.
I dubbi sull’autenticità del documento li abbiamo
per due motivi.
Il primo è che sul documento, in premessa, c’è un
analisi della situazione attuale (vedi sotto) molto diversa da quella che i
presunti estensori dello stesso ufficialmente professano.
Un’analisi fatta di esodi, esuberi etc.. molto più
vicina alla nostra “fantasia” che al “pragmatismo” di chi spesso ci critica per
i nostri “voli pindarici”.
Ergo: o il documento è falso o sono falsi quelli
che lo hanno scritto.
Il secondo è che il contenuto complessivo del
documento ci pare di una gravità tale che solo mantenerlo nella segretezza assoluta
fino all’ultimo momento, potrebbe renderlo applicabile. Per questo motivo,
nonostante l’incertezza sulla fonte, ci siamo risoluti a parlarne anche per
stimolare una posizione ufficiale da parte dei presunti estensori dello
stesso. In tal senso riteniamo già un successo aver fatto pronunciare la UIL
in questi termini, ma non è abbastanza.
Vogliamo, e speriamo, che tutti i presunti
estensori del documento dicano chiaramente a lavoratrici e lavoratori che le
RdB sbagliano
e che il Fondo di Previdenza non sarà mai utilizzato per creare un Fondo di
solidarietà.
Vogliamo che tutti si pronuncino riguardo alla
nostra proposta di liquidazione del maturato al singolo dipendente.
Per questo, e anche per rispondere alle richieste
che ci giungono nei posti di lavoro di approfondimento della questione, abbiamo
deciso di pubblicare integralmente il documento “fantasma”. La pubblicazione,
data l’ampiezza del documento, sarà suddivisa su più numeri del notiziario. Il
testo integrale del documento sarà comunque presente – nei prossimi giorni -
sul nostro sito internet www.rdbcub.it - Sezione Federazione Pubblico
Impiego / RdB-Statali / Notizie dal Ministero delle Finanze. Ecco il testo:
“Premesso:
che il presente momento
ordinamentale, caratterizzato dalle pressanti esigenze di ristrutturazione
connesse all'attuazione delle riforme dell'Amministrazione dello Stato in
generale, ed all'attivazione delle agenzie fiscali in particolare, rende
quanto mai opportuno, allo scopo di finanziare, senza oneri a
carico dell'Amministrazione, le politiche di riallocazione e rinnovamento
delle risorse umane, un proficuo utilizzo delle risorse accantonate nel
bilancio del Fondo di Previdenza di cui.al DP.R del 21 dicembre 1984, n° 1034;
che le esigenze politiche
di efficienza ed economicità del nuovo assetto strutturale dell'Amministrazione
finanziaria ben possono contemperarsi, nella descritta congiuntura, con le
aspettative del personale anziano ad un equo sostegno del reddito sino alla
quiescenza, e con le istanze sociali di contrasto alla disoccupazione;
che risulta allo stato
impossibile, anche alla luce della complessiva riforma della Pubblica
Amministrazione di cui alla Legge 59/97, ai
D.Lgs, 112/98 ed al D.Lgs 300/99, prevedere quale sarà l'impatto degli
adempimenti conseguenti all'istituzione delle Agenzie Fiscali sulle piante
organiche degli Uffici finanziari, in particolare del CentroSud;
attesa l'impossibilità di
comprendere allo stato le conseguenze scaturenti dall'immissione a ruolo
speciale, giusta la richiamata normativa, di tutti i lavoratori finanziari
nella fase transitoria della riforma;
che il Fondo Monetario
Internazionale ha dichiarato che "fra le varie regioni italiane c'è un
visibile squilibrio nell'allocazione e produttività del personale
dell’Amministrazione Finanziaria”;
che ne discende, da parte
del Ministero delle Finanze, la volontà di procedere ad una riallocazione
delle risorse umane sul territorio in termini di maggiore razionalità ed
economicità, dal che risulterebbero inevitabili disagi per i lavoratori del
Centrosud, potenzialmente esposti ad un esodo biblico;
che tale nefasta ipotesi,
unitamente ai guasti che potrebbero ricollegarvisi ed alle prevedibili
situazioni di conflittualità, ben può essere scongiurata abbinando un meccanismo
di sostegno al reddito fino alla quiescenza riservato ai dipendenti delle
aree eccedentarie più anziani con uno strumento polivalente di reclutamento di
nuove risorse umane per le aree carenti di personale;
che quanto sopra può essere
attuato a costo zero per l'Amministrazione Finanziaria, avvalendosi degli
strumenti di solidarietà di cui al testo del presente Accordo;
che è altresì opportuno
incentivare l'orario di lavoro a tempo parziale e la mobilità volontaria,
quali strumenti di ottimale distribuzione delle risorse umane nel tempo e
nello spazio;
che è possibile, alla luce
del vigente quadro normativo di riferimento, anche mediante contrattazione
collettiva fra le parti, la costituzione di Fondi nazionali, avvalendosi
delle previsioni della I. n. 662/1996, art. 2, comma 28, per il perseguimento
di politiche attive di sostegno del reddito e dell'occupazione nell'ambito di
processi di ristrutturazione aziendale e per fronteggiare situazioni di
crisi;
che
il decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale n. 477/1997
rinvia ai contratti collettivi nazionali la definizione dei principi e
criteri direttivi validi ai fini dell'adozione dei Regolamenti dei Fondi di
cui alla 1. n. 662/1996, art. 2, comma 28;
che la 1. n. 449/1997, art.
59, comma 3, prevede una specifica disciplina transitoria di sostegno al
reddito comprensivo della corrispondente contribuzione figurativa, per i casi
di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale che determinino esuberi di
personale;
che gli intereventi sopra
enunciati possono essere svolti con l'esclusivo impiego di risorse di
pertinenza del Fondo di Previdenza del personale finanziario di cui al D.P.R.
del 21 dicembre 1984, n° 1034, ed utilizzando dette risorse per le
finalità loro proprie;
che il nuovo Fondo speciale
istituito dal presente Accordo può sostituire, a regime, il richiamato Fondo
di previdenza nelle attuali finalità statutarie, mentre quest'ultimo va a seguire
il proprio naturale percorso istituzionale, delineato dalla vigente normativa
di riferimento, di trasformazione in fondo-pensione;
che il Fondo speciale può
utilizzare sede e mezzi propri dell'attuale Fondo di previdenza, senza quindi
determinare neanche sotto questo profilo dei costi aggiuntivi;
visto l'art.3, comma 200,
della Legge 28-12-1995, n°549, e ritenuto, al riguardo, che sia più opportuno
orientare le risorse ivi previste verso le finalità sopra indicate piuttosto
che verso investimenti immobiliari pubblici anacronistici ed antieconomici;
Si conviene:” (segue)
Demanio:
L’agenzia misteriosa…
Nel mistero che continua a
pervadere tutto il transito alle Agenzie le questioni relative all’Agenzia del
Demanio sono forse le più complesse.
Sembrerebbe infatti che,
diversamente dalle altre Agenzie, che sul piano strutturale non dovrebbero
avere forti modifiche, per questa si prevedono riorganizzazioni molto
forti. Si parla di determinazione degli uffici, delle relative piante organiche
e delle relative professionalità. Parole che, in questa fase ci paiono particolarmente
preoccupanti.
Iniziano a trapelare le
prime notizie, completamente in divenire, che se da una parte iniziano a
chiarire alcune questioni, come vedremo, dall’altra ne lasciano parecchie
insolute.
Gli uffici, dotati di autonomia gestionale e
operativa, dovrebbero essere 30/35, ovviamente
nelle sedi capoluogo di regione a cui si aggiungerebbero altre province – non
ancora definite - in cui è maggiore la presenza di beni demaniali. Nelle altre
province dovrebbe però essere mantenuto un presidio, si è parlato di sezione
staccata, dipendente dalla Direzione Regionale.
Si è parlato della necessità di circa 1.500
dipendenti complessivi sul territorio nazionale.
Per capire chi andrà nell’Agenzia del Demanio si
è fatto riferimento al D.Lvo 300/99 e seguenti regolamenti, che fanno
riferimento esplicito al “seguire le funzioni”. Questo è il motivo per cui il
Dipartimento del Territorio sta effettuando un “censimento” tra il personale.
Le RdB ritengono però che, al di là del seguire
le funzioni, debba essere allargato a tutti gli attuali lavoratori del Dipartimento
del Territorio la possibilità di optare per l’Agenzia del Demanio, magari attraverso
tempestivi – siamo già in ritardo – interpelli e corsi di formazione specifici.
L’Agenzia infatti, così come ci è stata descritta,
pur non fornendo garanzie rispetto alla riallocazione del personale, per
contro dovrebbe mantenere il personale, mentre come sappiamo, il personale
dell’Agenzia del Territorio dovrebbe, a breve, transitare verso gli Enti
Locali, con il rischio di una forte frammentazione sul territorio.
Comunque la si veda, la situazione quindi non è
chiarissima. Anche in questo caso, come in altri, le soluzioni non vengono poste
sul piano contemporaneamente e quindi pur riuscendo ad ottenere un diritto di
opzione, per lavoratrici e lavoratori diventa poi difficile scegliere non disponendo
di tutti gli elementi necessari per farlo.
MAGGIORAZIONE RIA: diciamola
tutta
Come detto nel precedente numero, la bozza di
Finanziaria prevede (Art.33, comma 2) la privazione del diritto per tutti
coloro, anche chi ha presentato ricorso – esclusi i giudicati già depositati
– che lo avevano maturato. Le RdB si sono distinte da altre organizzazioni che
hanno chiesto l’iscrizione in cambio del ricorso – quando tra l’altro questo
sembrava inutile, a seguito del parere espresso dal Consiglio di Stato nel giugno
2000 – stimolato dalle migliaia di ricorsi presentati tramite RdB.
Le RdB avevano proposto infatti, prima di giugno
2000 ricorso a sole 5.000 lire, senza obbligo di iscrizione al sindacato.
Questo passaggio dimostra la forte strumentalizzazione
che alcuni fanno dell’informazione fino a giungere letteralmente a truffare
chi lavora.
Infatti oggi i ricorsi per i quali siete stati
obbligati ad iscrivervi a certi sindacati, potrebbero essere spazzati via da
una norma di quella finanziaria giudicata positivamente da CGIL e UIL e negativamente
da CISL, che ci pare però sempre più contaminata nei giudizi dal progetto
politico di D’Antoni.
Le Rappresentanze sindacali di base, oltre a protestare presso tutte le sedi istituzionali a riguardo, vogliono mettere in campo la forza di chi si vede privato del diritto. Sul nostro sito internet potete trovare il testo di una lettera di protesta – nonché gli indirizzi di posta elettronica di tutti i deputati. Inviamogli lettere di protesta. Possibile che si ricordino di noi solo per chiedere il nostro voto?