DEMANIO/
TERRITORIO
20 dicembre 2000 -
dietro front dell’Amministrazione,
una vittoria a
tempo ….
RdB NON FIRMA
IL
TESTO DELL’ACCORDO DEL 20 DICEMBRE
Avevamo
dichiarato che chi aveva sottoscritto il ridicolo accordo del 24 novembre
scorso aveva firmato una cambiale in bianco ai futuri dirigenti del Demanio, che, infatti, avevano cominciato a
definire unilateralmente un organizzazione del lavoro basata sul taglio del
personale, attualmente adibito a funzioni di demanio, e sulla chiusura (o
mancata attivazione) di sedi in cui attualmente vengono svolte attività di
demanio.
Questo
ha causato la pronta reazione di chi sta nei posti di lavoro, informato dalla
RdB che da subito aveva stigmatizzato i rischi dell’accordo del 24 novembre e
che da subito, coerentemente, aveva richiesto un incontro per chiarire – e rivedere
– la questione.
Nell’incontro
è stato ottenuto: l’allargamento da 1530 a 1642 degli organici del demanio (più
vicini al dato reale), il “recupero” di alcune sedi – di cui era prevista la
chiusura: Avellino, Forlì, Gorizia, Viterbo, Savona, Macerata, Isernia,
Vercelli, Brindisi, Oristano, Ragusa, Enna , Rovigo.
Ripetiamo,
è stata solo la mobilitazione di chi lavora a convincere la dirigenza –
e i sindacati firmatari dell’accordo del 24 novembre – a tornare sui propri
passi. Significativa la fiera opposizione dei colleghi del Friuli Venezia
Giulia che hanno obbligato tutti i sindacati a schierarsi su una
posizione, originariamente solo della RdB, ma finalmente comune…
Tutto
bello? Allora perché non abbiamo firmato il nuovo accordo?
1) Perché,
aver ottenuto un piccolo, seppur significativo, risultato non cambia il nostro
giudizio sulle Agenzie, nelle quali tentativi di colpi di mano “per risparmiare”
come quello appena sventato, diventeranno all’ordine del giorno. Quanto
accaduto ci conferma la bontà della nostra scelta di garantire una sponda coerente
a chi nei posti di lavoro vuole tutelare il proprio posto di lavoro.
2) Perché,
a conferma di quanto sopra, nell’accordo abbiamo ravvisato un forte rischio. La
frase “Successivamente all’attivazione delle agenzie, entro il termine di
sessanta giorni, le parti convengono di incontrarsi, su richiesta di una delle
parti stesse, qualora si ravvisi la necessità di procedere ad una verifica
dello stato di attivazione delle due agenzie e relative articolazioni, anche ai
fini di eventuali modifiche e integrazioni.”, infatti lungi dall’essere una
garanzia di controllo delle procedure di attivazione da parte dei sindacati suona
molto di più come clausola di salvaguardia per la dirigenza. Una nuova cambiale
in bianco… entro sessanta giorni, se le Agenzie lo richiedono quanto concordato
può essere rivisto.
Diffidiamo quindi di chiunque dichiarerà di aver vinto – dopo aver approvato tutto il sistema che ci ha portato in queste condizioni. La battaglia è ancora lunga.