Il sacco bucato
– n.4/2001 - 2 marzo
In
questo numero:
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Riqualificazione. Sciacallaggio?
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La famiglia RdB cresce. Affiliazione dell’USAPI
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Fondo Unico 2000: ancora in discussione, e siamo a marzo del
2001
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Privacy e salario accessorio
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Catania: Territorio e Demanio, accordo sull’orario
di lavoro
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Passaggio a Enti Locali: pubblicato DPCM446/2000.
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Concorso a titoli
1992: uscita la graduatoria per l’VIII livello. |
Riqualificazione.
Sciacallaggio?
La CGIL Ministero delle Finanze e Agenzie Fiscali, in una lettera che ha fatto circolare negli ultimi giorni ha attribuito alle RdB l’appellativo di “sciacalli” perché avrebbero, ci parso di aver capito, strumentalizzato la questione relativa all’ordinanza del TAR sui corsi di riqualificazione.
Evidentemente il sig. SERIO ed il sig. CIELO, firmatari di quella lettera, o non sanno leggere o fanno finta di non capire.
Non è possibile ignorare che riguardo alle procedure della riqualificazione sono state da sempre (almeno dal 1996) evidenziate dalla nostra organizzazione, una serie di problematiche. Riteniamo che il dovere di un sindacato non sia quello di fare da “pompiere” ma quello di comprendere dove possano stare i possibili rischi di determinate scelte e di evidenziarli puntualmente al fine di prevenire eventuali problemi o costruire “mobilitazione” per rivendicare soluzioni al momento non praticabili.
Parlando dell’ordinanza del TAR, abbiamo detto (tra l’altro inviandola a tutti) che in essa (e tutti potevano leggere quanto dicevamo) è scritto che, secondo il TAR, il concorso sarebbe da rendere nullo, non avendo la legge 133/99 superato la questione di anticostituzionalità su cui la Corte si era già pronunciata. Proprio a seguito di questa interpretazione è stato sospeso il giudizio chiedendo alla Corte Costituzionale di pronunciarsi, evidentemente nel senso di una conferma della sentenza del 1999.
Questa, cari “compagni” della CGIL è informazione. Informazione è anche aggiungere che il TAR afferma che altra cosa sarebbe stata il legare le procedure allo svolgimento delle mansioni superiori svolte, perché questo è scritto nell’ordinanza. Era impossibile, e sentiamo il bisogno di ribadirlo, quindi, non annotare che se si fosse scelta una strada diversa, ovvero quella del riconoscimento di un diritto, chiesta da RdB da oltre cinque anni, piuttosto che la solita scalata meritocratica, tanto cara proprio alla CGIL, in cui, probabilmente molti sono stati gli interessi in gioco, questa strada non sarebbe stata interrotta da alcuno. Abbiamo annotato questo, non per dare addosso a chi, proprio la CGIL ed i suoi amici, pur cosciente di questi rischi, ha scelto e perseverato su questa strada, ma per rilevare che dagli errori si deve imparare per non ripeterli. Oggi le procedure di passaggio di livello inserite nel contratto integrativo hanno caratteristiche molto simili a quelle della riqualificazione…
Spesso focalizzando strumentalmente la rabbia nella direzione sbagliata non si risolvono i problemi ma si finisce col ripetere gli errori già fatti. Detto questo, chiariamo che la nostra speranza è quella che tutta la questione finisca in una bolla di sapone e che, come auspicato dalla Direzione Generale del Personale, la riqualificazione possa andare in porto entro il mese di giugno. Ci poniamo e poniamo un semplice problema: se così non fosse, che facciamo? Ci limitiamo a dare la colpa a chi ha fatto il ricorso, oppure ripartiamo da capo seguendo un'altra strada, che ci consenta in poco tempo di recuperare tutto? Sciacallaggio? La questione ci ricorda molto la metafora del dito che indica la luna. Gli stolti non guardano la luna, guardano il dito…
Pietro
Falanga
La famiglia RdB cresce. Affiliazione
dell’USAPI
L’USAPI (Unione Sindacati Agenzie Pubblico Impiego) è dopo, il CONDAFI e l’ADL, un’altra organizzazione sindacale che si è riconosciuta nelle proposte della RdB-PI e ha chiesto l’affiliazione alla nostra organizzazione. Si tratta di un’organizzazione presente nelle Agenzie (Fiscali e Presidenza del Consiglio). E’ un ulteriore dimostrazione che la scelta coerente di essere un sindacato conflittuale, che non accetta passivamente le scelte imposte, sta facendo confluire verso di noi le opposizioni al monopolio sindacale attualmente costituito. Come è nostra abitudine, abbiamo garantito all’USAPI, la più completa autonomia organizzativa, pur, ovviamente, mettendo in programma riunioni periodiche per migliorare le affinità con l’auspicio di costruire un legame sempre più stretto. Siamo certi che, in questo percorso, potranno collaborare le strutture locali, dove fosse presente sia la RdB-PI (Settore Finanze) che l’USAPI. In ogni caso di difficoltà, invitiamo i nostri delegati a contattarci immediatamente al fine di dirimere subito eventuali dubbi e perplessità.
Fondo Unico 2000: ancora in
discussione, e siamo a marzo del 2001.
Cambiano i nomi, ma il vizio rimane lo stesso. Il Fondo Unico di Amministrazione dell’anno 2000 deve ancora vedere la propria destinazione. Mai come quest’anno la situazione è stata rischiosa nel campo di forti discriminazioni effettuate con fondi, che ricordiamo, sono alimentati da ogni singolo dipendente, anche con parte del recupero inflattivo.
Sembra che, fatti salvi i fondi per i passaggi di livello all’interno delle aree – per quelli tra le aree, non esistono al momento stanziamenti ad hoc – si pensi di delegare tutta la contrattazione alle Agenzie.
Abbiamo fatto rilevare che tale operazione, pur approvabile per la parte riguardante le procedure di passaggio di livello (di cui però non abbiamo ancora i numeri) potrebbe comportare molti problemi di gestione.
Il primo, formale, ovvero che l’unico contratto attivo è quello dei Ministeriali (e quello integrativo del Ministero delle Finanze) e NON ESISTE alcun contratto con le Agenzie Fiscali. Secondo noi non è possibile demandare completamente la contrattazione di fondi ad un soggetto giuridico che è nato dopo la maturazione di detti fondi e i cui interessi e progetti non sono affatto chiari. Un soggetto che, sul piano contrattuale, al momento non esiste.
Il secondo, trae origine dal primo ed è più sostanziale. Le Agenzie Fiscali sono una scelta ben definita, una scelta politica, dell’attuale governo, nata con l’appoggio incondizionato (o quasi) delle solite organizzazioni sindacali.
Il dubbio è che una volta lasciata la gestione dei fondi esclusivamente nelle mani di quei soggetti che, politicamente, devono dimostrare che la scelta delle Agenzie è stata una scelta giusta, verrebbero a mancare sufficienti garanzie che vengano fatti gli interessi del personale e non quelli del funzionamento della scelta politica?
Il rischio è quello di forti discriminazioni di importi tra uffici o servizi ritenuti più o meno strategici, incentivazione all’ampliamento dell’orario di lavoro – oltre le 36 ore ordinarie – incentivazioni alla mobilità del personale… il tutto pagato con fondi di tutti, il tutto concordato (anzi, concertato) con chi politicamente è d’accordo. Paranoia? Riportiamo un passaggio di una recente lettera sottoscritta dal Direttore della Filiale del Demanio di Udine, dott. MANNINO. Lettera in cui si dispone la missione (non contrattata)di alcuni dipendenti per 4 mesi lontano dalla propria sede di servizio:
“ Confidando nella collaborazione di tutti, consapevole che
i sacrifici di oggi torneranno utili per le attività della neo istituita
Agenzia del Demanio di cui il Friuli Venezia Giulia è un importante tassello,
sono sicuro di poter anticipare che il positivo giudizio che potrò formulare al
termine del lavoro consentirà, oltre al rafforzamento della mia stima
personale, anche l’erogazione di benefici economici a chi si sarà potuto
distinguere per impegno, professionalità ed attaccamento al dovere”.
Speriamo che il dott.MANNINO stia pensando di cedere parte degli 80 milioni di aumento che sono stati assicurati ai dirigenti. Sarebbe conferma di quanto dicevamo prima se nella sua testa, per il futuro roseo dell’importante tassello che dirige, stesse già disponendo di quel fondo che tutti hanno contribuito a costituire. Per concludere quindi, non vogliamo lasciare la completa disponibilità dei fondi a questi presunti manager, che, ed è ancora peggio cercheranno (e troveranno) l’accordo con i sindacati che sono sempre d’accordo e che hanno costruito questo perverso sistema.
Tutti sanno che da tempo chiediamo che con il Fondo Unico – almeno con la parte certa dello stesso (oltre 4 milioni medi procapite) si possa formare una 14^ mensilità. L’indennità di professionalità è secondo noi applicazione concreta – seppur migliorabile - di tale richiesta. Non vogliamo correre il rischio di tornare indietro, vogliamo che, fatti salvi i fondi per lo sviluppo dell’ordinamento – sul quale abbiamo comunque molti timori – siano accantonati anche fondi da distribuire a tutti, a prescindere dal fatto se si è utili alle idee del dott.MANNINO e a quelli come lui, che purtroppo, sono tanti.
Privacy e salario
accessorio.
Quanto detto precedentemente dovrebbe convincerci tutti a richiedere la massima trasparenza rispetto alla questione del salario accessorio, che, peraltro, ormai è quota cospicua di quanto guadagniamo. Per comprendere discriminazioni e clientelismi che possono celarsi dietro la gestione di questi fondi sarebbe necessario che, in ogni ufficio, venisse reso pubblico il consuntivo della gestione degli stessi, Ogni collega dovrebbe essere a completa conoscenza di quanto è stato attribuito, e a che titolo, a tutti i propri compagni.
Paradossalmente, in molte occasioni, quando chiediamo questo, le segreterie nicchiano, e molte Direzioni si nascondono addirittura dietro fandonie del tipo “diritto alla privacy” – è il caso, ad esempio, dell’Ufficio delle Entrate di Udine.
Diciamo come la pensiamo, segnalando che stiamo attendendo conforto di tale pensiero al garante della privacy.
Gli importi dello stipendio, visto il fatto che possono subire
detrazioni di vario genere, come piccoli prestiti o iscrizioni a sindacati,
possono essere elemento a cui si possa risalire a dati sensibili. Questo ragionamento
non è però utilizzabile sul salario accessorio dal quale, al massimo si possono
dedurre il numero delle assenze, o l’aver o meno fornito una determinata
prestazione. Tali dati ci sembrano per niente sensibili. A questo si aggiunga
che il fondo viene costituito – vedi tutti recenti contratti – con quote
economiche che, pur attribuite formalmente ai singoli, non vengono inserite in
busta paga, ma nel salario accessorio a cui, per definizione, si accede in
maniera differenziata.
E’ quindi chiaro l’interesse di tutte le lavoratrici e dei lavoratori, in qualità di cittadini, e quindi in base alla legge 241/90, di conoscere l’utilizzo preciso di tali fondi. Tale interesse viene rafforzato dal fatto che doppiamente si è contribuito alla costituzione di tali fondi: la prima attraverso le imposte versate, la seconda attraverso mancati incrementi dello stipendio e dirottamento di tali cifre nel salario accessorio.
Speriamo che il garante della privacy confermi la nostra opinione in modo di avere anche un supporto giuridico alle nostre considerazioni.
Certo è che, comunque, le direzioni che oggi, nascondono ai
più la gestione complessiva del salario accessorio, lasciano molto spazio a
dubbi sulla legittimità di tale gestione.
Catania: Territorio e
Demanio, accordo sull’orario di lavoro.
Attraverso una vertenza che purtroppo è durata quasi due anni, finalmente le lavoratrici e i lavoratori delle agenzie del Territorio e del Demanio del capoluogo etneo possono usufruire di un orario di lavoro maggiormente conforme alle loro esigenze. Su sollecitazione delle RdB è stato introdotto in un primo momento l'istituto della flessibilità dell'orario d'ingresso (per cui oggi i dipendenti godono di ben 90 minuti di flessibilità dalle ore 7.30 alle ore 9.00) ed in un secondo tempo è stata prevista anche una terza articolazione dell'orario di lavoro, quella di effettuare cinque gg. settimanali di 7 ore e 12 minuti ciascuno, avendo così diritto al buono pasto giornaliero. Ulteriore novità è l'istituzione della banca del tempo. Questi risultati si sono raggiunti attraverso una lunga lotta che ha dovuto sostenere il personale dell'ufficio, coinvolgendo nella trattativa la direzione compartimentale della Sicilia, visto che la direzione di detto ufficio si ostinava a non voler introdurre le 7 ore e 12. Alla fine la tenacia e la volontà sono state premiate, a dimostrazione del fatto che le conquiste di lavoratrici e lavoratori risiedono nella loro capacità di mobilitarsi e di far valere i loro diritti. Come RdB ci siamo fatti strumento delle richieste del personale facendocene interpreti presso l'amministrazione. Il nostro "valore di rappresentanza" è aumentato notevolmente, anche perché, in questo come in altri casi, ci auspichiamo che l’informazione delle battaglie vinte serva ad esportare i risultati raggiunti in altre realtà lavorative.
Passaggio a Enti Locali: pubblicato
DPCM446/2000.
La questione interessa, per il momento, i colleghi dell’Agenzia del Territorio. I quali, in questo momento, stanno vivendo più di ogni altro, le contraddizioni della costituzione delle Agenzie e le scelte del decentramento amministrativo. Abbiamo visto querelle incredibili sul passaggio al Demanio; numeri sfasati tra il personale che dovrebbe passare agli Enti locali e personale che oggi si occupa delle competenze perdute; con processi di aperture di “servizi tecnici” presso i comuni che creano forti disagi – ad Ascoli Piceno la direzione vuole far andare, qualche giorno alla settimana, alcuni colleghi a Fermo (70 km!). In questo quadro confuso, la, pur positiva, assunzione temporanea degli LSU finisce con l’assumere connotati inquietanti destando la più selvaggia lotta tra poveri.
Il DPCM regolamenta il passaggio agli Enti Locali. Ci limitiamo a diffondere alcuni stralci del documento, scaricabile dal nostro sito internet, nonché, come sempre, richiedibile al nostro centro documentazione 06233200763 o alla nostra redazione: ilsaccobucato@libero.it. Ci riserviamo successivi commenti.
(…) L'amministrazione ministeriale, entro dieci
giorni dalla deliberazione della Conferenza unificata, che individua le sedi
di destinazione del personale all'interno di ciascun ambito regionale, comunica
per iscritto ai
dipendenti interessati l'elenco di dette sedi (…) Il personale interessato dal
trasferimento di funzioni presenta (…) entro dieci giorni domanda di
trasferimento, indicando una o più sedi nell'ambito della propria o altra
regione, in ordine di preferenza, tra quelle individuate dalla Conferenza
unificata ovvero domanda di permanenza nei ruoli ministeriali. La mancata
presentazione della domanda equivale a richiesta di permanenza. (…) la comunicazione
dell'amministrazione contiene uno schema di domanda (…) L'amministrazione
predispone per ogni regione una graduatoria sulla base dei criteri e dei
punteggi di cui alla tabella A (…) Nel caso in cui le domande di trasferimento
risultino inferiori al numero individuato per ciascuna regione si procede
all'individuazione del restante personale da trasferire nell'ambito territoriale
di cui al protocollo d'intesa citato nelle premesse, attingendo
dalle graduatorie regionali predisposte, sulla base dei punteggi indicati nella
tabella A, per i dipendenti che hanno presentato domande di permanenza
nei ruoli ministeriali e per quelli che abbiano indicato sedi diverse da
quelle della regione di appartenenza e nelle quali non sia stato utilmente
collocato. (…) Se le domande di trasferimento risultano superiori al contingente
prefissato, l'amministrazione interessata dispone il trasferimento sulla
base dei criteri e punteggi indicati nella tabella A di cui al comma
precedente. (…) Alla formazione delle graduatorie (…) si provvede
entro dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione della domanda
di trasferimento. (…) Il personale trasferito conserva il trattamento economico
fisso e continuativo acquisito (stipendio, indennità integrativa speciale,
retribuzione individuale di anzianità e indennità di amministrazione), ferme
restando le dinamiche retributive del comparto in cui e' ricompreso il
personale dell'ente di destinazione.
(…) La equiparazione tra le professionalità possedute dal personale statale
da trasferire e quelle di eventuale inquadramento presso le regioni e gli
enti locali e' la seguente:
CCNL
Ministeri |
CCNL
Enti Locali |
Area
A1 (ex 1ª, 2ª, 3ª qualifica) |
Categoria
A (A1) |
Area A1 Super |
Categoria
A (A2) |
Area
B1 (ex
4ª qualifica) |
Categoria
B (B1) |
Area
B2 (ex 5ª qualifica) |
Categoria
B (B3) |
Area
B3 (ex
6ª qualifica) |
Categoria
C (C1) |
Area B3 Super |
Categoria
C (C2) |
Area
C1 (ex
7ª qualifica) |
Categoria
D (D1) |
Area C1 Super |
Categoria
D (D2) |
Area
C2-C3 (ex
8ª e 9ª qual.) |
Categoria
D (D3) |
Area C3 Super |
Categoria
D (D4) |
Dirigenti
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Dirigenti |
(…)
Al personale trasferito e' riconosciuta a tutti gli effetti la
continuità del rapporto di lavoro e l'anzianità di servizio maturata
presso l'amministrazione di provenienza. Il personale trasferito può permanere,
a domanda, nel regime previdenziale proprio del personale del
comparto di provenienza.
Concorso a titoli 1992:
uscita la graduatoria per l’VIII livello.
Sembra incredibile ma è vero, dopo solo nove anni l’amministrazione ci ha consegnato la graduatoria che potrete o richiederci o scaricare dal nostro sito internet www.rdbcub.it (Pubblico Impiego – Statali – Ministero Finanze).
Meglio tardi che mai.