7 settembre
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In
questo numero:
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Il mio bucato è più bianco del tuo…
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Perché chiediamo la 14^ mensilità?
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Passaggi di livello fantasma 1. La riqualificazione
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Passaggi di livello fantasma 2.Tra e nelle aree, super
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Fondi Unici Amministrazione 1. Un passo avanti ma non è sufficiente
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Fondi Unici Amministrazione 2. Indennità:
nuovo feudalesimo
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Partiti o sindacati?
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Il
mio bucato è più bianco del tuo…
E’ difficile contrastare la
propaganda che, per le prossime elezioni RSU di Novembre, gli altri sindacati,
stanno già varando, forti di centinaia di funzionari sindacali, finanziamenti
dello stato (a vario titolo), appoggi politici, in taluni casi, della
connivenza dell’Amministrazione e, diciamocelo, della sensazione di
inevitabilità degli eventi che ha contagiato molti di noi. E’ la vecchia
storia di Davide contro Golia. Difficile, ma non impossibile. E’ sempre
maggiore il numero di coloro che si rendono conto che alcune operazioni
(riqualificazione, posizioni super, soldi che arrivano e che vengono tolti
nuovamente, solo per fare alcuni esempi) sono solo propaganda e che ci
troviamo con sempre più compromessi, spesso irreversibili, tali da favorire
clientelismi e smantellare ogni diritto acquisito… Sempre più concreta è
la possibilità di costruire un movimento che affermi i diritti dei senza diritto.
Per questo le RdB non si accontentano di operazioni di restyling effettuate
per non perdere terreno su (nostre) proposte quali la 14^ mensilità,
la possibilità di carriera, uno stipendio europeo, un’organizzazione del
lavoro moderna… da anni, coerentemente, ne parliamo e ora cominciano a
trovare sfogo in accordi ancora parziali e talvolta mistificatori, ma che
dimostrano che Davide ha imposto a Golia i terreni di confronto. E’
necessario fare di più. Non ci mettiamo in concorrenza. Parliamo di
diritti, della vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori, non di chi ha il
detersivo che lava meglio… Non abbiamo gioiose macchine da guerra, ma contenuti,
su cui stiamo costruendo un nuovo modo di affrontare i problemi. Vogliamo
continuare così. Da oggi l’appello è quindi ancora più pressante. Chi si
riconosce in questo ragionamento non può più chiamarsi fuori… A
Novembre, dicevamo, ci sono le elezioni RSU. Quello che, come è
accaduto nel 1998, cercheranno di passare sotto silenzio è che con esse,
sulla base dei voti attribuiti ad ogni lista sindacale, si calibreranno gli equilibri
di forza per le discussioni del nuovo contratto. E’ ora di uscire allo
scoperto! Cerchiamo candidati! Per
diffondere nei posti di lavoro le idee RdB e per rafforzare sul piano generale
le nostre proposte. Contattateci al più presto, le liste vanno presentate
entro il 20 ottobre.
Robespierre |
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Perché
chiediamo la 14^ mensilità?
Perché
siamo sempre più privatizzati. Perché l’incremento di produttività
che abbiamo sviluppato in maniera esponenziale negli ultimi anni è oggi
completamente a nostro carico. Cosa intendiamo? Va, innanzitutto,
chiarito che la cosiddetta quota fissa di salario accessorio sarebbe più
che sufficiente a garantire il pagamento di uno stipendio in più a tutti.
Questa scelta, oltre che possibile, è giustificata anche dal fatto che, ogni
anno il salario accessorio ci viene attribuito sulla base di parametri che,
dato per acquisito il risultato dell’anno precedente, richiedono
incrementi. Se per accedere agli incentivi dovevamo fare 100, l’anno
successivo il 100 era dato acquisito e per ottenere gli stessi soldi siamo
stati obbligati a fare 110… e così via. Questa situazione è inaccettabile,
perché scollega completamente il salario dalla prestazione e ricorda una
delle più elementari modalità con cui i “padroni” sfruttano i sottoposti,
accumulando plusvalore, o pagandoli di meno o facendoli produrre di più
allo stesso costo. Nel nostro caso, oltre a farci produrre di più, ci pagano
anche meno. Chiunque può constatare l’erosione del potere d’acquisto del
nostro stipendio (compresi gli incentivi) dal varo della politica dei redditi
(1992-1993). Nulla di strano quindi se chiediamo, oltre ad aumenti salariali
veri, e di questo riparleremo al prossimo contratto nazionale, anche una
riconfigurazione del salario attuale. Innanzitutto attraverso la
“storicizzazione” di quota del salario di produttività. Se, come affermato,
la base su cui si calcolano gli aumenti di produttività è cresciuta ogni
anno, non altrettanto è cresciuto lo stipendio base. Per questo ha senso
chiedere che una quota dei soldi oggi ad appannaggio del salario accessorio
(la quota fissa, ovvero quella certa tutti gli anni), possa essere distribuita
come 14^ mensilità, equilibrando in parte il dislivello tra lavoro base svolto
e stipendio base ottenuto. Inoltre le mutate modalità di maturazione dei fondi
del salario accessorio nelle Agenzie suggeriscono di superare gli incredibili
progetti e progettini. Nella convenzione con il Ministero, l’Agenzia
acquisisce i fondi del salario accessorio solo al raggiungimento comune
degli obiettivi generali programmati. Assume, quindi, un significato
concreto affermare che diviene molto complesso, se non strumentale,
scorporare i singoli obiettivi dandogli pesi diversi nell’ambito di quelli
generali. Se è ovvio che al raggiungimento degli obiettivi generali hanno
contribuito tutti è altrettanto ovvio che a tutti debbano andare i fondi
maturati. Non una velleità ma un ragionamento.
Passaggi
di livello fantasma 1. La riqualificazione
Chi
ci ha seguito, sa che di riqualificazione ne parliamo da anni, sei o sette,
e sa cosa ne pensiamo. Sa degli scontri, talvolta feroci, che abbiamo avuto
con chi diceva ai colleghi di stare buoni ed accettare supinamente ogni cosa,
mentre noi continuavamo a dire che bisognava arrabbiarsi se per ottenere il riconoscimento
di quanto da anni svolgevamo avevamo (e non è ancora finita) dovuto sottoporci
all’insulto di partecipare a procedure concorsuali che definire folli è un
complimento.
Va
rilevato che il taglio dei posti a disposizione, a seguito delle diverse
sentenze contrarie alla procedura concorsuale sta diventando fortissimo.
E’ solo il caso di ricordare che le sentenze contrarie alla riqualificazione
sono forti in un punto, sottolineato dalle RdB fino dal 1995, ma che tutti
hanno voluto ignorare: se il concorso si fosse basato sul riconoscimento dei
diritti acquisiti non ci sarebbero stati problemi.
Oggi
la Direzione del Personale emana i decreti per l’assegnazione dell’VIII
livello (stiamo attendendo gli altri).
Nel
decreto, in sostanza, scrive che i singoli dipendenti devono sottoscrivere un
nuovo contratto provvisorio (rinunciando a quello precedente?) e che in
caso di sentenza contraria della Corte Costituzionale questo contratto
decadrebbe e nei confronti dei singoli l’Amministrazione provvederebbe al,
citiamo testualmente, “recupero dei maggiori assegni corrisposti”.
L’Amministrazione
avrebbe, quindi, intenzione di assumere provvisoriamente nella nuova qualifica i
vincitori riservandosi di sciogliere il contratto e chiedere indietro i soldi.
Molti
colleghi, si sono preoccupati, sia riguardo alla reintegrazione nel livello di
partenza, sia riguardo alla questione dei soldi da restituire. Su questi due
argomenti abbiamo inviato una richiesta di incontro alla Direzione Generale
del Personale.
Vogliamo
essere certi che in caso di sentenza negativa ci sia un pieno reintegro nelle
funzioni precedenti (e nell’ufficio precedente, in caso di mobilità) e naturalmente,
che nessuno debba restituire una lira.
Sarebbe,
infatti, buffo che, visto che sulla base dell’art.56 del D.Lvo 29/1993, a
fronte dello svolgimento di mansioni superiori a quelle di inquadramento,
l’Amministrazione deve corrispondere la differenza retributiva, le
mansioni svolte nel periodo di inquadramento al livello superiore, seppur
provvisorio, fossero considerate valide sotto il piano giuridico (e quindi per
la rilevanza verso l’esterno) e non sul piano economico (e quindi sullo stipendio
di chi le svolge).
Un’annotazione
“malvagia”. Nel decreto di assegnazione la Direzione del Personale dice
che è autorizzata a far questo ragionamento dagli, anche qui citiamo
testualmente, “accordi intervenuti in data 12 aprile 2001 tra le OO.SS. e
l’Amministrazione.”
Ricordiamo
che le RdB non hanno sottoscritto tale accordo, e che, da subito, hanno denunciato
il danno che si aggiungeva alla beffa.
In
sostanza, il paradosso è che, per salvarsi la faccia, i sindacati che, diversi
anni fa hanno accettato questo tipo di riqualificazione, hanno, via via,
concordato la riduzione – a più riprese – dei posti a disposizione, hanno
accettato che fossimo sottoposti ad un percorso concorsuale incredibile – sia
sul piano dei contenuti che della gestione (vedi la questione incontri e
spostamenti fuori dell’orario di lavoro), che fossimo obbligati a sottostare
a esami umilianti e degradanti ed ora cercano di costringerci a rinunciare a
diritti che ci sono riconosciuti dalla legge...
e magari qualcuno avrà anche il coraggio di spendersi questa
“vittoria” nella campagna elettorale per le prossime elezioni RSU…
Passaggi
di livello fantasma 2.Tra e nelle aree, super
Inquieta
che le procedure di passaggio tra e nelle aree siano pressoché identiche
a quelle messe in campo per la riqualificazione, tanto è vero che il TAR,
nell’ultima sentenza, ipotizza anche la incostituzionalità di queste… I
bandi, inoltre, sono pieni di errori e differenziazioni tra le diverse
Agenzie. Un esempio: per il passaggio da B1,B2 e B3 verso la
C1(amministrativo-tributari), il Territorio richiede diploma di
scuola secondaria superiore di durata quinquennale,le Entrate
il diploma di scuola secondaria superiore, il Demanio nessun
diploma.
Non
è inoltre facile – è pressoché impossibile - capire i posti disponibili
in ogni regione e per ogni profilo, in modo che si possa, ove desiderato,
fare domanda per altra regione. La situazione è talmente ingarbugliata che
le Dogane hanno già annunciato il ritiro del bando e una sua riedizione rivista
e corretta. E’ un film già visto. Procedure quantomeno discutibili varate
con lo scopo ben preciso di allungare i tempi il più possibile… a
proposito, le procedure per i Super, come previsto, sono ancora in alto mare.
Ed erano molto più facili di quelle che si stanno varando ora. La spiacevole
sensazione è che ci tengano tutti buoni con le promesse, di passaggi di
livello e di maggiori stipendi. Che queste situazioni servano più a chi
vuole garantirsi visibilità e stabilità sindacale, che a chi
effettivamente vorrebbe il riconoscimento di un proprio diritto.
Fondi
Unici Amministrazione 1. Un passo avanti ma non è sufficiente
Durante
l’estate sono stati sottoscritti diversi accordi sull’utilizzo dei Fondi
Unici di Amministrazione, i FUA. Accordi sul 2000 in alcune Agenzie, già
sul 2001 in altre. In essi, parte del FUA, seppure con aberranti distinzioni,
viene attribuito a tutti i dipendenti. E’ una grande vittoria delle
Rappresentanze sindacali di base che, a seguito del ragionamento fatto nel
primo articolo di questo numero, da tempo, chiedono la 14^ mensilità.
E’
una vittoria che, ovviamente, non afferisce esclusivamente alla bontà della
nostra proposta, ma resa possibile dalle decine di migliaia di firme che sono
giunte, da centinaia di uffici, sotto la petizione da noi varata la scorsa
primavera.
E’
la dimostrazione che le battaglie sindacali si vincono solo se si crea coesione
tra il personale.
Coesione
che non si può certo creare alimentando il mito della produttività
individuale che sottintende a tutte le suddivisioni differenziate del
salario accessorio. Mito secondo il quale ci sono buoni e cattivi e debbono
essere in competizione tra loro. Mito secondo il quale gli accordi sindacali
devono evidenziare – ed esaltare - tali differenze per “premiare” chi
lavora sul serio, a discapito di chi lavora per finta… Mito che, purtroppo,
nonostante i passi avanti, è ancora presente negli accordi firmati
quest’estate.
E’
chiaro quindi, che proprio in vista delle elezioni RSU, da cui dipenderanno i
rapporti di forza tra i sindacati nella nuova tornata contrattuale è
impossibile cadere nella trappola del contentino. Gli accordi sul FUA 1999
prevedevano 3 milioni lordi conguagliabili, quelli sul FUA 2000, 2,700 lordi non
conguagliabili, seppur da utilizzare in parte come conguaglio sul FUA 1999,
l’accordo sul FUA 2001 delle Entrate prevede circa 4 milioni lordi procapite
non conguagliabili in nessun modo… è chiaro che la strada da noi tracciata
sta diventando percorribile… è altrettanto chiaro che questo è il momento
di non abbassare la guardia.
Fondi
Unici Amministrazione 2. Indennità: nuovo feudalesimo
Oltre
ai progetti individuali e collettivi, che l’Amministrazione ha sempre
utilizzato per il cosiddetto recupero dell’arretrato e che tante differenze
retributive hanno creato negli uffici, un altro elemento di forte contrasto
tra noi e l’Amministrazione (e di conseguenze di differenza tra noi e gli
altri sindacati) è la questione delle Indennità. Qui il discorso si fa più
complesso per chi scrive, proprio perché le Indennità vengono viste come
un diritto e parlare contro le Indennità può apparire una provocazione. In
realtà, come vedremo, si tratta, piuttosto, della negazione di un diritto.
Chiunque
abbia, come il sottoscritto nella propria RSU nelle Entrate, partecipato
all’applicazione delle Indennità per il 1999 (calcolo che serviva al
conguaglio dei famosi 3 milioni lordi), si è reso conto che con esse si creano
differenze retributive enormi, spesso a vantaggio di chi ha già stipendi più
alti. Non solo, la gestione ad anni di distanza della questione delle Indennità,
ne garantisce, diciamo, un utilizzo “allegro”, in cui le differenze economiche
possono essere esaltate, in un sistema economico, badate bene, chiuso, nel senso
che i fondi da distribuire sono quelli, per cui, se do a qualcuno tolgo a
qualcun altro…
In
tal senso è evidente che le Indennità non sono un diritto contrattuale ma
un diritto contrattato e rivisitato – con anni di ritardo - a tutti i livelli.
Obiettivo
delle RdB è invece che a prestazione di lavoro corrisponda retribuzione
tempestiva e certa.
In
tal senso, la questione delle Indennità si intreccia con quella
dell’inquadramento professionale. Oggi, in uffici dove l’organizzazione del
lavoro è per processi, non ha più senso parlare di individuazioni di posizioni
di lavoro particolari, ha piuttosto senso rivedere gli inquadramenti,
riconoscendo la maggiore professionalità di tutti attraverso un idoneo
inquadramento, e, di conseguenza ad uno stipendio base (non accessorio)
realmente correlato con la prestazione svolta.
Creare
decine di Indennità – spesso anche sostanziose sul piano economico - crea,
invece, un sistema nel quale, non solo, possono esserci le aberrazioni di cui
parlavamo prima, ma nel quale l’utilizzo del personale diviene estremamente
flessibile e diviene non indifferente stare alle Verifiche (25.000 lire al
giorno) piuttosto che in Segreteria (niente), solo per fare un esempio alle
Entrate, ma valido concettualmente per tutte le agenzie. Cosa questa che crea
sacche di privilegio e conflitti quotidiani tra i diversi settori degli uffici e
che è inaccettabile nella logica di coesione di cui parlavamo
precedentemente. Un nuovo feudalesimo in cui il “signorotto locale”,
assegnando un incarico piuttosto che un altro, crea enormi differenze
retributive tra i vari vassalli, i valvassori e i servi della gleba…
Partiti
o sindacati?
Alle
Entrate “silurano” Romano. Frattini (Funzione Pubblica) dice che le Agenzie
sono inutili, che bisogna accelerare la privatizzazione, senza creare
doppioni… Sono i primi segnali, riportati recentemente dalla stampa, del
cambio della guardia politico – se ignoriamo, come merita, la ridicola
polemica estiva Tremonti/Visco sul “buco” delle entrate. Approfittiamo
di questo per sottolineare che le posizioni di RdB non sono, e mai saranno,
prone alle posizioni di alcun partito politico.
La nostra opposizione si genera quando chi governa – chiunque esso
sia – assume provvedimenti che riteniamo danneggino chi rappresentiamo.
Sia chiaro, un sindacato (RdB) fa politica (da polites = cittadino), perché
agisce nel sociale. E lo fa associando e difendendo gli interessi di chi
lavora (o di chi un lavoro lo cerca), che sono, fino a prova contraria, in
conflitto con quelli di coloro che il lavoro lo danno. In questo senso
sottolineiamo ancora l’importanza della nostra partecipazione, pacifica e
numerosa, alle manifestazioni contro il G8.
Chi
ci ha seguito sa che non siamo stati affatto teneri con i precedenti governi
di CentroSinistra che, riteniamo, abbiano, nelle loro scelte, spesso praticato
la politica del “meno peggio”. Ma siamo comunque preoccupati quando viene
sostituito un dirigente e chi lo sostituisce gli riconosce, di fatto, i
meriti sul piano dell’efficacia. In più di un occasione abbiamo, infatti,
sottolineato che la componente che più temevamo, della logica dell’economicità
dell’intervento pubblico (D.Lvo 29/1993) fosse, più che l’aumento del
prodotto, la riduzione dei costi (del personale)… Spesso alle Entrate,
abbiamo conflitto sui temi dei diritti del personale, con il dirigente che,
pare, debba essere sostituito. Ora temiamo che, anche in questo caso, il
“meno peggio” abbia preparato al “peggio” e che l’esigenza di una
nuova dirigenza sia dettata proprio dal fatto che nel settore dei costi da
ridurre, ci debba essere ancora più “efficacia”. Nel contempo, guarderemo
con una certa diffidenza coloro che, dopo aver appoggiato il lavoro
preparatorio, fatto da partiti “amici”, dovessero attaccare le conseguenze
delle proprie scelte solo perché applicate da partiti “nemici”.