Il sacco bucato - Numero 9/2001 18 settembre

In questo numero:
Attoniti, solidali e preoccupati
 
Agenzie… il nostro futuro è quanto mai incerto
 
1330 figli di N.N.
 
Dogane: bell’esempio di tutela della professionalità
 
Detestiamo dirlo ma… lo avevamo detto. (VOLANTINO RdB -1 febbraio 2000)
 
Fondo di previdenza. Stiamo aspettando una risposta
 
Verso il nuovo contratto. I buoni pasto.
 
RSU. Se vi chiedono di candidarvi (ed il voto) contro voi stessi…

Attoniti, solidali e preoccupati

Non è possibile parlare di Fondo Unico di Amministrazione e di passaggi di livello facendo finta che nel mondo non stia accadendo nulla. Il barbaro attentato portato a compimento la scorsa settimana a New York ci ha lasciato at­toniti, senza parole. Perché ha stroncato la vita di migliaia di persone che avevano la sola “colpa” di lavorare in un luogo individuato come obiettivo simbolico, da parte di un terrorismo la cui ferocia non ha precedenti. La nostra solidarietà va a tutte le lavoratrici e i lavoratori vittime di colpe non loro. Vittime sia dell’atto terroristico, che di un sistema produttivo, che, come stiamo già vedendo in questi giorni, con i 13.000 posti in esubero subito dichia­rati dalla Ford, proprio a loro farà pagare la prevista recessione. Siamo molto preoccupati per quello che adesso potrebbe accadere. Abbiamo sentito troppo, in questi giorni, pronunciare la parola giustizia con una tono che la faceva apparire troppo simile alla parola vendetta. La guerra non è mai “santa”. La guerra non è mai giusta. E con tutto il rispetto che queste vittime meritano, non vorremmo che da questa situazione ne derivassero altre. Vor­remmo anche che le migliaia di vittime oscure perché non passano in televisione o perché la loro morte non fa crollare i titoli in borsa, diventassero sempre meno oscure.  Chi ci ricorda oggi lo scoppio nel 1984, a Bhopal, in India, di una fabbrica chimica, proprietà di una multinazionale, la Union Carbide, che, come accertato in un pro­cesso, colpevolmente, per guadagnare di più, ridusse le misure di sicurezza causando 16.000 vittime, circa 50/70mila invalidi senza possibilità di recupero e 500.000 contaminati, lasciando ancora oggi, al centro dell’India, una vasta area in cui non esiste l’acqua potabile? Chi contabilizza i bambini morti che (secondo l’Interagency Group on Beastfeeding Monitoring) sono causati da un uso improprio del latte in polvere indotto dalla cattiva informa­zione a riguardo fornita dalla Nestlè? Chi ci ricorda che la speranza di vita nello Zambia è 27 anni? Perché solo oggi la comunità internazionale si accorge della presenza dei Talibani, per fare giustizia, magari con il braccio ar­mato della Nato, mentre da anni, nel loro regime le donne vengono private delle libertà più elementari e sottopo­ste a vere e proprie barbarie? … Non ci piace il terrorismo e non ci piace che uomini, donne e bambini, soprattutto nei paesi definiti "in via di sviluppo", siano considerati una risorsa rinnovabile e quindi "expendable", spendibile. Ma non possiamo fare a meno di pensare che tutte queste cose siano, in qualche modo, in relazione tra di loro. Dobbiamo assolutamente cominciare a pensare ad un mondo diverso…

Robespierre

Agenzie… il nostro futuro è quanto mai incerto

Siamo sempre stati contro le Agen­zie, e sempre continueremo ad es­serlo. Questo perché, dietro il pro­getto Agenzie abbiamo visto, pur­troppo confermati dai fatti, un ul­teriore imbarbarimento nella ge­stione del personale, in cui la pro­duttività è diventata l’elemento centrale senza nessuna reale con­tropartita, ne economica ne di di­ritti. Le dichiarazioni alla stampa di Frattini (Funzione Pubblica)  pos­sono dare quindi luogo a molteplici interpretazioni. Per chi le avesse perse, pubblichiamo di seguito uno stralcio di tali dichiarazioni, ricor­dando che il Governo il 7 settembre ha già “soppresso” l’Agenzia della Protezione Civile. Il Ministro, pur agitando tematiche a noi care, come la necessità del controllo dello stato sulle questioni di interesse collettivo, al momento non ci con­vince fino in fondo. Innanzitutto perché con queste dichiarazioni si vara un’ennesima fase di incer­tezza, in secondo luogo perché non ci è chiaro il confine tra quello che si vuole riportare allo stato e quello che si vuole privatizzare. Il rischio è che questo nuovo Governo, che, ideologicamente, sembrerebbe più portato verso le privatizzazioni, possa sfruttare il lavoro “sporco” fatto dal Governo precedente come trampolino di lancio per un’accelerazione. Non è un caso che anche Frattini usa la parola magica tanto in voga negli ultimi anni: esternalizzare. Come già più volte detto: a pensar male…

Da Repubblica 2/9/2001

Intervista a Franco Frattini

(…) Io credo che mentre le autorità davvero garanti di diritti costituzio­nali vanno non solo salvaguardate, ma anzi si dovrà arrivare a dare loro copertura costituzionale, per le altre questa assimilazione è impro­pria. (…) Le agenzie. Alcuni mini­steri hanno trasferito compiti estremamente im­portanti con il Dpr 300 Bassanini a organi neocosti­tuiti, le agenzie, ap­punto. Abbiamo visto nascere così l'agenzia della Protezione civile, l'a­genzia Fiscale per le entrate, quella per le Do­gane, per il Demanio, e al­tre an­cora. L'idea era snellire l'appa­rato ministeriale e garantire che quei compiti fossero svolti con più rapi­dità ed efficienza operando in re­gime pri­vato. Ma per alcune fun­zioni tipica­mente pubblicistiche, come quella delle entrate o quella del demanio, come si può pensare di sottrarle al ministero di compe­tenza? (…) c'è stato o non c'è stato un migliora­mento dell'efficienza? In molti casi la risposta è: no. Ci sono stati invece grandi trattamenti eco­nomici grazie a contratti individuali: direttori di agen­zie che prendono 750 milioni l'anno mentre un diret­tore generale, anche di una dire­zione super importante, guadagna al massimo la metà. Si sono gene­rate sacche di privilegio senza reali benefici per i cittadini-u­tenti (…) se ci sono compiti che pos­sono essere più utilmente svolti fuori dai mini­steri, è giusto avere il corag­gio di esternalizzare queste funzioni: tra­sferiamole a un soggetto privato attraverso una convenzione resti­tuendole al mercato e alla competi­zione. Ma se così non è, rientriamo nell'alveo del ministero, cancel­lando inutili e costose duplica­zioni».

Cosa significa tutto questo? Le RdB-PI hanno chiesto un incon­tro con Frattini e con Tremonti, per chiedere assicurazioni per lavoratrici e lavoratori.

 

1330 figli di N.N.

Nella riqualificazione c’è un para­dosso nel paradosso. I vincitori del concorso a titoli ex art.82 (anno 1992) per VI livello, ora B3. Questi, hanno partecipato alla selezione di riqualificazione per VII libello (C1), come molti altri colleghi allora in­quadrati nel livello V (B2), visto che il bando originario della riqualifica­zione prevedeva la possibilità di un salto di due livelli (unico con cui si potevano riempire i VII livelli, vista comunque l’assenza dei VI). Poi è arrivata, non inattesa, la Dirstat (ora Dirpubblica), ha presentato ri­corso ed una delle cose che sono emerse è che nella Pubblica Ammi­nistrazione non si possono fare concorsi con “salti” di più livelli. Quindi i migliaia di colleghi che hanno svolto la prova si sono visti dire che era stato bello ma che non era servito a nulla. Non così per 1330 di loro che, diversi anni prima avevano anche partecipato ad un concorso a titoli per passaggio a VI livello, che lo avevano vinto e che nel 2000 sono stati inquadrati in tale livello, con decorrenza giuri­dica 1992. Così si sono trovati ad essere “ripescati” perché di fatto, giuridicamente, erano VI livello al momento della prova, e quindi per loro lo sbarramento imposto per il doppio salto non aveva più alcun senso. Ma oggi, che arriviamo al dunque, l’Amministrazione che vuole inquadrare provvisoriamente i vinci­tori della riqualificazione – anzi, come concordato con CGIL CISL UIL e SALFI, solo i vincitori fino alla capienza del 50% dei posti va­canti al 31/12/1998 – ritiene che la provvisorietà non riguarda questi lavoratori che vorrebbe tenere da parte in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale.

Pur contestando il meccanismo della provvisorietà dell’inquadramento, abbiamo chiesto che anche i 1330 vengano trattati come tutti gli altri e che quindi vengano inquadrati seppur provvisoriamente. Ammesso che questo inquadramento sia poi effettivamente fatto. Per quanto riguarda questo inquadramento, inoltre, ricordiamo che l’Amministrazione e i quattro sinda­cati di cui sopra, hanno sottoscritto un accordo secondo il quale i soldi percepiti in più con l’inquadramento “provvisorio” sarebbero da resti­tuire in caso di sentenza negativa della Corte Costituzionale. Questa cosa, come già accennato nello scorso numero è palesemente ille­gittima e non sostenibile neppure se – furbescamente - ci faranno fir­mare una clausola in cui ci chiede­ranno di accettare questo. E’ l’ennesimo regalo che ci viene fatto dai “nostri” sindacati.

Dogane: bell’esempio di tutela della professionalità

Abbiamo scoperto nei Laboratori Chimici un fulgido esempio di come l’Amministrazione premi i propri di­pendenti per gli sforzi profusi negli ultimi anni.Si tratta dei V livelli (B2) che con i criteri previsti dagli accordi per i passaggi tra le aree vengono tagliati fuori per i posti B3 Area Chimica perché non in pos­sesso del Titolo di Studio Specifico (Perito Chimico). Niente da dire, le declaratorie dei livelli parlano chiaro, chi ricopre quel ruolo deve essere in possesso di diploma. Ma allora come lo spieghiamo a tutti coloro che pur in assenza di tale di­ploma hanno svolto tale incarico, con tanto di ordine di servizio, per diversi anni? E’ questa, se ce ne fosse bisogno, l’ulteriore conferma che le procedure messe in piedi sono ottuse e inefficaci perché non tengono affatto conto delle realtà esistenti e si fondano su declarato­rie e profili professionali inesi­stenti o comunque inadatte al loro compito che sarebbe, appunto quello di dare un quadro corretto delle professionalità esistenti.Alla nostra sollecitazione ad affrontare il problema, la neonata Agenzia delle Dogane, nella sua ampia mo­dernità si è limitata a citarci le de­claratorie del 1988 (anno nel quale diversi colleghi svolgevano già tali mansioni pur in assenza di di­ploma)… complimenti per la moder­nità. Altra benzina che si aggiunge al fuoco dei ricorsi su una  proce­dura che, come la riqualificazione, sembra essere studiata per non fi­nire mai in porto.

Detestiamo dirlo ma… lo avevamo detto.(VOLANTINO RdB -1 febbraio 2000)

Nessun passaggio interno all'a­rea B? Qualcuno potrebbe dire che però si può passare da B1, B2 e B3 a C1.

Cosa questo significhi in concreto però non si capisce, soprattutto alla luce dell'ennesimo ricorso della Dirstat contro la riqualificazione… quello che sappiamo è che al ter­mine dei processi di riqualificazione e dopo l'assegnazione dei vincitori dei concorsi a titoli (a quando?) ci saranno oltre 30.000 dipendenti nell'area B di cui solo una parte potrà accedere all'area C.

Questo contratto, come abbiamo detto fin dalla nostra piattaforma e abbiamo ribadito in tutti i nostri co­municati (13) sulle trattative, do­veva garantire - prima del transito alle Agenzie - una sanatoria ri­spetto alla situazione reale che vede migliaia di dipendenti inqua­drati in profili professionali (e livelli) che ormai esistono solo sulla carta e che in realtà svolgono nuove mansioni il cui contenuto professio­nale e di responsabilità è molto più elevato di quello che gli viene rico­nosciuto.

DOV'E' QUESTO RICONOSCIMENTO?

Non prevedere passaggi all'interno dell'Area B bloccherà oltre 15.000 V livelli (di cui oltre 2.000 già di­chiarati in esubero), moltissimi VI livelli, 2300 IV livelli e impe­dendo il passaggio di quasi tutti i terzi livelli per cui la stessa Ammi­nistrazione dice che non c'è più la­voro.

Non prevedere passaggi all'interno dell'Area B significa utilizzare quasi tutti i soldi del Fondo Unico del 2000 (oltre 300 miliardi - 6 milioni a testa) solo per la pro­duttività (progetti e progettini)…

che fine faranno oltre 25.000 dipendenti ?

come verrà utilizzato il Fondo Unico per il 2000?

Chi ha firmato quest'accordo ha deciso che prima delle Agenzie tutto dovesse rimanere invariato.

Per questo hanno scritto che i passaggi di livello previsti, qua­lora le Agenzie non li "gradis­sero", verrebbero rimessi in di­scussione.

GIA' TANTE VOLTE ABBIAMO SENTITO DIRE CHE ERAVAMO DI FRONTE AL MIGLIOR ACCORDO POSSIBILE…

PUO' DARSI, MA PER CHI?

Qualcuno allora diceva che farneti­cavamo, ora si presenterà alle ele­zioni RSU e chiederà il vostro voto… glielo darete?

 

Fondo di previdenza. Stiamo aspettando una risposta

Migliaia di colleghi, subito prima dell’estate hanno inviato migliaia di firme alla Direzione del Personale (che al momento ha cambiato nu­mero di fax, il nuovo è 06-59972161, segnatevelo), chiedendo di risolvere la questione del Fondo di Previdenza prima che, con l’inquadramento definitivo nelle Agenzie, la sua liquidazione o ricon­versione divenga una inquietante emergenza. La Direzione del Perso­nale aspettava indicazioni politiche. Sta apparendo chiaro che il nostro Ministro, oltre che le scaramucce televisive e la necessità di dimo­strare di essere il primo della classe sia, nel concreto, poco inte­ressato alla risoluzione dei problemi del personale. Per questo non ab­biamo ancora capito che cosa vor­rebbero fare con i nostri soldi. Te­miamo che sulla prossima legge fi­nanziaria ci siano sorprese per noi. Ribadiamo la necessità di riaprire immediatamente la discussione sull’argomento, vi faremo sapere se sia il caso di ripetere l’invio dei fax.

 

Verso il nuovo contratto. I buoni pasto.

Alla fine del 2001 scadranno i con­tratti. La questione del salario, di cui abbiamo molto parlato, e su cui molto parleremo è una questione chiave da affrontare, come quella dell’inquadramento professionale e quella dei diritti. Le questioni rela­tive al salario sono non solo relative allo stipendio e alla riconversione del salario accessorio. E’ da cinque anni che il nostro buono pasto vale 9000 lire. Era una vergogna già nel 1996, anno in cui il buono pasto è divenuto un diritto dei dipendenti statali. Soprattutto grazie alle lotte di RdB, l’unica ad aver chia­mato due volte lavoratrici e lavora­tori allo sciopero sull’argomento. E’ una vergogna maggiore nel 2001. Una delle nostre richieste è che il nostro datore di lavoro, Agenzie o Ministero (vedi sopra), debba met­tere le mani al portafoglio per giun­gere ad almeno 15.000 lire nette di buono pasto. Non sappiamo dove e come mangiano i Direttori di Agen­zia o il nostro Ministro, ma cre­diamo francamente difficile da credere che si arrangino con 9000 lire. E non sono certo esseri umani migliori di noi.

 

RSU. Se vi chiedono di candidarvi (ed il voto) contro voi stessi…

A Novembre torneremo a vo­tare le RSU. Ci troveremo di nuovo di fronte ad un para­dosso. I sindacati, diciamo, storici, faranno una campagna elet­torale provando a illudere tutti, candidati e votanti, di voler for­mare uno strumento democratico. Invece, e questo deve essere ben chiaro, il voto alle elezioni RSU serve principalmente a calibrare i rapporti di forza tra i sindacati a livello nazionale. Insomma, più liste presenta, e più voti raccoglie, un sindacato e più conterà sul tavolo nazionale. Per questo uffici che hanno votato, magari nell’ultimo anno, saranno obbligati a sciogliere le RSU e a rifare le elezioni. Que­sto è il primo passaggio da tenere bene a mente: candidarsi o dare il proprio voto ad una lista piuttosto che ad un'altra non è indiffe­rente. Bisogna, quindi, valutare at­tentamente cosa vogliono fare – e cosa hanno fatto - i sindacati con il vostro voto a li­vello nazionale. E’ importante candidarsi ed andare a votare soprattutto per questo. Bi­sognerebbe che tutti i sindacati, così demo­cratici quando si tratta di cercare candidati e voti, lo fossero anche quando, col potere garantito da quei voti, vanno a contrattare. Invece, con quei voti, nel contratto, hanno imposto il controllo delle se­greterie territoriali sulle RSU, de­ciso che i singoli delegati RSU non hanno diritto a richiedere Assem­blea, li­mitato enormemente le que­stioni su cui le RSU possono vera­mente decidere, negato qualsiasi meccanismo di consulta­zione dei delegati eletti nelle RSU o di coor­dinamento degli stessi.

Le RdB, invece, vogliono una vera democrazia:

Ø    Diritto della RSU alla rappre­sentanza esclusiva sul posto di lavoro, garantendone con­trattualmente le scelte se in contrasto con quelle delle se­greterie territoriali;

Ø    Diritto delle RSU di vari Uffici di un territorio di coordinarsi fra loro (riconoscimento giu­ridico del Coordi­namento);

Ø       Obbligo di sottoporre gli ac­cordi e le pre-intese dei CCNL a referendum approvativo di tutti i lavoratori, gestito dalle RSU nei posti di lavoro, o, al­meno, all’approvazione dei delegati RSU eletti.

Candidarsi con noi e votare le liste RdB, significa aumentare la forza di queste proposte… il resto lo ab­biamo già sperimentato.