Il Sacco bucato n.16/2001

24 dicembre

SOMMARIO

1.        La scomoda utopia
2.       
Territorio. Ex LSU, in sella fino al 31 dicembre 2002…
3.       
Territorio: siamo contro la legge dello stato
4.       
Entrate: aria fritta
5.       
Entrate: si chiude il sabato?
6.       
A  Firenze per “Un Fisco giusto per tutti”
7.       
I tre re magi
8.       
Cosa è quel “pacco” sotto l’albero? La Finanziaria.

1. La scomoda utopia

Domani è Natale, dovremmo sentirci tutti più buoni, ma è molto difficile visti i tempi. Il 2001 che volge al termine è stato uno degli anni peggiori dal 1939 in avanti, sia sul piano interno che, ovviamente, su quello internazionale. Si preannuncia una lunga guerra in cui i fondamentalismi, religiosi forse, economici certamente, si scontreranno. Una guerra preparata accuratamente da mesi e che, guarda caso, proprio nel momento giusto il terribile attentato dell’11 di settembre ha legittimato ampiamente. Molti, ben più autorevoli autori, si interrogano sul senso di ciò che stiamo vivendo, e quindi non vogliamo aggiungerci ad un coro già ogni giorno più ampio. Tornando ai fatti nostri, l’anno, come sempre, si chiude con il varo della legge finanziaria, che, e per questo da noi non esiste opposizione, completa l’opera già disegnata nel decennio scorso. Lo Stato cede tutto. Vende il patrimonio immobiliare, fonte di reddito per gli enti di previdenza, e di calmieraggio del mercato immobiliare. Regala i Beni Culturali. Dice che entro sei mesi deciderà – per regolamento – in quale modo disfarsi di Enti ed Agenzie. Questo è per citare solo la punta di un iceberg che, quando si scioglierà ci gelerà definitivamente. La guerra ha fatto il resto. Nel rigurgito patriottico che ne è seguito – e che “stranamente” l’ha preceduta - ogni opposizione, viene bollata come azione sovversiva da schiacciare con forza. Vogliamo qui, per cronaca, riportare alcuni passaggi di un articolo scritto su LIMES dal Generale Fabio Mini, capo dello stato maggiore del Quartiere generale regionale delle Forze alleate del sud Europa. “C’è il rischio, che vecchi movimenti ideologici e rivoluzionari condannati dalla storia, ma mai debellati, traggano profitto da questa instabilità generalizzata e fomentino disordini, ribellioni e ulteriori destabilizzazioni. La questione dell’antrace negli USA appartiene chiaramente a questa tipologia, ma anche la spazzatura propagandistica e di disinformazione che ci viene propinata sotto le nobili vesti del diritto al dissenso fa parte di questo rischio. E non importa se la matrice sia bianca, nera o rossa. (…) La lotta istituzionale si deve rivolgere anche in questo campo e non sarà né semplice né indolore”. Auguri.

Gilgamesh

2. Territorio. Ex LSU, in sella fino al 31 dicembre 2002…

Abbiamo atteso, per sicurezza, l’approvazione definitiva della Finanziaria per dare una delle poche buone notizie in essa presenti. Gli ex-lsu resteranno in servizio fino al 31 dicembre 2002.

Articolo 9, comma 24

Per il completamento del programma relativo alla costituzione dell'anagrafe dei beni immobiliari di cui all'articolo 78, comma 32, delle legge 23 dicembre 2000, n. 388, per l'anno 2002 è consentita la prosecuzione degli interventi previsti dalla citata disposizione. Ai rela­tivi oneri, pari a 41.316.552 euro per l'anno 2002, si provvede me­diante quota parte delle maggiori entrate derivanti dall'attuazione del presente comma.”

E’ una buona notizia che però va letta nel contesto della riforma della gestione dei catasti che, come si vede nell’articolo successivo è tutt’altro che semplice. Ad oggi manca la chiarezza del programma di lavoro del Territorio che pare impegnato a smaltire arretrato e pezzi. Ora gli ex-lsu si godano questa buona novella, ma li invitiamo a non sedersi e lottare con noi, fin dai primi giorni del nuovo anno, per il rafforzamento del ruolo statale nella gestione del territorio e per la loro conseguente assunzione a tempo indeterminato.

 

3. Territorio: siamo contro la legge dello stato

Il decentramento varato dal decreto legislativo 112/98 è una cosa assurda. Lo dicevamo nel 1998, in mezzo ad un coro unanime di consensi di tutte le parti sociali, lo diciamo ora quando, dopo tre anni, i primi effetti di tali scelte stanno passando sulla pelle dei colleghi.

Ci sono questioni in cui la mediazione non è possibile. Questa è una di quelle. Il ruolo sindacale impone qualcosa di più che una notarile presa d’atto di quanto deciso da altri e l’applicazione delle regole. Il ruolo sindacale, come noi lo rivendichiamo, è quello di cercare di modificare le regole quando si pensa che queste siano penalizzanti verso la parte sociale che il sindacato rappresenta. In democrazia questo si può fare. Il decentramento, varato dal decreto legislativo 112/98 è, se affiancato alle molteplici normative sull’esternalizzazione, l’outsourcing e simili, stilate dal 1995 a oggi – senza soluzione di continuità – la dismissione del ruolo statale nella gestione del territorio. Dismissione, non verso gli enti locali, ma vero i privati (consorzi, cooperative, spa, etc). Sarebbe già grave il primo aspetto perché creerebbe una gestione differenziata delle imposte sugli immobili e sui terreni, in cui poteri esterni, leciti ed illeciti, potrebbero più facilmente insinuarsi. Ma molto più grave è ciò che realmente accade, ovvero che tali poteri, by-passando ogni intermediazione potrebbero acquisire la gestione delle imposte sui loro patrimoni. Nel paese dove il conflitto di interessi, questo potrebbe sembrare la normalità, ma per un sindacato, che non difenda tali interessi, normalità non può essere. A questo si aggiunga, non di minore importanza, che, proprio vista questa analisi, il decentramento non può che essere selvaggio, perché è proprio dalla confusione che è più facile tirare su i pesci più grossi (non si dice pescare nel torbido?). Tutto questo ci preoccupa come cittadini, ma ancora di più come lavoratrici e lavoratori coinvolti, che vedono il proprio futuro incerto e diverso a seconda della provincia in cui lavorano… se a Reggio Emilia si parla di Consorzi Privati, di cosa si dovrà parlare (e ci scusiamo per la retorica) a Palermo? La scelta del decreto legilativo 112/98 è sbagliata… non basta sospendere la sperimentazione. Serve solo se fosse un primo passo.

4. Entrate: aria fritta

Abbiamo avuto un incontro sulla chiusura dei Centri di Servizio e sulla circolare di Romano sull’argomento, di cui tutti, salvo CGIL e CISAL, hanno chiesto la sospensione.

E’ stato un incontro che non ci è piaciuto perché si è discusso molto di forma e poco di sostanza. Il livello è stato tale da indurci a pensare che sia ormai inutile discutere con qualcuno che, appena esci dalla porta emana una circolare su cose di cui non ha neppure accennato

Dobbiamo capire se l’Agenzia delle Entrate è disponibile ad un vero confronto su temi importanti, come la salvaguardia dei posti di lavoro e il riconoscimento della professionalità di chi lavora oppure, se come sta facendo ultimamente, si limita a mercanteggiare su alcuni elementi di secondaria importanza decidendo unilateralmente sulle questioni vere. Bari 3, Salerno 2, gli organici degli uffici operativi, l’individuazione di una figura professionale nuova (e adeguatamente retribuita) per il personale dei Call Center sono questioni da cui non possiamo prescindere per la continuazione del dialogo… se l’Agenzia decide di muoversi unilateralmente, noi chiederemo a lavoratrici e lavoratori di fare altrettanto.

5. Entrate: si chiude il sabato

A conferma di quanto detto pocanzi citiamo stralci di una circolare che l’Agenzia diffonderà nei prossimi giorni, naturalmente, in piene festività natalizie:

“si dispone che dal 19 gennaio 2002 tutti gli uffici restino chiusi nella giornata di sabato. Tale circostanza dovrà essere tempestivamente comunicata all’utenza, ricordando che l’assistenza e l’informazione sono in ogni caso garantite, anche nella mattinata del sabato, dai centri di assistenza telefonica, che come è noto, quando ne ricorrono i presupposti, possono disporre anche la correzione o l’annullamento delle comunicazioni di irregolarità delle dichiarazioni” (…) E’ stato riscontrato che, nei casi di afflusso di utenza particolarmente rilevante, numerosi uffici sospendono la distribuzione dei biglietti di prenotazione, per uno o più servizi, anche due o tre ore prima dell’orario di chiusura. Tale comportamento, pur essendo evidentemente motivato dalla necessità di smaltire il pubblico presente in sala, non è tuttavia ammissibile, in quanto appare poco rispettoso delle esigenze dei cittadini e potrebbe essere fondatamente contestato da quei contribuenti ai quali venisse impedito l’accesso nelle ore in cui l’ufficio è aperto.

Naturalmente, al fine di assicurare la migliore funzionalità degli uffici è necessario che anche le scelte dei dipendenti in materia di profilo orario siano compatibili con le esigenze operative degli uffici stessi, evitando – ad esempio – che i rientri pomeridiani degli addetti all’area servizi coincidano con i giorni in cui l’ufficio è chiuso al pubblico. Ove necessario, la questione dovrà essere oggetto di confronto, a livello periferico, con le Organizzazioni sindacali.”

Siamo nel ridicolo più assoluto. Le Organizzazioni sindacali vengono usate per l’applicazioni di circolari dell’amministrazione che invece di fare fronte a inequivocabili carenze organizzative, dice che i dipendenti devono arrangiarsi. L’arroganza senza limiti. Le relazioni sindacali si stanno repentinamente deteriorando. Vogliamo vedere se, come per la circolare sulla soppressione dei Centri di Servizio, CGIL e CISAL continueranno ad essere possibilisti.

6. A Firenze per “Un Fisco giusto per tutti”

Venerdì scorso (21 dicembre), di fronte all’Ufficio di Firenze 1, abbiamo protestato, discutendo anche con i cittadini di come gli Uffici delle Entrate, siano una trappola per dipendenti e contribuenti. Ignoravamo ancora il testo della circolare sull’orario di lavoro. Chiedere maggiori investimenti, in personale, formazione e strutture è qualcosa che assume, alla luce di quanto detto negli articoli precedenti, ancora più importanza. La nostra iniziativa, quella di aprire un dialogo tra dipendenti e contribuenti è stata favorita dalla imperizia dei dirigenti locali fiorentini che, senza adeguata informazione all’utenza, hanno deciso di chiudere gli uffici alle ore 11,15 – per l’attivazione di Firenze 1, diceva il foglietto appeso all’ultimo minuto. I contribuenti, giustamente arrabbiati hanno avuto modo così di comprendere ancora meglio cosa intendevamo dire con la nostra protesta e in molti hanno firmato la nostra petizione per “un fisco giusto per tutti”. Nel frattempo, lentamente, visto anche il periodo poco propizio, stanno cominciando ad affluire ai nostri numeri di fax le firme da tutta Italia. Se l’Agenzia ha deciso di andare verso lo scontro frontale, troverà le RdB pronte ad organizzare la controffensiva di colleghi e cittadini.

7. I tre re magi

Qualche giorno fa abbiamo inviato una lettera a Tremonti, Miccichè e Baldassarri, che, nonostante una certa assonanza non si sono rivelati i tre re magi, anzi… nella lettera facevamo l’elenco di quanto dovuto ai dipendenti dell’ex Ministero delle Finanze, e chiedevamo un immediato incontro per iniziare a discutere delle modalità di corresponsione di tali fondi. Per tutta risposta è arrivato in finanziaria il provvedimento con il quale si conferma che lo stato non vuole pagare i suoi debiti.

Articolo 23, comma 3

Per il triennio 2002-2004 è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, di adottare provvedimenti per l'estensione di decisioni giurisdizionali aventi forza di giudicato, o comunque divenute esecutive, in materia di personale delle amministrazioni pubbliche.

Il nuovo Governo, pur se sollecitato, non si è dimostrato affatto migliore dei precedenti introducendo in Finanziaria una norma palesemente incostituzionale che impedisce l’estensione del giudicato anche per diritti di carattere contrattuale (Interessi legali e rivalutazione monetaria e maggiorazione RIA). Siamo in attesa di un pronunciamento della Corte Costituzionale su analogo provvedimento nella Finanziaria precedente e questo Governo ne vara un altro… la democrazia in questo paese diviene sempre più un optional.

 

8. Cosa è quel “pacco” sotto l’albero? La Finanziaria.

PENSIONI MINIME: l'aumento a 516,89 euro al mese (un milione) riguarda 2,2 milioni di persone. Di questi circa 174.000 sono invalidi totali. Costo complessivo: 4.200 miliardi. I punti principali dell'operazione: dal primo gennaio del 2002 per chi ha reddito annuo lordo inferiore ai 13 milioni escluso il reddito della casa di abitazione. Riguarda di regola chi abbia almeno 70 anni. Il limite scende a 60 nel caso degli invalidi al 100%. Si puo' beneficiare dell'aumento a un milione al mese con un anno di anticipo rispetto alla scadenza dei 70 anni per ogni cin­que anni di contributi versati o frazione di cinque anni superiore alla meta' di cinque (in altre parole, due anni sette mesi valgono come cinque anni). Questo fino a un massimo di 25 anni di contributi. I non invalidi totali non possono, quindi, benefi­ciare dell'aumento a un milione al mese prima dei 65 anni. L'aumento della pen­sione minima e' previsto anche in modo cumulativo per i coniugi: l'aumento scatta fino a un reddito cu­mulato di 21,5 milioni lordi annui.

 STUDI DI SETTORE: e' prevista una sanatoria per i contribuenti che si ade­guano agli studi negli anni di imposta 2001 e 2002. Non pagheranno sanzioni e interessi per non aver riportato nei libri contabili ricavi o compensi che invece vengono riportati nella dichiarazione per l'adeguamento agli studi. La sanatoria si applica anche ai fini Iva.

 TRASFORMAZIONE ENTI IN SPA: confermata la trasformazione in spa di enti pubblici e agenzie finanziati dallo Stato. L'obiettivo e' ridurre nel com­plesso le spese per la pubblica ammini­strazione. In Commissione e' stato ap­provato un emendamento che amplia la platea degli enti interessati agli ''altri or­ganismi anche indipendenti, ai quali non siano affidati compiti di garanzia di diritti di rilevanza costituzionale''. Governo e maggioranza hanno chiarito che sono escluse dalla norma le Authority.

 IRPEF FIGLI: aumenta ad un milione la detrazione Irpef per le famiglie con red­dito annuo complessivo fino a 70 milioni di lire. Lo stesso sgravio spetta a chi ha piu' di un figlio ed un reddito compreso fra i 70 e gli 80 milioni di lire, a chi ha piu' di due figli e un reddito compreso tra gli 80 e i 90 mln di lire ed infine a chi ha piu' di tre figli e un reddito superiore ai 90 milioni di lire. Per i figli portatori di handicap la detrazione sale a 1,5 mi­lioni. Si prevede, inltre, la detraibilita' delle spese per i servizi di interpretariato sostenute dai sordomuti.

 OCCUPAZIONE SUD: non si dovranno versare contributi per 3 anni per i nuovi assunti nelle regioni Campania, Basili­cata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sarde­gna, Abruzzo e Molise. Il beneficio an­dra' ai nuovi assunti nel 2002 che an­dranno ad aumentare effettivamente il numero degli occupati al 31 dicembre 2001. Lo stesso beneficio e' ricono­sciuto alle cooperative, rispetto ai nuovi soci con rapporto di lavoro assimilabile a quello di lavoro dipendente. Infine per gli assunti nelle province limitrofe alle regioni obiettivo 1 con un tasso di di­soccupazione del 20% lo sgravio viene concesso fino ad una misura massima di 100.000 euro per impresa.

 PRESTITI ONORE: rifinanziata la legge sul prestito d'onore e quella per le aree depresse. 612 milioni di euro in tre anni che saranno reperiti dai fondi non spesi della legge 64 dell'89 sugli interventi nel Mezzo­giorno. Per i prestiti d'onore si prevede una spesa di 205 milioni di euro nel 2002, 155 milioni nel 2003 e altrettanti nel 2004. In piu' si prevede un finanzia­mento per le aree depresse, nel 2002, per 97 milioni di euro.

 ASILI: 600 miliardi per gli asili nido. L'aula della Camera ha approvato un emendamento presentato dalla Lega che istituisce un fondo specifico presso il ministero del Lavoro. I soldi saranno ripartiti entro il 30 settembre di ogni anno tra le regioni. I comuni potranno chiedere alla Cassa depositi e prestiti mutui per gli asili. Inoltre, le amministra­zioni statali e gli enti pubblici con l'obiet­tivo di venire incontro ai problemi dei genitori possono dare il via a micro-nidi per i figli dei dipendenti. Per queste strutture e' previsto lo stanziamento di 51 milioni di euro per i prossimi tre anni (circa 100 miliardi di lire) per consentire agevolazioni fiscali sia per i dipendenti che per i datori di lavoro.

 ORGANI COLLEGIALI: sforbiciata in arrivo per gli organi collegiali della P.A.. I ministri competenti per le amministra­zioni centrali e l'organo politico per le altre amministrazioni individueranno entro 120 giorni gli organismi indispen­sabili. Tutti gli altri saranno soppressi. L'obiettivo e' quello di contenere le spese e garantire una maggiore funzio­nalita' dei servizi.

 CONTRATTI P.A.: per il rinnovo del contratto di lavoro nel settore del pub­blico impiego. Per il 2002 sono previsti 1.240 milioni di euro (2.480 miliardi di lire); altri 2.300 milioni di euro (4.600 miliardi di lire) sono previsti per cia­scuno degli anni 2003 e 2004. si raf­forza il controllo del governo sui rinnovi contrattuali della P.A. allo scopo di veri­ficarne la compatibilita' con le esigenze di finanza pubblica.

 BLOCCO TURN OVER: niente assun­zioni nel 2002 per la Pa. Dal blocco co­munque saranno esclusi i comuni vir­tuosi che abbiano tenuto fede al patto di stabilita' interno, il ministero di Grazia e Giustizia per 1.700 magistrati ordinari ed infine per i vincitori di alcuni concorsi gia' espletati.

 MOBILITA' REGIONALE PA: i pubblici dipendenti potranno chiedere trasferi­menti solo all'interno della regione in cui prestano servizio. La misura e' tesa a scoraggiare la partecipazione ai con­corsi fuori regione con l'obiettivo di chiedere successivamente il trasferi­mento.

 MINISTERI: ridotto del 10% il tratta­mento economico dei ministri, che sara' cosi' equiparato a quello delle figure di vertice dell'amministrazione statale, con esclusione delle indennita' accessorie. I dicasteri dovranno anche istituire un fondo per gli investimenti in cui conflui­ranno le risorse relative ad autorizza­zioni di spesa. Le autorizzazioni di spesa e gli stanziamenti che conflui­ranno nei fondi saranno indicate in un apposito allegato alla Finanziaria men­tre i ministri presenteranno ogni anno al Parlamento una relazione nella quale sara' individuata la destinazione delle disponibilita'.

 PATTO STABILITA' INTERNO: nel 2002 province e comuni con popola­zione superiore a 5.000 abitanti po­tranno incrementare le spese correnti in misura non superiore al 6% rispetto agli impegni assunti nel 2000. Oltre all'au­mento del tetto si fissa al 2,5% il tetto del disavanzo dei comuni e delle pro­vince. Si prevede infine che per il 2003 e il 2004 gli enti locali riducano il disa­vanzo con un intervento di 'correzione' pari al 2% della spesa corrente del­l'anno precedente.

 IRPEF COMUNI E REGIONI: A partire dal 2002 a comuni e regioni spetta una compartecipazione Irpef pari al 4,5% di quanto incassato dallo Stato nel 2001.

 ENTI PUBBLICI: il governo viene dele­gato a predisporre una serie di regola­menti per trasformare o anche soppri­mere gli Enti pubblici nei casi in cui e' possibile erogare gli stessi servizi al di fuori del settore pubblico in maniera piu' proficua. Nel varo della riorganizzazione l'esecutivo dovra' comunque sentire le organizzazioni sindacali, per i riflessi sulla destinazione del personale.

 SCUOLA: l'orario di lavoro degli inse­gnanti potra' salire dalle attuali 18 ore settimanali ad un massimo di 24 ore. Saranno comunque gli insegnanti a de­cidere il numero di ore aggiuntive che verranno pagate come straordinario. Per le supplenze viene stabilito che la scuola ricorre al proprio personale do­cente fino ad un massimo di 15 giorni. Il numero dei componenti della commis­sione d'esame sara' determinato con decreto del ministro dell'istruzione. Ven­gono poi fissati nuovi criteri per la ''piena valorizzazione dell'autonomia e per una migliore qualificazione dei ser­vizi scolastici''. Il numero di docenti delle istituzioni scolastiche autonome sara' definito, dal ministro competente di con­certo con il ministero dell'Economia, in base al numero degli alunni, e a criteri didattici e territoriali. L'insegnamento della lingua straniera viene ''prioritaria­mente assicurato all'interno del piano di studi obbligatorio e dell'organico di isti­tuto''. Vengono infine stanziate risorse aggiuntive per gli insegnanti per un to­tale di 2.213 miliardi di lire negli anni anni 2003 e 2004.

 SERVIZI P.A.: le amministrazioni pub­bliche e gli enti finanziati dal bilancio dello Stato potranno ricorrere all'acqui­sto sul mercato o all'attribuzione a sog­getti di diritto privato di servizi origina­riamente prodotti al proprio interno, a condizione di ottenere conseguenti eco­nomie di gestione. Il compito di indicare gli elementi fondamentali dell'outsour­cing (come per esempio la determina­zione delle tariffe dei servizi trasferiti) e' affidato ad un regolamento governativo.

 TAGLI SPESA: vengono ridotti gli stan­ziamenti di bilancio destinati agli enti pubblici economici nella misura del 2% nel 2002, del 4% nel 2003 e del 6% nel 2004.

 BENI CULTURALI: il ministero dei Beni culturali potra' dare in concessione a soggetti diversi da quelli statali la gestione di servizi finalizzati al miglioramento della fruizione pubblica e della valorizzazione del patrimonio artistico.

 SANITA': giro di vite per le regioni che non rispetteranno gli impegni assunti con il governo l'8 agosto scorso in mate­ria di spesa sanitaria. Si potra' esclu­dere la quota di incremento della spesa sanitaria prevista dall'accordo stesso e si potranno conseguentemente appli­care valori piu' bassi come definiti dalla precedente finanziaria del 2001 per quelle regioni che dovessero non ri­spettare l'accordo. Sarano inoltre stan­ziati nel 2002 circa 50 mld di lire per ri­cerca e sperimentazione e circa 150 mld nel 2003 destinati al ministero della Salute.

 COSTO LAVORO: confermata la ridu­zione del costo del lavoro introdotta con la Finanziaria del governo Amato. In particolare e' confermata la riduzione del contributo per la tutela di maternita'.

 SERVIZI PUBBLICI LOCALI: Nuova riformulazione per l'articolo 28 della fi­nanziaria, che disciplina il settore dei servizi pubblici locali. Si punta a favorire le aggregazioni tra municipalizzate, ad incentivarne la crescita dimensionale e a metterle al riparo, almeno in una prima fase, dalla concorrenza dei co­lossi stranieri attraverso l'introduzione di un periodo transitorio di almeno tre anni, prolungabile fino ad un massimo sette anni, qualora si verifichino certe condi­zioni di crescita per accorpamenti e fu­sioni. La gestione dei servizi come gas, acqua ed energia saranno attribuiti me­diante gara. Sara' un regolamento del Governo, poi, a fissare i ''termini di sca­denza o anticipata cessazione dei rap­porti in corso''affidati senza gara ma, comunque, entro il limite massimo di cinque anni dal primo gennaio 2002.

E tutto questo per tacere della nuova riforma delle pensioni, del TFR e del Fisco, la modifica dell’art.18, il Libro bianco di Maroni e lo smantellamento della Scuola e della Sanità pubblica… ancora auguri.