Il
sacco bucato n.1/2002
28 gennaio
SOMMARIO
1.
Sciopero generale venerdì 15 febbraio. Dal generale al particolare… la
“miopia” sindacale
Leggiamo
i giornali. Viviamo in questa società. Ci guardiamo intorno. La concertazione
è morta, dice Maroni. Costruiamo una nuova concertazione dicono Cofferati
& C. chiamando lavoratrici e lavoratori alla lotta. Ma lo fanno in maniera
spezzettata. Non costruendo una piattaforma complessiva. Si fa leva sui più
“bassi” bisogni di categoria, ingenerati proprio dal meccanismo della
concertazione e dagli accordi sulla Politica dei redditi. I “guru”
sindacali mettono così in piedi un’operazione di bassa macelleria politica
composta più da questioni di metodo che di merito. Lo stesso articolo 18
della legge 300/70 - su cui, però, una giusta opposizione non può
dimenticare che, proprio da Cofferati & C., è stato concesso praticamente
tutto sulla flessibilità in entrata – diviene così uno specchietto per
allodole. Qualcosa su cui, comunque, sono disposti a trattare: basta
garantirne la gestione all’arbitrato. Si guarda vicino nell’incapacità (o
nella mancata volontà) di guardare lontano…. Ma la sensazione è che il
vero motivo del contendere sia altrove, nella rideterminazione del mercato di
patronati, assistenza fiscale, gestione del tfr, arbitrato, lottizzazione dei
posti di potere pubblici, gestione dei processi di decentramento,
esternalizzazione e privatizzazione, che vengono, e verranno, difesi, da chi
– per appartenenza di classe - li dovrebbe contestare - vedendo in essi un
barlume di interesse proprio. In questo quadro il sindacalismo di base,
intende rilanciare una piattaforma di rivendicazione politica ed ampia. Non si
può fare l’errore di focalizzare la lotta contro Berlusconi, il
“cattivo” contro cui coalizzarsi e rivolgere gli strali. Una
semplificazione di questo tipo – come già nel 1994 – non può che
danneggiare lavoratrici e lavoratori, ponendo falsi obiettivi alla loro lotta
e lasciandoli, come allora, indifesi sulle vere tematiche di conflitto.
Parliamo di salario e di pensioni, non come becera voglia di qualche settore di guadagnare di più, raccogliendo qualche briciola caduta dal tavolo dei ricchi, ma come politica generale di redistribuzione del reddito. Parliamo di tutela dei posti di lavoro, contro ogni flessibilità, in entrata ed in uscita, scelte che, nella logica di chi le propone e le difende, portano la nostra economia ad essere competitiva con quelle dei paesi in cui i diritti di chi lavora non esistono: potenza della globalizzazione. Parliamo di lotta alle privatizzazioni, dichiarate o striscianti – attraverso i percorsi populistici del decentramento – nelle quali, in realtà, i cittadini perdono il possesso dei loro beni e le lobbies economiche, e/o politico/sindacali trovano nuova linfa per i loro business. Parliamo di rigetto della concertazione come strumento di costruzione di nuove alleanze tra poteri economici e politico/sindacali il cui unico senso, come in una Yalta del diritto di chi lavora, è la spartizione dei mercati che ne conseguono.
Chi
non sciopera per questa piattaforma non è unitario – non con noi – ma con
gli interessi della propria classe sociale.
Lo
sciopero generale del 15 febbraio dichiarato da tutto il sindacalismo di base,
è, per le RdB, il proseguimento della lotta cominciata anni fa. Non è solo
nel Pubblico Impiego ma coinvolge, in una, ci auspichiamo grande,
manifestazione nazionale alternativa, tutto il mondo del lavoro, gli studenti,
i no global. Le specifiche situazioni non possono essere affrontate
settorialmente e/o in modo clientelare, o rafforzando “tout court”
- attraverso un perverso meccanismo di delega – il peso politico di
questo o di quel partito o sindacato. Vanno affrontate con la partecipazione
quotidiana e la costruzione di un forte fronte comune tra coloro che credono
nella necessità assoluta di costruire un mondo migliore.
Gilgamesh
2.
Decentramento. E’ stata tua la colpa… allora adesso che vuoi?
In
diversi catasti si sta creando un movimento di lavoratrici e lavoratori che si
oppongono e che, come minimo, vogliono capire cosa sta accadendo
nell’Agenzia del Territorio in materia del decentramento. Alcuni di loro
hanno anche creato un interessante sito internet:
http://digilander.iol.it/decentramento2002/decentramento.html
Le
voci che circolano sulla questione sono le più incontrollate e la presenza di
uno spazio in cui le voci divengono sostanza è, secondo noi molto importante.
Quello che molti denunciano, è che non è chiara la posizione sindacale sulla
questione. Ci permettiamo qui di darne un’interpretazione. In diversi casi
abbiamo sentito dire che ci troviamo di fronte all’applicazione di una legge
dello stato e che nessuno 4 anni fa, quando la legge è stata varata si è
opposto. (NON E’ VERO). Il senso comune di tale posizione è che non ci si
può opporre al decentramento che, tra l’altro, sarebbe strumento per
favorire i poveri contribuenti, spesso anziani, che finalmente potrebbero
avere il servizio catastale sotto casa… Fare opposizione oggi ad una legge
varata quattro anni fa può apparire antistorico, ma è anche vero che le RdB
facevano opposizione anche quattro anni fa... ed è anche vero che ai colleghi
che allora si preoccupavano qualcuno, nel momento buono, disse di stare
tranquilli.
Anzi, bollando, e cercando di isolare, chi si opponeva, sponsorizzò sia il
passaggio alle Agenzie che l’utilità (e la non pericolosità) del
decentramento. Oggi, queste sigle negano una verità quando dicono che la
responsabilità è di lavoratrici e lavoratori che non si sono opposti. E’
chiaro che oggi queste sigle, salvo isolate prese di posizione, non possono
controbattere il decentramento e che si limitano (al massimo) a gestirne gli
effetti, anche perché in questa gestione si intravedono già meccanismi
clientelari su trasferimenti o permanenze e/o, ancora peggio, acquisizione di
fette di mercato, attraverso comuni più o meno "amici" dal punto di
vista politico, o attraverso cooperative e società sul cui assetto, talvolta,
sarebbe interessante fare un’indagine.
Le
RdB non sono antistoriche, siamo coscienti che le leggi sono leggi, ma
sappiamo anche che non sono incise nella roccia da una divinità. Le leggi
sono fatte da politici sulla base di equilibri e devono, in qualche modo,
acquisire il consenso popolare, visto che il "popolo" è
destinatario dei loro effetti. Quello che abbiamo visto negli ultimi dieci
anni è stato, attraverso il patto sociale stilato dal governo e CGIL-CISL-UIL
nei mesi di luglio 1992 e 1993 (la concertazione), un meccanismo di creazione
del consenso in cui alle scelte governative si affiancava l'appoggio delle
"parti sociali". Forse chi ha sviluppato questo meccanismo non era
stato abbastanza lungimirante da prevederne gli effetti, o forse li aveva
messi in conto, puntando, in molti casi confermato dai fatti (vedi risultati
RSU), sullo spostamento dell'appoggio della base da meccanismi
"ideologici" a meccanismi gestionali.
I
processi storici non si fermano. Ma qui non siamo di fronte ad un processo
storico, ma a scelte politiche. Queste si possono cambiare, se la base di
consenso viene a cadere e il rapporto costi/benefici - anche in termini di
ritorno elettorale - dell'operazione diviene deficitario.
La
nostra lotta è stata innanzitutto quella di guadagnare lo spazio per dire
queste cose... spazio che, nell'appiattimento totale, sapevamo esistere. Oggi
che tale spazio l'abbiamo acquisito il dovere è quella di provare a cambiare
le cose... e farlo, comunque, con un occhio alla gestione dei processi che
dovessero svilupparsi. Questo è, e deve essere, il senso della partecipazione
delle RdB alle procedure riguardanti il decentramento. Quindi per chiarire,
costruzione di una ferma opposizione a processi che nulla hanno di sociale e
incontrovertibile, controllo delle eventuali derive - sia sul piano della
tutela del personale, che su quello della tutela sociale dei cittadini - che
da tali processi, qualora comunque si dovessero sviluppare... sono entrambi
doveri dai quali non ci tireremo indietro... (...). Questi, e non
semplicemente, le 50.000/60.000 lire lorde in più in busta paga, sono il vero
problema. Lo sciopero del 15 febbraio prossimo serve anche ad affermare questa
distinzione...
3.
La “svendita” del patrimonio dello stato. Un Demanio a tempo
determinato…
Perfettamente
inserito nella questione privatizzazione e quindi oggetto di una opposizione
forte delle Rappresentanze sindacali di Base, un motivo in più per
partecipare allo sciopero il 15 febbraio prossimo, è quanto accade
nell’Agenzia del Demanio. Per capire può essere utile tracciare il
percorso storico che ci ha portato alla situazione attuale:
1)
1 gennaio 2001. Nasce l’Agenzia del Demanio. Le RdB, patendo anche
il tentativo di isolamento sindacale attuato con la pratica dei ”tavoli
separati”, si sono opposte al processo. La nostra analisi si basava sul
fatto che la sostanziale differenza tra Ministero e Agenzia apparisse la
natura giuridica del datore di lavoro. Natura giuridica che avrebbe
consentito modalità di gestione delle risorse impensabili per un
ministero… temevamo per il personale e per il servizio.
2)
Gennaio-Settembre 2001. La gestione dell’Agenzia conferma i nostri
più oscuri presagi. Ricordiamo a gennaio le questioni degli organici e
delle sedi, vertenze, in parte vinte dalle RdB che vedevano, e vedono, il
vertice dell’agenzia interessato esclusivamente a far quadrare in un
calcolo esclusivamente basato su costi e ricavi.
Ricordiamo, che il Demanio è l’unica Agenzia in cui la gestione
del salario accessorio del 2001 non è ancora del tutto definita.
3)
25 Settembre 2001. Il Governo presenta un decreto legge che diverrà
il 23 novembre la legge 410/2001. Nessuno, salvo le RdB (vedi “il sacco
bucato” n. 10/2001 e n.15/2001) ne parla. La legge, per chi non la
conoscesse, prevede una rapida cartolarizzazione del patrimonio statale, sia
esso degli enti, sia esso del demanio. Nella sostanza bisogna rapidamente
quantificare il patrimonio e venderlo a blocchi, anche sottocosto, pur di
creare liquidità.
4)
10 gennaio 2002. Viene firmato – non da RdB - un accordo che, per
coprire le esigenze della cartolarizzazione (e accelerarne i tempi)
rinpingua, con personale in mobilità o precario a vario titolo gli organici
dell’Agenzia e prevede un super utilizzo (per quasi 400.000 ore in un
anno) del personale esistente.
5)
23 gennaio 2002. L’Agenzia del Demanio annuncia con un criptico
comunicato stampa (vedi sotto) la
creazione di una Spa, la Demanio Servizi.
“Sulla
spinta delle tendenze in atto in ambito immobiliare e come ulteriore passo di
un percorso evolutivo caratterizzato da una marcata innovatività, l'Agenzia
del Demanio, ha inteso dare vita, insieme al Ministero dell'Economia e delle
Finanze e alla Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze, ad una società
totalmente pubblica - la Demanio Servizi - dedicata a fornire un contributo
strumentale all'espletamento delle funzioni attribuite all'Agenzia stessa. La
nuova realtà, che sarà dotata di competenze specialistiche in grado di
operare con meccanismi flessibili, viene a rappresentare per l'Agenzia una
ulteriore leva a disposizione che contribuisce a costituire con essa un più
ampio sistema integrato in grado di sfruttare al meglio le sinergie operative
esistenti, favorendone al tempo stesso il processo di crescita.”
Cosa
succederà domani? La Spa è stata costituita, probabilmente, per accelerare
il processo di vendita, come previsto dalla stessa legge 410/2001 (artt. 2,3)
diventando il primo acquirente degli immobili che, non appena censiti
dovrebbero passare di mano. E il personale?
Noi siamo contro il processo di privatizzazione, invitiamo i colleghi del Demanio a mobilitarsi immediatamente, a sottoscrivere (o votare in Assemblea) la seguente mozione:
I
DIPENDENTI DEL DEMANIO DELLA FILIALE (SEZIONE) DI
___________________________
SI OPPONGONO FORTEMENTE AL PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE DEL PATRIMONIO
IMMOBILIARE IN CORSO.
PRIVATIZZAZIONE
CHE METTE A RISCHIO:
I
CONTI DELLO STATO; LA TUTELA DEI DIRITTI DEI CITTADINI; I NOSTRI POSTI DI
LAVORO.
PER COMBATTERE TALI PRATICHE PARTECIPEREMO IN FORZA ALLO SCIOPERO GENERALE DEL MONDO DEL LAVORO INDETTO DAL SINDACALISMO DI BASE PER IL GIORNO 15 FEBBRAIO 2002.
Vi
invitiamo ad inviare la mozione sia all’Agenzia del Demanio (fax
06-47773417) che al Ministro Tremonti (fax 06-4743449), oltre che,
naturalmente alla nostra redazione per consentirci di gestire un efficace
intervento presso le sedi istituzionali.
4.
Interessi legali 312/80. Le RdB insistono.
Dopo
la sentenza della Corte Costituzionale che sancisce l’illegittimità della
norma contenuta nella “Finanziaria 1999”, le amministrazioni dovrebbero
pagare il dovuto. Ma non si muovono. Anche perché sembra che le singole
Agenzie, che sono subentrate allo Stato anche per gli oneri legali, non
abbiano ricevuto i soldi per pagarci. Le RdB ribadiranno anche alle singole
Agenzie la richiesta di pagamento già effettuata sin dal 6 dicembre al
Ministro Tremonti e al Dipartimento Politiche Fiscali… finora sordi a tale
richiesta. Sulla richiesta, che riformuleremo, non abbiamo tralasciato altre
questioni importanti come la perequazione con le dogane, la questione Fondo di
Previdenza e, naturalmente, la maggiorazione RIA.
5.
Entrate: Accordo del 16 gennaio. Una rarità: le RdB firmano.
Con
l’accordo che abbiamo sottoscritto il 16 gennaio si rimettono in discussione
sia elementi dell’accordo sui Centri di Servizio del 6 marzo 2001 (da noi
non sottoscritto) che tutta la questione Call Center (da noi non
sottoscritta), sia nei numeri che nelle professionalità, si prevede una
soluzione a breve per il Centro di Servizio di Salerno e si riapre la
“partita” relativa alla riconversione del Centro di Servizio di Bari. Le
RdB hanno rispettato il mandato ricevuto da lavoratrici e lavoratori riuscendo
a riaprire questioni che sembravano ormai definite. Questa situazione, oltre
ad essere un premio alla nostra coerenza, è il chiaro segnale che il diretto
interessamento di lavoratrici e lavoratori alle questioni, il superamento del
processo di delega, è l’arma migliore che un sindacato conflittuale può
brandire. Come abbiamo fatto negli ultimi mesi. Ora si apre una difficile fase
di confronto con l’Agenzia – a partire da oggi, 28 gennaio - in cui le
RdB, invitando tutti a non abbassare la guardia, continueranno coerentemente a
richiedere riconoscimenti di professionalità, garanzie occupazionali e
miglioramento dei servizi forniti nonché dei diritti di chi tali servizi
fornisce. Quanto sia difficile la situazione lo si desume dal fatto che la
direzione della Gestione Tributi ha sollecitato i neonati Centri Operativi che
devono essere ancora oggetto di contrattazione, a rafforzare il servizio (non
ancora definito) in vista della nuova ondata di cartelle e avvisi che
partiranno dal 2 febbraio. Naturalmente, come è abituata a fare, l’Agenzia,
prima di ogni definizione con i sindacati delle questioni, avvisa la stampa, e
quindi i cittadini, di tale procedura.
Cartelle
e avvisi bonari piomberanno sui contribuenti nei primi giorni di febbraio.
Aspettiamoci una nuova stagione di emergenza assoluta… visto che, nonostante
le esperienze precedenti, nulla sembra essere cambiato sul piano organizzativo
(anzi, gli Uffici chiuderanno il sabato). Nell’ambito dell’alleanza che le
RdB hanno stretto con i contribuenti, attraverso l’operazione “un fisco
giusto per tutti” che procede, seppur lentamente, ci chiediamo che fine
abbiano fatto i rimborsi dei contribuenti che da tempo, ormai immemorabile,
sono congelati.
6:
Entrate: il porto delle nebbie
L’Agenzia
delle Entrate sono latitanti su importanti questioni riguardanti il personale.
1)
Interessi legali legge 312/80. Abbiamo già citato la questione (vedi
articolo precedente).
2)
Posizioni Super. Finalmente dovrebbero essere disponibili (a giorni) le
graduatorie generali (compresi gli esclusi). Nel frattempo stiamo raccogliendo
le istanze di chi ritiene siano stati fatti degli errori. Ricordiamo che
potete inviare le istanze alla Direzione del Personale delle Entrate (fax
06-50544010) oltre che, naturalmente, ai numeri di fax della nostra redazione.
3)
Passaggi tra le Aree. Pare che tutto sia bloccato e che nessuno stia
lavorando alle domande che sono state presentate. Chiederemo delucidazioni.
4)
Riqualificazione. Dopo aver fatto firmare a tutti quell’indecente
contratto temporaneo (da noi ampiamente osteggiato) ancora non abbiamo visto
nulla, ne economicamente ne giuridicamente. Che succede? L’Agenzia sa come
affrontare la questione?
7.
Dipartimento politiche fiscali. Un accordo sul salario accessorio
inaccettabile.
Anche
se, come per le Agenzie, l’attribuzione di una quota per tutti, come
”indennità professionale per la partecipazione al processo di riforma
dell’AF”, ci avvicina alla realizzazione della nostra proposta riguardo
alla 14^ mensilità,molta strada c’è ancora da percorrere.
Da sempre, sosteniamo che i fondi debbano andare agli aventi diritto in
maniera equa. Per chi lo avesse dimenticato Il FUA, così come i buoni pasto e
quant’altro, non sono che parti di quello che viene stanziato in finanziaria
per i rinnovi contrattuali, la cui misura deriva della somme necessarie al
recupero dell’inflazione (programmata). Quindi, in realtà, non ha
senso parlare di aumenti contrattuali, ma semmai di diminuzioni contrattuali,
non avendo mai raggiunto la quota necessaria al recupero del potere
d’acquisto perso. E’ chiaro quindi che, per principio, non possiamo
sottoscrivere accordi con criteri di ripartizione che favoriscano alcuni a
scapito di altri. Se in passato è successo (vedi FUA 2000), è solo dovuto al
fatto che il personale interessato sarebbe stato ulteriormente penalizzato da
una dilazione dei tempi di pagamento. La minore penalizzazione degli
importi destinati agli uffici di diretta collaborazione, anche alla
luce del dimezzamento negli ultimi sei mesi del personale del Gabinetto, non
trova giustificazione se non nella volontà di creare una discriminazione
evidente in favore di chi, da giugno 2001 in poi, avrà in busta paga
l’indennità di collaborazione, onnicomprensiva
sia dello straordinario che dei mille rivoli del FUA; per essere più
chiari, mentre il resto degli impiegati del DPF avranno in media una
riduzione del salario accessorio, per coloro che avranno la fortuna di
appartenere agli Uffici di Gabinetto, in molti casi per motivi
“politici” più che professionali,
accadrà esattamente il contrario. Nel caso poi del Sinco,
poiché al contrario il personale presente è aumentato, non sappiamo
cosa accadrà. Forse verranno “cacciati” coloro che risulteranno in
esubero (con quali criteri?) rispetto all’organico previsto dal Regolamento,
per ottenere la stessa indennità del Gabinetto? A questo si aggiunga che
l’accordo vincola fortemente le RSU ad un ruolo meramente notarile
stravolgendo ogni logica rappresentativa…
8.
Dogane. Nessuno si sente al sicuro…
Uffici
unici, ricollocazione funzionale dei laboratori chimici,
e, soprattutto, voci sempre più insistenti di un accorpamento con
l’Agenzia delle Entrate sono oggi alcuni motivi di dubbio che assillano i
colleghi dell’Agenzia delle Dogane. Un Agenzia nella quale, salvo alcune
realtà come Torino, Ancona e Trieste, le RdB non avevano ancora sviluppato un
intervento organizzato. Forse proprio perché il “luogo comune” che i
doganali erano comunque in situazione migliore di tutti gli altri colleghi
delle Finanze, non era poi proprio un luogo comune. Noi siamo un sindacato di
base e costruiamo dal basso l’intervento sindacale. Questo fa si che se
dalla base non vi è richiesta di intervento questo non può esserci. Ma le
elezioni RSU hanno visto moltiplicare la nostra presenza anche nell’Agenzia
delle Dogane e si stanno proporzionalmente moltiplicando anche le richieste di
intervento specifico e di costruzione di un efficace coordinamento anche sulle
questioni delle Dogane. Insomma la base c’è. Rilanciamo quindi qui un
appello a tutti i nostri delegati (o simpatizzanti) dell’Agenzia delle
Dogane… Inviate al nostro indirizzo di posta elettronica ilsaccobucato@libero.it
o ai nostri numeri di fax segnalazioni rispetto alle questioni in ballo. E’
nostra intenzione costruire al più presto una piattaforma rivendicativa
dell’Agenzia delle Dogane.
9.
Consulenza legale gratuita e assistenza
A
decorrere da martedì 5 febbraio 2002 sarà attivato, presso la saletta
sindacale RdB ubicata presso il compendio ministeriale di Viale Europa
242, al piano terra della Torre C1 (vicino alla banca), un servizio di
consulenza legale gratuita e di assistenza. I legali saranno presenti nei
giorni di Martedì e Giovedì dalle ore 14.45 alle ore 17.45.
I numeri telefonici, da utilizzare anche per fissare appuntamento, sono, in
tali orari, 0659973241 o 0659972929.