Agenzia del Demanio – 14 gennaio 2002

IL CANTO DEL CIGNO

Ben lungi dal risolvere la questione dell’utilizzo del FUA 2001, su cui, comunque, siamo riusciti a fare qualche timido passo avanti, l’Agenzia del Demanio si dimostra molto più determinata sulla questione della cartolarizzazione del patrimonio dello stato, da noi già denunciata a settembre dello scorso anno.

Giovedì scorso, CGIL, CISL, UIL e SALFI e l’Agenzia hanno concordato sulla necessità, per coprire le esigenze lavorative del 2002, di un fabbisogno aggiuntivo di circa 600.000 ore di lavoro.

Pur volendo, momentaneamente, sorvolare sull’obbrobrioso fatto che tale fabbisogno venga coperto prevalentemente attraverso la flessibilità di lavoro (straordinario, tempo di servizio prolungato, assunzioni a tempo determinato e, citiamo testualmente, “lavoro flessibile ai sensi del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo del CCNL del personale del comparto dei Ministeri”), ciò che inquieta maggiormente sono i contenuti dell’attività che determina tale fabbisogno.

Si tratta dell’applicazione della legge 23 novembre 2001, n. 410, recante disposizioni urgenti in materia di privatizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e di sviluppo dei fondi comuni di investimento immobiliare. Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 274 del 24 novembre 2001 di cui citiamo i primi due commi dell’art.1:

1. Per procedere al riordino, gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato, anche in funzione della formulazione del conto generale del patrimonio, di cui agli articoli 5, comma 2, della legge 3 aprile 1997, n. 94, e 14, comma 2, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, l'Agenzia del demanio, con propri decreti dirigenziali, individua, sulla base e nei limiti della documentazione esistente presso gli archivi e gli uffici pubblici, i singoli beni, distinguendo tra beni demaniali e beni facenti parte del patrimonio indisponibile e disponibile.

2. L'Agenzia del demanio, con propri decreti dirigenziali, individua i beni degli enti pubblici non territoriali, i beni non strumentali in precedenza attribuiti a società a totale partecipazione pubblica, diretta o indiretta, riconosciuti di proprietà dello Stato, nonché i beni ubicati all'estero. L'individuazione dei beni degli enti pubblici e di quelli già attribuiti alle società suddette è effettuata anche sulla base di elenchi predisposti dagli stessi.

In sostanza, ci troviamo di fronte ad una vorticosa accelerazione della classificazione dei beni dello stato finalizzata alla loro veloce alienazione. Alla fine del processo, che si prevede con tempi rapidi, i cittadini italiani non saranno più proprietari di nulla, e l’Agenzia del Demanio non potrà che essere smantellata, non esistendo più l’oggetto del suo lavoro.

NON ABBIAMO FIRMATO L’ACCORDO. INVITIAMO TUTTE LE RSU A FARSI PROMOTRICI DI ASSEMBLEE TRA IL PERSONALE AL FINE DI VOTARE UNA MOZIONE CHE DENUNCI E RIGETTI LE PRATICHE DI PRIVATIZZAZIONE.