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l’acqua con le orecchie
Agenzia del Demanio: accordo sulla retribuzione per
l’orario di servizio prolungato. Le RdB non firmano
TESTO
DELL’ACCORDO
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COMMENTO
RdB
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Con
riferimento all’accordo sul piano delle attività 2002 e relativi
fabbisogni siglato il 10 gennaio 2002, la delegazione di parte pubblica
dell’Agenzia del Demanio ed i rappresentanti delle organizzazioni
sindacali aventi titolo CONVENGONO di
istituire, a decorrere, presumibilmente, dal 1° marzo 2002, la
retribuzione per orario di servizio prolungato /articolo 5, comma 5, punto
5 C.C.N.I. d’Amministrazione) la cui introduzione è finalizzata alle
azioni che l’Agenzia porrà in essere per le attività straordinarie di
ricognizione per la formulazione del conto generale del patrimonio dello
Stato ai sensi dell’art.1 comma 1 della Legge 410/01, consentendo agli
uffici di organizzare e gestire in maniera ottimale le risorse
disponibili. L’importo orario previsto per il servizio prolungato è uguale al compenso del lavoro straordinario maggiorato del 15%. L’importo di tale maggiorazione viene finanziato, fino a massimo di 260.000 euro, utilizzando una quota parte del FUA 2002, anche integrato da eventuali residui del F.U.A. anno 2001, conseguenti ad accordi specifici. L’adesione
all’orario di servizio prolungato è su base volontaria e aperta a tutto
il personale, purché in possesso della necessaria professionalità
richiesta per lo svolgimento delle attività suddette. La
disponibilità ed il conseguente impegno, da parte dell’interessato,
dovrà essere segnalata al responsabile della struttura dirigenziale di
riferimento, il quale avvierà la contrattazione locale, con i soggetti
previsti dall’art.8 comma 2 del vigente C.C.N.L. Data l’urgenza
particolare attribuita all’attività, anche in conseguenza degli impegni
di Convenzione, la contrattazione dovrà concludersi, improrogabilmente,
entro cinque giorni lavorativi dall’inizio del confronto. Qualora tali
tempi non venissero rispettati l’Amministrazione, comunque, procederà
alla realizzazione delle attività pianificate utilizzando il solo
istituto dello straordinario. Le
parti si impegnano ad organizzare in tempi brevi un apposito monitoraggio
per verificare il buon andamento delle attività, anche in conseguenza
della strategicità dell’attività in questione. Roma,
20 febbraio 2002 |
Innanzitutto
va chiarito, una volta di più, il
contesto in cui ci muoviamo. Il piano delle attività del 2002
dell’Agenzia del Demanio è imposto, come ricorda l’accordo stesso
dalla Legge 410/01. Non vi è stato alcuno spazio di contrattazione. Ne
tra l’Agenzia ed il Ministero (Convenzione) ne tra l’Agenzia e i
sindacati. Il Governo ha ordinato che bisogna vendere e quindi tutte le
risorse devono essere utilizzate per vendere. Risultato? Lo abbiamo già
detto più volte. Il
passaggio del patrimonio immobiliare dal Pubblico al privato che significa
una grossa liquidità immediata (per i conti dello Stato) ma una povertà
a media-lunga scadenza per i cittadini non imprenditori. Inoltre non si
riesce ad avere una risposta alla banale domanda:
se ho 1.600 persone il cui compito è gestire un patrimonio, una volta che
quel patrimonio è stato venduto, che faranno le 1.600 persone? Quest’accordo
prende i soldi del FUA, li aggiunge a quelli dello straordinario per allargare
l’orario di lavoro di centinaia di persone al fine di terminare
presto… e quindi di trovarsi presto senza lavoro. Il
FUA sono soldi di tutti che vengono destinati ai pochi che sono
disposti a lavorare 42-45 ore alla settimana per un anno! L’importo
aggiuntivo è di meno di un euro lordo orario.
Dire
che l’adesione è aperta a tutti, ma solo a quei tutti in possesso di
specifiche professionalità lascia ampia discrezionalità a chi tale
professionalità determina. Inoltre, parlare di contrattazione locale da
concludere in cinque giorni (pena la perdita del supplemento) significa peggiorare
il contratto in cui la concertazione ha trenta giorni di tempo.
Si
limitano le assunzioni. Si obbligano i dipendenti a lavorare il 20%
in più, solo per percepire i soldi che gli mantengano invariato il
potere d’acquisto del salario. Inoltre, in pratica, si scelgono i
dipendenti che possono essere così “privilegiati” La
parola passa ai delegati locali, ma soprattutto ai dipendenti. Dal canto
nostro, è ovvio che, dopo quanto abbiamo detto, non potevamo avallare
questa scelta di sfruttamento. Siamo coscienti – per i motivi sopra
descritti - della necessità di molti dipendenti di “arrotondare” lo
stipendio. Ma poniamo una domanda. Ne vale la pena? Se non ci saranno
volontari che accadrà? Le
Rappresentanze sindacali di Base sono pronte a coordinare una forte lotta
di lavoratrici e lavoratori del Demanio contro la svendita e lo
sfruttamento. Che ne pensate? |