Venerdì 29 marzo 2002

Il SACCO BUCATO n. 4/2002

SOMMARIO

1. 16 aprile. Tutti in piazza. Ma… attenti ai contenuti.
2.1 Nell’uovo di pasqua: le Convenzioni, ovvero, quando il gioco si fa duro…
2.2. La macchina del tempo.
2.3. La nostra identità. Tattica e strategia.

3. Chi si ricorda il concorso per informatici alle Entrate?

4. Demanio Spa. Prepariamoci alla lotta.

5. Decentramento Catasti. Seconda (piccola) vittoria

6. Cagliari. Scampagnata o servizio al cittadino?
7. Dogane. Mobilità per gli Uffici Unici

8. Lombardia. No delle RdB all’accordo sulla mobilità incentivata alle Entrate.

1. 16 aprile. Tutti in piazza. Ma… attenti ai conte­nuti

Dopo lo straordinario successo dello sciopero del 15 feb­braio, che ha sancito la nascita del “quarto sindacato” (Repub-
blica, 16 febbraio 2002) e obbligato gli altri sindacati alla rin­corsa, un nuovo appuntamento: il 16 aprile. 

Il sindacalismo di base, dichiarando un proprio sciopero, conti­nua a lanciare la sua sfida al Governo, a Confindustria, 
ma anche a un modello sindacale che tanti danni ci ha portato negli ultimi anni: la concertazione.

Gli obiettivi immediati sono: la lotta sull’articolo 18 e il ritiro delle deleghe su fisco, pensioni, lavoro e scuola, le cam
biali che questo Governo deve pagare a Confindustria per la sua elezione. Su questo non volevamo ci fossero equivoci. 
Per questo, per non creare confusione, e costruire una forza d’impatto comune, lo sciopero è nello stesso giorno di 
cgil-cisl-uil. Questa scelta, però, non si vuole limitare ad una, pur utile, costruzione di un fronte difensivo comune e, 
quindi, pone anche un secondo obiettivo, se possibile, ancora più impor­tante: quello di variare il modello di confronto col 
governo.

9 anni di concertazione ci hanno regalato: lo sviluppo dell’attuale politica antisociale, la guerra “infinita”, la precariz-
zazione del lavoro, la precarizzazione, e la negazione, dei di­ritti, salari sempre più bassi, lo smantellamento del sistema 
pensionistico, le privatizzazioni e, solo negli ultimi due mesi, contratti a perdere come quelli degli edili, chimici, tessili, gasi­
sti, bancari e, soprattutto, lo scandaloso accordo generale sul Pubblico impiego e la Scuola del quattro febbraio…

Questo dimostra che l’attuale Governo e Confindustria non sono gli unici sponsor delle politiche liberiste, e che non si 
può ridurre la battaglia ad uno scontro tra forze politiche. 

Oggi è, più che mai, necessario che lavoratrici e lavoratori pretendano chiarezza, sostenendo posizioni di contrasto cre-
dibili, durature nel tempo assieme a organizzazioni non com­promesse con tali politiche. La stessa Cgil, che pare oggi im­
pegnata in una guerra santa, come visto, continua, dove può, a praticare la concertazione… e lo dimostra, sull’onda 
dell’emozione dell’efferato delitto del prof. Marco Biagi, ac­cettando l’ormai famoso libro bianco che contiene cose di 
impatto ben maggiore sui diritti di chi lavora (e di chi non lavora) e del simbolico articolo 18 (una tra tutte: le gabbie salariali).

Anche, e soprattutto per questo, per la chiarezza che è dovuta a lavoratrici e lavoratori, il 16 aprile saremo, con tutto il sin­
dacalismo di base, in piazza, ma, con manifestazioni alter­native, a cui invitiamo lavoratrici e lavoratori, disoccupati, im­
migrati, studenti e tutto il movimento antiliberista per ricordare al governo – ma anche ai sindacati/azienda - che esiste 
una società civile, fatta di donne e uomini, con la loro dignità e i loro diritti, che non accetta di essere ridotta a semplice 
elemento della produzione di cui concertare l’utilizzo.

Gilgamesh

2.1 Nell’uovo di pasqua: le Convenzioni, ovvero, quando il gioco si fa duro…

Ieri, nella tarda serata, dopo due lunghe giornate di confronto, i sindacati hanno firmato un documento che, dopo un’analisi delle convenzioni tra ministero ed agenzie, ne sottolinea alcuni aspetti critici e apporta alcuni correttivi alle stesse. Il docu­mento è stato sottoscritto, seppur con nota a verbale, anche dalle RdB. Come mai? Avremo tempo di analizzare le conven­zioni più dettagliatamente. Valgano per oggi alcune considera­zioni. Quando, alcuni anni fa, si cominciò a parlare delle Agen­zie Fiscali, fummo particolarmente critici, soprattutto perché eravamo certi che le logiche manageriali che trasparivano dietro tutta l’operazione avrebbero finito col creare discrimi­nazioni verso i cittadini, e forti incertezze per i dipendenti. Eravamo però una voce isolata. Tutti i sindacati dicevano che così non era, parlavano di mirabolanti vantaggi, economici e normativi, di miglioramento del sistema per i cittadini e ci tac­ciavano di irresponsabilità cercando contemporaneamente di delegittimare le nostre critiche isolandoci con la pratica dei “ta­voli di contrattazione separati”.

Oggi, scopriamo, dopo aver visionato le convenzioni tra Mini­stero e Agenzie per il 2002, che aumentano unilateralmente i carichi di lavoro, che diminuiscono i soldi e che i soldi del salario accessorio sono solo virtuali perché saranno stan­ziati nella prossima finanziaria… LAVORO CERTO e SALA­RIO INCERTO. A questo si aggiungano, l’ambigua costituzione della Spa del Demanio, l’incertezza del futuro dell’Agenzia del Territorio, i disequilibri di personale, sul piano professionale e territoriale, denunciati dall’Agenzia delle Entrate, le riforme che, a parità di personale, stanno sconvolgendo carichi di la­voro e organizzazione dell’Agenzia delle Dogane e, infine, l’aumento delle competenze delle Commissioni Tributarie per le quali, comunque, non è ancora prevista alcuna soluzione professionale.

Ma oggi, e non certo per la connivenza delle RdB, le Agen­zie esistono. Oggi, anche chi parlava del “paradiso delle agenzie fiscali” non può più chiudere gli occhi. E rileva, as­sieme a noi, nel documento sulle convenzioni, tutte le contrad­dizioni che noi da sempre abbiamo rilevato.

E’ irrilevante oggi comprendere se il pentimento che traspare in questo nuovo atteggiamento sia sincero o solo strumentale. Certo è che, per i diritti che rivendichiamo, sarebbe un suicidio sindacale, fornire qualsiasi alibi per “farci fuori”, con tutto il no­stro peso critico che, nel frattempo, è notevolmente cresciuto (vedi risultati RSU). Questo è il motivo per cui abbiamo sotto­scritto il documento sulle convenzioni. Non facendolo, ci sa­remmo chiamati, antistoricamente, fuori, dando alle Agen­zie, al Ministero, e alle altre organizzazioni sindacali, la possibilità di isolarci nuovamente. E’ stata una scelta diffi­cile, ma era un regalo che non potevamo fargli. L’analisi cri­tica delle RdB deve restare al centro del tavolo di con­fronto. Nessuno può permettersi di giocare sulla necessità di migliorare le condizioni di lavoratrici e lavoratori o di rilanciare il ruolo politico delle Agenzie Fiscali, oggi ridotte a semplice strumento di gestione. Il nostro ruolo di stimolo e di controllo di tali questioni è una responsabilità da cui non abbiamo voluto sottrarci. Ora che il gioco si fa duro… i duri continuano a giocare…

2.2. La macchina del tempo

Ma cosa hanno scritto tutte le organizzazioni sindacali sul do­cumento relativo alle convenzioni? Lo riportiamo integralmente. Se avessimo una macchina del tempo, potremmo tornare nel passato. Vedremmo come, su molte di tali questioni, le RdB erano voce solitaria. Con la stessa macchina del tempo scopri­remo che, in futuro, le RdB continueranno in queste (ed altre) lotte. Chi avrà più filo, su questi argomenti, lo tesserà. Noi non ci siamo mai alzati dal telaio… e non abbiamo certo intenzione di farlo ora.

[Nel coro delle riunioni, le OO.SS., dopo aver preliminarmente lamentato i tempi ristretti concessi per l’esame delle Conven­zioni, pur avendo manifestato precedentemente l’esigenza di procedere a tale esame, hanno espresso preoccupazione per i seguenti aspetti:

a) la mancata esplicitazione nelle Convenzioni della “cornice fi­nanziaria” entro le quali si svolgerà la contrattazione collettiva nazionale per il comparto Agenzie e la mancata nomina dei componenti del Comitato di Settore, di cui all’art.16 della Legge Finanziaria, che dovrà essere composto dai Direttori delle quattro Agenzie Fiscali così come previsto per tutti gli enti pub­blici non economici.

b) la mancata previsione, già contenuta nelle Convenzioni 2001, dell’accordo con le OO.SS. per la destinazione della quota incentivante;

c) le modalità di finanziamento della quota incentivante che, essendo correlata ad istituti non certi nella loro quantificazione o in via di esaurimento, rischiano di rendere meno significativo questo istituto premiante per le Agenzie ed il personale;

d) l’attuale formulazione contenuta nelle Convenzioni relativa­mente alla modalità di calcolo della quota incentivante alle Agenzie;

e) la riduzione per il 2002 degli stanziamenti di parte corrente relativi all’Agenzia delle Entrate su cui viene calcolata una parte dalla quota incentivante;

f) l’incremento dei volumi di produzione e delle soglie minime per il concorso degli obiettivi al calcolo della quota incentivante da erogare all’Agenzia delle Entrate, in una situazione che vede tale Agenzia impegnata negli ultimi anni in un incremento si­gnificativo di performance;

g) la mancata previsione nel piano dell’Agenzia del Territorio della stabilizzazione del rapporto di lavoro dei lavoratori a tempo determinato “ex LSU”;

h) la proposta di modifica del DPCM del 19/12/2000 concer­nente il trasferimento del personale della medesima Agenzia del Territorio ai Comuni;

i) la costituzione della Demanio Spa in quanto potrebbe nei fatti assorbire funzioni e competenze attualmente in capo all’Agenzia del Demanio medesima]

2.3. La nostra identità. Tattica e strategia

Siamo sicuramente di fronte ad una svolta. Svolta che le RdB hanno fortemente voluto e costruito con determinazione. In si­tuazioni come queste non si riesce a resistere alla tentazione di tracciare un bilancio… Qualche anno fa, alcuni di noi, ebbero una crisi di rigetto per i sindacati storici, di cui non condivide­vamo lo scambio tra diritti di chi lavora e spazi di co-gestione. Ci interrogammo sulla possibilità di creare un nuovo soggetto sindacale che avesse obiettivi e modalità differenti. Abbiamo così creato le RdB nell’allora Ministero delle Finanze. In una prima fase, anche a causa della nostra inesperienza, l’atteggiamento naturale fu quello di negare il confronto. Ben presto ci rendemmo conto che dovevamo superare quel “ro­mantico” atteggiamento. Il processo di costruzione di un sinda­cato antagonista realmente alternativo, ci siamo detti, era lungo e faticoso. La conflittualità sindacale, come modello di con­fronto alternativo alla concertazione, proprio per la sua natura, basata sulla partecipazione, è cosa che non può riguardare solo il corpo sindacale, o peggio ancora, i più sensibili - o politi­cizzati - tra i nostri delegati. Per dare un senso al conflitto sin­dacale dovevamo riempirlo di contenuti e proposte, riman­dando così al mittente le accuse di velleitarismo ideologico che venivano spesso usate contro di noi. Il conflitto sindacale è, quindi, un principio che non basta enunciare. Per praticarlo, sul serio, deve essere costruito e divenire valore diffuso e condi­viso. Per questo, abbiamo cercato di operare per trasformare il concetto di conflitto sindacale in contenuti che riguarda­vano la vita quotidiana di lavoratrici e lavoratori, abbiamo lavo­rato sul linguaggio e sugli strumenti di comunicazione, sul raf­forzamento della struttura organizzativa, sulla formazione dei delegati e ci siamo interrogati sulla necessità di partecipare maggiormente alla vita sindacale “istituzionale” (trattative, in­contri, osservatori e quant’altro) – che talvolta ci “obbliga” a sottoscrivere accordi su cui non siamo completamente d’accordo - sia al fine di raccogliere quegli elementi di infor­mazione che ci venivano sempre più richiesti dai luoghi di la­voro, sia al fine di cogliere, con più efficacia, le trasformazioni in atto, in modo da cercare di dare ai contenuti del nostro in­tervento sindacale, la forma migliore per svilupparsi. I fatti ci hanno dato ragione. Le RdB – anzi, noi preferiamo dire, i con­tenuti proposti dalle RdB - in quello che era il Ministero Fi­nanze, nonostante le oggettive difficoltà di chi parte da zero, sul piano elettorale, ha sfiorato nelle ultime elezioni RSU il 9% dei consensi sul piano nazionale (presentando liste a co­pertura di solo metà del personale). Abbiamo chiari segnali che il consenso in termini di simpatia e di attenzione verso le nostre proposte è ben al di sopra di tale soglia. Attraverso le rac­colte di firme, ad esempio, che, forse, a taluni possono essere sembrate modalità poco conflittuali di affrontare le questioni, abbiamo cercato di dare risposta a chi, ed erano molti, dalla base, chiedeva metodi di partecipazione e di protesta che si affiancassero allo sciopero e alle manifestazioni.

Non solo, grazie a tali iniziative si è cominciato a discutere, in maniera diffusa, nei posti di lavoro, anche dove non era – o non è ancora – presente la RdB, di 14^ mensilità, del Fondo di Previdenza, dei crediti retributivi (legge 312/80 e RIA), del decentramento amministrativo, di privatizzazioni, di orga­nizzazione del lavoro… obbligando sia l’Amministrazione sia le altre sigle sindacali a fornire alcune prime risposte e a fare i conti con alcune contraddizioni.

In taluni casi, questo ha consentito di costruire argini, seppur temporanei e sempre a rischio, a pericolose derive - come la trasformazione del Fondo di Previdenza in Fondo di Solida­rietà, o l’esternalizzazione o il decentramento selvaggio degli Uffici Catastali, solo per citarne alcuni. In altri - come l’utilizzo di parte del salario accessorio per retribuire, fuori da ogni merito, i dipendenti delle Agenzie (propedeutica alla 14^ mensilità) - ad­dirittura di rilanciare su questioni importanti come quella del salario… Da ognuna delle iniziative che abbiamo varato, negli ultimi anni, anche le meno riuscite, le lavoratrici e i lavoratori sono usciti in una posizione più avanzata sul piano della ri­vendicazione dei diritti e della conoscenza degli stessi. Si è trattato di risultati parziali, certo, su cui, però, sarà possibile costruire le fondamenta di rinnovo contrattuale che vedrà, finalmente, la presenza di un soggetto sindacale antagonista e alternativo - numericamente e progettualmente - credibile, e, soprattutto, lavoratrici e lavoratori, più disponibili al conflitto, informati e sensibili su questioni che, fino a poco tempo fa, gli venivano tenute nascoste. Da questo punto non si può più tornare indietro. Lavoratrici e lavoratori hanno un nuovo sindacato. Noi abbiamo nuove e sempre maggiori respon­sabilità.

3. Chi si ricorda il concorso per informatici alle Entrate?

Non ricordo neanche più quando è stato, ma diversi anni fa ho partecipato ad un concorso interno… era proprio un concorso, con una accurata selezione per individuare alcune migliaia di dipendenti delle Finanze, con conoscenze o propensione all’utilizzo degli strumenti informatici… si parlò, ricordo, di cre­are dei Nuclei Informatici che sostituissero la SO.GE.I.. Poi, tutto finì in una bolla di sapone, l’allora Direttore Billia fu “promosso” e la tranquillità fu ristabilita. Solo che c’erano i vin­citori della prova… che farne? Secondo il Ministero era stato tutto uno scherzo. Ricordo però che le RdB si batterono per re­cuperare questi colleghi e per ottenere per essi l’assegnazione all’incarico di Gestore di Rete. Una soluzione di ripiego, che, probabilmente, ai pazzi delle RdB era parsa l’unica via d’uscita. Feci, con un’altra ventina di colleghi, un corso (una settimana presso un centro di servizio), una prova finale e mi dissero che ero idoneo (di nuovo). Nell’ufficio ho cominciato a praticare il ruolo di Gestore di Rete. Mi viene corrisposta per questo un’indennità di 1,55 euro lordi al giorno. Ma visto che nel man­sionario non esiste questo ruolo, nel mio ufficio mi hanno asse­gnato anche mansioni, diciamo, più istituzionali. E così nei “ri­tagli di tempo” faccio formazione agli altri colleghi dell’ufficio, cerco di arginare le carenze della SO.GE.I., mi occupo di pic­coli interventi tecnici, sia di natura hardware e software, e spesso, vista la fame di informatici negli uffici e la lungimiranza del mio direttore, che sa valorizzare i propri dipendenti, mi ca­pita di dover creare programmi, fogli excel o database di Ac­cess. Dimenticavo nel frattempo, sono stato “promosso” da V livello a B2 (!!!). L’introduzione di lavorazioni, come gli addetti alla lettura ottica, gli addetti ai call center, i gestori di rete, non hanno mai riscontro sul piano del riconoscimento profes­sionale, al massimo sul piano delle indennità, che per defini­zione, sono variabili. Mi sembra che nel prossimo contratto questo sia un problema da affrontare.

Un gestore di rete.

4. Demanio SPA. Prepariamoci alla lotta.

Noi (Il sacco bucato 1/2002 del 28 gennaio u.s.), da malpensanti quali siamo, quando abbiamo sentito parlare della Dema­nio Spa (annunciata il 23 gennaio), avevamo già tracciato quello che a noi pareva il percorso dello smantellamento del Demanio. Un mese dopo, la UIL ci affiancava nella protesta, non firmando, come noi, l’accordo sul tempo prolungato, che, con soldi del Fondo Unico di Amministrazione, amplia l’orario di lavoro e accelera il processo di smantellamento. Ieri, sul docu­mento relativo alle convenzioni, tutti i sindacati (ora che hanno visto lo statuto della Demanio Spa) hanno, finalmente, capito che la situazione è molto pericolosa. Lo statuto (potrete scari­carlo dal 3 aprile dal nostro sito), infatti, quando elenca le fun­zioni della neonata Spa, sembra elencare quelle dell’attuale Agenzia del Demanio… si creerà un doppione? Oppure l’Agenzia si scioglierà nella Spa? L’Agenzia continua a dare rassicurazioni, ma, visto che per noi contano i fatti, noi non siamo per niente rassicurati… rifiutarsi di partecipare al tempo prolungato, fare in massa domanda verso le altre Agenzie, svuotare gli uffici in corrispondenza dello sciopero del 16 aprile, potrebbero essere segnali forti da far giungere alla diri­genza… ma siamo solo all’inizio!

5. Decentramento Catasti. Seconda (piccola) vit­toria

Le firme arrivano dagli uffici ai sindacati e i sindacati si scuo­tono dal torpore… le RdB hanno raggiunto un secondo obiet­tivo. Dopo aver, unica organizzazione sindacale, a lungo pro­posto e richiesto la modifica del decreto legislativo 112/1998 e registrato, in senato, l’intervento di alcuni senatori a riguardo, nonché l’accoglimento, da parte del Governo, di una racco­mandazione in tale direzione, oggi, tutte le sigle – anche quelle che affermano che le leggi non si possono cambiare - hanno formulato, assieme a noi (nel documento sulle convenzioni) la proposta di modifica del DPCM del 19/12/2000 concernente il trasferimento del personale della medesima Agenzia del Terri­torio ai Comuni.

Certo, un DPCM non è un Decreto Legislativo, ma… L’iniziativa e la critica delle RdB sta, lentamente, ma inesorabilmente, sgretolando il muro di coloro che si ostinavano a difendere l’indifendibile. Se la raccolta di firme contro D.Lgs 112/1998, contro il D.Lgs 300/1999, contro la concertazione, dovesse as­sumere proporzioni ancora maggiori di quelle attuali, si cree­rebbero i presupposti per un’iniziativa di forza volta a sospen­dere la sperimentazione… e sarebbe una terza (piccola) vitto­ria. Chiedete al nostro indirizzo ilsaccobucato@libero.it, il mo­dulo per raccogliere le firme. Chiudiamo gli uffici del Catasto il 16 aprile.

6. Cagliari. Scampagnata o servizio al cittadino?

Il 25 marzo, a Cagliari, abbiamo incontrato l’Agenzia delle En­trate per discutere della chiusura del Centro di Servizio, siste­mazione del personale e successivo trasferimento degli Uffici di Cagliari 1 e 2 (le cui RSU non sono state nemmeno convo­cate!) all’edificio sito sulla SS. 554 km. 1,6 vicino alla Motoriz­zazione Civile. L’Amministrazione conferma il percorso intra­preso affermando, di fatto, che l’unico criterio seguito a soste­gno di questo progetto è il risparmio del canone di locazione che oggi viene pagato ad una società privata. Non ha saputo invece quantificare il canone che l’Agenzia delle Entrate sarà poi costretta a pagare all’Agenzia del Demanio (o ad eventuali privati, come si vocifera, pronti ad acquistare lo stabile del Centro di Servizio). Sarà vero risparmio? Lo stesso direttore regionale ha ammesso che gli spostamenti comporteranno un problema di viabilità posto che, in base a statistiche rilevate dagli stessi uffici finanziari, le persone che si recheranno sulla SS 554 non saranno meno di 1500 concentrate nelle fasce ora­rie più a rischio (ore di punta). Nonostante ciò si è ritenuto che una comunicazione formale al prefetto di Cagliari sui rischi e disagi che questa scelta comporta (come se il prefetto avesse la bacchetta magica!) fosse sufficiente a deresponsabilizzare l’Amministrazione finanziaria nei confronti dei cittadini e degli enti locali interessati. Del cittadino, dell’utente, del contribuente che paga le tasse e, in definitiva, gli stipendi di noi tutti (com­preso quello dei dirigenti e del direttore regionale che spinge verso questa direzione) non si è tenuto conto! Tutte le organiz­zazioni sindacali presenti hanno concordemente affermato che si crea un grosso danno agli utenti e alla cittadinanza con il tra­sferimento di un complesso che offre vari servizi (entrate, ter­ritorio, conservatoria e demanio) andando poi ad aprire un uffi­cio situato su una strada pericolosa, molto trafficata e, per giunta, a senso unico! Qual è il senso di aprire dei front-office in “campagna”? La RdB conferma la sua contrarietà a questo progetto infelice, e ha invitato le organizzazioni profes­sionali, le associazioni dei consumatori e le forze politiche ad attivarsi per impedire un peggioramento della qualità del servi­zio che si tradurrà in un peggioramento della qualità della vita di tutti!

7. Dogane. Mobilità per gli Uffici Unici

L'agenzia delle dogane ha iniziato ad attivare i primi uffici unici delle dogane, incorporando su base provinciale gli uffici tecnici di finanza e gli uffici doganali, dando attuazione a quanto previsto dal D.Lgs. 300/1999 che non solo istituiva le agenzie fiscali, ma prevedeva l'unificazione degli uffici finanziari in ciascuna delle agenzie fiscali.

Come già è avvenuto nell'agenzia delle entrate, gli uffici unici delle dogane si costituiscono nella totale confusione organizza­tiva, ai soli danni del personale che sarà chiamato a cumulare nuove mansioni rispetto a quelle originariamente svolte, e a vantaggio di un pugno di dirigenti preposti presso gli uffici unici (secondo quanto stabilito dallo statuto e dal regolamento attua­tivo dell'agenzia delle dogane, l'individuazione di posizioni diri­genziali presso gli uffici unici, forma oggetto di contrattazione, vale a dire merce di scambio per le organizzazioni sindacali che saranno chiamate a contrattare l'assetto organico degli uf­fici).

Le rappresentanze sindacali di base contestano la condotta antisindacale e dirigista dell'agenzia delle dogane, che non consente di aprire un preventivo confronto con le OO.SS. sulla rilevazione dei carichi di lavoro nonché sulla produttività degli uffici, al fine di dotare i medesimi uffici di adeguata dotazione organica. Alle direzioni regionali delle dogane è stata conferita la struttura di direzioni generali, aventi capacità autonoma di spesa in relazione alle dotazioni finanziarie attribuite in virtù di convenzione stipulata con il Ministero dell'economia e delle fi­nanze. Ciò significa che nel rispetto delle compatibilità finanzia­rie e dei vincoli di bilancio - che possono essere adeguati an­nualmente in virtù delle richieste avanzate - le medesime dire­zioni regionali possono indire concorsi pubblici per il reclu­tamento di personale, attesa l'endemica carenza nelle attuali dotazioni organiche (a livello nazionale superiore al 30%, con punte del 50-60% in taluni uffici). In alternativa il regolamento di amministrazione dell'agenzia dogane offre lo strumento della mobilità tra le agenzie fiscali senza formalità (vale a dire senza obbligo di stipulazione preventiva di appositi accordi). 

Le rappresentanze di base contestano la logica del piatto di lenticchie (da 5000 a 17000 euro per la mobilità prima volonta­ria, poi forzata verso gli uffici unici), che peraltro va a drenare i fondi del FUA, (una quota consistente degli irrisori incrementi economici parametrati all'inflazione programmata, stornata dalle nostre buste paga) anziché individuare nuove risorse, e soprattutto mettere a disposizione del personale trasferito, ap­partamenti in locazione con canone ridotto.

Non ci stupisce l'appiattimento e il torpore di tutte le organizza­zioni sindacali, supine rispetto alle proposte capestro dell'agen­zia delle dogane. Valutino tutti i colleghi se questa necessità di addomesticare il personale dell'agenzia delle dogane torna a nostro vantaggio, ovvero a vantaggio di taluni che hanno sti­pulato accordi concertativi a tutto campo sullo smantellamento di settori interi della pubblica amministrazione.

8. Lombardia. No delle RdB all’accordo sulla mobilità incentivata alle Entrate.

A Milano, tutte le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo sulla mobilità incentivata. Le RdB hanno ritenuto dove­roso non firmare quell’accordo per i seguenti motivi:

Il nostro dissenso ha portato la CISL alla richiesta di tavoli se­parati per le trattative future che ha motivato tale richiesta con l’assurda tesi che la partecipazione delle RdB. al tavolo tecnico costituisse un impegno vincolante alla firma dell’accordo. CGIL, UIL e SALFI si sono “accodate” in questa che, specialmente in un momento difficile come quello attuale, non esitiamo a defi­nire una pratica barbara nonché antidemocratica nei confronti di tutti i lavoratori.