Le
Agenzie (lo affermiamo da tempo) separando nettamente la gestione politica,
propria del Ministero, e la gestione amministrativa, propria delle Agenzie,
emarginano a quest’ultimo livello l’attività sindacale, portata ad essere
sempre più tecnica e quindi snaturata
fino all’inutilità.
Insomma,
come temevamo, le rappresentanze di lavoratrici e lavoratori, sono coinvolte in
molteplici strumenti tecnici (osservatori, commissioni etc.) senza poter, in
nessun modo, essere determinanti sulle questioni di reale importanza. Se questa
può essere stata una scelta che alcuni reputavano (o reputano) utile, a noi è
sempre sembrata una scelta scellerata.
Oggi,
la questione dei Lavoratori a Tempo
Determinato, per cui, era stato sottoscritto, non più di dieci giorni fa,
un accordo, disatteso unilateralmente dall’Agenzia del Territorio, è il
chiaro segnale del progetto politico “a
smantellare” che anima il nostro mass-mediatico ministro Tremonti.
Sul
piatto ci sono il nuovo contratto (a proposito, che fine ha fatto?), la
revisione del sistema del salario accessorio, il decentramento dei catasti, le nuove piante
organiche, la mobilità, la questione delle SpA che gestiscono il lavoro
del demanio, l’individuazione di nuovi profili professionali, la nostra
richiesta di svuotamento dell’Area A, l’organizzazione del lavoro,
i carichi di lavoro, gli Uffici Unici delle Dogane, gli adeguamenti
salariali, i crediti che vantiamo (vedi legge 312/80), lo smantellamento
del Fondo di Previdenza, l’indeterminazione del futuro delle
Commissioni Tributarie… e siamo certi di dimenticare questioni altrettanto
importanti.
Il
problema, è chiaro, non riguarda solo i Lavoratori a Tempo Determinato. I
Lavoratori a Tempo Determinato sono l’anello
debole della catena che il Governo, in questo sistema imperfetto di relazioni
sindacali, ha trovato semplice attaccare. Ma
è solo l’inizio. E’ possibile continuare a confrontarsi solo con i
vertici delle Agenzie ridotti, sempre più, a semplici passacarte amministrativi?
Le
Rappresentanze sindacali di base chiamano
lavoratrici e lavoratori alla coesione ed alla lotta
L’11
giugno si celebrerà il primo anno
dell’Era Berlusconi. E’ stato annunciato che i ministri pubblicamente,
faranno, dal loro punto di vista, il bilancio del loro operato: il
giorno della menzogna.
Facciamo dell’11 giugno IL GIORNO DELLA VERITA’
Proponiamo
a tutte le forze sindacali e democratiche
di convergere su quella data, che assume connotati fortemente simbolici,
con iniziative di protesta
e mobilitazione, contro lo smantellamento sistematico della fiscalità e per
la richiesta di garanzie per lavoratrici, lavoratori e cittadini.