14-5-2002
: Lavoratori a tempo determinato (e non solo)
Ci è giunta una lettera dai Lavoratori a Tempo Determinato di Napoli, che condividiamo nelle analisi, ma che ci preoccupa nelle conclusioni in cui delegittima tutte le OO.SS., accomunandole in sterili proteste e interessati immobilismi.
La storia delle lotte delle Rappresentanze sindacali
di Base contro il precariato è sotto gli occhi di tutti. Il rifiuto di
sottoscrivere, nel maggio dello scorso anno, le code contrattuali che
introducevano tutte (e di più) le forme di contratti flessibili nel comparto
ministeri non è che uno degli esempi…
Non solo, le RdB, proprio perché uniche a combattere la flessibilità del lavoro (non solo in uscita - vedi art.18 – ma soprattutto in entrata) sono l’unica organizzazione che ha sempre affrontato il problema nella sua complessità rifiutandosi di ridurlo, come abbiamo visto fare ad altri, ad una – facile - lotta tra lavoratori fissi e lavoratori precari (che ha indebolito entrambi).
E questo, non lo nascondiamo, ci ha fatto perdere
consensi tra i lavoratori fissi, alcuni dei quali sono andati dietro alle sirene
che soffiavano sul fuoco delle contrapposizioni interne.
Ma, oggi come allora, restiamo
convinti che la stabilizzazione dei Lavoratori a Tempo Determinato è, come si
dice in sindacalese, un “problema politico”, che per una soluzione
complessiva e non clientelare deve essere affrontato su questo piano.
Inserire e mantenere il
precariato nella pubblica amministrazione è il segnale forte dello
smantellamento dei diritti che è in atto. Pensiamo di dire cosa ovvia quando
affermiamo che: dove ci sono precari anche i lavoratori “a posto fisso”
sono meno tutelati.
CHIEDERE LA STABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI A TEMPO
DETERMINATO E’ PER TUTTI I LAVORATORI L’OCCASIONE DI AFFERMARE CHE IL POSTO
PUBBLICO E’ IMPORTANTE, NECESSARIO IN UNA SOCIETA’ CIVILE E CHE I
DIRITTI DI OGNUNO DI NOI NON POSSONO ESSERE SMEMBRATI.
Per questo abbiamo proposto, per l’11 giugno, una giornata di lotta di tutto il personale dell’ex Ministero delle Finanze, a cui invitiamo tutti, anche i Lavoratori a Tempo Determinato, a partecipare per richiedere il rispetto dei loro diritti.
DELEGITTIMARE QUESTA POSIZIONE SIGNIFICA RIDURRE LE POSSIBILITA’ DI SUCCESSO DELLA VERTENZA PER LA STABILIZZAZIONE DEL POSTO DI LAVORO. FARE DI OGNI ERBA UN FASCIO E’ UN ERRORE CHE, SOPRATTUTTO CHI E’ IN MAGGIOR DEFICIT DI DIRITTI, NON PUO’ AFFATTO PERMETTERSI.